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martedì 5 ottobre 2021

CORI SENZA OSPEDALE E SENZA MEDICI

La polemica estiva della comunità di Cori ha riguardato l’ex ospedale, poi PPI (Punto di Primo Intervento), poi PAT (Punto di Assistenza Territoriale). La vicenda ha messo in luce quanto il sistema sanitario sia diventato fragile, nonostante il periodo di pandemia richiederebbe ben altro.

I fatti: domenica 22 agosto il medico che doveva essere di servizio presso l’ex ospedale di Cori non si è presentato accusando un malore. Fin qui, un imprevisto. Può succedere, si dirà. Solo che nessun altro medico lo ha sostituito. A farne le spese i pazienti che si sono trovati davanti ad infermieri che non hanno potuto far altro che dirottarli verso il PAT di Cisterna e il Pronto Soccorso dell’Ospedale Goretti di Latina. Scoppia il caso e si alzano le barricate. 



Il sindaco De Lillis valuta una denuncia per interruzione di pubblico servizio, poi cambia idea, per “quieto vivere”, diciamo così. Interviene l’opposizione e il Comitato Civico Cori, e loro sì, la denuncia la fanno. Il caso arriva anche in Parlamento dove è stata depositata un’interrogazione al Ministro della Sanità da parte del senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini. Qui si chiude la vicenda dell’ospedale, che si lega però ad un’altra ancora più evidente: la mancanza di medici di medicina di base che affligge da mesi le comunità di Giulianello e Rocca Massima. 

Al pensionamento del dott. Zampi si è unita la prematura scomparsa dell’ex sindaco di Cisterna Mauro Carturan, che esercitava in località Boschetto a Rocca Massima, ma con pazienti anche a Cori in quanto comune limitrofo. Nonostante gli appelli, l’unico risultato tangibile è stato l’insediamento di un nuovo medico, dott. Gianbattista Mauro, per due giorni a Giulianello e per uno il località Boschetto. Ma ciò non è bastato a ridurre i disagi dei tanti abitanti rimasti senza medico ed impossibilitati a cercarlo negli altri comuni del distretto competente ASL1. Per questo i sindaci di Cori e Rocca Massima, Mauro De Lillis e Mario Lucarelli hanno chiesto ancora una volta l’intervento dell’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato. Si attendono evoluzioni, nella consapevolezza che non basteranno interventi di emergenza ma soluzioni strutturali.

Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero 7 del 2021 del "Il Corace"

martedì 1 dicembre 2020

IL MISTERO DEI SECCHI GIALLI

Il Covid ha portato Cori alla ribalta delle cronache nazionali. Merito di un articolo apparso sul sito Repubblica Roma, il cui autore conosce bene il paese e ha portato alla ribalta qualcosa che i coresi notavano da tempo: quei secchi gialli dati alle persone positive al Covid, per la raccolta dei rifiuti. Questo modo di fare, pensato per tutelare gli operatori che raccolgono i rifiuti e garantire uno smaltimento diverso, è operato da una ditta esterna. Ma in un paese dove la raccolta differenziata porta a porta è ampiamente diffusa, il “secchio giallo” è diventato un modo per identificare i malati di Coronavirus, con buona pace della privacy. L’articolo uscito su Repubblica.it a firma Clemente Pistilli ha creato una polemica che ha portato il sindaco Mauro De Lillis a dover dare spiegazioni ad agenzie nazionali e persino alle telecamere della Rai. La tesi del sindaco è che non si voleva di certo fare discriminazione, ma probabilmente c’è stato un disguido tra gli operatori che raccolgono i rifiuti e i cittadini positivi. Trattandosi di un servizio a chiamata, i cittadini che si vedono consegnare i secchi gialli possono tenerli dentro casa (e non fuori) per poi consegnarli direttamente agli operatori della ditta specializzata al loro arrivo. Qualcuno probabilmente non lo ha compreso e ha lasciato il secchio giallo fuori, diventando di fatto riconoscibile. Quel che viene sottolineato da Clemente Pistilli è che ci sia chi fa “Covid-tour” per scovare positivi. Una tesi smentita dal sindaco secondo cui il caso dei secchi gialli ha riguardato tre positivi, per mero disguido. Spente le telecamere, la polemica si è spostata su Facebook: “Nessun cittadino di Cori e Giulianello ha mai sollevato osservazioni riguardo al posizionamento dei bidoni gialli fuori la porta di casa – ha scritto Mauro De Lillis – tantomeno nessun cittadino ha contattato la Rai. (…) Questa polemica in realtà non è mai esistita, anzi è stata creata ad hoc dal giornalista stesso. Sono inoltre certo che nessuno dei miei concittadini trascorra le giornate osservando dove siano posizionati i bidoni, come dichiarato nel suddetto articolo. (…) Il servizio di raccolta per i malati di Covid è un servizio di qualità che anche altri comuni hanno adottato. Inoltre, è quanto avrei voluto dire in diretta se ne avessi avuto il tempo, non ritengo assolutamente che questa cittadinanza possa essere additata come discriminatoria a causa di un giornalismo al quanto discutibile”. Tutto finito? Assolutamente no, perché Clemente Pistilli ha replicato, sempre su Facebook: “I bidoni gialli consegnati solo a Cori a quanti, contagiati dal Covid, sono in isolamento domiciliare, posti, almeno fino all’uscita del mio pezzo, fuori dalle abitazioni di quest’ultimi, indicano chiaramente chi è rimasto vittima del virus e mi sembra rappresentino una violazione della privacy. Se, come dice il sindaco, e non ho motivo di dubitare, presso tali utenze la ditta ritira i rifiuti citofonando ai cittadini in isolamento, i quali, sostiene sempre il sindaco, dovevano tenere il bidone giallo in casa, non si capisce perché è stato fornito loro un bidone di colore diverso dagli altri. Qualcosa forse è sfuggito. E, se ne faccia una ragione il sindaco, c’è chi passeggia cercando di individuare le case dei positivi al Covid osservando i bidoni gialli”. Dopo aver comunque tributato la sua stima al sindaco (stima “probabilmente non ricambiata”) per la gestione dell’emergenza, Pistilli conclude: “E magari adesso si può anche andare avanti a combattere uniti contro il Covid e senza improbabili bidoncini colorati”. Resta un mistero da risolvere: chi è che va in giro in paese a cercare i bidoni gialli?

Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero 8 del 2020 del "Il Corace"

sabato 31 ottobre 2020

CORONAVIRUS: TORNA LA PAURA, ANCHE A CORI

Dopo un’estate quasi tranquilla, la tanto temuta “seconda ondata” di Covid-19 sembra aver colpito l’Italia. Ma stavolta pare non essere prevalentemente concentrata nel nord. Dati aggiornati ad oggi dicono come Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Campania e Lazio siano alcune tra le regioni dove il virus circola con maggiore facilità. Per questo è stato necessario varare nuove misure restrittive, che al momento non prevedono serrata generalizzata come avvenuto in primavera. 

La provincia di Latina è stata tra le prime in Italia a sperimentare il cosiddetto “mini lockdown”. Il 9 ottobre infatti con Ordinanza Regionale è stata disposta la chiusura anticipata dei locali alle 24, contingentamento di persone che possono frequentare contemporanea-mente palestre, scuole di ballo e altre attività di natura sportiva effettuata in luoghi chiusi, numero massimo di 20 persone alle feste legate ad eventi di natura civile e religiosa, divieto di accesso presso strutture sanitarie per visite a parenti e amici ricoverati, e richiesta di optare per lo smart working, dove possibile. 



Pochi giorni dopo, quando si è raggiunto il ritmo di 10.000 nuovi positivi al giorno, è arrivato l’ultimo DPCM del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha imposto restrizioni sulla movida. Bar, pub e ristoranti devono chiudere alle 24, al tavolo non potranno esserci più di 6 ospiti, feste come matrimoni non potranno avere più di 30 persone. Sono stati disposti inoltre orari scaglionati per l’ingresso a scuola, e sono stati vietati i convegni. Non è bastato e l’ultimo DPCM datato 25 ottobre ha imposto chiusura di palestre e piscine, chiusura anticipata per bar e ristoranti alle 18, divieto di fare feste anche a seguito di eventi religiosi o civili. 

Per quel che riguarda Cori, fino al 26 ottobre, i contagiati erano 57, di cui 4 persone ricoverate e 53 in isolamento domi-ciliare. Tuttavia alcuni positivi risultano provenire dalle scuole. Per questo il sindaco Mauro De Lillis nei giorni scorsi ha disposto la chiusura dei plessi scolastici per sanificazione, mentre a Giulianello è stato allestito un drive-in per circa 120 persone tra studenti, insegnanti e personale al lavoro presso la scuola Cesare Chiominto. Dai tamponi è risultato un solo positivo. Una situazione che è seria e da non sottovalutare. Per affrontarla è bene ricordare alcune norme: lavare spesso le mani, usare la mascherina, rispettare le distanze sociali. Ma il sindaco di Cori è andato oltre, invitando la cittadinanza ad evitare incontri con parenti e amici se non necessari. Perché questo virus subdolo a quanto pare si trasmette soprattutto in famiglia, quello che consideriamo il luogo sicuro per eccellenza, dove le precauzioni vengono meno. È bene attenersi a queste poche e semplici regole, anche in vista del Natale che nessuno vorrebbe trascorrere tra le restrizioni.

Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

mercoledì 30 settembre 2020

WILLY MONTEIRO, LA TRAGEDIA CHE SCONVOLGE ANCHE CORI

La morte di Willy Monteiro ha lasciato attonita anche la comunità di Cori. La tragedia di Colleferro infatti ha per protagonisti 4 giovanissimi diventati dei barbari. Uno di loro aveva da poco aperto una frutteria in paese. L’inaugurazione del negozio, avvenuta nel mese di agosto, aveva trovato spazio su giornali e televisioni in quanto raccontata come un simbolo di speranza. Gabriele Bianchi infatti sembrava il giovane ragazzo pronto a sfidare le conseguenze economiche del Coronavirus aprendo la sua attività commerciale. Un segno di ripresa. La morte del 21enne Willy Monteiro ha acceso i riflettori su quella frutteria, gestita da un giovane tatuato. I giornali scrivono che Gabriele Bianchi ha aperto il negozio con l’aiuto del padre della fidanzata, un consigliere comunale di Velletri. Appresa la notizia, il sindaco Mauro De Lillis ha annunciato sui social la revoca della licenza, perché, ha scritto, una violenza inaudita non può essere accettata: “Sapere che uno dei quattro assassini abbia frequentato la nostra città fa crescere in noi, ancora di più, la rabbia di fronte a questo atto così deplorevole e un forte sentimento di condanna a questa violenza. Per quello che può contare è stato avviato il procedimento di revoca della licenza della frutteria e auspichiamo che al più presto giustizia sia fatta”. Willy è morto a soli 21 anni, picchiato da 4 persone che si sono accanite su di lui. La colpa di Willy è aver difeso un amico. Sulla sua strada purtroppo è incappato in persone esperte di lotta, che lo hanno colpito accecate da una furia che non trova e non può trovare giustificazioni e che ha suscitato lo sdegno e la commozione dell’Italia tutta. 

Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"

giovedì 9 aprile 2020

CORI ALLE PRESE CON IL CORONAVIRUS

L’emergenza Coronavirus non ha lasciato indenne Cori. Al 25 marzo sono 6 le persone che sono state contagiate dal Covid 19.
Il sindaco Mauro De Lillis tiene costantemente aggiornata la cittadinanza tramite il suo  profilo social e la pagina Facebook del Comune di Cori.
Anche Cori, come il resto d’Italia è praticamente blindata: non si esce dal Comune se non per ragioni di lavoro o di necessità. L’invito del primo cittadino è quello di ridurre al massimo gli spostamenti.
“Debbo dire cari cittadini che state rispondendo alla grande alla prescrizione del governo ma riscontro persone che non hanno colto pienamente la gravità del problema, sicuramente sono poche ma per me sono troppe. Questo virus subdolo di combatte con la massima attenzione e la massima rigidità nei comportamenti”, ha dichiarato De Lillis in un video messaggio, in cui ha ringraziamento vigili urbani, i carabinieri di Cori, la protezione civile, medici, infermieri e personale del 118, tutti coloro che sono in prima linea per combattere l’emergenza.
“È il momento di stare uniti - ha concluso -, soltanto insieme riusciremo ad uscire da questa situazione il prima possibile”.

Scritto da Eleonora Spagnolo

Pubblicato sul numero 3 del 2020 del "Il Corace"

lunedì 4 marzo 2019

CORI E BETLEMME VERSO IL GEMELLAGGIO, L’ACCORDO SARÀ SIGLATO A GIULIANELLO

Cori e Betlemme saranno presto gemellate. Si sono incontrati proprio nella città palestinese i due sindaci Mauro De Lillis e Anton Salman. Lo scorso 15 febbraio al Peace Center di Betlemme i due hanno firmato la dichiarazione di intenti alla sottoscrizione del Patto di Gemellaggio tra le città di Betlemme e Cori.
Della delegazione corese facevano parte gli assessori Ennio Afilani e Chiara Cochi; le consigliere comunali Sabrina Pistilli e Annamaria Tebaldi; il parroco della Parrocchia San Giovanni Battista, don Khuder Saadi; la Dirigente vicaria dell'Istituto Comprensivo Statale “Cesare Chiominto”, Fiorella Marchetti; il Presidente dell'Associazione culturale “Il Giulianese”, Raffaele Sciarretta. Hanno fatto da cornice alla visita istituzionale le esibizioni degli Storici Sbandieratori delle Contrade di Cori e del cantante Roberto Bernardi.
Il gemellaggio con Betlemme sarà definitivamente suggellato a Giulianello, dove sarà siglato l’accordo.
L’idea del gemellaggio tra Cori e Betlemme si fonda sul legame storico-religioso che unisce la comunità di Giulianello alla Terra Santa, e in particolare alla Casa della Natività, e trova la sua massima espressione nel Bambinello, la statuetta del Bambin Gesù, scolpita nel XVI secolo da un devoto francescano sul legno d’ulivo del Getsemani. Benedetta nel 1998 da Papa Giovanni Paolo II, la statua è custodita nella sacra cappella della Chiesa di San Giovanni Battista, dove è venerata con speciale devozione e dal 1798 fulcro del tradizionale Bacio del 6 Gennaio. I primi contatti in questa direzione sono stati una iniziativa di Raffaele Sciarretta.
Un’amicizia, quella tra Cori e Betlemme, certificata anche dalle varie esibizioni degli sbandieratori di Cori in Cisgiordania.
I due attuali sindaci, con l'approvazione di entrambi i consigli comunali, hanno ritenuto i rapporti maturi per poter essere formalizzati e sviluppati anche a livello economico, turistico, culturale, scolastico ed istituzionale.
Per Cori questo gemellaggio si aggiunge a quello con Pefki (Grecia),Oświęcim/Auschwitz (Polonia), Sesto Calende (Italia).
“Ognuno dei gemellaggi della città di Cori ha le sue specificità, ma tutti sono costruiti nell’ottica del dialogo, della reciproca conoscenza e della promozione della pace – spiega il sindaco Mauro De Lillis – e in questo territorio affascinante che soffre la mancanza di pace anche noi vogliamo contribuire a costruire ponti e non erigere muri. Per fare ciò è necessario il coinvolgimento delle popolazioni e progetti che vedano protagonisti gli studenti e le organizzazioni culturali”.
Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero di Febbraio 2019 del Il Corace