lunedì 5 febbraio 2018

ELEZIONI: A CORI IN PISTA TOMMASO CONTI PER LA CAMERA E RENZO DOLCI PER LE REGIONALI

Scriviamo mentre la bolgia per le candidature è alle sue ultime battute in un clima che, con tutta la buona volontà, è da “comiche finali”. Peccato che i fuochi artificiali, che da tutte le parti politiche stanno illuminando in un finale pirotecnico il grigio cielo elettorale, sono tutt’altro che divertenti per un elettorato già da tempo disaffezionato ai Partiti e che in questa corsa al seggio vede confermato le ragioni del proprio distacco. Quando leggerete questa nota i giochi saranno fatti e la campagna elettorale in pieno svolgimento, ma un vincitore, riconosciuto già ci stà, ed è il partito dell’astensione.
Una campagna elettorale che a dire di tutti gli opinionisti, ma proprio tutti, per scarsità di contenuti, per scorrettezza di confronto, e per le modalità con le quali le liste sono state compilate, si presenta di una mediocrità assoluta e c’è da chiedersi, appellandosi semplicemente al buonsenso, con quale coraggio i leader, o presunti tali, dei partiti lanciano appelli contro l’astensionismo se poi danno prova quotidiana di quanto la politica, nelle sue pratiche, ancora una volta abbia dimostrato di essere distante e scollata dai problemi reali della Nazione. Una pioggia, anzi un’ alluvione di promesse, è piovuta sulla testa dei cittadini che ormai non credono più a nulla; anche perché la dimensione delle promesse è talmente inverosimile. I sondaggi disegnano un futuro incerto, con maggioranze improbabili, se non impossibili, e sembra che, mettendo le cose in fila, alla fine si andrà, in assenza di maggioranze, a quello che viene definito “un governo del presidente”. Espressione costituzionalmente opaca perché tutti i governi sono del Capo dello Stato, ma in questo caso si intende un governo di emergenza, accettato da un’ampia maggioranza, di durata media per poi andare a nuove elezioni possibilmente con una legge elettorale degna di questo nome. A questa ipotesi stanno lavorando dietro le quinte Renzi e Berlusconi che punterebbero al prosieguo dell’esecutivo Gentiloni, con accorgimenti di ministeri e mettendo nel conto una probabile ma non sicura opposizione delle ali estreme del centro destra (Fratelli d’Italia e Lega) e della sinistra (Liberi e Uguali). Ipotesi questa che anche D’Alema, nel suo noto realismo politico, al limite del cinismo, ha preso in considerazione. Sempre che il centro destra, tenuto insieme da una alleanza solida come la gelatina della Simmenthal, non faccia cappotto e riesca a superate quel 40% che dovrebbe farlo governare.
Condizionale d’obbligo perché con una coalizione divisa su tutto vincere è un discorso, governare è cosa ben diversa. Soprattutto con una destra neofascista ed una Lega lepeniana e populista che agita lo spettro della paura e ritorna a parlare di razza bianca, sovranismo, etc.. In zona PD si va verso la débâcle con un PD incollato ad un 24% forse 25, cioè stessa percentuale raggiunta con la segreteria Bersani, ed una coalizione che si ferma al 27%. L’ultima direzione, quella di venerdì notte, si è conclusa all’alba con la rottura con la minoranza interna.

Regionali: nel Lazio una destra litigiosa ha puntato su Parisi che dopo aver perso a Milano contro Sala, si accinge a perdere nella nostra Regione contro Zingaretti, che si avvale dell’appoggio anche di “Liberi e Uguali” e della lista “Centro Solidale per Zingaretti”. Una candidatura strana quella di Parisi, che sembra fatta apposta per bruciarlo definitivamente, considerato anche che Pirozzi, che resta candidato, può drenare voti dagli scontenti. Abbiamo provato, in modo sintetico, ad esporvi il quadro dello situazione. Ma ora preoccupiamoci di Cori.
Qui abbiamo due candidature importanti: L’ex sindaco Tommaso Conti, da tempo uscito dal PD ed in quota “Liberi e Uguali” è ufficialmente candidato alla Camera dei Deputati: in campo mette la sua esperienza, e una indiscussa stima di cui gode nella comunità. L’uomo ha carattere, carisma e soprattutto tanta passione che di questi tempi è merce rara. Una candidatura che non farà piacere certo al PD locale, in questi mesi completamente assente dal territorio, con iniziative politiche pari allo zero ed un gruppo dirigente più o meno anonimo.
Altro candidato di punta Renzo Dolci, democristiano doc con appartenenza mai rinnegata, che scende in campo con “Centro Solidale per Zingaretti”. Le alchimie della politica portano anche a convergenze non previste. E in questo caso la convergenza tra Tommaso Conti e Renzo Dolci di fatto c’è tutta perché “Liberi e Uguali” nel Lazio sostiene, con accordo con il PD, il Governatore uscente. E la lista di Dolci converge anch’essa su Zingaretti.

Ma questa candidatura riapre anche un campo: quello del centro non renziano corese, che alcuni fuoriusciti dall’orbita dichiaravano morto e sepolto: fuoriusciti che ora si godono il meritato oblio dalla scena politica e che avevano espresso un giudizio affrettato, forse incauto. Quell’area politica semplicemente alle ultime elezioni ha deciso di non schierarsi, ma di certo non ha deciso di assentarsi sul piano politico dando anche prova, nel sostegno a qualche candidatura ritenuta valida, di un consistente bacino elettorale. Due candidature delle quali sarà difficile non tenerne conto. Tommaso Conti e Renzo Dolci sono due protagonisti della comunità corese: persone che incontri ogni giorno, che vivono sul territorio, con le quali parli, comunichi, discuti e polemizzi se necessario. Ma stanno qui. Candidati Doc. Un cittadino corese cosa preferisce: un candidato paracadutato, catapultato da Latina che viene qui ogni tanto per fare passerella o uno conosciuto che sta “écchi”? Ecco perché questi due nomi potrebbero spaventare. Perché Conti e Dolci non hanno neanche bisogno di fare appelli: loro stanno a Cori. Gli altri no. E vi sembra poco?

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 1 del 2018 nel "Il Corace"

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