L’Amministrazione comunale
di Cori sta portando avanti un programma di recupero che riguarda i
Centri Storici di Cori e Giulianello con la redazione di un
importante strumento quale il Piano Particolareggiato e del Colore.
Il Piano si trova ormai in uno stato avanzato di analisi e progetto e
nei prossimi mesi verrà presentato in un incontro pubblico alla
presenza di tecnici e amministratori in modo da evidenziarne la
metodologia e raccogliere nuovi input. Redigere un piano di recupero
del Centro Storico presuppone un atteggiamento d’amore per la
“città storica” e il riconoscimento di alcuni abitati come
testimonianza storica permette di passare da un’idea di
salvaguardia dai soli contenuti artistici a un’estensione in difesa
dei documenti della storia, intesi appunto come beni culturali.
Questo significa superare l’idea attuata per episodi ed inquadrare
il problema in termini più generali di contesto, rivolgendosi non al
singolo capolavoro, ma al documento ed al contesto stratificato.
Pensare alla conservazione di un Centro Storico significa (e per una
amministrazione diventa fondamentale), trasmettere alle generazioni
future concetti e valori di un proprio patrimonio culturale. Non a
caso, infatti, la Dichiarazione di Amsterdam del 1975 definisce il
patrimonio architettonico dell’Europa “insostituibile per
l’arricchimento della vita di tutti i popoli, nel presente e nel
futuro” e si riconosce in esso la capacità di rappresentare un
ambiente fondamentale per l’equilibrio e lo sviluppo culturale
dell’uomo, costituendo un elemento essenziale della memoria
dell’uomo attuale, che, qualora non fosse trasmesso alle
generazioni future nella sua ricchezza e nella sua diversità,
priverebbe l’umanità della coscienza del suo futuro.
Già nel 1967
la Commissione parlamentare di indagine sulla condizione dei beni
culturali in Italia (Commissione Franceschini presieduta dall’On.
Francesco Franceschini e non Dario attuale Ministro dei Beni
Culturali) dichiarava di voler riconoscere al patrimonio storico,
archeologico, artistico e paesistico un preminente valore di civiltà,
assoluto, universale, tale da caratterizzarlo come patrimonio
dell’umanità di cui ogni possessore singolo, ogni Paese, ogni
generazione debbono considerarsi soltanto depositari, e quindi
responsabili di fronte alla società, a tutto il mondo civile e alle
generazioni future come elemento della sua educazione civica e come
dovere umano.
Prima che si sviluppasse un’attenzione forte su
questo tema, i Centri Storici erano stati oggetto di saccheggi e
ricostruzioni prive di qualsiasi attenzione; dalla totale
disattenzione si è passati poi alla quasi mummificazione È
necessario, invece, favorire quelle trasformazioni che conservino la
memoria del passato, ma nello stesso tempo consentano anche lo
sviluppo delle attività proprie del nostro modo di vivere e di
essere.
La condizione indispensabile perché i centri storici vengano
conservati e vivano è quella di favorire l’uso e la fruizione più
ampia degli spazi. Senza la presenza costante di persone che in quei
luoghi risiedano, in assenza di attività, questi patrimoni non
potranno essere trasferiti nel tempo. Non va inoltre dimenticato che
il patrimonio architettonico costituisce un capitale, oltre che
spirituale e culturale, anche economico e sociale di valore
insostituibile.
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