sabato 31 ottobre 2020

IL TURISMO ITALIANO NEL PERIODO POSTUMO AL CORONAVIRUS

Partendo col presupposto che, in ogni caso, la priorità si volge verso il settore sanitario, senza il quale non ci sarebbero possibilità di ritornare ai ritmi di quando ancora ci si poteva abbracciare non rischiando di contagiarci. Si può però dire che la questione non sarà facile, e sicuramente il turismo si ritroverà ad essere stravolto rispetto a come lo si era immaginato poiché si vedono già da ora, gli effetti che il corona virus sta portando alla luce in questo settore. La Germania, paese che secondo i numeri, era quello che sceglieva l’Italia come meta turistica più gettonata rispetto a tutti gli altri paesi europei, probabilmente smetterà di farlo dato che, per buona misura, tutto il turismo incoming in generale, si ghiaccerà, facendo risultare una diminuzione di incassi e vendite sul settore turistico e non solo. Fattispecie per l’Italia, il turismo risulta una delle più grandi fonti di guadagno per la nazione, se non proprio la più grande fonte di guadagno, dato che le nostre opere d’arte fanno gola a diverse nazioni europee e mondiali, le quali erano disposte a spendere enormi quantità di soldi per poterle visitare. Così come le opere d’arte, anche i siti archeologici, i musei, le chiese e tanti altri fattori, spingevano ad incrementare il turismo incoming. Lo Stato Vaticano, era anch’esso meta turistica, e, trovandosi in Italia, portava conseguentemente risorse monetarie alla nazione. A differenza del turismo incoming, il turismo domestico, a mio parere, potrebbe tendere al miglioramento perché, quando sarà indetta la fine del periodo di contagiosità attuale, non ritengo che ci sarà la possibilità di poter viaggiare all’estero, né per ragioni di svago, né per ragioni lavorative. Ad ogni modo, il fattore psicologico che è entrato in gioco al momento del D.P.C.M (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che ha costretto alla reclusione in casa per i cittadini italiani e stranieri presenti in Italia, non ha stimolato verso le persone nulla di positivo, dunque, è quasi certo che, alla fine della reclusione, chi è in possibilità di farlo, probabilmente si prenderà un periodo di vacanza dal luogo in cui si svolge l’attuale vita quotidiana, per rilassarsi e liberarsi dello stress accumulato e dello stato depressivo che era stato raggiunto standosene a casa. Attuandosi ciò, non appena le strutture ricettive ospitanti torneranno parzialmente o totalmente operative, il turismo domestico potrebbe nuovamente essere la forma di guadagno maggiore, rispetto ad un turismo incoming che è perlopiù stazionario e stagnante, data l’evidente situazione in declino. Per l’America però, sarà ancor più tragica la questione, dato che essendo essa una federazione di stati abitati da molte e molte più persone rispetto all’Italia e qualsiasi altro stato, è più difficile che venga debellato il virus, dato che la capacità di contagio è più alta rispetto a noi, sia per clima, sia per lo stile di vita degli americani, che è quasi completamente diverso dal nostro, a maggior ragione poiché tra il nord e il sud degli Stati Uniti, si denotano diverse differenze a livello persino culturale. Un altro settore attaccato maggiormente dagli effetti catastrofici portati dal corona virus, è quello dei trasporti, specialmente quelli che si occupano del turismo incoming e outgoing, come gli aerei e le navi da crociera, e che lavora a stretto contatto con il settore turistico, che giova a quest’ultimo poiché favorisce il viaggio ai clienti di altre nazioni presso la nostra. Tra gli aerei e le crociere, le più colpite per l’Italia, sono proprio le crociere, che rappresentano uno dei più grandi prodotti di maggior successo negli ultimi decenni, poiché in Italia sono presenti otto dei venti più importanti porti navali, per i passeggeri movimentati, questi si trovano a: Civitavecchia, Venezia, Napoli, Genova, Savona, Livorno, Palermo e Bari. Purtroppo, però essendo il turismo considerato per definizione “trasversale”, provoca un impatto ingente anche sul commercio, toccando significativamente l’economia nazionale, che come spiegavo precedentemente, verte in particolar modo, sulla cultura e l’arte italiana, rinomate in tutto il mondo, senza contare la cucina, che si tenta di replicare in più zone del globo, molte volte senza successo. A mio parere, come credo sia quello di altri, la questione è più seria dei dati riportati attualmente, sennonché proprio tragica. Pensare a quando tutto questo finirà, mi risulta difficile, e si complica ancor di più quando ascolto i telegiornali e leggo i quotidiani, grazie ai quali ho potuto tirare fuori questi pensieri fondati su dati effettivi, sperando però fino in fondo che siano solo mie paure e che presto mi possa risvegliare scoprendo che sia stato solo un incubo orribile.

Scritto da Natalino Pistilli - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

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