venerdì 24 marzo 2017

LA CELIACHIA

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine.

Il glutine è il fattore scatenante della malattia celiaca. È la componente proteica che si trova nel frumento (quello che comunemente è chiamato “grano”) ed in altri cereali, ad esempio farro, orzo, segale, avena, kamut (grano egiziano), spelta, triticale, bulgur (grano cotto), malto, greunkern (grano greco) e seitan (alimento ricavato dal glutine).

Eliminare il glutine dalla propria dieta permette al celiaco di condurre una vita serena ed in salute. La dieta priva di glutine è infatti l’unica terapia possibile. È questa l’unica cura della celiachia.
La celiachia è una patologia autoimmune ed è anche chiamata morbo celiaco, enteropatia immuno-mediata, sprue celiaca o enteropatia glutine-sensibile.
Enteropatia” significa malattia dell’intestino. È infatti l’intestino del celiaco che non riesce ad assimilare il glutine, che quindi viene considerato un agente tossico.

Il glutine in realtà non è presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all’aggiunta di acqua e alla formazione dell’impasto.

Nel celiaco ingerire glutine attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando quindi l’intestino. Le pareti dell’intestino (ossia la mucosa) sono formate da miliardi di villi, piccole strutture sottili e allungate che formano tra di loro delle anse. Questa particolare conformazione permette l’assorbimento delle sostanze nutritive.
Nei celiaci la reazione della mucosa intestinale appiattisce queste anse e causa quindi malassorbimento. Si dice infatti che i villi si “atrofizzano”, ossia la mucosa si appiattisce e non fa più il suo lavoro di assimilazione dei nutrienti (ferro e altri minerali, vitamine, zuccheri, proteine, grassi).

La celiachia non è causata esclusivamente dal glutine, ossia dal fattore ambientale, ma anche da alcuni fattori genetici. La celiachia è infatti una delle malattie genetiche più frequenti. In particolare il complesso HLADQ2 e HLA-DQ8 è fortemente associato alla malattia celiaca.
Questo non significa che chi possiede questi geni è necessariamente celiaco, ma semplicemente ha la predisposizione a sviluppare la celiachia. La celiachia si manifesta spesso nell’infanzia dopo lo svezzamento, con il passaggio dal latte materno all’alimentazione contenente glutine.
Qualora non fosse diagnosticata, sono possibili disturbi della crescita e dello sviluppo. I bambini celiaci sono spesso di corporatura esile e possono apparire denutriti. La celiachia può tuttavia comparire ad ogni età, oggi infatti viene diagnosticata soprattutto tra gli adulti.

Se si sospetta una celiachia, il primo test da effettuare sono gli esami del sangue. Se in questi esami vengono evidenziati gli anticorpi specifici, nella maggior parte de casi si procede con una biopsia dell’intestino tenue (prelievo del tessuto) per la conferma definitiva.
Nel caso di sintomi indicanti la celiachia, come prima cosa verrà fatto un esame del sangue per ricercare specifici anticorpi, chiamati antitransglutaminasi (anti tTG) di classe IgA. Si tratta di un esame del sangue estremamente affidabile che viene eseguito di routine.
In caso di esito sierologico positivo, si procede con una biopsia dell’intestino tenue per mezzo della quale vengono prelevati frammenti del tessuto e analizzati istologicamente. Se gli esami sierologici sono positivi e si verificherà la presenza di alterazioni della mucosa, con tutta probabilità si vedrà l’appiattimento dei villi duodenali originariamente piegati in modo molto compatto (atrofia dei villi) e un aumento dei linfociti intraepiteliali (parte dei globuli bianchi che è coinvolta principalmente nell’attività immunitaria dell’intestino) e sarà possibile confermare la diagnosi di celiachia.
E la biopsia intestinale mostra le tipiche variazioni della mucosa, lo specialista gastroenterologo ti spiegherà la necessità di adottare una dieta priva di glutine, rigorosa ed a vita.

Un’alimentazione priva di glutine infatti porta spesso a un rapido miglioramento. Non appena si rinuncia agli alimenti contenenti glutine, la mucosa intestinale inizia a rigenerarsi. Fortunatamente un celiaco non deve assumere alcun tipo di farmaco, la cura in pratica consiste nell’osservare una dieta senza glutine rigorosa a vita.

Scritto da Emanuele Nobili - Pubblicato nel numero 3 del 2017 nel "Il Corace"

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