martedì 25 aprile 2017

IL 25 APRILE

Il 25 Aprile in Italia è la Festa della Liberazione: si ricorda cioè l’anniversario della liberazione dal “Nazifascismo” ed in particolare si ricordano tutti quei partigiani, e non, con armi o senza, che hanno contribuito a liberare il nostro Paese.
Chi erano questi? Erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente ognuno con i propri mezzi per ottenere in patria la democrazia ed il rispetto della libertà individuale e l’uguaglianza (tutti valori che sono costati lacrime e sangue).

Il 25 aprile i partigiani, supportati dagli alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine, dando così il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
Qualche anno dopo dalle idee di libertà e democrazia è nata la Costituzione Italiana. Infatti dal dicembre del ‘47 e poi nel ‘48, la Costituzione della Repubblica Italiana garantisce a tutti gli Italiani pari dignità, uguaglianza, libertà personale, di domicilio, di corrispondenza, di circolazione e soggiorno in tutto il territorio nazionale, libertà di pacifica riunione e associazione di culto, di manifestazione, di pensiero, di stampa, di iniziativa economica occupazionale e molte altre iniziative;

Una costituzione meravigliosa la nostra, pensata, misurata e messa su carta dalla genialità dei padri costituenti, ma che oggi purtroppo è condizionata da fenomeni nazionali e mondiali che colpiscono i cittadini in modo trasversale. Terrorismo, spread bancari, petrolio, programmi energetici, intercettazioni telefoniche, migranti ed altro ancora, non sono altro che armi più sofisticate di quelle usate nella seconda guerra mondiale, armi non convenzionali che però restringono molto i confini di quella grande visione di principi e libertà che i padri costituenti ci hanno tramandato settanta anni fa.
Ma proprio per questi principi di libertà, per non cambiarli, per non alterare la nostra sicurezza, il nostro stile di vita o le nostre abitudini, voglio dire una cosa: è legittimo chiederci oggi se sotto altre modalità e tempistiche deve nascere una altro tipo di resistenza?

Infatti per quanto concerne la “Sicurezza” bisogna dire che l’intensificazione degli atti terroristici, la microcriminalità locale, i furti per strada e negli appartamenti, creano paura e panico e tendono a limitare la nostra libertà di circolazione e il nostro stile di vita.
Creare per esempio una “intelligence locale” magari con l’aiuto delle forze dell’ordine e della polizia locale può essere una importante risposta per la tranquillità e la sicurezza dei nostri concittadini.

Altro punto che porta apprensione tra la gente è il fenomeno dei “Migranti”. Non sono un populista e penso che su questa questione la nuova amministrazione deve agire con il buon senso, senza soffiare sul fuoco. In che modo?
Se arrivano queste persone per prima cosa deve essere individuato un posto sicuro dove possano alloggiare. Seconda cosa vanno gestite in maniera tale da non farle oziare, ma vanno impiegate dall’amministrazione comunale in lavori socialmente utili in modo da renderle più dignitose e facilitandone l’integrazione. Terza cosa, sempre per la sicurezza reciproca, queste persone vanno continuamente monitorate (“intelligence locale”) dall’arrivo, nella loro permanenza ed alla loro partenza.

Ecco questo deve fare una nuova amministrazione oltre che occuparsi di lavoro, delle attività artigianali e commerciali, del turismo e della agricoltura. Per esempio, c’è bisogno di un piano pluriennale per la rivalutazione dei “negozi” commerciali ed artigianali che stanno soffrendo la grande distribuzione; dare lavoro con incentivi economici e sgravi fiscali a queste attività (alleggerire IMU, tasse sui rifiuti, sulle insegna luminose) sarebbe già un buon viatico di discontinuità con il passato; bisogna poi far ripartire una scuola con appositi corsi di mestieri di artigianato per quei ragazzi che non hanno un lavoro ma che non anno neanche l’intenzione di continuare gli studi.

Nel nostro territorio l’agricoltura con i suoi prodotti di nicchia (olio-vino-olive-prodotti e specialità sotto-aceto e sotto-olio, kiwi ed altri prodotti) è quella che ha retto meglio ai morsi della crisi, ma bisogna dire che la rivalutazione di tutte queste attività, comprese quelle turistiche, vanno nella direzione di un mondo che va riprogrammato e il rilancio economico di esse è un fenomeno così vasto e multiforme da richiedere una articolata pianificazione di interventi e priorità.

Come vedete siamo ripartiti da un 25 aprile di oltre settanta anni fa e siamo arrivati ad un oggi dove le problematiche e le dinamiche sociali (sia nazionali che locali) sono cambiate continuamente, ma che hanno sempre avuto nella loro analisi storica un comune denominatore di ricerca di un benessere, di sicurezza, di lavoro, e di libertà.


Scritto da Il Consigliere Comunale Bruno Canale - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

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