sabato 31 ottobre 2020

LA NUOVA RESISTENZA

È una domenica sera come tante altre. Sono uscito a fare una passeggiata, come molte altre sere. Ad un tratto un rumore cattura la mia attenzione. Nello specifico il rumore di una saracinesca che si abbassa. Guardo l’orologio, cerco di capire se ho fatto troppo tardi e mi stanno chiudendo dentro. Nella mia mente comincio a formulare varie tesi su cosa possa essere accaduto. Non contento vado dal proprietario, il quale sembra abbastanza contrariato. Cosa mai può essere accaduto? Ero sovrappensiero, e non mi sono accorto di essere rimasto quasi solo nel locale. Forse un incendio, forse una tempesta eppure non c’è più nessuno. Dove sono finiti tutti? Il gestore è nei pressi del registratore di cassa e come mi avvicino esternalizza le sue lamentele. 

Non si può andare avanti così! Che dire? Io non ho inquadrato ancora bene la storia, promette di non essere una delle migliori, eppure è una storia anche questa. Ad un tratto un colpo alla spalla mi fa sussultare. Mi giro di scatto cercando di capire cosa mi ha colpito. E’ una ragazza. La osservo meglio, mi sembra di averla già vista. Si! È lei. E’ la ragazza che fino a poco fa stava al pianoforte. Debbo dire molto brava. Cerco di fermarla per farle qualche domanda, ma mi risponde che deve risistemare tutto per poter portare le cose dietro. Non sa se e quando torna. Mentre cerco di parlare con la ragazza, ecco che passa tutto trafelato il ragazzo che era al bancone specializzato con i cocktail. Dice di stare attenti e lui si deve dare una mossa. Strano, vanno tutti di fretta ed in giro non c’è più quasi nessuno. Anzi adesso posso togliere il quasi. Non c’è già più nessuno. Mi sembra ieri che stavamo tutti al mare a prendere il sole. Tutti in spiaggia con un filo di spensieratezza. Quella spensieratezza che ha come effetto quello di fermarci, quello di non essere consapevoli di quello che si ha intorno. La ragazza si avvicina nuovamente a me. Forse ho capito, sono esattamente sul suo percorso. Il percorso di sistemare tutto nel più breve tempo possibile. Ad un certo punto si gira verso di me con fare repentino e mi chiede se ho letto le ultime notizie. No, in effetti da qualche giorno non ho seguito più nessun fatto. Ho realizzato che devo far riposare un po’ la mia mente. Sì, durante questo riposo è stato varato un nuovo regolamento, per fare in modo che il numero di contagi diminuisca. 

In effetti è un mini lock-down. Aiuto, ricomincia la sequenza di febbraio. Non possiamo farci prendere troppo la mano, dobbiamo insistere. Insistere, insistere, insistere. Alla fine, questo è il risultato atteso di una estate senza regole, una estate all’insegna del divertimento. E adesso che fare? Mario e Giulia adesso hanno un problema. Purtroppo, un problema alquanto serio. Come possiamo aiutarli ad uscire da questa cosa? Anzi, il tutto da l’idea di una barca che sta attraversando una tempesta. Non una, anzi la tempesta perfetta. La priorità però resta sempre quella di traghettare questo mondo, verso quello nuovo che ci sarà dopo tutte queste distruzioni. Distruzioni che a vederle adesso fanno paura, paura di non risvegliarsi all’indomani. Paura che Mario e Giulia non ce la facciano. Eppure, dobbiamo restare con i nervi saldi. Nervi che ormai stanno saltando un po’ a tutti. Però, pensiamoci per un attimo meglio. Noi siamo più intelligenti e perspicaci di qualsiasi altra cosa. Non dobbiamo avere paura. Ci occorre solo un po’ di coordinamento e forse il cercare di pensare un po’ di più al prossimo, avvero a quelli che abbiamo intorno. Grazie a tutti per resistere. A presto.

Scritto da Antonio Moroni - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

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