mercoledì 8 novembre 2017

IMPRESSIONI DI PARIGI

Nell’ottobre del 1974 Georges Perec si recò per tre giorni consecutivi presso la piazza di Saint-Sulpice ad osservare tutto ciò che gli accadeva intorno. Annotò spostamenti di persone, azioni quotidiane, ogni autobus che passava, le innumerevoli variazioni del tempo, della luce, delle foglie che cadevano; come i rumori.
Ne nacque un libro dal titolo “Tentativo di esaurimento di un luogo parigino”. Come una macchina da presa, lo scrittore si era prestato all’osservazione attenta di un luogo della città. Questo metodo di osservazione, credo resti tutt'oggi, un ottimo metodo per vedere e vivere la città francese. Con i suoi colori multiformi che cambiano di stagione in stagione come un quadro di Utrillo, Parigi ha conservato quel seme di tensione artistica, simile a uno slancio interiore, che l’ha governata per secoli.
Nonostante le piaghe inferte dal terrorismo, questa città ha saputo rialzarsi e salvaguardare la la sua aurea di città romantica, città d’arte. Difatti, sebbene le strade e le metropolitane, come i centri di cultura siano attentissimi ai controlli, questo neo di radicalismo religioso pare non aver contrastato il pullulare di turisti, la serenità dei francesi; ci sono mostre ovunque in questo fine anno. Manifestazioni che radunano migliaia di giovani in piazza, concerti come quello di De Gregori tenutosi sabato 21 ottobre o quello della Mannoia a fine novembre presso il Bataclan.

Parigi è l’esempio di una città che continua ad essere il centro d’Europa, una città coraggiosa che continua ad unire persone di cultura e religioni diverse, quasi cosciente del fatto che la paura è soltanto una barriera inutile.

Scritto da Fabio Appetito - Pubblicato sul numero 8 del 2017 nel "Il Corace"

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