mercoledì 3 maggio 2017

CAMPAGNA ELETTORALE : TRA PROGRAMMI E POLEMICHE

Presentate ufficialmente liste e candidati, quella di centrosinistra “ Cori e Giulianello Insieme” con Mauro De Lillis candidato a sindaco, parola d’ordine: “La bellezza” e quella di destra “L’altra città” con Angelo Sorcecchi candidato a primo cittadino: parola d’ordine: “Cambiamento”.
Esclusa per errore di presentazione la lista del “Movimento Cinque Stelle” che puntava su Paola Piacentini alla guida della Giunta.

Ed ora è il momento dei programmi.
I due candidati li hanno già esposti nei loro rispettivi comizi.
Proviamo a sintetizzare così: per Sorcecchi tutto da rifare e bilancio comunale da rivedere totalmente. Per De Lillis (apertura di comizio intelligente sulle cifre del disavanzo comunale, circa sei milioni di euro, sgombrando così subito il campo dalla spada di Damocle che gli avversari gli avrebbero fatto pendere sul capo), continuare sulla esperienza delle due precedenti legislature, ma marcando forte sul tema della bellezza di Cori, e quindi sul turismo e la valorizzazione del centro storico, e con incisività sul rilancio della vocazione agricola del paese.

A questa campagna elettorale si è giunti, in tutti e due gli schieramenti, attraverso un vivace dibattito, non senza polemiche, sia a destra (una destra-destra) che nel centro sinistra: nella lista di opposizione sino alla fine incertezza sul candidato a sindaco tra Angelo Sorcecchi e Germana Silvi, con Tommaso Bianchi che pare si sia dato un ruolo di eminenza grigia dopo aver tentato la candidatura alla quale ha rinunciato dopo averne annusato le ostilità, evidenziate anche nel gruppo Fb di riferimento della lista: “Cori vera”.
A sinistra sino all’ultimo i renziani hanno cercato di evitare le primarie, che però si sono svolte con Chiara Cochi , uscita dal PD così come il sindaco in carica Tommaso Conti (che guarda con interesse al movimento di Pisapia), in competition con De Lillis. Da una parte il PD, dall’altra comunisti, socialisti, indipendenti, e movimento autonomo di Giulianello. Un dibattito, in casa PD, molto impegnativo anche con momenti di tensione, ma alla fine candidatura forte quella di Mauro De Lillis (dopo la rinuncia di Ennio Afilani “per motivi personali”, ma presente in lista come candidato consigliere), assessore al bilancio, e sostenuta dal potente senatore Claudio Moscardelli (dispiace che gli avversari riesumino sempre in campagna elettorale le sue vicende giudiziarie scaturite nel periodo 2010-2012 in cui era Consigliere Regionale) e dal segretario provinciale Salvatore La Penna (candidato alle prossime regionali e quindi interessato al bacino di voti di Cori), ambedue presenti, non a caso, in piazza Signina, quando è stato proclamato vincitore delle primarie De Lillis. “Siamo tutti renziani!”, ha esultato Moscardelli.
Tuttavia la Cochi (anche lei assessore in carica) ha fatto il quasi pieno a Giulianello, ed alla fine è venuta fuori la lista unitaria. Epigono di una trattativa difficile. Per gli incarichi, nel caso di vittoria del centro sinistra, se ne riparlerà in un secondo momento in base ai voti reali che i candidati avranno portato. Come dire: avete voluto le primarie, e quindi niente assessorati ed incarichi prestabiliti. Questo sembra il ragionamento del PD, e tutto sommato ha una sua logica (ci sembra). Ma dal versante di minoranza fanno notare: “se le primarie sono il loro fiore all’occhiello, perchè i renziani non le volevano?”.
E lo stesso Sindaco, il giorno dopo le primarie ha postato sul suo profilo: “affluenza al voto dedicata a chi non voleva le primarie”. Riferendosi all’alto numero dei votanti.

Per onestà di informazione bisogna però riferire che non tutto il gruppo dirigente del PD si è schierato con De Lillis. Emanuela Fanfani e Roberto De Cave hanno scelto la Cochi, Conti ha scelto le vacanze e quindi non ha votato, ma ha doverosamente formulato pubblicamente gli auguri ad entrambi.
E va detto pure che tra i candidati del PD non tutti sono renziani, qualcuno ad esempio è di area Orlando (a cui fa riferimento l’On. Sesa Amici, già bersaniana). Candidatura, questa, con qualche mugugno. Una presenza in lista certamente non di apparato.
Comunque per entrambi gli schieramenti, e dentro gli schieramenti, le polemiche sono rinviate: si lavora per vincere e per convincere intanto chi potrebbe non andare a votare, poi non manca, da entrambe le parti un occhio di riguardo verso l’elettorato (deluso) dei grillini, il cui voto ora fa gola sia a “L’altra città» che a “Cori e Giulianello insieme”.

Sullo sfondo di questa campagna elettorale è impossibile, se vogliamo essere fedeli interpreti del polso del paese, non prendere atto dell’assoluta mancanza di connessione che in questi anni si è registrata tra partiti, tutti i partiti, destra, sinistra, centro, e comunità. Se è vero che il PD è stato completamente schiacciato sull’amministrazione, è altrettanto vero che i partiti di opposizione risultano non pervenuti. Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica in questi anni pari a zero.
Ecco perché l’invito, ora, a poche settimane dal voto, a partecipare, sembra quasi una irrisione nei confronti della cittadinanza. È un problema questo, che ribadiamo riguarda tutti, e che si porrà comunque dopo le elezioni. Lo sintetizziamo così: autonomia dei partiti dall’amministrazione e dal consiglio comunale.

Chiudiamo con un riferimento ai programmi, che poi è ciò che veramente interessa i cittadini. Giustamente ambedue i candidati hanno posto l’accento sul turismo. Da tempo scriviamo che il turismo deve essere il volano dell’economia di Cori e di Giulianello. Il successo delle giornate dalla Fai, con oltre 1700 visitatori a Cori, in alcuni giorni, ha dimostrato l’enorme potenzialità di questo settore se ottimizzato bene e messo a regime, cioè se si fa sistema intorno al turismo : se si crea una strategia di mercato, che unisca turismo, beni culturali, recupero del centro storico e tradizioni enogastronomiche. Questa roba qui ha un nome, amici candidati a consiglieri e a sindaci: si chiama “Progetto”. Cori e Giulianello devono avere un progetto, devono vivere di idee lunghe, ed avere una prospettiva. Non l’elenco delle cose da fare, ma le cose da fare dentro un solo progetto, dove ogni obiettivo ha una sua ragion d’essere. Solo cosi si costruisce un vero futuro per la comunità.
Lo stesso bilancio comunale, che pure è in forte disavanzo, non può essere solo un bilancio tecnico, deve essere politico ed amministrativo: quindi darsi delle priorità. Se necessario tagliare da una parte ed investire laddove si pensa che ci possa essere un ritorno: abolire i rami secchi e gli eccessi, e gli sprechi.
Ma, ad elezioni concluse avremo modo di seguire, passo per passo, l’attività del consiglio comunale e dell’amministrazione con l’auspicio che le promesse non restino tali. Siano esse di “bellezze” o di “cambiamento”.

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

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