sabato 31 ottobre 2020

COVID, GOVERNO IN CONFUSIONE, CITTADINI SMARRITI

 Scriviamo mentre la violenza dei professionisti della tensione si insinua nella protesta di ristoratori ed altre categorie colpite dai provvedimenti ultimi del governo. Sono sempre i soliti noti: estremisti di destra, centri sociali, ultrà, provocatori di professione, che da Torino a Roma a Napoli a Catania, infiammano le strade e sfasciano vetrine e negozi. Sono i sovversivi ben difesi e protetti da quelle forze parlamentari che faticano a condannare questi delinquenti, perché è con loro che sguazzano e ci bazzicano al momento delle campagne elettorali: sono questi criminali che hanno il compito di portare avanti la strategia della tensione, che per fortuna, è solo la pallida ombra di quella vera che si manifestò in modo drammatico a partire dal 12  dicembre del '69, con la strage di piazza Fontana, si sviluppò con gli attentati e le bombe degli anni '70 e '80, per poi spegnersi, sconfitta, dinanzi alla forza delle Istituzioni democratiche della Repubblica, e alla mobilitazione democratica del movimento operaio e della pubblica opinione. 

Le agenzie, mentre scriviamo, battono notizie di negozi saccheggiati e questo basta a far emergere tutte le contraddizioni di questo convulso popolo della protesta: commercianti legittimamente e pacificamente in piazza  che vedono i negozi, che potrebbero essere anche i loro, sfasciati e derubati dalla loro merce, da bande delinquenziali che, dietro una regia perfetta, diversa da città in città, tentano di egemonizzare la protesta, trasformandola in rivolta. Una polveriera che soprattutto nel sud e in Campania è molto pericolosa: ci riporta alle pericolose collusioni tra camorra ed estremisti durante la crisi dei rifiuti, che vide ingiustamente l'allora governatore della Campania Antonio Bassolino come capro espiatorio ma poi assolto da tutto; e, per chi ha buona memoria (e non è giovanissimo) ci riporta al "boia chi molla" di Ciccio Franco, ras reggino, e ai moti di Reggio Calabria degli anni '70 che vide una mix surreale tra ndrangheta, fascisti ed estremisti di sinistra con gruppi accreditati, all'epoca, come "Lotta Continua". Ma questa è Storia. 

Invece quello che abbiamo raccontato nelle prime righe è la realtà di questi giorni, di queste ore, probabilmente di quelle che verranno. Abbiamo aperto sottolineando questo allarme sull'ordine pubblico perché la questione non è "solo" di ordine pubblico, ma riguarda la tenuta democratica dello Stato e la sua capacità di tenere la protesta sociale dentro i binari delle regole, fuori dalle quali ci sta solo il caos e le scorribande di rigurgiti neofascisti extra istituzionali e extra parlamentari che non possono essere tollerati. Forse lo sono stati anche troppi. Questa è la linea di confine. La premessa ad ogni critica all'operato del governo. E allora veniamo al dunque: l'esecutivo naviga a vista, con provvedimenti che sconcertano i cittadini. E lo sconcerto non riguarda tanto i singoli provvedimenti, che pure pesano sull'economia reale del paese, delle aziende, dei lavoratori, dei commercianti. Ma sconcerta soprattutto la palese mancanza di una visione generale non solo su come affrontare l'emergenza, ma pecca di una visione generale sul futuro prossimo del paese. 

Nessuno mette in discussione, tranne la sgangherata opposizione di Salvini e Meloni, con una Forza Italia letteralmente compressa nella coalizione, la buona fede dell'esecutivo e gli sforzi del premier Conte di tenere la barra dritta, di limitare i danni dei continui provvedimenti del Consiglio dei Ministri (a raffica), nel garantire entro metà novembre i finanziamenti, i cosiddetti "ristori" a commercianti e aziende che ne fanno richiesta e che questa volta (finalmente) dovrebbero andare direttamente sui conti correnti elargiti dalla Agenzia delle Entrate. Del resto agli osservatori seri e alla stessa pubblica opinione non sfugge che, nonostante l'aumento sensibile dei contagiati, l'Italia presenta numeri decisamente inferiori a quelli delle altre nazioni. Il problema è che Conte deve fronteggiare due nemici: il covid e i conflitti interni alla maggioranza. Non si sa quale sia più pericoloso. E di questi giorni l'attacco frontale dei renziani alle decisioni del governo, decisioni che gli stessi renziani però hanno votato, per poi dichiararsi contro subito dopo la firma. Una schizofrenia apparente, perché l'obiettivo è sempre quello di tenere per il collo il Presidente del Consiglio, che ha fatto sbottare letteralmente il pur cauto Zingaretti che ha definito irresponsabili certi comportamenti. E non di meno sono i "Cinque Stelle" che vanno in giro per palazzo Chigi a fissare bandierine di principio; ultima quella contro il "Mes", che invece PD, Italia Viva, Forza Italia, Calenda ed altri vorrebbero. E che francamente non si capisce perché ci dovremmo rinunciare considerato che il prestito, 37 miliardi da investire in sanità, sarebbe ad un tasso di interesse quasi simbolico, con criteri totalmente diversi dal prestito che mise a testa in giù la Spagna e la Grecia. 

Quindi Conte si dibatte quotidianamente tra le misure antipopolari, per frenare un micidiale virus, e il fuoco incrociato su di lui da parte di settori della maggioranza e, legittimamente, dall'opposizione che però non riesce a liberarsi da una retorica ed astiosa polemica, tanto ripetitiva quanto priva di ogni capacità propositiva. In tutto questo i cittadini sono smarriti e confusi. Ma, gran parte di loro, dovrebbero sentirsi, oltre che smarriti e confusi, anche colpevoli. Questa estate, diciamo da Giugno a settembre ci siamo dati alla pazza gioia, abbiamo male interpretato quel "convivere con il covid", che voleva dire  andare avanti con tutte le cautele del caso, non con un "liberi tutti". Sono scomparse distanze personali, mascherine, e si sono viste movide a gò-gò, nelle spiagge, nelle piazze, nelle discoteche; ovunque. E poi: matrimoni, comunioni, compleanni, cresime e battesimi, feste di laureee, etc, etc, con tutti gli annessi e connessi in barba ad ogni precauzione. Le immagini dei TG ci hanno trasmesso quello che siamo: un popolo irresponsabile capace di disciplina solo sotto comando e privo di senso di responsabilità. Questo è. E se i nostri comportamenti fossero stati più civili oggi non ci troveremmo nella situazione in cui siamo. Per non parlare delle vacanze all'estero con covid di ritorno. Giusto quindi criticare il governo per i suoi ritardi e inadempienze, giusto criticare il governo perché ha abbassato la guardia e durante l'estate di controlli nei luoghi sensibili esposti alle maggiori criticità di forze dell'ordine se ne son viste poco o niente, più niente che poco, giusto criticare il Governo per l'incredibile sottovalutazione di quello che sarebbe stato il problema dei trasporti con la riapertura delle scuole; ma quanto sarebbe giusto criticare noi stessi per esserci dimostrati al di sotto della nostra intelligenza: forse perché abituati a fare i furbi pensavamo di fregare anche il covid, oltre che gli sporadici controlli. E invece il covid ha fregato noi. Dicevamo "andrà tutto bene". No, non è andato tutto bene. Per niente!

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

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