lunedì 15 maggio 2017

RIFLESSIONI DEI LETTORI

Ormai c’ho preso gusto a tastare il polso del ridente (si dice così) comune lepino. Fuori dal...Cori (battuta frusta) e mi diverto, con rispetto, a rimirar le genti. A giugno si vota. Si è chiamati ai seggi. Osservo. Scruto. Origlio. Impegno quasi tutti i sensi per farmi un’idea antropologico-sociologica su cosa accade ad una comunità quando ci si deve dare un “governo”.
Una prima lettura mi sovviene nel notare che ci sono vari “archetipi gestuali”: trionfo di pacche sulle spalle, strizzate d’occhio, saluti ipercalorosi a chi si è ignorato negli anni precedenti, sorrisi fissi che sembran paresi....et similaria. Si vota. Nel titolo appare un calambour anodino.

Lo spiego. Vuol essere un augurio. Un auspicio. Che il voto diventi ex voto. Che alla conta delle preferenze segua la formazione di una giunta a cui la popolazione tutta sia grata. Per grazia ricevuta. Non conosco i contendenti. Non voto a Cori. Faccio l’impiccione. Ma ascolto i commenti che vengono dalla pancia del paese. Geremiadi inascoltate da chi guida il Comune. Segnalazioni di cose che non vanno. Lamentazioni spesso legittime. Si promette.

Magari si ottiene la soluzione per sé. Raramente si soddisfa il bene comune. Guarda caso leggo sull’ultimo numero del Corace che si è “trovata” l’acqua per la piscina comunale....Nuotare fa bene alla salute, leggo....rendere migliore il proprio territorio pure....nessun desiderio polemico ma la tempistica del bando pro piscina lascia qualche perplessità.

Non vorrei trionfasse il guicciardinismo. Il famigerato “particulare” alligna ovunque purtroppo. “Faremo” è il tempo più diffuso tra le classi dirigenti. Questo lo dico con un pizzico di qualunquismo ma tant’è. Eppure credo che la tanto auspicata “ventata nova” che occorrerebbe all’Italia intera dovrebbe partire dai piccoli borghi. Dai microcosmi. Cori sia laboratorio di rivoluzione. Tracci un solco che, per quanto infinitesimale, rappresenti un esempio.
Eletti ed elettori fate il miracolo laico della creazione di una comunità fertile, solidale, non autolesionistica. I primi restituiscano la fiducia dotando il paese di strutture utili e durature. Se promettono mantengano. I secondi non applichino la regola del chissenefrega cosa accade fuori dal mio cortile. Voto....ex voto. Dalla scelta di chi guiderà Cori e dalla sua azione, nasca la gratitudine di una comunità “miracolata”. Ed io che mi faccio i fatti vostri e magari suscito fastidio in chi corese è.... beh possa tornare ad ascoltare le “voci di dentro” soddisfatte per le “cose” realizzate per il bene comune.

Scritto da Mario Trifari (abitante sincero di Cori) - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

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