giovedì 9 febbraio 2017

CENTRI STORICI: PATRIMONIO DELL’UMANITÀ

L’Amministrazione comunale di Cori sta portando avanti un programma di recupero che riguarda i Centri Storici di Cori e Giulianello con la redazione di un importante strumento quale il Piano Particolareggiato e del Colore.

Il Piano si trova ormai in uno stato avanzato di analisi e progetto e nei prossimi mesi verrà presentato in un incontro pubblico alla presenza di tecnici e amministratori in modo da evidenziarne la metodologia e raccogliere nuovi input. Redigere un piano di recupero del Centro Storico presuppone un atteggiamento d’amore per la “città storica” e il riconoscimento di alcuni abitati come testimonianza storica permette di passare da un’idea di salvaguardia dai soli contenuti artistici a un’estensione in difesa dei documenti della storia, intesi appunto come beni culturali.
Questo significa superare l’idea attuata per episodi ed inquadrare il problema in termini più generali di contesto, rivolgendosi non al singolo capolavoro, ma al documento ed al contesto stratificato.

Pensare alla conservazione di un Centro Storico significa (e per una amministrazione diventa fondamentale), trasmettere alle generazioni future concetti e valori di un proprio patrimonio culturale. Non a caso, infatti, la Dichiarazione di Amsterdam del 1975 definisce il patrimonio architettonico dell’Europa “insostituibile per l’arricchimento della vita di tutti i popoli, nel presente e nel futuro” e si riconosce in esso la capacità di rappresentare un ambiente fondamentale per l’equilibrio e lo sviluppo culturale dell’uomo, costituendo un elemento essenziale della memoria dell’uomo attuale, che, qualora non fosse trasmesso alle generazioni future nella sua ricchezza e nella sua diversità, priverebbe l’umanità della coscienza del suo futuro.
Già nel 1967 la Commissione parlamentare di indagine sulla condizione dei beni culturali in Italia (Commissione Franceschini presieduta dall’On. Francesco Franceschini e non Dario attuale Ministro dei Beni Culturali) dichiarava di voler riconoscere al patrimonio storico, archeologico, artistico e paesistico un preminente valore di civiltà, assoluto, universale, tale da caratterizzarlo come patrimonio dell’umanità di cui ogni possessore singolo, ogni Paese, ogni generazione debbono considerarsi soltanto depositari, e quindi responsabili di fronte alla società, a tutto il mondo civile e alle generazioni future come elemento della sua educazione civica e come dovere umano.

Prima che si sviluppasse un’attenzione forte su questo tema, i Centri Storici erano stati oggetto di saccheggi e ricostruzioni prive di qualsiasi attenzione; dalla totale disattenzione si è passati poi alla quasi mummificazione È necessario, invece, favorire quelle trasformazioni che conservino la memoria del passato, ma nello stesso tempo consentano anche lo sviluppo delle attività proprie del nostro modo di vivere e di essere.
La condizione indispensabile perché i centri storici vengano conservati e vivano è quella di favorire l’uso e la fruizione più ampia degli spazi. Senza la presenza costante di persone che in quei luoghi risiedano, in assenza di attività, questi patrimoni non potranno essere trasferiti nel tempo. Non va inoltre dimenticato che il patrimonio architettonico costituisce un capitale, oltre che spirituale e culturale, anche economico e sociale di valore insostituibile.

Scritto da Giorgio Chiominto - Pubblicato sul numero 2 del 2017 nel "Il Corace"

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