sabato 31 ottobre 2020

PER DANILA


Danila amava Patty Pravo. Amava cantare perché amava la vita. E la musica è vita. Danila la vita non l'ha semplicemente vissuta: l'ha aggredita per tenersela stretta, mentre il male aggrediva lei. Non si aggrappava alla vita. Era l'opposto: la volontà di vivere aggrappata a lei, alla sua forza, alla sua sfida di tutti i giorni, ormai da tre anni, dignitosa e tenace. Ricordare Danila vuol dire ricordare una persona normale che della sua quotidianità ne ha fatto una cosa straordinaria, fuori dagli schemi ma sempre dentro il rispetto per gli altri. Un carattere deciso e determinato, a volte scontroso, sempre socievole. Non c'è corese che non abbia qualche ricordo legato a lei. Chi firma questa nota ne ricorda, per esempio, l'entusiasmo e la gioia ma anche la serietà con la quale si preparò alla sua esibizione al teatro Brancaccio di Roma in una serata con tanti ospiti, organizzata dal comune amico Massimiliano Pistilli. Ovviamente scelse di cantare un brano della sua Patty: durante l'intervista che realizzai con lei aveva tra le mani un libro della sua cantante preferita e la gioia negli occhi, ma dietro le quinte, circondata dall'affetto di tutti, era emozionata e tesa: fu una splendida e sofferta esibizione, dinanzi ad un pubblico  arrivato nel prestigioso teatro romano anche da Cori. Danila non amava la retorica, e noi non possiamo oltraggiarla cedendo a questa tentazione che scaturisce, comunque, da un affetto sincero. Il modo migliore per chiudere è ricordare le parole del brano da lei tanto amato che, non a caso, i familiari hanno voluto sulla bara: "La cambio io la vita che/non ce la fa a cambiare me...portami al mare/fammi sognare/e dimmi che non vuoi morire". E Danila vive nel cuore della nostra comunità. 

"Il Corace" si unisce al dolore di tutti, dei più intimi, e dei suoi genitori.

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 7 del 2020 del "Il Corace"

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