sabato 1 luglio 2017

RAGIONANDO SU CORI, ASTENSIONI E VOTO NAZIONALE

Con il consiglio comunale di venerdi 30 giugno (seguito dal Corace in diretta streaming),  l’attività amministrativa a guida Mauro De Lillis è ufficialmente partita. Su questa scadenza elettorale abbiamo già detto tutto in varie occasioni. È bene riassumere in due parole: la vittoria del candidato della lista di centrosinistra “Cori e Giulianello  insieme” è stata schiacciante con il 79% dei voti. In senso inverso schiacciante la sconfitta della lista di destra “L’altra città” guidata da Angelo Sorcecchi. Se non si accetta questo punto di partenza come dato inconfutabile diventa complicato ogni discussione che voglia avere un minimo di credibilità. Se invece lo si accetta, allora il confronto politico si apre sul dato politico altrettanto inconfutabile e che sarebbe una grave iattura, soprattutto per la sinistra ma anche per l'opposizione sottovalutare. L' astensionismo a Cori, cittadina storicamente radicata nella politica e con antiche radici si sinistra é notevole. Il dato del 37% di astensione è molto alto, soprattutto se si aggiungono le schede bianche e nulle. E dire che:"è un problema nazionale quello dell'astensione", è certamente vero, ma non giustifica il fatto che non se ne debba tener conto nella realtà locale. Cosa ci sta in quel grande serbatoio del non voto e Delle bianche e nulle? Ci sta una buona parte di quelli che sarebbero stati voti ai "Cinque Stelle" , ci sta la disaffezione alla politica che risente anche del clima nazionale, ci sta un malessere per come negli ultimi anni il paese è stato amministrato: si è avvertito uno stato di abbandono e di incuria, diciamo pure di degrado. E ci sta chi, votare quella lista di centro sinistra, così palesemente targata PD, proprio non gli andava. Per quanto riguarda la destra, era una lista troppo identitaria perché potesse attirare l' elettorato moderato e di centro. Anche perché una parte dell'elettorato di centro da tempo è confluito nel PD Renziano, e poi da perché dal centro,quello testato fedele alla sua vocazione, si è ritenuto di non mobilitare uomini ed energie intorno ad un progetto che è apparso poco chiaro e fumoso nella forma e nella sostanza. Papale papale: la destra non ha presentato una proposta di governo. Una proposta cedibile e fattibile. Una campagna giocata tutta sulla critica alla precedente amministrazione.Con qualche invettiva di troppo e fuori luogo. Lacune che sono emerse anche nel faccia a faccia tra i due candidati in Piazza Sant'Oliva. Ora l' attenzione si sposta sull'attività degli Assessori, ma è soprattutto il Sindaco Mauro De Lillis che dovrà dare prova di autonomia amministrativa e di indipendenza verso il PD di Latina, e soprattutto verso i soliti noti capicorrente, che sicuramente punteranno a condizionare le scelte del primo cittadino. Lo sfondo di questo inizio di consolidatura non può prescindere dal contesto politico nazionale: De Lillis e gran parte del PD locale sono tutti renziani. Il clima di oggi non è lo stesso di quello della vittoria Delle primarie dove i sostenitori del segretario dem risultavano in piazza in compagnia del segretario provinciale Salvatore La Penna e del senatore Claudio Moscardelli. Anche domenica sera erano in prima fila nelle tribune a godersi il Carosello Storico sorridenti, ignari su quanto sarebbe accaduto poche ore dopo. Domenica sera il PD  a livello nazionale ha preso una batosta storica, con sconfitte in città importanti come Genova e simboliche come Sesto San Giovanni. Da sempre di sinistra. Roba che la Waterloo di Napoleone si può ascrivere ad una giornata andata un po' maluccio. Un caporetto per Renzi destinata ad agitare molto le acque del partito, ma soprattutto a spostare i rapporti di forza all'interno della geografia del Nazzareno. Impossibile che un disastro del genere non abbia ripercussioni anche nelle amministrative locali. Non nella gestione della cosa pubblica, ma dietro le quinte della scena politica. Già De Lillis non può contare sul sostegno dell'ex sindaco Tommaso Conti, che di fatto da tempo è in area Pisapia, ma se anche Orlando e Cuperlo (in piazza SS. Apostoli a Roma ad ascoltare Pisapia, Bersani e la Boldrini) faranno le loro scelte, è evidente che il PD di Cori ne risentirà. Gli orlandiani locali saranno chiamati ad adeguarsi, se il loro leader dovesse alzare l'asticella dello scontro. Ecco perché il giovane Primo Cittadino (38 anno compiuti lo stesso giorno della vittoria, auguri!) farà bene a "contare solo sulle proprie forze e a lottare con tenacia" come suggeriva il Grande Timoniere, il presidente Mao.
Articolo di Emilio Magliano pubblicato nell'edizione n. 6 del mese di Giugno.

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