sabato 31 ottobre 2020

GLI ALBERI RAPPRESENTANO LA NOSTRA VITA

 Adottiamo lì dove necessario, sempre un taglio ponderato

Come ogni anno il 21 novembre sarà celebrata in tutta Italia la Giornata nazionale degli alberi. E come ogni anno, questa ricorrenza rappresenterà una occasione importante per ricordare a tutti noi, quanto è fondamentale avere la presenza degli alberi nelle città per le nostre vite. Cori, in questo anno così difficile caratterizzato da tanta incertezza e inquietudine a causa del CoronaVirus, come si presenterà dinanzi a questa importante ricorrenza? Perché diciamolo senza mezzi termini, il problema del CoronaVirus non può essere una scusante per sorvolare tematiche che in egual misura devono comunque essere sempre affrontate. La politica non può fare di un titolo di giornale la propria azione ma bensì dovrà ricoprire le pagine di giornali con una propria visione di città, che va aldilà del tema dell’attualità. Da Zingaretti a De Lillis, dalla Regione al Comune, quali sono le azioni concrete, almeno impartite a tale proposito? Perché io ricordo bene che quando andava di moda Greta Tumberg il primo Governatore italiano a presentare l’idea concreta di riforestazione fu proprio Nicola Zingaretti. Di quell’idea, bella idea a mio avviso a parte aver prodotto qualche decina di titoloni sui più importanti quotidiani nazionali, cosa ne è rimasto nella sua concretezza? 

E se ciò mi fosse sfuggito mi piacerebbe capire l’asse Zingaretti-De Lillis cosa ha previsto in quest’ottica per il Comune di Cori. Un po’ di dubbi sulla concretezza dell’azione di questo Governatore sono sotto gli occhi di tutti soprattutto sotto a quelli di questa comunità che alle porte di questo inverno chiaramente più difficile degli ultimi anni, nonostante tutte le promesse fatte quando servivano i voti dei cittadini di Cori e Giulianello, non ha ancora riaperto le porte del proprio Ospedale. Altrettanto è sotto gli occhi di tutti l’incerta visione che ha questo Governatore sui temi dell’attualità, perché io ricordo altrettanto bene quando all’inizio di questa pandemia, Nicola Zingaretti prendeva il treno per andare a Milano per un aperitivo per dimostrare al mondo intero che questo CoronaVirus non esisteva, per poi ricredersi e arrivare dopo al momento ad un coprifuoco regionale. Detto ciò di fronte a tante promesse allo stesso tempo poca concretezza, cosa ci dobbiamo aspettare di fronte a questo tema? Un tema che a mio avviso deve alla pari di altri temi legati alla saluta essere al centro dell’agenda politica comunale. 



Ma avanti ad una ultima riflessione su questa vicenda specifica, ci teniamo a ricordare la storia della giornata nazionale degli alberi, perché la riteniamo essere necessaria per capire con i suoi principi di base, dove abbiamo sbagliato fino ad oggi e dove potremmo continuare a sbagliare in futuro, se non andremo a migliorare ognuno di noi con la nostra propria azione, la promozione di questo sano messaggio, che ogni anno, questa giornata ci rinnova. La Giornata nazionale degli alberi è stata istituita come ricorrenza nazionale con una legge della Repubblica solo nel 2013, ma le sue radici risalgono al lontano 1898, quando per iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, si diede il via ad una festa dedicata agli alberi, per valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo, con l’intento di ricordare a piccoli e grandi, il ruolo fondamentale che ricoprono gli alberi sulla Terra, con i boschi e le foreste. Da allora questa festa ha preso sempre più consistenza con importanti iniziative volte alla riqualificazione del verde urbano e alla valorizzazione degli spazi pubblici, con la messa a dimora di nuovi alberi. 

Ma ancora prima del 1898, la celebrazione dell’albero veniva svolta dagli antichi romani, che celebravano l’albero per motivi religiosi, con un vero e proprio culto degli alberi. In sostanza i romani sono stati i veri precursori dell’attuale Giornata degli alberi con pubbliche azioni, consistenti nella messa a dimora di vere e proprie piantagioni di alberi, simili a quelle realizzate dai greci e dai popoli orientali presso i quali erano già diffuse, la pratica dell’arboricoltura e quella dell’impianto di boschi. Ma nonostante ciò, questa azione è rimasta ai giorni d’oggi su tutta la nostra penisola più simbolica che pratica. Tanto è che il buon proposito “simbolico” di piantare nuovi alberi il 21 novembre, non trova ancora la giusta estensione pro-grammatica, nella quotidianità dei mesi successivi. Tradotto in parole povere, questo significa che nelle città non c’è ancora una coscienza tanto elevata sull’importanza che ha l’albero sulla qualità della vita dell’uomo e dell’ambiente, da rendere l’azione della piantumazione degli alberi, molto più frequente di quanto lo è oggi nelle nostre città. Pertanto questo significa che nelle città di oggi dobbiamo tornare a piantare senza ma e senza se tanti alberi, tanti almeno quanti se ne tagliano nel corso dell’anno. Per riuscire nell’intento, pensiamo che sia necessario fare adottare in ogni comune del territorio un piano serio del verde da mettere a sistema per meglio controllare la visione dell’intero patrimonio verde del territorio. Quanti sono i comuni disposti a prendere questo impegno nella prossima data del 21 novembre? E quale è nello specifico l’impegno che si vuole assumere il Comune di Cori dinanzi a questa importante tematica?

Scritto da Emanuel Acciarito - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

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