“Qui c’è aria di famiglia: mio
papà e mia nonna erano dell’Azione Cattolica”, con queste parole
Papa Francesco ha salutato i tanti fedeli che il 30 aprile scorso in
piazza S. Pietro hanno festeggiato l’Associazione nel 150° della
fondazione.
Quella dell’AC è una storia che inizia nel lontano
1867 quando, poco dopo l’Unità d’Italia, Mario Fani e Giovanni
Acquaderni, fondano la prima Società della Gioventù cattolica
italiana. Il motto è “preghiera, azione, sacrificio”, il
programma è la devozione alla Santa Sede, la testimonianza di vita
cristiana, l’esercizio della carità.
L’espansione è rapida,
grazie soprattutto al radicamento capillare nelle parrocchie e nelle
Diocesi.
Nel 1905 si arriva al nome di Azione Cattolica. Fondamentale
sarà il confronto con don Luigi Sturzo e l’affiancamento al suo Partito
Popolare e al sindacalismo cattolico ed altrettanto importante lo
scontro col fascismo, che dopo aver riconosciuto l’Associazione in
vista dei Patti Lateranensi (1929), nel 1931 la esautora dal compito
di educare i giovani, chiudendone e saccheggiandone le sedi.
Il
regime non tollera una formazione socio-culturale della gioventù
italiana, espressa dai vertici cattolici in contrasto col progetto
fascista che addestra le nuove generazioni alla guerra, alla
violenza, al totalitarismo.
L’Azione Cattolica riesce non solo a
sopravvivere ma anche a preparare i futuri quadri della Democrazia
Cristiana. L’AC, come la conosciamo oggi, nasce con il Concilio
Vaticano II, evento di profondo rinnovamento della Chiesa, con la
nomina di Vittorio Bachelet a presidente della
Giunta centrale dell’Associazione.
I figli di questa “nuova” AC
che ha messo in primo piano la “scelta religiosa” senza
dimenticare l’impegno politico e che è legata alla scommessa
rinnovatrice del Concilio, si impongono sulla scena pubblica: Aldo
Moro e Vittorio Bachelet, uomini di AC, uccisi dalle BR nel 1978 e
nel 1980, a dimostrazione di quanto la loro testimonianza di laici
impegnati fosse “significativa” agli occhi dei terroristi.
Se è
vero che non si può guardare alla storia italiana prescindendo dalla
cultura cattolica, è altrettanto vero che l’Azione Cattolica ha
scritto pagine importanti di questa storia. Basta scorrere i nomi di
tanti uomini e donne legati all’AC: due presidenti della
Repubblica, cioè Scalfaro e Mattarella, Moro e Andreotti, Bartali, Bachelet,
Falcone, La Pira, il beato Piergiorgio Frassati, nomi noti e meno
noti, tantissimi uomini e donne che nel quotidiano continuano a
scegliere quella scuola di fede e di vita che è l’Azione
Cattolica, presente in tutte le Diocesi italiane con quattrocentomila
iscritti di ogni età.
“L’AC – è stata ed è – esperienza
forte dal punto di vista della formazione di un laicato adulto che,
pur organico alla Chiesa e ai suoi pastori, si assume tutte intere le
proprie responsabilità nelle strade di un mondo contemporaneo col
quale la Chiesa del Concilio si è trovata dopo secoli di separazione
e di diffidenza”. Non ci sono formule già pronte, solo armi
culturali per affrontare la vita da cattolici liberi. “Duc in
altum” Azione Cattolica e auguri!
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