lunedì 29 marzo 2021

IL PROGETTO DELLO SPAZIO PUBBLICO NELLA CITTA' CONTEMPORANEA: DALLE PIAZZE ALL'URBAN LANDSCAPE

 Cari lettori, il mese scorso sono tornato a parlarvi di architettura, paesaggio ed ambiente, e vi ho descritto il ruolo fondamentare che oggi ha uno spazio pubblico nella progettazione contemporanea di un luogo. Ripartiamo dal concetto di spazio pubblico, inteso come luogo destinato alla condivisione di una identità collettiva e allo svolgimento della vita pubblica della città, ma anche uno spazio capace di non imporre comportamenti ma di indurre atteggiamenti, uno spazio che consente intensità e diversificazione degli usi nel tempo, che consente di essere vissuto in modo organico, ma anche di essere occupato in modo informale, uno spazio capace di interagire con chi lo occupa. Dopo questo breve riassunto del concetto di spazio pubblico in questo articolo e nei prossimi andremo ad analizzare alcuni esempi e partiamo dallo spazio pubblico nella città contemporanea: dalle piazze all’urban landscape. Le modalità di crescita e trasformazione della città contemporanea, guidate ormai in modo prevalente dall’interesse privato, sembrano totalmente disinteressate alla costruzione di una sfera pubblica, che appare oggi sempre più polarizzata tra tre diverse forme e modalità di fruizione: da una parte vi è lo spazio aperto di nuova realizzazione, talvolta di uso pubblico degli shopping mall, degli outlet, dei centri commerciali, luoghi non naturali che hanno immobilizzato e congelato l’idea della piazza italiana in una icona simulacro; infine vi è il grande sistema degli spazi esistenti; talvolta residuali, raramente centrali, qualche volta progettati, spesso solo interpretati questi luoghi più vitali, il vero patrimonio della città contemporanea. 


Come osservano i sociologi del resto è in atto un vero e proprio cambiamento antropologico che sta modificando lo stile di vita verso una sempre minore stanzialità: l’identità del singolo individuo non si condensa più all’interno dello spazio domestico e privato della residenza, ma sempre di più nella costruzione del proprio tempo libero, inteso in un’accezione ampia e comprensiva, frutto della cosiddetta economia dell’esperienza. Di conseguenza ormai per milioni di persone la città è il luogo privilegiato in cui trascorrere il proprio tempo libero, e attraverso di esso, costruire la propria singolare e collettiva. E’ quindi cambiato il ruolo e la funzione dello spazio aperto; non più un luogo della rappresentazione consapevole e naturale di una società organizzata, come nella città premoderna e per certi versi ancora nella Moderna città funzionalista, bensì teatro di una società di individui, complessa ed articolata. Dopo il Moderno, alla fine degli anni ’50, saranno per primi i Situazionisti a riscoprire la città come “urban landscape”; le loro mappe, redatte sulle mappe dei centri storici delle città europee, interpretano lo spazio della città attribuendo ad esso la dimensione personale del desiderio e della scoperta, suggerendo in qualche modo che questo possa avvenire solo all’interno di un tessuto complesso ed articolato capace di scoperte e collisioni inaspettate. Negli stessi anni Alison e Peter Smithson con “cluster city” oppongono all’idea dello spazio aperto come puro spazio libero e non diversificato del Movimento Moderno, un’idea di città basata sul tessuto; la cluster city conferma il ruolo ed il valore dello spazio intersitiziale, l’importanza della città come successione di spazi aperti e differenziati. Saranno loro a rivoluzionare la Griglia dei CIAM (Congrès Internationaux d’Architecture Moderne) e l’idea di città ad essa sottesa, a re-introdurre il ruolo della Strada, tanto odiata da Le Courbusier (“It is the street of the pedestrian of a thousand years ago, it is a relic of the centuries: it is a non- functioning, obsolete organ. The street wears us out. It is altogether discgusting! Why, then, does it stille exist?” - "È la strada del pedone di mille anni fa, è un relitto dei secoli: è un organo non funzionante, obsoleto. La strada ci logora. È del tutto disgustoso! Perché, allora, esiste ancora?”), ed  insieme i concetti di Identity ed Assocition relativamente al progetto urbano. Nel prossimo articolo chiuderemo questa analisi dedicata al progetto di spazio pubblico ed analizzeremo altre due situazioni, la strategia dei playground ed il progetto di superfice.

Scritto da Fernando Bernardi - Pubblicato sul numero 3 del 2021 del Il Corace

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