Nel mese passato, ho
avuto l’onore di discutere presso la città di Trikala in Grecia
nell’ambito del progetto DenCupid, il lavoro di tesi che ho
sviluppato in collaborazione con la facoltà di Architettura di Roma
dell’Università “La Sapienza” nell’ambito del Master di
II°livello in ACT “Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici
minori – Azioni Integrate, Cultura e Territorio”, riguardante un
progetto di sviluppo turistico e valorizzazione del territorio lepino
attraverso dei percorsi tematici, generati dalle potenzialità che
offre il territorio locale, coinvolgendo alcuni paesi dei monti
Lepini tra cui Cori. Lo studio nasce dalla necessità di contrastare
le problematiche che stanno riguardando ormai da anni i centri
storici minori italiani ed il loro territorio, ovvero lo spopolamento
di essi, causato da diversi fattori: come il lavoro e lo studio
(incentrato verso le grandi città metropolitane), eventi naturali
catastrofici come terremoti, difficoltà di collegamento e di
posizionamento geografico, degrado del paesaggio, turismo minore e
poca visibilità….
I territori comunali presi in considerazione nel
progetto sono stati Cori e la frazione Giulianello, Rocca Massima,
Sermoneta, Bassiano e Norma (per ragioni di tempistiche), ma il
progetto può essere naturalmente esteso anche agli altri comuni
lepini presenti che qui non vengono citati.
Il lavoro è stato
suddiviso in due parti: una di analisi e una progettuale. Nella fase
analitica sono stati presi in considerazione diversi fattori: indice
di accessibilità al territorio (analisi delle infrastrutture per
raggiungerlo dalle grandi città o capoluoghi kilometraggio, tempi di
percorrenza sia con servizi privati che pubblici, costi dei mezzi
pubblici…), collegamento interno tra i centri storici interessati e
qualità delle infrastrutture esistenti, analisi demografica
attraverso dati (instat) reali e numeri riguardanti l’affluenza
turistica, mappatura delle potenzialità dal punto di vista
monumentale, culturale, storico, naturale, paesaggistico, agricolo ed
enogastronimico…
I risultati di queste indagini sul turismo,
evincono come il giardino di Ninfa sia un faro catalizzatore per il
territorio, con i suoi circa 50.000 visitatori annui aperto solo in
determinate giornate/weekend, un sito trainante con numeri pazzeschi,
limitato al luogo e alla vicina Sermoneta. La strategia di progetto,
è stata quella di tracciare sul territorio, una rete di collegamenti
divisa per tematismi sfruttandone le varie potenzialità che esso ci
offre, come ad esempio: le bellezze naturali, monumentali,
enogastronomiche, e potenziarne i percorsi esistenti, progettarne di
nuovi, implementandoli dove non ce ne sono, collegati alla ferrovia
Roma-Napoli, l’infrastruttura più importante per raggiungere la
nostra area. Viene progettato un percorso Tematico Storico, con
l’obiettivo di unire e far scoprire attraverso un percorso dedicato
i centri storici, ricchi di storia e di monumenti, con eventuali
collegamenti tra di essi attraverso servizi di Navetta, o di car
sharing con stazioni di ricarica presenti in ogni borgo; percorsi
tematici naturalistici, con obiettivi di promuovere e far conoscere
le bellezze naturalistiche e paesaggistiche, attraverso una rete di
connessione tra le più importanti attrazioni presenti nell’area
dal lago di Giulianello, passando per Ninfa ed il parco Pantanello
fino a giungere all’area di Monticchio, tutti monumenti naturali;
infine un percorso dedicato al tema dell’enogastronomia, con
l’obiettivo di portare il turista alla scoperta dei prodotti tipici
locali, dalla fase di produzione agricola e di allevamento, alle
tecniche innovative utilizzate fino alla degustazione, individuando
nella rete location adeguate ad accogliere tali eventi, sempre con
l’implementazione di servizi di spostamento sopra citati.
L’obiettivo finale (del masterplan) è racchiudere il tutto
attraverso la creazione di un parco vero e proprio, che possa da una
parte tutelare in modo definitivo tutto quello presente al suo
interno e che possa diventare un modus operandi da esportare in tutto
il mondo, un po’ come è avvenuto in altre realtà italiane, come
ad esempio la Val d’Orcia.
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