L’APPELLO DI 600 DOCENTI AL GOVERNO
Oggi 4 febbraio è uscita la
notizia su tutte le maggiori testate, della lettera che oltre 600
docenti universitari, accademici della Crusca, linguisti, storici,
filosofi, sociologi ed economisti hanno inviato al governo e al
parlamento per chiedere “interventi urgenti” per rimediare a
quello che ritengono essere il collasso progressivo della scuola e della lingua italiana.
“È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso
scolastico troppi ragazzi scrivono male, leggono poco e faticano a
esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le
carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi,
lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare”.
Tre
studenti universitari su
quattro non sanno scrivere in italiano corretto, risultando di fatto
semianalfabeti. Una tragedia nazionale, che altro modo di definirla
non c’è, non percepita né dall’opinione pubblica, né dalla
stampa, figuriamoci dalla classe politica!
“È francamente
avvilente trovarsi di fronte ragazzi che vogliono intraprendere la
professione di giornalista o
insegnante e presentano povertà di vocabolario, scrivono come se
stessero redigendo un sms, non conoscono né usano la grammatica. Non
sanno cosa siano congiunzioni e avverbi e li buttano lì a caso in
frasi sempre più orfane di logica espressiva. Ignorano, si
arrangiano con i tempi dei verbi e gli aggettivi, per non parlare
della punteggiatura, con virgole e punti messi a casaccio. Faticano a
formalizzare un concetto al tempo stesso compiuto e coerente, con la
conseguenza di una limitata capacità ad esprimersi”.
Questo gli
universitari, provate a immaginare gli altri giovani che
all’Università non vanno! UN AIUTO DAI POLITICI?
Intanto mi chiedo
come potrebbe mai intervenire un governo su una situazione così
estesa e radicata, individuata a partire dalle elementari fino
all’ultimo anno delle superiori, a cui nessuno si oppone o
protesta, tutt’altro… Una scuola che non obbliga ad uno studio
rigoroso, ad alunni e famiglie piace così com’è, sfornare cioè
semianalfabeti con titolo di studio. È pur vero che le lingue per
loro natura sono sempre in costante evoluzione-devoluzione, basti
pensare al passaggio dal latino al “volgare”, che poi è diventato nel corso dei
secoli la nostra amata lingua.
Ma qui, badate bene, stiamo parlando
di universitari, cioè coloro che saranno la classe dirigente del
futuro! Medici, avvocati, insegnanti ecc. Non si può tollerare nel
modo più assoluto che uno studente universitario scriva e si esprima
come un bambino!
Naturalmente tutta la responsabilità non può
essere addossata agli alunni, anzi… Metodi di insegnamento
obsoleti, lezioni noiose, tecnologia usata poco e male, buonismo e
promozioni facili, tutto questo favorisce il disamore e il
disinteresse per la lingua italiana e la scuola in generale. Ma la
cosa paradossale è che questa lettera è stata indirizzata proprio
ai politici! Cioè coloro che hanno tutto l’interesse che il popolo
rimanga ignorante, così da manovrarlo e manipolarlo al meglio!
Avete
sentito il ministro Poletti il mese scorso? È bene che i cosiddetti
cervelli si tengano a distanza. Meglio che se ne vadano dall’Italia,
sono pericolosi, con la loro intelligenza possono intralciare i loro
loschi piani: collusioni col malaffare, traffici illeciti, debito pubblico spaventoso,
giustizia lumaca, aiuti alle banche, stipendi, vitalizi e pensioni
d’oro, illegalità diffusa, corruzione, inefficienza dello Stato,
referendum fregatura, disoccupazione record dei giovani, migranti
allo sbaraglio, opere incompiute, colpevoli spesso impuniti, pubblica
amministrazione da incubo, fannulloni e assenteisti, sprechi
giganteschi, miseria, degrado, sporcizia, inquinamento, e via
dicendo…
C’è da aver paura di questa gente qui! Basta guardare
il livello culturale dei nostri politici, spesso messi alla prova da
Striscia la notizia e le Iene, per rendersi conto a che livello siano
arrivati. Se se ne vuole una prova si ascolti il linguaggio povero,
misero del ceto politico di qualunque schieramento esso sia.
Si è
passati dal “politichese”, la lingua del nulla degli anni 80/90
dei vari Craxi, Forlani e compagnia bella (ricordate?), triso di
parole ricercatissime, a esattamente l’opposto, ma sempre
incomprensibile.
Sentite ad esempio il discorso di questo consigliere
comunale del Municipio III di Roma, ripreso mentre sta parlando di sicurezza:
“Considerando sette tavoli pochi perché siamo quindici municipi,
di cui uno principale sede delle istituzioni e gli altri due a due.
Ma scusate… dov’è la difficoltà? Ma voi pensate che forse il
ladro, il delinquente, chi fa la movida e tanti altri… oppure chi a
un certo punto… i zingari. Pensate che ogni municipio possa gestire
i suoi? Ma secondo voi i ladri stanno solo nel quarto? Sono tutti del
quarto? I ladri si muovono da una parte all’altra, ragazzi miei”.
Il video è subito diventato virale sul web, scatenando una miriade
di polemiche. L’ “oratore” poi si è giustificato dicendo che
non sapeva di essere ripreso! Sì perché altrimenti? Forse non
avrebbe aperto bocca… per la vergogna! Questo è solo l’ultimo
dei tanti interventi ripresi nelle aule comunali. Se vi volete
divertire un po’, fatevi un giretto su internet. Ce ne sono a
decine! E voi, cervelloni della Crusca, volete che proprio i politici
facciano qualcosa? Ma fatemi il piacere…
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