giovedì 9 aprile 2020

ATTERRITI MA NON VINTI

Giorni tristi attraversati dalla paura e dall’angoscia quelli che stiamo vivendo in questo periodo a causa del coronavirus, che ci costringe ad interrompere o modificare alcuni stili di vita semplicemente normali per ogni uomo e donna. L’uomo è per la relazione con l’altro, si definisce, si completa, si forma e si auto-comprende con l’interazione e l’interfacciarsi con altre persone e proprio questo invece ci viene chiesto di interrompere, per un maggior bene e per scrivere la tanto sospirata e attesa parola “fine” a tutto questo male. Se da un lato viene dato per vero il velame di tristezza e la giustificata paura a causa di tutto ciò, da un altro punto di vista occorre riconoscere un ulteriore e consolante dato di fatto: il coronavirus ci ha permesso di riscoprire la nostra bellezza, quella bellezza originaria che fu il sogno dell’Altissimo nel Paradiso terrestre, quando insieme ai progenitori Adamo ed Eva non avevamo da temere male alcuno ma in perfetta armonia di intenti e volontà, si viveva cor unum et animam unam.

Questa impronta originaria iscritta in noi emerge in modo preponderante in questo tempo di prova e assai complesso. Ci sentiamo davvero come i nostri progenitori nel Paradiso terreste in compagnia di Dio Padre quando, costretti in casa, abbiamo ritrovato la bellezza della famiglia, l’importanza dei piccoli gesti che oggi possiamo legittimamente chiamare grandi gesti, a cui non avevamo dato forse il giusto valore: lo stare in famiglia, la carezza e l’abbraccio dei nostri bambini, il vedere i cartoni animati insieme a loro, il giocare con loro. I papà che aiutano le mamme nel preparare la cena o riassettare casa (e si in molte famiglie si sono compiuti anche questi miracoli), le donne che hanno riscoperto il gioco della pasta fatta in casa, l’impasto appiccicoso della pizza o del pane tra le mani e i bimbi che, stupiti, vedono poca farina e poca acqua gonfiarsi magicamente divenendo una grande palla che si trasformerà in pane o buona pizza da mangiare, magari in un sabato sera che da caotico e frettoloso, in giro nelle varie pizzerie o pub quale era, si è trasformato, ora, in sereno e tranquillo pigiama family davanti ad un bel film o programma TV.

Le notizie purtroppo negative ci hanno fatto riscoprire umani: ci prendiamo a cuore le varie situazioni muovendoci con una disponibilità, mai sperimentata fin ora, nei confronti di chi ci sta vicino, abbiamo ritrovato la gioia antica di parlare da balcone a balcone con i nostri vicini di casa! Ci siamo scoperti amanti della nostra bella Italia, apprezzandone il buon cuore, che l’ha ha sempre distinta. Come non pensare ai volontari che si sono presi e si prendono cura degli ammalati, dei medici e infermieri che donando la loro vita hanno fatto del loro mestiere una vocazione divina possiamo dire, e noi orgogliosi che dai nostri balconi abbiamo abbracciato in un abbraccio figurato, ampio e caloroso tutto questo bene gratuito che ci girava intorno cantando a squarciagola dei nostri balconi il tanto onorato e antico Inno di Mameli, non potendo in altri modi mostrare gratitudine per chi stava faticando con lo scopo di farci ritornare alla normalità!

E intanto liturgicamente la lunga Quaresima volge al termine portandoci verso la Pasqua, la festa della vittoria della vita sulla morte: quanta morte abbiamo visto! Ma quante risurrezioni anche, la gioia di chi ha debellato questo male ne è la prova! E Cristo stesso, che nonostante le celebrazioni tristi, prive di popolo, degne di quella frase biblica che recita “tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti”, anche quest’anno il Signore Gesù cerca e troverà spazio dentro il cuore dei suoi fedeli il giorno di Pasqua.

Molti sacerdoti si stanno rivelando davvero “Pastori dall’odore delle pecore” come ci ricorda il Santo Padre Papa Francesco, con ogni mezzo si adoperano per non lasciare il popolo in balia della negatività, entrando nelle case di tutti attraverso mezzi telematici e di comunicazione sociale, preti anche anziani che per amore della gente loro affidata ha imparato ad utilizzae facebook o youtube e altro, sempre per amore del popolo. Ecco i problemi sono più grandi di noi, l’ansia e la paura a volte ci ha atterriti, infatti la parola paura viene dal latino pavere che significa percuotere, atterrire e la paura fa davvero questo. Ma il bene che è circolato tra noi fa superare ogni paura! E di questo bene ognuno di noi ne è testimone. Non dimentichiamo gli insegnamenti di questi giorni, lo dico a me stesso, lo dico a ciascuno: non dimentichiamo ma facciamo fruttificare gli insegnamenti positivi che questa sfida ci ha messo davanti (sfida che non è una punizione divina, perché dire questo significa di fatto non riconoscere che Dio ha dato la sua vita per noi come stanno facendo medici, infermieri e altri in questi giorni, dunque equivarrebbe a bestemmiare!) ricordiamoci come ci sta cambiando in meglio tutta questa tristissima storia, ricordiamoci della Fede in Cristo che abbiamo riscoperto anche grazie a questi giorni e lasciamo ai nostri figli un insegnamento positivo di un male che ci ha abbattuti si…ma non ci ha vinti!

Scritto da Giovanni Grossi

Pubblicato sul numero 3 del 2020 del "Il Corace"

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