martedì 1 dicembre 2020

COLTELLO AFFILATO, LA FRONTIERA E IL DESTINO MANIFESTO

Il grande flusso di sbarchi migratori dal Vecchio Continente al Nuovo Mondo, portò ad un massiccio spostamento dei coloni europei verso ovest, al di là dei Monti Allegani, ovvero oltrepassando ciò che era il confine geografico originario delle prime Tredici Colonie. Le numerose alleanze indiane per respingere questa nuova invasione bianca non servirono a molto. Rimane famoso l'episodio di un capo minore di un'alleanza tra varie tribù, Falco Nero, che fu tradito, nella sua fiera resistenza, da alcuni indiani alleati per qualche dollaro e un pugno di cavalli offerti dall'esercito statunitense. Dopo la sua morte, tanta era la considerazione che i banchi avevano  degli indiani come esseri umani, il governatore dell'Iowa tenne esposto il suo scheletro nel suo ufficio. Nel 1829 Andrew Jackson divenne presidente degli Stati Uniti. Jackson era famoso tra gli indiani per le sue scorribande sulla frontiera, tanto da essere soprannominato Coltello Affilato. Tuttavia Coltello Affilato Jackson, si dimostrò incredibilmente diplomatico durante il suo mandato. Riuscì a promulgare una legge che prevedeva che gli indiani a est del Mississipi fossero trasferiti a ovest, creando di fatto un distretto indiano e una frontiera permanente. Nonostante questa frontiera dovesse garantire la pace tra indiani e bianchi e assicurare un territorio ai nativi, una nuova ondata di coloni forma dei territori oltre la frontiera. Il governo statunitense decide quindi di spostare questo confine sul 95° meridiano, costituendo una “frontiera indiana permanente” costellata di forti militari che avrebbero dovuto garantire l'ordine. Gli indiani a est della frontiera però erano ancora moltissimi. La tribù, o per meglio dire, il popolo più numeroso era quello dei Cherokee. Questa grande nazione indiana contava ancora molte migliaia di persone, che avevano resistito a guerre, malattie e persecuzioni come quelle di Coltello Affilato Jackson. Si decise perciò di “spostarli” gradualmente oltre la frontiera. Tuttavia con la scoperta dell'oro nel loro territorio, il governo decise di affrettare i tempi dello sgombero, e affidò il compito al generale Scott, il quale rinchiuse i Cherokee i grandi campi di concentramento e attuò la loro deportazione durante l'inverno. Fu ovviamente un “cammino delle lacrime” come ancora oggi viene ricordato dai nativi. Molte migliaia morirono per il freddo, la fame e lo sfinimento. Insieme ai Cherokee molte altre tribù arrivarono nel territorio degli Indiani delle Pianure come profughi dall'est. A metà degli anni quaranta dell'800, i pacifici e democratici Stati Uniti ingaggiarono guerra con il Messico. Alla fine del conflitto, nel 1847, gli Stati Uniti avevano annesso ai loro possedimenti tutta la fascia di territori che dal Texas arriva in California., territori a ovest della frontiera indiana. E quando nel 1848 fu scoperto l'oro in California, i bianchi dall'est invasero le piste di Santa Fè e dell'Oregon, riversandosi a migliaia sulle coste del Pacifico. Per giustificare una tale violazione delle leggi sulla frontiera, il governo di Washington inventò la teoria del Destino Manifesto, per cui gli europei erano destinati a governare su tutta l'America e sugli indiani essendo la razza dominante. I soli a respingere tale teoria, per ovvie ragioni, erano i bianchi della Nuova Inghilterra, dato che avevano già cacciato tutti i nativi dai loro territori. L'oro fu scoperto anche in Colorado, e migliaia di coloni bianchi e avventurieri si riversarono nelle pianure centrali, in pieno territorio indiano, istituendo nuovi stati. Quella che doveva essere la “frontiera indiana permanente” di fatto non esisteva più, e i veri americani erano costretti a racimolare da vivere in piccoli territori tra una moltitudine di avidi e bianchi guerrafondai. Agli albori della Guerra Civile americana, erano sopravvissuti circa 300 mila indiani, un terzo dall'arrivo dei primi coloni bianchi nella Nuova Inghilterra. Tre secoli dopo il 1492, molte tribù erano scomparse e altre si stavano estinguendo. Le foreste verdeggianti della costa est ammirate da Colombo (“...coperta di alberi molto verdi... nel complesso così verde che è un piacere guardarla”) erano state abbattute e ora vi regnavano campi di cotone coltivati da schiavi e deserti di sabbia abbandonati. Ai nativi sembrava che questi bianchi odiassero tutto ciò che era verde e l'intera natura. L'eredità indiana ormai viveva solo nei toponimi legati a quella grande terra un tempo verde e pacifica.

Scritto da Matteo D'Achille - Pubblicato sul numero 8 del 2020 del "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento