sabato 7 dicembre 2019
sabato 23 novembre 2019
lunedì 4 marzo 2019
CACCIA: LEGGI E BALISTICA VENATORIA
In tale “Allegato A” si legge: “… omissis … Le nomine dei componenti delle Commissioni per l’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria, ai sensi del comma 13 dell’art. 40 della L.R. n. 17/1995, sono da ritenersi a titolo onorifico, pertanto non sono previsti oneri a carico del Bilancio regionale … omissis …”.
Dato che non si parla di “opera di volontariato”, perché un Professionista dovrebbe lavorare gratis? Lauree, specializzazioni e competenze sono costate sacrifici ed è giusto, pertanto, che chi esercita relative Professioni debba essere remunerato!
Nel trattare la questione relativa alla “morte da shock”, già accennata in un precedente articolo, appare doveroso considerare brevemente i casi in cui un animale cacciabile, colpito con almeno 4-5 pallini, non arresti la sua corsa, ovvero, se fermo, non rimanga sul posto o giù di lì.
Le motivazioni di tale “atteggiamento” possono essere diverse: i pallini potrebbero essere di dimensioni troppo piccole in rapporto all’animale insediato, potrebbero avere scarsa penetrazione, ovvero non riuscire a procurare ferite invalidanti. Un simile fenomeno è riscontrabile quando, ad esempio, dopo avere sparato ad un volatile, si osserva una c.d. “nuvola” di piume ed il volatile continua a volare … Di contro, può accadere che il volatile cada inesorabilmente a terra a causa della rottura di un’ala provocata da un unico pallino.
“L’animale non è rimasto sulla fucilata perché il piombo gli è arrivato freddo …”: in merito a tale affermazione non si conoscono trattati di non si conoscono trattati di Balistica terminale che, analizzando il fenomeno dei pallini che colpiscono un animale, riportano casi di visibili bruciature intorno all’area in cui è penetrato il pallino. Quindi la domanda: chi afferma tale rapporto causa (piombo che giunge freddo sull’animale) - effetto (animale che non riporta ferite invalidanti), su quali principi balistici si basa? Ovviamente, quanto detto non riguarda colpi sparati a bruciapelo, in cui non si può neanche parlare della “rosata di pallini”.
FINO A QUI TUTTO BENE
Siamo al conflitto tra il buono e il bello, quello che i greci indicavano nel καλὸς καὶ ἀγαθός (Kalos kai agatos), o meglio nella crasi di kalokagathìa (in greco antico: καλοκαγαθία), il bello e buono, inteso, con riferimento all’uomo, come valoroso in guerra e in possesso di tutte le virtù, il modello di perfezione fisica e morale dell’essere umano.
Oggi, invece, ciò che risulta bello non è necessariamente buono. Per attrarre sempre più l’attenzione dell’utente medio, e mediamente distratto, si tendono a postare foto di cibi stravaganti, il che indurrebbe i fornai a fare croissant con ingredienti sempre più colorati o calorici, inseguendo un arcobaleno di possibilità.
Non troviamo nulla di male nella sperimentazione, anche la più azzardata. In fondo, è soltanto di poche settimane fa la notizia della clonazione di due primati, tra gli esseri viventi più prossimi al genoma umano. La questione è “che cosa induce a sperimentare?”. La fantasia, la curiosità, la ricerca di un gusto migliore oppure l’inseguimento ad ogni costo di un maggior numero di likes? Quale sarà il cliente più soddisfatto? Colui che mangerà o colui che posterà?
Questa è una delle strade in cui si espleta la tendenza al foodporn, una vera e propria pornografia del cibo, che dimentica il senso dell’erotismo.
"Non c'è niente di sbagliato nell'innovare il mondo della viennoiserie", afferma Preston. Fa riferimento ai croissant al cioccolato e al lampone fatti dal pasticcere Francois Brunet alla Epicerie Boulud come esempio di un tocco creativo su un croissant che mantiene intatta un tocco creativo su un croissant che mantiene intatta l'integrità della pasticceria classica. Ma, dice, "C'è una linea sottile tra una pasticceria ingannevole e una pasticceria innovativa". Questa è la distrazione, questa è società liquida di Bauman.
A conclusioni analoghe è arrivata la riflessione dello scrittore scozzese Andrew O’ Hagan il quale, in un recente articolo su Rivista Studio, sostiene che “Gli scrittori prosperano nella privacy, non su Twitter, e lo stesso vale per i lettori. Dare via le proprie frasi senza pensarci, e per giunta gratis, danneggia la scrittura come professione, l’idea di pagare qualcuno perché è bravo a scrivere, e uccide la concentrazione. Oggi siamo tutti intrattenitori, i politici sono teatrali in ogni loro mossa, ma anche gli scrittori a malapena passabili hanno molto da perdere in questo campionato mondiale di stupidità”.
E ancora Ballard, autore del profetico libro “Regno a venire”, sosteneva che il ruolo dello scrittore sarebbe venuto meno nella società, visto che una grande quantità di finzione era già disponibile nella realtà stessa. Il mercato della fiction non è più corale o collettivo, ma individuale: costruiamo la nostra storia a colpi di foto e status. La storia perfetta, il cornetto per la colazione perfetta.
E gli uomini come le donne stanno correndo il rischio di diventare come quei croissant. Se non siamo abbastanza buoni e bravi da poter essere incastrati su instagram insieme al nostro partner, da essere presenti non solo davanti ai suoi occhi ma, ogni tanto, anche davanti agli occhi degli altri, allora saremo sostituiti.
Con la prossima brioche.
QUARANTA GIORNI AL MATTINO DI PASQUA
Questo speciale tempo liturgico anticamente non era così lungo e soprattutto per quanto riguarda la chiesa di Roma non si comprende molto bene la sua origine; si può dire che si è andato formando progressivamente. La storia precedente la collega a una prassi penitenziale preparatoria alla Pasqua che ha cominciato ad affermarsi fin dalla metà del II secolo. Finoal IV secolo, l’unica settimana di digiuno e di penitenza era quella cheprecedeva la Pasqua. A metà del IV secolo sono state aggiunte altre tre settimane per comprendere poi complessivamente quattro settimane. L’uso di iscrivere i peccatori alla penitenza pubblica quaranta giorni prima di Pasqua determinò la formazione di una “quadragesima” (quaresima) che cadeva nella sesta domenica prima di Pasqua.
La Quaresima però non è compiere una serie di atti religiosi ma vuole essere, come fin dall’antichità, una modalità per revisionarsi di fronte a Dio (con la preghiera personale dunque) cercando di scrollarsi di dosso tutte le pesantezze e le strutture che ci fanno ripiegare su noi stessi e che ci chiudono all’altro e a Dio. La Riscoperta o la scoperta dell’essenziale (Cristo e la sua Volontà da compiere) si attua in Quaresima. Da questo punto di vista diviene un periodo che apre al mistero, alla conoscenza di sé, al discernimento tra ciò che ci fa bene e ciò che ci appesantisce; le cose che ci appesantiscono e ci inquietano nel linguaggio di fede si chiamano peccati. Il sacramento della riconciliazione (la confessione dei peccati) diviene il frutto di tutto questo periodo lungo e ben vissuto che ci permetterà di assaporare fin da subito il “mattino di Pasqua”.
MA LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI?
Facciamo un passo indietro e vediamo cosa successe e perché era stato indagato. Il 16 agosto del 2018 la nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana ha soccorso a largo di Malta nelle acque internazionali circa 190 persone, in quanto la barca era in difficoltà e stava iniziando ad imbarcare acqua. Il 20 agosto dopo varie contestazioni tra Italia e Malta per scegliere il porto di sbarco della nave, la Diciotti attracca al porto di Catania, dove il comandande riceve l'ordine di non far scendere i migranti dalla nave. Questi ultimi, infatti, hanno avuto il permesso discendere dalla nave solo il 26 agosto. Questa decisione è stata presa dal Ministero dell'Interno, pertanto la procura di Agrigento, dopo un'attenta indagine, ha iscritto il Ministro Matteo Salvini nel registro degli indagati, con l'accusa di sequestro di persona aggravato. All'interno della nave Diciotti vi erano disperati che sono stati salvati in mare, non si trattava di uno scafista o di trafficanti, erano praticamente già in Italia, perché vorrei ricordare al caro Salvini che le navi militari italiane sono esse stesse territorio italiano, e lui ha deciso volontariamente di bloccare e sequestrare circa 190 persone bisognose di aiuto a bordo della Diciotti. Subito dopo quanto successe, il Ministro Salvini pieno di spavalderia disse che avrebbe rinunciato alla sua immunità parlamentare, perché non aveva paura di essere processato in quanto convinto delle proprie idee. Ma a me sembra che abbia cambiato idea. Oppure la spavalderia del momento è stata sostituita dalla paura perché ha capito che il rischio che il reato fosse stato compiuto era alto?
Abbiamo appurato che i grillini si stanno sabotando da soli e che ormai stanno decisamente perdendo la loro credibilità, erano nati come i paladini della giustizia ma si stanno rilevando dei pecoroni che si mettono a difendere un leghista da un semplicissimo processo. Come dice un vecchio detto: tutti i nodi vengono al pettine. Ed è così che anche il Movimento Cinque Stelle si sta facendo vedere per quello che è realmente, il potere ha dato alla testa anche a loro e cercano tutti i modi per restare al Governo e mantenersi il posto sulla "famosa" poltrona.
IL SERVILISMO FA CURRICULUM
Poi una scena che mi turba non poco azzera il quadretto idilliaco. Al Sindaco si avvicina un codazzo che nell’andargli incontro si ingobbisce sempre più, fino ad una prossemica che mima la genuflessione.Tutto questo ha come spettatori me ed un vegliardo poco propenso alla sottomissione (forse solo con la moglie) e che deve averne viste tante di cose del genere. Per lui forse mutava il sembiante dei tipi, l’epoca, ma il movimento verso il “potente” da parte di cittadini proni per opportunismo, era il medesimo. Lo guardo. Non parla. Sorride amaramente. Ci capiamo. Continuiamo a guardare curiosi e ad un certo punto il “gruppetto” emette suoni tipici del branco sottomesso al “lupo alfa”, pacche sulle spalle, “passa a trovarmi”, “poi parliamo di quella cosa”...nulla di proibito ovviamente ma la riflessione che mi sovviene va oltre la scena osservata e mi porta ad un tema sempiterno che riguarda tutti noi.
Il servilismo innato nella natura umana. Gli antichi Greci disprezzavano gli schiavi perché avevano preferito servire anziché morire. Il feudalesimo, un regime da non rimpiangere e che ricorda la nostra epoca, era fondato su un patto personale che implicava l’asservimento a tutti i livelli gerarchici. Ma quella fedeltà era regolata da un codice che impegnava tanto il signore che il vassallo. Oggi invece il servilismo è “nomade”: si offre di volta in volta a seconda delle convenienze del momento Impera il tutti contro tutti. Affermarsi a spese degli altri, costi quel che costi. Dignità? Questa sconosciuta. Rispetto delle regole? Me ne frego!!
Vorrei tanto vedere un Sindaco camminare per un paese immaginario senza i “servi sciocchi” al seguito. Una canea amorfa in attesa di un osso da spolpare. Dammi che ti dó. Meglio sarebbe un fai che ti dai. Alla domanda “cosa sai fare?” si risponde.. “servo da dio”, “so blandire come pochi”, “amor proprio non ne ho”. Laurea in servilismo. 110 senza lode.
CORI E BETLEMME VERSO IL GEMELLAGGIO, L’ACCORDO SARÀ SIGLATO A GIULIANELLO
Della delegazione corese facevano parte gli assessori Ennio Afilani e Chiara Cochi; le consigliere comunali Sabrina Pistilli e Annamaria Tebaldi; il parroco della Parrocchia San Giovanni Battista, don Khuder Saadi; la Dirigente vicaria dell'Istituto Comprensivo Statale “Cesare Chiominto”, Fiorella Marchetti; il Presidente dell'Associazione culturale “Il Giulianese”, Raffaele Sciarretta. Hanno fatto da cornice alla visita istituzionale le esibizioni degli Storici Sbandieratori delle Contrade di Cori e del cantante Roberto Bernardi.
L’idea del gemellaggio tra Cori e Betlemme si fonda sul legame storico-religioso che unisce la comunità di Giulianello alla Terra Santa, e in particolare alla Casa della Natività, e trova la sua massima espressione nel Bambinello, la statuetta del Bambin Gesù, scolpita nel XVI secolo da un devoto francescano sul legno d’ulivo del Getsemani. Benedetta nel 1998 da Papa Giovanni Paolo II, la statua è custodita nella sacra cappella della Chiesa di San Giovanni Battista, dove è venerata con speciale devozione e dal 1798 fulcro del tradizionale Bacio del 6 Gennaio. I primi contatti in questa direzione sono stati una iniziativa di Raffaele Sciarretta.
Un’amicizia, quella tra Cori e Betlemme, certificata anche dalle varie esibizioni degli sbandieratori di Cori in Cisgiordania.
Per Cori questo gemellaggio si aggiunge a quello con Pefki (Grecia),Oświęcim/Auschwitz (Polonia), Sesto Calende (Italia).
“Ognuno dei gemellaggi della città di Cori ha le sue specificità, ma tutti sono costruiti nell’ottica del dialogo, della reciproca conoscenza e della promozione della pace – spiega il sindaco Mauro De Lillis – e in questo territorio affascinante che soffre la mancanza di pace anche noi vogliamo contribuire a costruire ponti e non erigere muri. Per fare ciò è necessario il coinvolgimento delle popolazioni e progetti che vedano protagonisti gli studenti e le organizzazioni culturali”.
PIAZZA SIGNINA: INCONTRO PUBBLICO TRA AMMINISTRAZIONE,PROGETTISTI E CITTADINI
“La partecipazione dei cittadini – ha detto il sindaco Mauro De Lillis – al dibattito, anche culturale, che si aperto in paese con questo concorso di idee ci rende soddisfatti degli sforzi compiuti e ci spinge a proseguire su questa strada”.
Perché un Concorso di Idee su Piazza Signina? Nell’assetto urbano della nostra città Piazza Signina assume una posizione strategica per il centrostorico di Cori Monte, ricopre un ruolo funzionale importante per la concentrazione di funzioni, servizi, commercio i quali perimetrano buona parte delle “piazze” ma allo stesso tempo in questa porzione di città non è stata costituita una configurazione spaziale che abbia un funzionamento proprio. Nel corso dell’incontro sono state esposte innanzitutto le tre idee vincitrici e, a seguire, tutte le altre.
L’architetto Luca Zecchin, primo classificato, ha presentato un progetto che tende ad alleggerire gli elementi caratterizzanti la conformazione dell’attuale piazza; nello specifico, l’idea è quella di valorizzare l’intero invaso come spazio pubblico unitario, come una “piazza-parco” continua, il che vorrebbe dire passare da una netta separazione delle parti a un’unica figura pavimentata e fruibile. Molto apprezzati anche i progetti del team Atelier Acciarito (secondo classificato) – composto dagli architetti Emanuel e Alessio Acciarito, Fernando e Riccardo Bernardi – che ha proposto un’idea di “piazza-giardino” basata su alcuni importanti principi, come la multifunzionalità e l’accessibilità, e quello (terzo classificato) degli architetti sezzesi Giampaolo Carlesimo e Lia Maenza.
È stato possibile visionare gli elaborati grafici di tutte le proposte di progetto all’interno di palazzetto Luciani.
L'IMPLOSIONE DEI CINQUE STELLE E IL RAPPORTO CON LA DEMOCRAZIA REALE
Ma non è del voto del Molise che intendiamo scrivere: è evidente che lì la destra ha stravinto trainata dal partito di Salvini, abilissimo nel tenere insieme Berlusconi e la Meloni, alla quale ha concesso il nuovo governatore della Regione, e nel contempo nel rinsaldare, anche se solo formalmente l'alleanza di governo con i Cinque Stelle. Quello su cui intendiamo ragionare è la seconda lettura della rivoluzione in casa grillina o ex grillina. Intendiamo per seconda lettura l'approfondimento delle motivazioni vere della crisi dei pentastellati e della loro perdita graduale di identità. La nostra opinione è che dentro questa perdita ci stanno anche le ragioni della palese subalternità alla Lega e lo smarrimento conseguente del suo elettorato.
In due parole: per farsi propaganda politica. Una decisione impegnativa perché un "sì" alla richiesta avrebbe potuto anche provocare la caduta del Governo. Bene, la linea scelta da Di Maio è stata quella, inedita nella storia delle Repubblica, di affidarsi alla piattaforma Rousseau, cioè al voto dei militanti: un referendum (con un sì che era no e viceversa) su una vicenda delicatissima che sarebbe spettata alla competenza della Politica. Una decisione che sarebbe piaciuta a Ponzio Pilato che, un paio di migliaia di anni fa ebbe la stessa strepitosa idea rivolgendo al popolo la fatidica domanda: volete libero Cristo o Barabba? È finita come tutti sappiamo. Lungi da noi qualunque opinione e paragone, i lettori se ne saranno fatta una loro, ma è evidente che l'esito del voto, di per sé preceduto già da una valanga di polemiche non solo esterne ma anche e soprattutto interne al Movimento, ha fatto esplodere, con il suo esito, un movimento spaccato quasi metà, (ben 40% per l'autorizzazione a procedere) la domanda irrisolta e non più rinviabile del rapporto tra Cinque Stelle e Democrazia: per davvero una forza di Governo, con le sue legittime ambizioni, pensa di bypassare la corretta rappresentanza democratica, uscendo fuori dalle pratiche che la nostra Costituzione prevede? E si pensa per davvero dif arlo ricorrendo costantemente al ricorso referendario su di una piattaforma, diciamolo pure, ambigua ed approssimativa (che anche nel corso delle votazioni ha mostrato tutti suoi limiti?).
Una roba del genere non sta né in cielo né in terra: al massimo in quel purgatorio dove le "anime belle" dei "Cinque Stelle" rischiano di restarci a lungo se non mettono mano in modo concreto, e non solo a parole, alla rivoluzione annunciata che deve servire a raggiungere tre obiettivi: ritrovare una identità ponendo fine al vassallaggio verso la Lega; decidere se essere veramente forza di governo e muoversi dentro i binari delle democrazie europee, ritornando ad essere una forza di popolo, anche antagonista all'attuale "ordine europeo" ma facendo da argine alle derive populiste reazionarie ed eversive, impregnate di razzismo e xenofobia, e non alleandosi con esse, ominimizzare il loro pericolo; riconoscere non semplicemente il dissenso interno, ma la ragion d'essere della dialettica e del pluralismo come punto forte della crescita del Partito. Insomma, devono scegliere cosa vogliono fare da grandi. Altrimenti corrono il rischio serio di non arrivarci neanche alla maggiore età.
LA MINORANZA RISPONDE AL SINDACO
Poi descrivere la parentesi dell’Amministrazione Bianchi come il male del mondo mi sembra esagerato. Anche perché dopo 50 anni è stata l’unica Amministrazione che ha rimesso mano al tessuto Urbanistico di questo Comune cercando in quel poco di tempo, un mandato scarso (4 anni), di ridare una parvenza di Città a questo nostro Comune. Cito alcuni esempi per non ripetermi, è stato riqualificato il percorso del centro-storico, è stato adottato il PRG dopo più di 30 anni ed infine oggi attualissima con la riorganizzazione urbana di Piazza Signina con l’ormai famosa “Piazza Verde” che quasi tutti i progetti presentati nel Concorso di Idee, hanno preso come spunto, dimostrando che “l’idea” era ed è ancora valida. Poi parla di atrocità amministrative portando ad esempio la vendita del “Parcheggio di Piazza Romana”, sventolando la bandiera della “mancanza di parcheggi” nel centro storico, dimenticando di dire però che l’Amministrazione Bianchi ha venduto un “parcheggio” e che lui nell’Amministrazione Conti ha permesso che si trasformasse in unità abitative. Con regolare permesso oppure no?
Ma come, Sindaco, sei stato Assessore al Bilancio per due mandati nella giunta Conti e non ti sei accorto che prima di questa “consiliatura” c’eri tu ad amministrare il Comune di Cori? E di chi sarebbero le colpe di queste sviste amministrative? Oppure le colpe sono solo dei Sindaci e non dei “compagni” di giunta? Ma come può un “personaggio di spicco” poi successore alla carica di Sindaco scaricare sulle spalle a questo punto pensiamo noi di Tommaso Conti tutte le responsabilità di quello che è stato fatto in 10 anni di Amministrazione di cui “lui” è stato corresponsabile? Ed a proposito di responsabilità ci aspettiamo oggi dal Sindaco un chiarimento sulla “disastrosa situazione finanziaria” del Comune di Cori, visto che per la prima volta nella storia di questo Comune credo, nel mese di Gennaio non sono stati pagati gli stipendi ai dipendenti comunali. Oppure anche qui le responsabilità sono degli altri, magari del neo Assessore al Bilancio, dopo che il neo Sindaco per 10 anni ha ricoperto quella carica? Chi amministra caro Sindaco deve avere il coraggio di prendersi tutte le responsabilità politiche del caso, il tecnico non agisce da solo, ma su indirizzi politici e programmatici che la Giunta o la maggioranza gli indica di seguire, altrimenti le macchine burocratiche non avrebbero bisogno della Politica e potrebbero benissimo camminare da sole. Quindi gli errori e le irregolarità degli atti hanno tutti una responsabilità di matrice politica, perché un buon amministratore deve controllare tutto quello che esce dalla propria amministrazione, se non lo fa allora è inadeguato a ricoprire quel ruolo.
SINDACO DA CHE PARTE SI STA?
Dall’Ufficio Tecnico pare non esserci ancora chiarezza sul da farsi relativamente al provvedimento di demolizione che dovrebbe essere adottato nei confronti dell’EUROSPIN. Tutto nasce dal Permesso a Costruire n.24/2016 riguardante “demolizione di fabbricati esistenti e ricostruzione di un fabbricato per attività commerciale”. Riportiamo quanto scritto nel numero di ottobre 2016: «...Innanzitutto appare singolare che il Permesso risulta essere stato richiesto dal soggetto proprietario dei fabbricati da demolire e rilasciata ad altro soggetto, pare senza alcuna richiesta di quest’ultimo per il quale non si evince neanche a quale titolo interviene. Risulta essere stata rilasciata anche una “Autorizzazione amministrativa per l’apertura di una media struttura di vendita” (la n.1102/2016) all’EUROSPIN. Quindi sono intervenuti soggetti diversi. Altro aspetto da approfondire sono le date di presentazione per il rilascio del Permesso e dell’Autorizzazione, entrambe rilasciate il 1° luglio 2016. L’intervento di demolizione e ricostruzione sembra ricadere in zona D1 del PRG (Attività Produttive). In tali aree, secondo l’art.21 delle NTA pare siano consentite tra l’altro attività commerciali sino a 1000 mq. coperti.
Nel Permesso a Costruire si parla di superficie commerciale coperta pari a mq.1560. Perché? Da verificare anche se c’è il parere della Regione Lazio ex art.13 Legge 64/74, l’effettiva superficie destinata alla vendita, l’esistenza o meno delle aree destinate al parcheggio, il rispetto della distanza della costruzione dalla strada (a proposito la declassificazione del tratto stradale ove insiste l’opera è regolare?), e poi la correttezza del calcolo degli oneri di urbanizzazione. Un’altra operazione da fare è quella diaccertare se gli immobili oggetto di demolizione risultano legittimamente realizzati. È stato rispettato l’art.11 delle NTA? E’ stato approvato il Piano Particolareggiato per detta opera? L’eventuale non approvazione potrebbe comportare la responsabilità diretta degli amministratori. La compensazione degli oneri di urbanizzazione compreso l’impegno (da parte dichi?) di migliorare il tratto di strada che va da Via Annunziata fino all’incrocio di Via Stoza, è tutto nella norma? Il miglioramento di detto tratto di strada (concordato al fine di estinguere il diritto enfiteutico che grava sul terreno sul quale si sta costruendo) la cui superficie risulta pari a mq.4770, è stato quantificato in 25 euro quando normalmente per simili opere se ne spendono circa 10, qual è il motivo di questo più che raddoppio dei costi? Non sarebbe opportuno procedere ad una opportuna che raddoppio dei costi? Non sarebbe opportuno procedere ad una opportuna verifica? Inoltre chiediamo perché c’è un asterisco sulle tavole del PRG relativamente agli immobili oggetto di demolizione? Che significa?...».
Su quanto da noi scritto riguardo gli eventuali abusi edilizi e sulla vicenda dell’EUROSPIN in particolare, l’ex Comandante della Polizia Municipale Dott. Cartelli aprì una procedura di natura giudiziaria sentendo Renzo Dolci per “Il Corace” e i dipendenti comunali Ing. Luca Cerbara e Arch.Vincenza Ballerini. Di questa vicenda al momento non se ne sa nulla. Nel frattempo è intervenuto il NIPAF di Latina riscontrando, a quanto ci risulta, ipotesi di reato di abuso d’ufficio, lottizzazione abusiva e abusivismo edilizio per illegittimità del Permesso a Costruire. Nel mese di ottobre scorso il Responsabile dell’Ufficio Urbanistica dell’epoca (poi dimessosi) sembra abbia avviato il procedimento di revoca del Permesso Illegittimo e di acquisizione dell’area al patrimonio Comunale, comunicando il tutto alla Procura, alla Vigilanza della Regione Lazio e al Sindaco. A distanza di mesi non è accaduto nulla. Chiediamo al Sindaco, che ha anche la delega all’Edilizia Privata, quali sono i motivi di questo immobilismo. Si ha paura di intervenire e rischiare eventuale risarcimento danni in caso di richiesta della proprietà? Se così fosse sembrerebbe tanto un alibi di fronte ad una manifesta “illegittimità”. Si spera forse che intervengano altri a togliere le castagne dal fuoco e non ci si rende conto che sarebbe opportuno, secondo noi costituirsi parte civile all’eventuale processo? Da che parte si sta? Da quella dei cittadini in regola o da quella degli abusivi? Cosa penserà la Procura della Repubblica di fronte ad una eventuale omissione? E questo non riguarda solo il caso EUROSPIN.
Ci preme fare una ulteriore domanda al Sindaco di carattere generale. Se un dipendente comunale dovesse risultare indagato in materia di abusivismo edilizio, forse perché risulta aver contravvenuto ai doveri istituzionali cui è stato preposto, Il Comune è parte lesa o no? Dovrà costituirsi parte civile in un eventuale processo? Potrà in questo caso offrire assistenza legale al dipendente indagato?
A proposito di abusivismo edilizio, che fine ha fatto la nota n.141/2016 a firma dell'Ing Luca Cerbara con la quale venivano evidenziate irregolarità relativamente a Permessi e/o Autorizzazioni a Costruire? Pare si riferisse ai Permessi a Costruire nn.30/2015, 31/2015, 33/2015, 37/2015 e altro (e Cerbara, dopo essere tornato Responsabile dell'Urbanistica che fa? Ora è tutto regolare?).
Ora parliamo un attimo delle difficoltà finanziarie in cui versa il Comune. L’attuale difficoltà finanziarie in cui versa il Comune. L’attuale Assessore al Bilancio e l’ex Assessore al Bilancio ora Sindaco non ci degnano di nessuna risposta. Ci meraviglia l'attuale Assessore al Bilancio,il suo comportamento è come quello dell'ex Assessore al Bilancio ora Sindaco, dov'è la novità? Tutti uguali? Il Comune è in pre dissesto. Oggi la situazione è questa, per pagare gli stipendi non si pagano regolarmente i fornitori, tentando di pagare regolarmente i fornitori non si possono pagare gli stipendi. Giudicate voi! Anzi riferiscono che ci saranno aumenti di imposte e tasse comunali per cercare di tamponare la grave crisi finanziaria. Quindi?
Riguardo al Carosello Storico ancora non si provvedead indire le elezioni per il rinnovo del Comitato di Porta Romana. Quando saremo in distribuzione forse ci saranno novità. Il 1° marzo 2019 risulta scaduto il contratto di locazione dei locali utilizzati per la Taverna di Porta Ninfina. È stato rinnovato o si porterà la Taverna nel Centro Storico come dovrebbe? È più forte di noi, ci sono seri motivi per insistere sul personal computer sparito e poi ritrovato. Chiediamo al Sindaco se il Comune ha la disponibilità di quel computer, come detto prima sparito e poi ritrovato. Chiediamo nuovamente di procedere al controllo sulla regolarità dei rimborsi carburante richiesti dai dipendenti comunali da qualche anno a questa parte. Sindaco, da che parte si sta?
Pubblicato sul numero di Febbraio 2019 del Il Corace
RELAZIONI FAMILIARI NELL’ANORESSIA NERVOSA
L’anoressia viene definita “malattia del benessere”, infatti, si riscontra nei Paesi ricchi; è raro trovare ragazze anoressiche nei Paesi sotto sviluppati.
L’eziologia, quindi la causa di questa patologia, è da ricercare negli aspetti culturali della nostra società, ovvero una società che esalta la magrezza e il bello aspetto, fino ad elevarli a status symbol, in relazione all’affermazione e al successo generale, a cui la maggior parte delle giovani ragazze aspira. Tuttavia, l’anoressia ha radici molto più profonde che vanno oltre l’emulazione. Spesso, le ragazze anoressiche tendono ad essere accomunate da un senso di vuoto interiore, dal bisogno continuo di avere conferme positive ed essere accettate da tutti, dal sentirsi dipendenti e impotenti nel determinare il proprio destino. Queste ragazze non riescono a chiedere aiuto e tendono a chiudersi in un loro mondo, prigioniere di se stesse. Il più delle volte, tutto questo disagio nasce nel contesto familiare, dove esistono già difficoltà comunicative tra i membri. La distruzione del proprio corpo, rinunciando al cibo, rappresenta, per queste giovani malate, un grido d’aiuto, a testimonianza di una società ed una famiglia disattente e indifferenti.
Di solito, in queste famiglie, si hanno una mamma ed un papà assenti, che creano un vuoto dentro alla giovane figlia che non si sente apprezzata e stimata per quello che è e che riesce a fare nella sua vita. Spesso, il problema nasce nella relazione con il genitore che, troppo preso dalle proprie preoccupazioni e dai propri problemi, non riesce a “vedere” ed aiutare la figlia, ma anzi tende ad avere un atteggiamento distaccato e anaffettivo.
MATERA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019
IO SONO MIA
UN “PIANO DEL VERDE URBANO” PER LA CITTÀ DI CORI
Nel farlo, non ho avuto nessun dubbio che la migliore partenza fosse quella di legare al concetto di “bellezza naturale” offerta quotidianamente dalla città di Cori, una riflessione, dentro la quale, iniziare a coltivare l’idea di redigere un Piano del Verde Urbano come soluzione cardine per la sua tutela e salvaguardia nel tempo.
L’idea di avere una città più sana, più a dimensione di uomo, più bella ed accogliente di quanto, a mio avviso, riesca ad esserlo oggi, solamente con la sua naturale bellezza, è la strada che va percorsa dai cittadini, dai professionisti e dagli amministratori.
Il verde è il colore simbolo della natura e dell’ambiente in cui la vita cresce naturalmente in maniera sana. Il verde è per questo motivo un simbolo di speranza, di opportunità, e forse unica via libera di salvezza che c’è rimasta nel nostro tempo, che possiamo ancora percorrere per desiderare con fiducia, speranza ed ottimismo, una futura qualità urbana migliore, dove chiunque intorno ad essa, senza nessuna restrizione, può abitare, lavorare o semplicemente trascorrere il proprio tempo libero.
La bellezza di una città non è data da un concetto astratto, ma da un’idea maturata da un disegno lungimirante che deve essere composto da regole, forme e funzioni che ne sappiano gestire nel tempo, in ogni angolo urbano il suo miglioramento.
È per questo motivo che sono convinto che il Piano del Verde Urbano resta lo strumento strategico più efficace che manca alla città di Cori per tutelare il proprio territorio urbano.
Cori non è indubbiamente, l’unica città che non ha ancora adottato questo strumento, anzi, in Italia in generale, a parte qualche comune innovativo, tanti sono i comuni che nonostante riconoscano il “verde urbano” importante, fanno fatica ad inserirlo negli strumenti di pianificazione, perché lo considerano ancora un elemento trascurabile nei processi di programmazione territoriale. Invece lo strumento del Piano del Verde Urbano è innovativo e in quanto tale è molto importante da adottare, perché è conesso che si possono configurare nuove prospettive favorevoli a migliorare con strategie mirate, la qualità della vita nelle città. Cori potrà diventare un esempio per tutto il territorio, se crederà fermamente che la sua bellezza naturale potrà continuare a tutelarla attraverso questo importante strumento di pianificazione territoriale.
STRADE DI PLASTICA
Domanda che mi sono posto molte volte, e che facendo delle ricerche, ha trovato delle risposte. Infatti ho scoperto che in Olanda e precisamente a Rotterdam il progetto “Plastic Road” presto potrebbe diventare realtà. Strade realizzate con plastica riciclata! Plastic Road è stata ideata e sviluppata dalla società olandesedi costruzioni stradali Volker Wessels, gruppo KWS, che sostiene anche il progetto “The Ocean CleanUp” di Bovan Slat per eliminare le microplastiche dagli oceani. Si tratta di una strada, urbana o anche extraurbana, costruita interamente con i rifiuti a base di PET, plastica e tappi di bottigliette. Un modello unico al mondo che, se dovesse funzionare, potrebbe aprire una nuova frontiera in questo settore dell’edilizia pubblica. Quali sono i vantaggi di una strada costruita con la plastica riciclata? Innanzitutto, le strade di plastica sono più leggere, riducendo il carico sul terreno e rendendo più facile l’installazione di cavi sottola loro superficie. Poi c’è un effetto ambientale molto significativo. Per ogni tonnellata di asfalto infatti si contano 27 chilogrammi di C02, dunque parliamo di un materiale responsabile, a suo modo, delle emissioni e del surriscaldamento. La strada in plastica riciclata invece è a emissioni zero. E regge molto meglio alle alte temperature estive ed al gelo dell’inverno. Un altro vantaggio è che su questo tipo di materiale è molto più facile poter fare tutta la segnaletica. Si presta meglio, rispetto all’asfalto, alle varie sovrapposizioni con la scrittura, pensate ad esempio alle strisce pedonali. E una segnaletica più visibile è una garanzia di maggiore sicurezza per gli automobilisti e per i pedoni. Plastic Road è inoltre dotata di uno spazio vuoto che può essere utilizzatoper conservare (temporaneamente) l’acqua ed evitare la possibilità di inondazione in caso di forti precipitazioni, per il passaggio di cavi e tubi, evitando così danni allo scavo, oppure per la ricarica dei veicoli elettrici. Infine, il manto in plastica riciclata dura circa 3 volte in più rispetto a quello a base di asfalto. E ciò comporta un notevole risparmio in termini di manutenzione. A Zwolle (Olanda) saranno costruiti i primi due tratti di pista ciclabile della lunghezza di trenta metri, che serviranno a testare la validità del progetto in reali condizioni di utilizzo. Dopo essere stata utilizzata con successo per costruire campi di calcio e parchi giochi per bambini, la plastica riciclata adesso diventa preziosa anche nel settore stradale.