Eppure già dal nome “tempo ordinario”, si rischia di pensare a qualcosa di meno interessante, a un tempo troppo comune per essere affascinante. Ci sono i tempi forti di Natale, di Quaresima, di Pasqua, a che cosa serve il tempo ordinario, talmente normale da non presentare nessuna specialità? Questo tempo non è, invece, assolutamente da sottovalutare, non va banalizzato. È un tempo che ci prende per mano e ci insegna a camminare nel tempo; per andare incontro alle cose grandi, partendo dalle cose piccole.
È nella nostra quotidianità che sperimentiamo la straordinarietà; è il ritmo delle nostre giornate, che sembrano sempre uguali ma sono sempre diverse, che ci ha fatto diventare quello che siamo. Sono le piccole cose quotidiane, mai banali, che ci fanno sentire vivi. Le nostre giornate, fatte di pranzi e di cene, di lavoro, di famiglia, di impegni, di svago, di affetto e amicizia; sono le nostre giornate così ordinarie ad essere il centro di tutto quello che viviamo.
Questo tempo ordinario, queste domeniche così normali, possono essere viste come una inutile parentesi tra momenti di grandi emozioni, grandi festeggiamenti, grandi appuntamenti spirituali; oppure possono essere visti come il tempo privilegiato per celebrare l'importanza di essere al mondo, l'importanza di vivere, giorno dopo giorno, una quotidianità ordinaria e allo stesso tempo straordinaria. Il tempo ordinario diventa il tempo privilegiato per incontrare lo straordinario. In queste domeniche ordinarie possiamo apprezzare come il concreto dei nostri gesti, delle nostre parole, dei nostri desideri, si ritrova nella concretezza della vita terrena di Gesù.
In queste domeniche potremo seguire Gesù non tanto attraverso la celebrazione dei suoi grandi misteri: l'incarnazione, la passione e la morte, la resurrezione, ma incontrando il Signore nel suo vivere giornate normali, come quelle ognuno di noi. Nella sua vita terrena, Gesù ha incontrato gli amici e si è imbattuto nei nemici; c’erano quelli che avevano bisogno di lui, come pure gente che di lui aveva paura. Sono esattamente le realtà che viviamo anche noi ogni giorno: in famiglia, sul lavoro, con gli amici, nei nostri momenti di solitudine e di fatica. Ogni aspetto delle nostre giornate diventa l'occasione per scoprire che Dio è davvero in tutte le cose; in ogni cosa, anche nella più pesante, noiosa o banale, possiamo trovare un motivo per ringraziare il Signore. Ringraziarlo perché siamo vivi, perché il Signore ci ha messo davanti il dono di un'altra giornata, qualsiasi cosa questa ci riservi.
Nel Vangelo di domenica scorsa, inizio del tempo ordinario, venivano descritte le nozze di Cana; il miracolo straordinario di Gesù: trasformare l'acqua in vino. Stranamente, per fare questo miracolo straordinario, Gesù parte da un dettaglio molto ordinario: chiede di riempire delle anfore di acqua. In quella casa, a quella festa di nozze, non c'era più vino; gli sposi erano stati distratti, avevano fatto male i conti e rischiavano di fare una pessima figura davanti ai loro ospiti. In quella casa, da troppo tempo, si trascurava l'ordinarietà: ogni giorno in quella casa ci si sarebbe dovuti lavare le mani, attingendo l’acqua da quelle anfore vuote, invece, da troppo tempo. Ogni giorno si sarebbe dovuto vivere quel piccolo rito di purificazione che aveva bisogno dell'acqua. Quelle sei anfore da 120 litri ciascuna erano invece completamente vuote, segno che da tempo quella famiglia non si prendeva cura della propria quotidianità, di quel piccolo e semplice rito di pulizia e di purificazione che andava vissuto, fedelmente, ogni giorno. Per compiere un miracolo straordinario, Gesù riparte da un dettaglio piccolo e ordinario; per sperimentare la grandezza di Dio nelle cose grandi, occorre affidargli anche le cose più quotidiane. 120 litri di acqua non si consumano in un attimo, quelle sei anfore vuote erano il segno di una distrazione e di una trascuratezza che si accumulava da tanto, troppo tempo.
A volte un fallimento, un tracollo, un incidente di grandi dimensioni, trova le sue radici in piccole distrazioni abitudinarie, in trascuratezze quotidiane. Chi vive la sua quotidianità in maniera sbadata, superficiale, potrebbe presto andare incontro a guai più grandi e più seri; viceversa chi vive con attenzione ed entusiasmo le sue giornate ordinarie, sperimenta gioie e consolazioni grandi e inattese, che profumano di miracoloso. Prendiamoci cura, allora, della nostra ordinarietà e le giornate diverranno straordinarie; prendiamoci cura delle piccole cose e vedremo cose grandi.