sabato 4 febbraio 2017

ALL’UNIVERSITÀ TRE STUDENTI SU QUATTRO SONO SEMIANALFABETI!

L’APPELLO DI 600 DOCENTI AL GOVERNO 


Oggi 4 febbraio è uscita la notizia su tutte le maggiori testate, della lettera che oltre 600 docenti universitari, accademici della Crusca, linguisti, storici, filosofi, sociologi ed economisti hanno inviato al governo e al parlamento per chiedere “interventi urgenti” per rimediare a quello che ritengono essere il collasso progressivo della scuola e della lingua italiana.

È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare”.

Tre studenti universitari su quattro non sanno scrivere in italiano corretto, risultando di fatto semianalfabeti. Una tragedia nazionale, che altro modo di definirla non c’è, non percepita né dall’opinione pubblica, né dalla stampa, figuriamoci dalla classe politica!

È francamente avvilente trovarsi di fronte ragazzi che vogliono intraprendere la professione di giornalista o insegnante e presentano povertà di vocabolario, scrivono come se stessero redigendo un sms, non conoscono né usano la grammatica. Non sanno cosa siano congiunzioni e avverbi e li buttano lì a caso in frasi sempre più orfane di logica espressiva. Ignorano, si arrangiano con i tempi dei verbi e gli aggettivi, per non parlare della punteggiatura, con virgole e punti messi a casaccio. Faticano a formalizzare un concetto al tempo stesso compiuto e coerente, con la conseguenza di una limitata capacità ad esprimersi”.

Questo gli universitari, provate a immaginare gli altri giovani che all’Università non vanno! UN AIUTO DAI POLITICI?
Intanto mi chiedo come potrebbe mai intervenire un governo su una situazione così estesa e radicata, individuata a partire dalle elementari fino all’ultimo anno delle superiori, a cui nessuno si oppone o protesta, tutt’altro… Una scuola che non obbliga ad uno studio rigoroso, ad alunni e famiglie piace così com’è, sfornare cioè semianalfabeti con titolo di studio. È pur vero che le lingue per loro natura sono sempre in costante evoluzione-devoluzione, basti pensare al passaggio dal latino al “volgare”, che poi è diventato nel corso dei secoli la nostra amata lingua.
Ma qui, badate bene, stiamo parlando di universitari, cioè coloro che saranno la classe dirigente del futuro! Medici, avvocati, insegnanti ecc. Non si può tollerare nel modo più assoluto che uno studente universitario scriva e si esprima come un bambino!

Naturalmente tutta la responsabilità non può essere addossata agli alunni, anzi… Metodi di insegnamento obsoleti, lezioni noiose, tecnologia usata poco e male, buonismo e promozioni facili, tutto questo favorisce il disamore e il disinteresse per la lingua italiana e la scuola in generale. Ma la cosa paradossale è che questa lettera è stata indirizzata proprio ai politici! Cioè coloro che hanno tutto l’interesse che il popolo rimanga ignorante, così da manovrarlo e manipolarlo al meglio!
Avete sentito il ministro Poletti il mese scorso? È bene che i cosiddetti cervelli si tengano a distanza. Meglio che se ne vadano dall’Italia, sono pericolosi, con la loro intelligenza possono intralciare i loro loschi piani: collusioni col malaffare, traffici illeciti, debito pubblico spaventoso, giustizia lumaca, aiuti alle banche, stipendi, vitalizi e pensioni d’oro, illegalità diffusa, corruzione, inefficienza dello Stato, referendum fregatura, disoccupazione record dei giovani, migranti allo sbaraglio, opere incompiute, colpevoli spesso impuniti, pubblica amministrazione da incubo, fannulloni e assenteisti, sprechi giganteschi, miseria, degrado, sporcizia, inquinamento, e via dicendo…

C’è da aver paura di questa gente qui! Basta guardare il livello culturale dei nostri politici, spesso messi alla prova da Striscia la notizia e le Iene, per rendersi conto a che livello siano arrivati. Se se ne vuole una prova si ascolti il linguaggio povero, misero del ceto politico di qualunque schieramento esso sia.
Si è passati dal “politichese”, la lingua del nulla degli anni 80/90 dei vari Craxi, Forlani e compagnia bella (ricordate?), triso di parole ricercatissime, a esattamente l’opposto, ma sempre incomprensibile.

Sentite ad esempio il discorso di questo consigliere comunale del Municipio III di Roma, ripreso mentre sta parlando di sicurezza: “Considerando sette tavoli pochi perché siamo quindici municipi, di cui uno principale sede delle istituzioni e gli altri due a due. Ma scusate… dov’è la difficoltà? Ma voi pensate che forse il ladro, il delinquente, chi fa la movida e tanti altri… oppure chi a un certo punto… i zingari. Pensate che ogni municipio possa gestire i suoi? Ma secondo voi i ladri stanno solo nel quarto? Sono tutti del quarto? I ladri si muovono da una parte all’altra, ragazzi miei”.
Il video è subito diventato virale sul web, scatenando una miriade di polemiche. L’ “oratore” poi si è giustificato dicendo che non sapeva di essere ripreso! Sì perché altrimenti? Forse non avrebbe aperto bocca… per la vergogna! Questo è solo l’ultimo dei tanti interventi ripresi nelle aule comunali. Se vi volete divertire un po’, fatevi un giretto su internet. Ce ne sono a decine! E voi, cervelloni della Crusca, volete che proprio i politici facciano qualcosa? Ma fatemi il piacere…

Scritto da Pino Varone - Pubblicato nel numero 2 del 2017 nel "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento