giovedì 13 luglio 2017

Felicità, pura chimera o traguardo accessibile?

Cominciamo col dire che riguardo alla ricerca e al conseguente raggiungimento della “felicità” nessun uomo o creatura umana può ritenersi indifferente.
Siamo difatti creati per la felicità, essa è inscritta nel nostro DNA come dato fisiologico, costitutivo della nostra stessa natura. Non ci può essere uomo che non tenda con tutte le sue facoltà o potenze spirituali a raggiungere la meta che lo rende felice e appaga tutte le sue brame.

La nostra fede ci offre anche qualche spiraglio. Siamo plasmati dal Creatore come esseri votati alla felicità senza limiti, il paradiso oceano di pace e godimento
supremo che mai verrà meno e sarà in eterno la felicità insuperabile per le nostre anime, ma già in questa “valle di lacrime” ci vengono donati larghi spazi per la felicità interiore pregustazione di quello che sarà la visione eterna di Dio nel luogo riservato a coloro che assetati di felicità l’hanno saputa cercare da Colui che solo un giorno ce la potrà donare con immensa larghezza. Puntare alla felicità cercandola con tutte le forze non è illusorio ma soddisfazione di una sete che sgorga dal profondo del nostro essere e che quando viene saziata ci rende veramente appagati.

L’uomo è l’unica creatura intelligente del cosmo in grado di trovare piste guidate dalla ragione che ci portano a raggiungere traguardi impensati: ciò lo rende felice.
Allora guardiamo in alto, fratelli. Da dove ci potrà venire l’aiuto? Il nostro aiuto viene dal Signore: che fa fatto il cielo e la terra.

Felici vacanze!

Scritto da Ottaviano Maurizio - Pubblicato sul numero 6 del 2017 nel "Il Corace"

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