Ah la memoria che guaio. A tutti noi capita sovente di “smemorare”... obliare... scordare...dimenticare addirittura noi stessi. Problema che non riguarda solo le menti affaticate dagli anni, ma che coinvolge vecchi e giovani senza fare sconti. Capita. È umano. Ma quando la dimenticanza riguarda un Ente...un Ufficio Tecnico di un Comune... un pubblico ufficiale..beh..il fatto è grave assai. Senza invocare dimissioni o rimozioni (esercizio di stile comportamentale in disuso) ma qui la cosa è seria.. preoccupante.. allarmante. Che voglio dire? Vado a spiegarmi. Via contrada Colle Fagiano è una zona nel territorio comunale di Cori dove, al riparo da orecchie e sguardi indiscreti, un po’ di tempo fa si è consumata una “vicenda” edilizia che ormai non stupisce più nessuno. Due immobili distinti, il primo, un manufatto destinato a magazzino, realizzato senza titolo e senza nulla osta paesaggistico, il secondo, per il quale ci sarebbe stata anche una illecita trasformazione della destinazione d’uso da non residenziale a residenziale; ecco questi due edifici, secondo un’ordinanza dell’ufficio tecnico comunale, sarebbero dovuti essere abbattuti. Le proprietarie hanno presentato legittimo ricorso al TAR di Latina e questo ricorso è stato accolto e l’abbattimento annullato. Accolto...e perché? Incredibile a dirsi. Viviamo ormai di stenti...a crederlo.
L’Ufficio Tecnico ha dimenticato di informare le proprietarie (scripta manent) dell’avvio del procedimento di abbattimento dei manufatti in questione!! Una “svista”, per certi versi ridicola, che è stata decisiva affinché il TAR annullasse la demolizione ed esponesse il Comune di Cori ad una severa lezione di rispetto della Legge in materia edilizia e non solo. Con beffa ulteriore....perché, come specificano i giudici nella sentenza emessa, il Comune non ha fornito una spiegazione sul “fatto in questione” non essendosi costituito nel giudizio. L’omessa notificazione della comunicazione dell’avvio del procedimento - sottolinea il TAR di Latina - non contestata dall’Amministrazione, si riflette sulla legittimità del provvedimento impugnato. L’ordine di abbattimento, alla fine dei giochi, è stato annullato e l’ente locale condannato a pagare € 2.000,00 di spese di giudizio. Per le casse comunali esangui un ulteriore danno, ma per l’affidabilità e credibilita degli addetti ai lavori, una figuraccia tragicomica. Materia per i consiglieri di opposizione fin troppo semplice da utilizzare.
Però una pezza forse è ancora possibile. Un rammendo tardivo ma applicabile. Per quanto l’onta rimanga indelebile a futura memoria. Il Comune può ancora impedire che una “scivolata” burocratica impedisca la rimozione di abusi edilizi. Annullando l’ordine di demolizione, lo stesso TAR ha infatti specificato che viene cancellato il provvedimento contestato “fatte salve le ulteriori determinazioni da parte dell’Amministrazione”. Nulla è perduto!!! Ancora si possono far rispettare le regole che riguardano le molteplici situazioni di abuso edilizio a Cori. I casi aperti sono arcinoti. Solo che mi domando e scrivo... Può un Ufficio Tecnico porre rimedio ad un grave errore trovando il modo di annullarne gli effetti disastrosi e riportare il “fiume della legalità” nel suo alveo naturale? Chi dimostra incapacità di gestione amministrativa può improvvisamente diventare esperto del settore da un momento
all’altro? Un incapace è per sempre? Lo scopriremo solo ..ridendo.
Scritto da Mario Trifari
Pubblicato sul numero 3 del 2020 del Il Corace