venerdì 19 maggio 2017

I ROBOT : IL LAVORO E IL FUTURO (OSCURO) DELL'ITALIA

PARTE PRIMA

I robot fanno paura… I robot ci toglieranno il lavoro… è sempre la solita vecchia storia che si ripete: cercare di fermare l’innovazione, perché agli italiani fare tecnologia proprio non piace. Siamo tra gli ultimi in Europa a livello informatico, investimenti pochissimi, la disoccupazione giovanile è ad oltre il 50%. Le nostre menti migliori sono costrette ad emigrare e… il ministro del lavoro Poletti se la ride soddisfatto! (Ricordate le sue dichiarazioni sulla fuga di cervelli?).

Questo è il triste e preoccupante scenario dell’Italia di oggi. Secondo l’ultima indagine svolta da Agi-Censis l’innovazione tecnologica e l’automazione spaventano gli italiani, soprattutto quelli appartenenti ai profili sociali più deboli e vulnerabili. Addirittura poi per un 10% parlare di automazione e di robotica significa proiettarsi in un libro di Isaac Asimov o tra gli androidi di Star Wars. Fantascienza, dunque, più che attualità o futuro prossimo.
Ma queste persone dimenticano quanta prosperità hanno portato le “macchine” (gli antenati dei robot) in un passato recente e meno recente, e che oggi diamo per ovvie e scontate. Provate a togliere un trattore a un contadino! Vedrete cosa vi succede! Come la storia insegna, il progresso non si può fermare. I robot esistono già da molti anni nelle grandi fabbriche, facendo i lavori più duri, ma anche quelli dove è richiesta la massima perfezione.
Pensate ad esempio alle auto, all’industria alimentare, aereospaziale, militare e agli altri tantissimi settori in cui vengono impiegati. In realtà la robotica nasce soprattutto per incrementare il lavoro, per sostituire mestieri faticosi, noiosi e pericolosi che nessuno più vuole o può fare, per creare cose nuove in cui le aziende investono.

Il manager della Wolkswagen Schwarzkopf contesta l’idea che la diffusione dei robot sia in qualche modo correlata alla diminuzione dei posti di lavoro, e cita come esempio contrario l’industria automobilistica tedesca, i cui impiegati sarebbero aumentati del 13% tra il 2010 e il 2015, mentre la presenza di robot aumentava (nello stesso periodo) del 17%. E così le macchine si sono evolute, si chiamano robot ma sempre macchine sono, e nel prossimo futuro, che lo si voglia o meno, saranno sempre più determinanti per l’economia di un Paese.

ROBOT, DRONI E ANDROIDI
Dalle grandi fabbriche pian piano i robot stanno arrivando tra noi. Robot che tagliano l’erba e puliscono le piscine. Robot musicisti, giocatori di scacchi. Robot programmati per aiutare non vedenti e disabili oppure per accudire bambini e animali. Robot nella ristorazione: aiuto cuochi (come Flippy) che cuoce hamburger perfetti e altri che servono ai tavoli e prendono le ordinazioni. Il robot creato dal MIT di Boston che costruisce un edificio di 600 mq in un solo giorno, facendo tutto da solo. Robot artificieri che disinnescano ordigni pericolosi. Robot sottomarini.
Le auto senza conducente, da considerarsi a tutti gli effetti dei robot, in cui stanno investendo i più grandi nomi mondiali, tra cui Google, Apple e alcune case automobilistiche. Non dovrai far altro che prenotare il servizio via smartphone e l’auto verrà a casa tua per portarti dove vuoi magari guardando comodamente un film. E probabilmente nel futuro, con l’abbattimento dei costi, potremmo anche evitare di acquistare un auto, ma di affittarla solo quando ci serve.

Tuttavia questi giorni sono ancora lontani… Poi ci sono i droni, robot volanti che in alcuni paesi già consegnano i pacchi a domicilio in pochi minuti, effettuano riprese aeree in luoghi inaccessibili. Fra qualche anno trasporteranno via aerea persone da un luogo all’altro delle città, muovendosi silenziosamente con energia solare. Per non parlare di tutto quanto di illegale possano fare (mettiamo in conto anche questa eventualità!). Gli androidi sono sicuramente i robot più inquietanti poiché hanno sembianze umane. Fa una certa impressione ritrovarsi a tu per tu con un androide che con voce suadente ci pone domande guardandoci negli occhi.

Ma ci dovremo abituare, poiché l’uomo sembra proprio aver puntato molto su di loro. Il motivo? È presto detto: è un investimento che si ripaga alla grande nel tempo in quanto i robot sofisticati possono da soli svolgere il lavoro di decine di persone; non hanno pretese, non si ammalano, non fanno sciopero, imparano velocemente eseguendo molti lavori alla perfezione. Tanto per fare un esempio, in Giappone si possono trovare androidi alla reception di un hotel per accogliere i clienti, che rispondono alle domande, ritirano i documenti. Conoscono tutte le lingue, sono spiritosi e gentili, stanno lì 24 ore su 24, non creano problemi, svolgendo il loro lavoro in modo impeccabile, sempre. E la cosa più incredibile è che… attirano i turisti! Sono a tutti gli effetti delle vere e proprie star.

Tutta questa “roba” qui ci toglierà il lavoro. Sì, i lavori tradizionali così come li abbiamo concepiti fino ad oggi, ma sicuramente ci aiuteranno a crearne di nuovi. Tantissimi sono i mestieri scomparsi nel secolo scorso e non solo a causa delle macchine. Scompaiono proprio perché non più richiesti o troppo onerosi. I tempi cambiano, le mode si evolvono e tutto va costantemente ripensato. L’uomo, come è sempre stato, si adatterà a questa evoluzione, plasmando il suo futuro proprio grazie a queste innovazioni. Ma a cosa porterà tutto questo? Come possiamo difenderci da questa “invasione”? Quale futuro ci dobbiamo aspettare? (continua nel prossimo numero)

Scritto da Pino Varone - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento