Presentate ufficialmente liste e
candidati, quella di centrosinistra “ Cori e Giulianello Insieme”
con Mauro De Lillis candidato a sindaco, parola d’ordine: “La
bellezza” e quella di destra “L’altra città” con Angelo
Sorcecchi candidato a primo cittadino: parola d’ordine:
“Cambiamento”.
Esclusa per errore di presentazione la lista del
“Movimento Cinque Stelle” che puntava su Paola Piacentini alla
guida della Giunta.
Ed ora è il momento dei programmi.
I due
candidati li hanno già esposti nei loro rispettivi comizi.
Proviamo
a sintetizzare così: per Sorcecchi tutto da rifare e bilancio
comunale da rivedere totalmente. Per De Lillis (apertura di comizio
intelligente sulle cifre del disavanzo comunale, circa sei milioni
di euro, sgombrando così subito il campo dalla spada di Damocle che
gli avversari gli avrebbero fatto pendere sul capo), continuare sulla
esperienza delle due precedenti legislature, ma marcando forte sul
tema della bellezza di Cori, e quindi sul turismo e la valorizzazione
del centro storico, e con incisività sul rilancio della vocazione
agricola del paese.
A questa campagna elettorale si è giunti, in
tutti e due gli schieramenti, attraverso un vivace dibattito, non
senza polemiche, sia a destra (una destra-destra) che nel centro
sinistra: nella lista di opposizione sino alla fine incertezza sul
candidato a sindaco tra Angelo Sorcecchi e Germana Silvi, con Tommaso
Bianchi che pare si sia dato un ruolo di eminenza grigia dopo aver
tentato la candidatura alla quale ha rinunciato dopo averne annusato
le ostilità, evidenziate anche nel gruppo Fb di riferimento della
lista: “Cori vera”.
A sinistra sino all’ultimo i renziani
hanno cercato di evitare le primarie, che però si sono svolte con
Chiara Cochi , uscita dal PD così come il sindaco in carica Tommaso
Conti (che guarda con interesse al movimento di Pisapia), in
competition con De Lillis. Da una parte il PD, dall’altra
comunisti, socialisti, indipendenti, e movimento autonomo di
Giulianello. Un dibattito, in casa PD, molto impegnativo anche con
momenti di tensione, ma alla fine candidatura forte quella di Mauro
De Lillis (dopo la rinuncia di Ennio Afilani “per motivi
personali”, ma presente in lista come candidato consigliere),
assessore al bilancio, e sostenuta dal potente senatore Claudio
Moscardelli (dispiace che gli avversari riesumino sempre in campagna
elettorale le sue vicende giudiziarie scaturite nel periodo 2010-2012
in cui era Consigliere Regionale) e dal segretario provinciale
Salvatore La Penna (candidato alle prossime regionali e quindi
interessato al bacino di voti di Cori), ambedue presenti, non a caso,
in piazza Signina, quando è stato proclamato vincitore delle
primarie De Lillis. “Siamo tutti renziani!”, ha esultato
Moscardelli.
Tuttavia la Cochi (anche lei assessore in carica) ha
fatto il quasi pieno a Giulianello, ed alla fine è venuta fuori la
lista unitaria. Epigono di una trattativa difficile. Per gli
incarichi, nel caso di vittoria del centro sinistra, se ne riparlerà
in un secondo momento in base ai voti reali che i candidati avranno
portato. Come dire: avete voluto le primarie, e quindi niente
assessorati ed incarichi prestabiliti. Questo sembra il ragionamento
del PD, e tutto sommato ha una sua logica (ci sembra). Ma dal
versante di minoranza fanno notare: “se le primarie sono il loro
fiore all’occhiello, perchè i renziani non le volevano?”.
E lo
stesso Sindaco, il giorno dopo le primarie ha postato sul suo
profilo: “affluenza al voto dedicata a chi non voleva le primarie”.
Riferendosi all’alto numero dei votanti.
Per onestà di
informazione bisogna però riferire che non tutto il gruppo
dirigente del PD si è schierato con De Lillis. Emanuela Fanfani e
Roberto De Cave hanno scelto la Cochi, Conti ha scelto le vacanze e
quindi non ha votato, ma ha doverosamente formulato pubblicamente gli
auguri ad entrambi.
E va detto pure che tra i candidati del PD non
tutti sono renziani, qualcuno ad esempio è di area Orlando (a cui
fa riferimento l’On. Sesa Amici, già bersaniana). Candidatura,
questa, con qualche mugugno. Una presenza in lista certamente non di
apparato.
Comunque per entrambi gli schieramenti, e dentro gli
schieramenti, le polemiche sono rinviate: si lavora per vincere e per
convincere intanto chi potrebbe non andare a votare, poi non manca,
da entrambe le parti un occhio di riguardo verso l’elettorato
(deluso) dei grillini, il cui voto ora fa gola sia a “L’altra
città» che a “Cori e Giulianello insieme”.
Sullo sfondo di
questa campagna elettorale è impossibile, se vogliamo essere fedeli
interpreti del polso del paese, non prendere atto dell’assoluta
mancanza di connessione che in questi anni si è registrata tra
partiti, tutti i partiti, destra, sinistra, centro, e comunità. Se è
vero che il PD è stato completamente schiacciato
sull’amministrazione, è altrettanto vero che i partiti di
opposizione risultano non pervenuti. Partecipazione dei cittadini
alla vita pubblica in questi anni pari a zero.
Ecco perché l’invito,
ora, a poche settimane dal voto, a partecipare, sembra quasi una
irrisione nei confronti della cittadinanza. È un problema questo,
che ribadiamo riguarda tutti, e che si porrà comunque dopo le
elezioni. Lo sintetizziamo così: autonomia dei partiti
dall’amministrazione e dal consiglio comunale.
Chiudiamo con un
riferimento ai programmi, che poi è ciò che veramente interessa i
cittadini. Giustamente ambedue i candidati hanno posto l’accento
sul turismo. Da tempo scriviamo che il turismo deve essere il volano
dell’economia di Cori e di Giulianello. Il successo delle giornate
dalla Fai, con oltre 1700 visitatori a Cori, in alcuni giorni, ha
dimostrato l’enorme potenzialità di questo settore se ottimizzato
bene e messo a regime, cioè se si fa sistema intorno al turismo : se
si crea una strategia di mercato, che unisca turismo, beni culturali,
recupero del centro storico e tradizioni enogastronomiche. Questa
roba qui ha un nome, amici candidati a consiglieri e a sindaci: si
chiama “Progetto”. Cori e Giulianello devono avere un progetto,
devono vivere di idee lunghe, ed avere una prospettiva. Non l’elenco
delle cose da fare, ma le cose da fare dentro un solo progetto, dove
ogni obiettivo ha una sua ragion d’essere. Solo cosi si costruisce
un vero futuro per la comunità.
Lo stesso bilancio comunale, che
pure è in forte disavanzo, non può essere solo un bilancio tecnico,
deve essere politico ed amministrativo: quindi darsi delle priorità.
Se necessario tagliare da una parte ed investire laddove si pensa che
ci possa essere un ritorno: abolire i rami secchi e gli eccessi, e
gli sprechi.
Ma, ad elezioni concluse avremo modo di seguire, passo
per passo, l’attività del consiglio comunale e
dell’amministrazione con l’auspicio che le promesse non restino
tali. Siano esse di “bellezze” o di “cambiamento”.
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