lunedì 29 maggio 2017

CORI: VINI NEI CUORI

Successo per la Vetrina di Vini e oli di eccellenza di cori, cucina e prodotti tipici, cultura, arte e natura.

Fine mese di maggio all’insegna del tema agricoltura. Il 25 maggio si è svolto un incontro a Cori, su “Agricoltura e Società”. Presenti l’Assessore Regionale all’Agricoltura Carlo Hausmann, Mauro De Lillis e Simonetta Imperia.
Si è svolta poi la 1° edizione di “Cori, Vini nei Cuori”, vetrina dedicata ai Vini coresi di eccellenza, all’Olio extravergine di oliva, alla Cucina locale e agli altri Prodotti Agroalimentari tipici del territorio, tra cui il prosciutto cotto al Vino, organizzata dal Comune di Cori – Assessorato alle Attività Produttive e Settore Cultura - e dalla Pro Loco Cori, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio.

Un Viaggio nel Gusto e nell’Arte, tra Cultura e Natura, lungo un weekend, con tante iniziative da Vivere e Degustare, con epicentro il Complesso Monumentale di Sant’Oliva.

Si è partiti Sabato 27 maggio, con l’inaugurazione della Mostra sugli Oli e sui Vini.
Alle ore 17:30 è stato dato spazio allo spettacolo degli Storici Sbandieratori delle Contrade di Cori e alle ore 18:00 è stato dato inizio alle degustazioni (Vini di Cori, prosciutto cotto al Vino, olive, formaggi, primi piatti) che sono terminate alle ore 22:00.
Alle ore 18:30 è stato dato spazio, all’interno della splendida Cappella del Crocifisso, alle musiche e alle danze del ‘500 proposte dalla Compagnia Rinascimentale “Tres Lusores” di Cori.
A seguire, alle ore 19:30, è giunto in piazza Sant’Oliva il Corteo del Carosello Storico dei Rioni di Cori con successiva esibizione degli Sbandieratori del Leone Rampante di Cori.
Alle ore 20:30 invece hanno chiuso la magnifica serata le coreografie con il fuoco degli artisti di strada “Fire Animation” di Cisterna.

Il programma è ripreso poi nella mattinata di Domenica 28, alle ore 10:00, con la Conferenza dedicata alla tre principali Cantine di Cori, famose oramai in tutta Italia e nel mondo, seguita dal Seminario “Profano e Sacro: Vino e Olio nella simbologia, nella storia e nell’economia della Città di Cori”, degustazione sensoriale del Vino e dell’Olio di qualità a cura del Dott. Davide Marrocco, Sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier) e del Dott. Giulio Scatolini, Capo panel C.O.I. (Consiglio Oleicolo Internazionale).
Sono intervenuti per un saluto agli intervenuti Tommaso Conti, Sindaco di Cori; Sabrina Pistilli, Delegata all’Agricoltura del Comune di Cori, e Luigi Centauri, Presidente del CAPOL (Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina).
Alle ore 11:00 sono poi ricominciate le degustazioni (Vini, prosciutto cotto al Vino, olive, formaggi) che sono proseguite fino alle ore 13:00. La mattinata domenicale è stata chiusa infine dalla performance degli Sbandieratori dei Rioni di Cori.

Nelle due giornate è stato possibile effettuare visite guidate gratuite, a cura dell’Associazione “Arcadia”, del Museo della Città e del Territorio di Cori. A richiesta è stato anche possibile effettuare una visita straordinaria presso la Cappella della Santissima Annunziata a cura della Pro Loco Cori.

Tantissime persone, adulti e bambini, sia di Cori che forestieri, hanno così potuto vivere e degustare queste due bellissime giornate dedicate soprattutto ai Vini di eccellenza di Cori, esperienza che sarà con certezza ripetuta e migliorata nei prossimi anni. Una manifestazione Cori, Vini nei Cuori, che ha il principale obiettivo di promuovere le tantissime eccellenze del paese, un paese Cori che non ha niente da invidiare alle principali città del Lazio che vivono giornalmente soprattutto di Turismo.

All’evento hanno partecipato le Aziende: Cincinnato Cooperativa Agricola, Marco Carpineti, Pietra Pinta, Le Bontà di Patrizia Corbi & C snc, Macelleria Lepini di Saccucci Franco, Ristorante Ottavio Zampi, Trattoria da Checco di Luca Zerilli, Ristorante Settecamini di Cucchiarelli Maria.
Inoltre ha partecipato la nuova compagine di Produttori di Oli di Cori EVOOCORI: “I Lori”, “Rupe Bianca”, Rosa&Meo, “Odisseo”, “Frantoio Appetito”

Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

sabato 20 maggio 2017

ETICA, COERENZA, BENE COMUNE…

Quante parolone dette e non tenute in conto in questo periodo pre-elettorale.
Sono rimasto molto colpito da questo articolo del Sig. Renzo Dolci, l’ho letto e riletto attentamente e, qualcosa proveniente da un forte interesse per il benessere di questo paese mi porta a condividere ciò che è stato scritto.

A tal proposito, vorrei che i cittadini di Cori, i Coresi, animati da un amor di “patria”, riscoprissero l’importanza del voto elettorale, che andassero alle urne convinti della loro decisione, di aver dato fiducia a candidati che veramente la meritino e, che non siano animati da puri interessi personali come sovente accade. Mi chiedo anch’io come si possa “cambiar bandiera” da un giorno all’altro, quali siano le vere motivazioni di ciò: forse la caccia ad una ricca poltrona? La bramosia di avere ciò che non si è ottenuto dall’altra parte? E le idee politiche, gli ideali sbandierati ai quattro venti finora, dove sono finiti?

Dissolti nel nulla pur di apparire… Sarebbe un disastro per questo paese riporre fiducia in queste persone prive di valori morali ed etici, pronti a far passare la loro professione per la quale sono profumatamente retribuiti per un favore elargito dall’alto.. semplicemente con due paroline: “ti ricordi quando mi hai chiesto… e ti ho fatto…”.
Mancano anche di deontologia professionale.. ma forse non conoscono il significato di questo termine. Riponiamo allora la nostra fiducia in candidati che hanno un senso etico, troppo spesso dimenticato e una responsabilità morale e politica perché è questo che occorre.. non ci serve gente che abbia mire personali ed economiche.. ognuno viva del proprio lavoro e la politica sia messa al servizio di tutti i cittadini e non dei propri interessi.

Scritto da un cittadino corese - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

venerdì 19 maggio 2017

I ROBOT : IL LAVORO E IL FUTURO (OSCURO) DELL'ITALIA

PARTE PRIMA

I robot fanno paura… I robot ci toglieranno il lavoro… è sempre la solita vecchia storia che si ripete: cercare di fermare l’innovazione, perché agli italiani fare tecnologia proprio non piace. Siamo tra gli ultimi in Europa a livello informatico, investimenti pochissimi, la disoccupazione giovanile è ad oltre il 50%. Le nostre menti migliori sono costrette ad emigrare e… il ministro del lavoro Poletti se la ride soddisfatto! (Ricordate le sue dichiarazioni sulla fuga di cervelli?).

Questo è il triste e preoccupante scenario dell’Italia di oggi. Secondo l’ultima indagine svolta da Agi-Censis l’innovazione tecnologica e l’automazione spaventano gli italiani, soprattutto quelli appartenenti ai profili sociali più deboli e vulnerabili. Addirittura poi per un 10% parlare di automazione e di robotica significa proiettarsi in un libro di Isaac Asimov o tra gli androidi di Star Wars. Fantascienza, dunque, più che attualità o futuro prossimo.
Ma queste persone dimenticano quanta prosperità hanno portato le “macchine” (gli antenati dei robot) in un passato recente e meno recente, e che oggi diamo per ovvie e scontate. Provate a togliere un trattore a un contadino! Vedrete cosa vi succede! Come la storia insegna, il progresso non si può fermare. I robot esistono già da molti anni nelle grandi fabbriche, facendo i lavori più duri, ma anche quelli dove è richiesta la massima perfezione.
Pensate ad esempio alle auto, all’industria alimentare, aereospaziale, militare e agli altri tantissimi settori in cui vengono impiegati. In realtà la robotica nasce soprattutto per incrementare il lavoro, per sostituire mestieri faticosi, noiosi e pericolosi che nessuno più vuole o può fare, per creare cose nuove in cui le aziende investono.

Il manager della Wolkswagen Schwarzkopf contesta l’idea che la diffusione dei robot sia in qualche modo correlata alla diminuzione dei posti di lavoro, e cita come esempio contrario l’industria automobilistica tedesca, i cui impiegati sarebbero aumentati del 13% tra il 2010 e il 2015, mentre la presenza di robot aumentava (nello stesso periodo) del 17%. E così le macchine si sono evolute, si chiamano robot ma sempre macchine sono, e nel prossimo futuro, che lo si voglia o meno, saranno sempre più determinanti per l’economia di un Paese.

ROBOT, DRONI E ANDROIDI
Dalle grandi fabbriche pian piano i robot stanno arrivando tra noi. Robot che tagliano l’erba e puliscono le piscine. Robot musicisti, giocatori di scacchi. Robot programmati per aiutare non vedenti e disabili oppure per accudire bambini e animali. Robot nella ristorazione: aiuto cuochi (come Flippy) che cuoce hamburger perfetti e altri che servono ai tavoli e prendono le ordinazioni. Il robot creato dal MIT di Boston che costruisce un edificio di 600 mq in un solo giorno, facendo tutto da solo. Robot artificieri che disinnescano ordigni pericolosi. Robot sottomarini.
Le auto senza conducente, da considerarsi a tutti gli effetti dei robot, in cui stanno investendo i più grandi nomi mondiali, tra cui Google, Apple e alcune case automobilistiche. Non dovrai far altro che prenotare il servizio via smartphone e l’auto verrà a casa tua per portarti dove vuoi magari guardando comodamente un film. E probabilmente nel futuro, con l’abbattimento dei costi, potremmo anche evitare di acquistare un auto, ma di affittarla solo quando ci serve.

Tuttavia questi giorni sono ancora lontani… Poi ci sono i droni, robot volanti che in alcuni paesi già consegnano i pacchi a domicilio in pochi minuti, effettuano riprese aeree in luoghi inaccessibili. Fra qualche anno trasporteranno via aerea persone da un luogo all’altro delle città, muovendosi silenziosamente con energia solare. Per non parlare di tutto quanto di illegale possano fare (mettiamo in conto anche questa eventualità!). Gli androidi sono sicuramente i robot più inquietanti poiché hanno sembianze umane. Fa una certa impressione ritrovarsi a tu per tu con un androide che con voce suadente ci pone domande guardandoci negli occhi.

Ma ci dovremo abituare, poiché l’uomo sembra proprio aver puntato molto su di loro. Il motivo? È presto detto: è un investimento che si ripaga alla grande nel tempo in quanto i robot sofisticati possono da soli svolgere il lavoro di decine di persone; non hanno pretese, non si ammalano, non fanno sciopero, imparano velocemente eseguendo molti lavori alla perfezione. Tanto per fare un esempio, in Giappone si possono trovare androidi alla reception di un hotel per accogliere i clienti, che rispondono alle domande, ritirano i documenti. Conoscono tutte le lingue, sono spiritosi e gentili, stanno lì 24 ore su 24, non creano problemi, svolgendo il loro lavoro in modo impeccabile, sempre. E la cosa più incredibile è che… attirano i turisti! Sono a tutti gli effetti delle vere e proprie star.

Tutta questa “roba” qui ci toglierà il lavoro. Sì, i lavori tradizionali così come li abbiamo concepiti fino ad oggi, ma sicuramente ci aiuteranno a crearne di nuovi. Tantissimi sono i mestieri scomparsi nel secolo scorso e non solo a causa delle macchine. Scompaiono proprio perché non più richiesti o troppo onerosi. I tempi cambiano, le mode si evolvono e tutto va costantemente ripensato. L’uomo, come è sempre stato, si adatterà a questa evoluzione, plasmando il suo futuro proprio grazie a queste innovazioni. Ma a cosa porterà tutto questo? Come possiamo difenderci da questa “invasione”? Quale futuro ci dobbiamo aspettare? (continua nel prossimo numero)

Scritto da Pino Varone - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

giovedì 18 maggio 2017

TEATRO AL CENTRO SOCIALE DI CORI

Il Gruppo teatrale di “Argento Vivo” ha rappresentato “Quando serve ‘na cura”, commedia dialettale di Tonino Cicinelli


Tra le tante e varie manifestazioni che avvengono dentro il Centro Sociale “Argento Vivo” di Cori, attraverso l’impeccabile organizzazione del suo Presidente Enrico Todini, coadiuvato dall’intero Comitato, sta assumendo un ruolo importante anche il Teatro.

Sabato 29 aprile, alle ore 17,30, di fronte ad un numeroso pubblico, comprendente anche il sindaco Tommaso Conti, gli attori del Centro: Giorgio Tora, Ilse Palombi, Costantino Capogrossi, Augusta Cappella, Teresa Giusti, Cesare Ricci e Maria Concetta Galati, hanno dato vita ad una spassosa commedia in tre atti dal titolo “Quando serve ‘na cura”, scritta da Tonino Cicinelli che ne ha curato anche la regia, con scenografia ed organizzazione di Luisa Longhi e musiche di Carlo Antinozzi.

La vicenda narra di una coppia, marito e moglie, lei sarta e lui contadino; il capofamiglia, pressato dalla moglie perché convinta che in lui qualcosa non funziona più, viene spronato, dopo l’insuccesso intervento di uno psicologo, a farsi visitare da un primario chirurgo, consigliato dall’amica del cuore della moglie, che gli propone, complice una dottoressa assistente consenziente, un intervento “radicale”, “in toto”, di trapianto, per recuperare le migliori funzioni sessuali.
Sventato il tentativo maldestro del chirurgo, anche perché questi viene arrestato per i suoi loschi traffici sanitari, la moglie non si dà pace perché vorrebbe vedere il consorte più attivo sessualmente. Si scoprirà, invece, che il marito ha una relazione segreta con un’amante in campagna.
Tutta la vicenda, attraverso situazioni comiche, si risolverà quando la moglie verrà a conoscenza di essere in stato interessante, evento che riporterà la pace in famiglia.

Gli “attori” si sono impegnati in modo ammirevole, un impegno che ha dato concreti frutti di successo, anche considerando il fatto che gli stessi protagonisti, pur non più giovanissimi, anche se si erano cimentati precedentemente in due brevissime farse, non erano mai saliti alla ribalta di un palcoscenico con la realizzazione di una intera commedia, quindi degni, ancor più, di meritati complimenti.
Non solo, ma i collaudati “attori”, sempre sotto la guida paziente e assidua di Tonino Cicinelli, sono pronti per un altro impegno teatrale che continuerà a dare soddisfazioni non soltanto a loro, ma all’intero Centro Sociale “Argento Vivo” di Cori.

Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"


mercoledì 17 maggio 2017

CORA CANEM: UNA REALTA'!

Cari amici Coresi siamo qui per dirvi che Cora Canem non è più un miraggio o solo un progetto, ma una realtà che presto vivremo in compagnia dei nostri amici pelosi.

C’è l’impegno a firmare la convenzione con il comune senza la quale non si potranno iniziare i lavori. Spetterà a noi rimboccarci le maniche e iniziare questa avventura con i nostri amici. A proposito di amici voglio raccontarvi brevemente la storia della mia grande amica e compagna di avventura: She’s The One dei cani di Gioia, per gli amici Kira.
Lei è entrata a far parte della mia vita in un momento molto triste. Avevo perso mio nonno e il mio primo cane, Maya. Ero caduto in depressione, avendo anche attacchi di panico, per non parlare dei pessimi risultati scolastici. I miei genitori decisero allora di prendere un altro cane, ma io non lo volevo assolutamente. E invece Kira si è rivelata la mia salvezza. Mi ha aiutato come se fosse un angelo custode e non smetterò mai di ringraziare i miei genitori.
All’età di un anno volevamo trovare una associazione per poterla addestrare e siamo venuti a conoscenza della SICS- SCUOLA ITALIANA CANI SALVATAGGIO. Data la grande bravura di Kira, un percorso addestrativo che può durare addirittura 4 anni, lo abbiamo portato a termine in un anno e siamo diventati la più giovane unità cinofila operativa ottenendo tutti i certificati e anche grandi risultati.
Durante il mio primo anno di servizio non sono accaduti fatti degni di nota, ma soltanto piccoli interventi. È durante il secondo anno di servizio che ho compiuto il mio primo vero e proprio salvataggio, riuscendo a strappare alla morte una persona. Quel giorno Kira diventò l’angelo custode anche del signore che si era trovato in pericolo. È inutile descrivere la commozione e la profonda gratitudine del signor Franco e della sua famiglia.
È stata una giornata molto importante che ha cambiato la mia vita, mi ha messo davanti ai rischi del mare, ma mi ha aperto gli occhi sulla grande compagna che ho al mio fianco. Come se mi avesse letto nel pensiero, non ho avuto neanche il bisogno di chiamarla e mentre nuotavo tra le onde alte sentivo la sua forza vicino a me. Il nostro rapporto, così forte e indistruttibile, è la base essenziale per poter compiere questi gesti che possono addirittura salvare la vita di una persona.

Perciò vi dico: amate il vostro cucciolo, forse non lo sapete ma loro sono degli angeli a quattro zampe.

Cora Canem è su FaceBook, chiunque fosse interessato o avesse delle idee da proporre può liberamente contattarci. Ci aggiorniamo al prossimo numero de “Il Corace” e in alto le code!

Scritto da Yerson Raul Placidi - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

martedì 16 maggio 2017

EMO-AZIONI E SENTIMENTI ISTRUZIONE PER SBAGLIARE DI MENO QUANDO INVESTIAMO I NOSTRI SOLDI

Sono quasi 30 anni che il modo in cui ragioniamo e il modo in cui prendiamo decisioni in campo economico e finanziario sono diventati oggetto di studio da parte della psicologia e delle neuroscienze. Grazie a questo approccio oggi conosciamo i punti di contatto tra i comportamenti economici, i meccanismi cognitivi e le funzioni celebrali.
Sappiamo cosa muove le nostre scelte, quali emozioni proviamo e quali motivazioni ci spingono. Almeno dal punto di vista accademico è ormai patrimonio acquisito il principio secondo il quale il solo calcolo utilitaristico non è che una (e una delle più rare) ragioni di scelta. A governare le scelte ci sono le nostre emozioni, le valutazioni che facciamo e gli atteggiamenti che ne discendono.

Non so quanti di voi abbiamo letto saggi e articoli scientifici in tema o siano consapevoli delle conseguenze di queste scoperte. Si tratta, tuttavia, di un patrimonio di conoscenza che vale oro per chi vive sulle nostre scelte finanziarie.
Immaginate ad esempio chi deve venderci un conto corrente, un servizio, un prestito o un investimento … C’è qualcuno che ci studia e ci conosce molto meglio di come ci conosciamo noi, per così dire. Tutti i giorni prendiamo decisioni in condizioni di incertezza, siamo vittime inconsapevoli di meccanismi mentali spontanei che rischiano di diventare nemici dei nostri risparmi. Come quando proviamo fiducia in modo ingiustificato verso qualcuno (“in banca ne sapranno sicuramente più di me”) e diffidiamo, apparentemente senza ragioni, di fenomeni e persone perché sono nuovi, ad esempio (“Mai investirei i miei soldi in quella società! Non ne ho mai sentito parlare prima”).

Talvolta restiamo affascinati da particolari irrilevanti ma che catturano la nostra attenzione e ignoriamo di ascoltare l’aspetto principale: le nostre emozioni. Al centro delle nostre scelte c’è soprattutto un sentimento, la fiducia: verso gli altri e verso se stessi. Si confida negli altri o nelle proprie possibilità e questo produce un sentimento di sicurezza e di tranquillità.
Se mi fido del mio consulente o della banca che frequento cambia il mio atteggiamento e il livello di attenzione che metto nei loro confronti si abbassa. Purtroppo - lo hanno dimostrato molti studi - quando ci sono di mezzo i soldi si verificano effetti distorsivi sulla fiducia.

Le persone, infatti, soffrono di un ‘eccesso di fiducia’ e questo eccesso le tradisce proprio quando mentre stanno affrontando scelte in situazioni di incertezza. Per essere più precisi sono due eccessi di fiducia che ci colpiscono: un eccesso verso le nostre conoscenze (quello che gli americani chiamano overconfidence, diffuso, ad esempio, tra gli esperti finanziari) e un eccesso verso gli altri (che gli inglesi chiamano trust), tipico dell’atteggiamento dei clienti verso i consulenti.
La maggior parte di noi ha troppo trust verso il proprio consulente e quest’ultimo ha bisogno di dimostrare (o spesso ha) troppa confidence nella propria capacità di fare valutazioni.

Come comportarsi allora quando facciamo previsioni su ciò che accadrà ai nostri investimenti?

Ciò che conta non è tanto quante cose sappiamo ma la capacità di coltivare il dubbio. Non la fiducia ma il dubbio verso il proprio giudizio. Molti studi hanno dimostrato che fanno previsioni più corrette coloro che sono cauti e umili perché prendono in considerazione un numero di variabili maggiori e talvolta pensano male (“… che a pensar male…”).
La capacità di dubitare e di imparare dal passato. Dagli errori propri e altrui. La capacità di diffidare dai pregiudizi, di non farsi influenzare dagli altri: tutto ciò fa di noi migliori ‘supervisori’ e investitori più efficienti. Diffidiamo sempre da chi ci vende certezze.

Scritto da Antonio Cajelli - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

lunedì 15 maggio 2017

RIFLESSIONI DEI LETTORI

Ormai c’ho preso gusto a tastare il polso del ridente (si dice così) comune lepino. Fuori dal...Cori (battuta frusta) e mi diverto, con rispetto, a rimirar le genti. A giugno si vota. Si è chiamati ai seggi. Osservo. Scruto. Origlio. Impegno quasi tutti i sensi per farmi un’idea antropologico-sociologica su cosa accade ad una comunità quando ci si deve dare un “governo”.
Una prima lettura mi sovviene nel notare che ci sono vari “archetipi gestuali”: trionfo di pacche sulle spalle, strizzate d’occhio, saluti ipercalorosi a chi si è ignorato negli anni precedenti, sorrisi fissi che sembran paresi....et similaria. Si vota. Nel titolo appare un calambour anodino.

Lo spiego. Vuol essere un augurio. Un auspicio. Che il voto diventi ex voto. Che alla conta delle preferenze segua la formazione di una giunta a cui la popolazione tutta sia grata. Per grazia ricevuta. Non conosco i contendenti. Non voto a Cori. Faccio l’impiccione. Ma ascolto i commenti che vengono dalla pancia del paese. Geremiadi inascoltate da chi guida il Comune. Segnalazioni di cose che non vanno. Lamentazioni spesso legittime. Si promette.

Magari si ottiene la soluzione per sé. Raramente si soddisfa il bene comune. Guarda caso leggo sull’ultimo numero del Corace che si è “trovata” l’acqua per la piscina comunale....Nuotare fa bene alla salute, leggo....rendere migliore il proprio territorio pure....nessun desiderio polemico ma la tempistica del bando pro piscina lascia qualche perplessità.

Non vorrei trionfasse il guicciardinismo. Il famigerato “particulare” alligna ovunque purtroppo. “Faremo” è il tempo più diffuso tra le classi dirigenti. Questo lo dico con un pizzico di qualunquismo ma tant’è. Eppure credo che la tanto auspicata “ventata nova” che occorrerebbe all’Italia intera dovrebbe partire dai piccoli borghi. Dai microcosmi. Cori sia laboratorio di rivoluzione. Tracci un solco che, per quanto infinitesimale, rappresenti un esempio.
Eletti ed elettori fate il miracolo laico della creazione di una comunità fertile, solidale, non autolesionistica. I primi restituiscano la fiducia dotando il paese di strutture utili e durature. Se promettono mantengano. I secondi non applichino la regola del chissenefrega cosa accade fuori dal mio cortile. Voto....ex voto. Dalla scelta di chi guiderà Cori e dalla sua azione, nasca la gratitudine di una comunità “miracolata”. Ed io che mi faccio i fatti vostri e magari suscito fastidio in chi corese è.... beh possa tornare ad ascoltare le “voci di dentro” soddisfatte per le “cose” realizzate per il bene comune.

Scritto da Mario Trifari (abitante sincero di Cori) - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

domenica 14 maggio 2017

L'ECONOMIA A PORTATA DI TUTTI: PENSIONATI ALL'ESTERO E TENORE DI VITA

Da qualche anno assistiamo ad una vera e propria emigrazione dei nostri pensionati verso mete estere di notevole bellezza ed economicità. Si parla ad esempio della Tunisia, Costa Rica, Africa, Sud America ma soprattutto Paesi dell’Est Europa e non, ove il pensionato italiano gode di una miglior qualità della vita ed una notevole riduzione della pressione fiscale (livello di tasse applicate su un reddito percepito).
Addirittura, per chi fosse poco pratico con la burocrazia o per chi invece non ha voglia di pensare a tutto, sono nate delle vere e proprie agenzie di consulenza che, oltre a sbrigare le pratiche presso gli Istituti italiani, trovano anche sistemazioni immobiliari in base alle esigenze del richiedente, consigliando il luogo adatto dove risiedere, mettendoli in contatto con le agenzie locali e poter cosi cambiare vita nel giro di poco tempo.

Ma perché c’è questo fenomeno?
Perché il nostro Governo negli anni ha emanato leggi che incidono sempre più sul reddito percepito dagli individui (inteso come reddito derivante da attività lavorativa o da pensioni), i quali si riducono sempre più a causa della pressione fiscale (incidenza di tasse e imposte sul reddito). Questo tema da sempre affrontato per famiglie ed imprese, implica la minor possibilità di effettuare acquisti, a maggior ragione per i pensionati, i quali percepiscono una pensione purtroppo sempre meno adeguata al costo della vita attuale, dovendo scegliere ogni giorno se comprare le medicine od il pane.

Ciò accade perché non c’è relazione tra quanto versato e quanto percepito. Il problema viene eliminato spostandosi dall’Italia, dove si diventa “ricchi”, avendo un tenore di vita molto più alto rispetto a quanto possibile in Italia.
Ricordo un’intervista ad un anziano qualche tempo fa che dall’Italia era emigrato in Africa; con la sua pensione di soli cinquecento euro aveva una casa con la piscina, che non usava molto, ma aveva comprato perché era il suo sogno di una vita; la spesa massima mensile per il cibo era di cinquanta euro e le tasse paria a circa duecentocinquanta euro l’ anno. E l’ho visto felice.

Ora che questo fenomeno è divenuto importante lo Stato italiano ha pensato di tracciare i connazionali pensionati residenti all’ estero per controllarne il tenore di vita e l’adeguatezza dell’importo della pensione; credo invece che sia un modo per tassare alla fonte le pensioni prima di essere erogate all’estero in modo da disincentivare la fuga di capitali dall’Italia (le persone che posseggono denaro lo spendono o lo investono in altri Paesi diversi da quello di provenienza).
Riconosciuto il fatto che l’uscita dal nostro Pese delle pensioni implica riduzione degli investimenti e di produttività per l’Italia, non è anche vero che è lo stesso Stato che li ha costretti ad abbandonare il loro Paese, non sentendosi tutelati ed aiutati per le prime necessità? E poi, dopo un a vita a lavorare e a pagare tasse, i nostri pensionati non avranno il diritto di decidere dove passare gli anni che gli restano e magari avere tutto ciò che non hanno potuto avere?
Penso che lo Stato debba prima controllare le sue manovre, poi i nostri pensionati.

Scritto da Eleonora Angelini - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

sabato 13 maggio 2017

BISOGNA SAPER VINCERE… NON SEMPRE SI PUO' PERDERE CARO CENTRO-DESTRA

Ed eccoci alle Amministrative Comunali dell’ 11/06/2017.

Quale è stata la dinamica degli avvenimenti politici nel nostro comune nel processo di avvicinamento a questa data?
In sostanza si sono creati tre schieramenti: quello di Centro-Sinistra, di Centro-Destra, e i Cinque stelle. La presentazione delle liste entro il 13/5/17 è stata alquanto rocambolesca. Il PD ha avuto scissioni e fuoriusciti, comunque il Centro Sinistra è l’unico schieramento che ha fatto le primarie con l’Assessore al Bilancio del PD De Lillis che prevale sull’Assessore al Sociale Cochi fuoriuscito dal PD. De Lillis è nominato aspirante sindaco nella lista del Centro Sinistra, che essendo la corrente più organizzata tra conflitti interni e scissioni si ricompatta formando una squadra (Cori e Giulianello insieme) con nomi parzialmente nuovi, ma soprattutto con facce note e il candidato sindaco, l’Assessore al Bilancio uscente che è stato in carica 10 anni e che promette di fare cose che in 10 anni non sono state mai fatte, come e soprattutto il pareggio in bilancio.
Secondo me questa è una squadra creata e progettata sulla falsa riga di quelle della vecchia amministrazione Conti, che cercherà come la precedente di governare senza né alti né bassi, senza nessuna discontinuità con il passato, secondo la vecchia politica cercando solo mestamente di fare i compitini a casa; se invece è altro, De Lillis ce lo deve dire, ma soprattutto lo deve dimostrare quando tra breve sarà Sindaco.

Altro discorso, e piuttosto breve, è quello dei “5 Stelle” che sono molto bravi ad ululare ai quattro venti le loro verità, ma lo sono molto meno nel contare il numero dei rappresentanti della loro lista tanto che la Commissione Elettorale la boccia all’instante quando viene presentata; conti sbagliati o ritirata strategica che contempla l’innata paura e la inadeguatezza di questo movimento a governare? Non lo so, ma quello che so è che è facile parlare e criticare dagli spalti.

E veniamo al Centro Destra. Come è risaputo, avevo espresso il desiderio di candidarmi sindaco; so che governare bene un Comune è cosa ardua da fare; le difficoltà sono tante, ma con una buona squadra (che tra l’altro stavo già allestendo) e la tenacia che certamente non mi manca, mi sarei impegnato per governare nel migliore dei modi.
Il mio progetto di governo che ho espresso sia scrivendo articoli sia parlandone in mezzo alla gente (fino ad ora a 20 giorni dalle elezioni non ho ancora sentito da nessuna parte uno straccio di programma) era ambizioso ed innovativo ma non è stato apprezzato dalla mia corrente; pazienza me ne farò una ragione. Sono stato consigliere ed assessore comunale per 18 anni sottraendo al mio lavoro da imprenditore ed alla mia famiglia tempo prezioso per dedicarlo al mio territorio e non me ne pento perché l’ho fatto per un impegno civico che sentivo e che sento ancora dentro.

Il centro sinistra si è mostrato litigioso, rancoroso, frammentato ed ha mostrato il fianco, fornendo un assist storico al centro destra per vincere questa tornata elettorale. Non ne abbiamo approfittato; a volte tra di noi sembra passare il messaggio “meglio perdere dagli altri che vincere con dei nostri che non ci sono simpatici”….della serie “facciamoci del male da soli”.
Con la scelta di questa lista, e non me ne voglia Sorcecchi candidato sindaco, abbiamo noi aperto una autostrada alla vittoria del PD ed al centro sinistra che inevitabilmente ci asfalterà.

Ecco questa è la mia analisi. Esco dalle mura del palazzo e rientro nelle vesti del concittadino dopo molti anni, ma sarò sempre innamorato del mio paese e del mio territorio, vigilerò fuori dal palazzo comunale con gli strumenti consentiti sull’operato della nuova amministrazione qualunque essa sia e non facendo sconti a nessuno.

Scritto dal Consigliere BRUNO CANALE - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

venerdì 12 maggio 2017

ARTEMISIA GENTILESCHI E IL SUO TEMPO

Si è conclusa da poco la bellissima mostra tenutasi a Roma presso Palazzo Braschi su “Artemisia Gentileschi e il suo tempo”. Anna Banti, l’autrice della biografia ARTEMISIA la definisce una grande dama, una donna che ha saputo rivendicare il diritto di essere libera come un uomo.

Artemisia nasce a Roma nel 1593, si maschera da uomo per essere accettata negli ambienti artistici, all’epoca prettamente maschili. E’ certamente impossibile ignorare quel marzo del 1612 quando fu intentato da Orazio Gentileschi, padre di Artemisia, quel processo contro l’amico e collega Agostino Tassi che nel maggio dell’anno precedente aveva violentato Artemisia.
È stato infatti questo episodio, spesso a prevalere sulla bravura di Artemisia come pittrice ricordata e rivalutata, piuttosto come emblema e modello storico da citare o meglio da utilizzare anacronisticamente per avanzare rivendicazioni infarcite spesso di retorica femminista. Negli anni sessanta la Gentileschi divenne un vero e proprio simbolo del femminismo internazionale. Artemisia, artista d’eccezione è stata dimenticata, trascurata proprio dagli storici suoi contemporanei, che per primi si interessarono più alla sua insolita vicenda personale che non alla sua opera.

Si deve a Roberto Longhi, grande storico dell’arte, che con un suo studio del 1916 fece un primo tentativo serio di analisi della sua produzione artistica nel più vasto contesto del caravaggismo e soprattutto una prima accurata distinzione delle opere della figlia rispetto a quelle del padre.

Artemisia cominciò prestissimo a cimentarsi nella pittura, in parte spinta dalla curiosità per il lavoro del padre, ma soprattutto dalle doti naturali. Già nel 1609, all’età di sedici anni, dipingeva con grande abilità, di quell’epoca è una “Madonna con bambino” di fattura eccezionale; solo due anni dopo Artemisia uno dei suoi capolavori “Susanna e i vecchioni”, è proprio in quel periodo che Orazio lavorava in collaborazione con Agostino Tassi, “lo smagiasso”.
Il Tassi, pittore di talento, ma incostante nel lavoro, si fermava spesso in casa Gentileschi e fu lo stesso Orazio a chiedergli di iniziare Artemisia alla prospettiva. È proprio in una di queste occasioni che il Tassi si infatuò di Artemisia e la violentò, il processo iniziò dopo un anno, nel maggio del 1612 e terminò dopo cinque mesi con una lieve condanna per il Tassi. Artemisia non fu mai creduta, dopo aver subito l’umiliazione di plurime visite ginecologiche fu sottoposta alla tortura dello schiacciamento dei pollici, nonostante ciò non ritrasse mai la sua deposizione.
Gli anni a seguire furono anni di viaggi e anche di grandi soddisfazioni, conobbe e collaborò con gli artisti più stimati del suo tempo, nel 1637 intraprese un lungo viaggio che la portò alla corte di Carlo I dove lavorò al palazzo reale di Greenwich. L’ultimo periodo della sua vita fu uno dei più difficili, aveva molti problemi di salute e di conseguenza problemi economici, l’esaurirsi della vena artistica resero i suoi ultimi quadri meno interessanti, fino alla morte che sopravvenne nel 1652 a soli 59 anni.

Scritto da Giorgio Chiominto - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

giovedì 11 maggio 2017

PROMOZIONE DEI BORGHI DEL LAZIO

Sono state pubblicate le graduatorie del ‘Bando Borghi”, l’avviso pubblico finanziato con 1,6 milioni di euro dalla Regione Lazio e dedicato alla valorizzazione e promozione turistica dei Comuni della regione. I progetti sicuramente finanziati sono 32 con possibilità di scorrimento della graduatoria.
I vincitori avranno uno strumento in più di promozione turistica e potranno valorizzare il loro territorio, contestualmente a manifestazioni storiche e culturali. Si tratta di una strategia condivisa, già partita durante il Giubileo della Misericordia, per incrementare l’interesse turistico nelle province della nostra regione.

Per quanto riguarda la nostra provincia i progetti riguardano Priverno, in aggregazione con i comuni di Carpineto Romano, Cori, Maenza, Roccasecca dei Volsci, Sonnino; Sermoneta; Fondi; Unione dei Comuni del distretto turistico del golfo di Gaeta e isole Ponziane Gaeta, Formia, Itri, Minturno, Spingo Saturnia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Ventotene.

Quindi anche il Comune di Cori rientra nella programmazione ed in questo modo i Comuni potranno avviare interventi per migliorare l'offerta turistica. La valorizzazione di piccoli borghi costituisce oggi un tema di grande attualità per il Paese in relazione alla tutela di un diffuso patrimonio minore di interesse storico e ambientale.
Questo obiettivo mira alla promozione di un turismo lento in stretto collegamento con quello culturale, alla riscoperta dei prodotti tipici dei luoghi, allo sviluppo di attività turistico-ricettive, unitamente all'incremento del valore patrimoniale di incentivo per la riqualificazione dei beni immobili, con conseguente crescita occupazionale nel settore edilizio.
L'auspicio è che la prossima amministrazione che guiderà la città di Cori e Giulianello possa concretizzare nel migliore dei modi questo finanziamento per valorizzare, rilanciare e promuovere le bellezze antiche dei nostri borghi.

Scritto da Antonio Betti - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

mercoledì 10 maggio 2017

ALCUNE DOMANDE A DE LILLIS E A SORCECCHI

Da molto tempo si parla della gravissima situazione finanziaria del Comune di Cori (riteniamo che il deficit complessivo ammonti a circa 15 milioni di euro, da dissesto finanziario!), come intendete intervenire dal momento che non ne fate cenno nel Vostro programma amministrativo?
De Lillis risponde:
Il consuntivo 2016, approvato pochi giorni fa dal Consiglio Comunale, sintetizza gli effetti delle riforme che hanno interessato gli enti locali negli ultimi anni e fissa in modo definitivo il deficit complessivo dell’Ente a 5.300.000 euro. Il disavanzo di 5.300.000 euro deriva dalla determinazione di un fondo crediti di dubbia esigibilità di 2.900.000 euro e da una anticipazione di tesoreria non ricostituita di 2.400.000 euro.
Alla luce di tutto ciò, i principali interventi da porre in essere dovranno concentrarsi principalmente sull’incremento della capacità di riscossione dei crediti tributari presenti nel bilancio, che ammontano, alla data del 31.12.2016, a 4.500.000 euro. Un importo rilevante che incide pesantemente sul deficit e sulla carenza di liquidità dell’Ente. Contemporaneamente, un’importante operazione di razionalizzazione e di efficientamento dovrà essere effettuata anche sul versante della spesa corrente, oramai sempre più rigida ed incomprimibile. Per poter concretizzare questi interventi non sarà necessario soltanto l’impegno di un Sindaco o di una Giunta, ma servirà soprattutto l’aiuto di tutta la Comunità di Cori e di Giulianello.

Sorcecchi risponde:
Riteniamo che la situazione in questo campo sia veramente seria. E’ stato accertato due anni fa un Disavanzo di 6.000.000,00 € e quindi, per 30 anni dobbiamo recuperare 200.000 € l’anno. Aggiungiamo che paghiamo anche, 150.000 €/anno per il prestito di 3.000.000,00 € che la Cassa Depositi e Prestiti ci ha elargito per pagare fatture insolute al 31.12.2013 e riguardanti gli arretrati. Inoltre il Comune che ha un bilancio corrente di circa 7 mln €, campa con un’anticipazione (3-3,2 mln €) che è pari quasi alla metà del bilancio stesso. Sommando il tutto si arriva ad un debito di circa 10-11 milioni di euro.
Con il nostro arrivo a Palazzo, verrebbero drasticamente ridotte le prebende varie che sono state elargite in questi dieci anni alle associazioni, alle cooperative ed alle società vicine al Pensiero Dominante e più in generale alla Sinistra tutta! Oltre alla riduzione delle spese saremmo in grado di ridurre le tasse. Avremmo maggiori entrate: con il pagamento del suolo pubblico da parte di chi lo occupa (senza fare sconti agli amici), il pagamento dell’IMU sulle aree edificabili che hanno acquistato valore con il PRG (senza esonerare gli amici), incassando il dovuto ed il previsto da chi occupa i beni comuni, da chi ne trae enorme profitto, e da chi li ha avuti in dono. Soltanto così, i bravi cittadini potranno finalmente pagare meno tasse!!!
Quali sono le prime tre priorità del Vostro programma amministrativo?

De Lillis risponde:
Il raggiungimento di qualsiasi obiettivo programmatico necessità di una organizzazione della macchina amministrativa sempre più efficiente ed efficace. Per tale motivo il programma amministrativo si pone come prima priorità la riorganizzazione e ottimizzazione degli uffici comunali e delle risorse umane disponibili. Sarà necessario potenziare gli uffici con professionalità che siano in grado di reperire fondi regionali, nazionali ed europei.
Come seconda priorità proponiamo una maggiore sensibilizzazione al decoro urbano, alla cura/ rispetto delle aree verdi e dei giardini di Cori e di Giulianello. Proponiamo una maggiore pulizia del Paese. In particolare, saranno oggetto della nostra attenzione i cimiteri di Cori e di Giulianello. In primis il cimitero di Cori, dove la nostra azione di intervento sarà duplice. Pensare a una forma di gestione e di manutenzione ordinaria tale da renderlo decoroso ed accogliente. Realizzare l’ampliamento già progettato dalla passata amministrazione.
Sarà importante, altresì, creare spazi dove bambini e famiglie possano trascorrere del tempo all’insegna del divertimento in sicurezza e in luoghi puliti. La terza priorità è rappresentata dalla concretizzazione del piano di rientro degli usi civici con l’ASBUC. Un piano che prevede la restituzione alla comunità di Giulianello di 750.000 euro in 15 anni. Questo significherà condividere con l’ASBUC e con tutta la comunità di Giulianello, magari con una forma di partecipazione popolare, l’utilizzo di queste risorse, che per esempio potrebbero essere destinate all’acquisizione di un immobile da destinare ovviamente a sede dell’ASBUC, ma anche a quella della Delegazione Comunale di Giulianello, facendo peraltro in modo di risparmiare importanti risorse che oggi vengono impiegate per pagare l’affitto nei locali dove attualmente si trovano gli uffici comunali.

Sorcecchi risponde:
La Sicurezza, il Decoro Urbano e la Salute del Cittadino.
La Sicurezza deve intendersi come il perseguimento di un ordine negoziato, nel mio programma è prioritario il rispetto delle regole e il miglioramento della vita promuovendo un equilibrio generale nel tessuto della città. Si deve porre in essere un nuovo approccio alla funzione della Polizia Locale, secondo un modulo di servizio che impone la presenza della stessa il più possibile vicino ai luoghi sociali dove si origina "una domanda di servizio” e di riassicurazione. Si dovrà in particolare organizzare e porre in atto le attività tipiche di Polizia, una filosofia operativa e un riesame di connotati qualitativi del servizio offerto ai cittadini. Bisogna potenziare il ricorso alla Videosorveglianza nel maggiore dei luoghi possibili, senza temere in modo alcuno di violare la privacy dei cittadini bensì di far sentire tutti SICURI NELLE PROPRIE ABITAZIONI. Si dovranno prendere iniziative volte ad impedire l'emarginazione dei giovani, la tossicodipendenza, il ricorso contro la violenza nelle scuole e nella Società.
Il Decoro Urbano è necessario per tenere un’immagine della Città sempre ordinata e pulita, esaltando le bellezze naturali e architettoniche, sia per i cittadini che per i visitatori che vengono a Cori per turismo culturale ed enogastronomico. Per il decoro urbano cercherò di creare un senso civico e anche una coscienza nel cittadino nel recupero e nel mantenimento dei beni comuni, nel frattempo ci sarà un impegno MANIACALE nel curare tutti, dico tutti, gli spazi pubblici, verdi e non, di Cori e Giulianello togliendoli dal degrado odierno e riportandoli ai fasti ed alla bellezza dei tempi della Amministrazione di Tommaso Bianchi della quale mi pregio di aver fatto parte e di aver ricoperto anche il ruolo di Vice Sindaco!
La Salute del Cittadino è l`obiettivo generale dell`Amministrazione Comunale con la ricerca del benessere nello spirito di solidarietà, partecipazione e ricerca delle condizioni favorevoli per il raggiungimento di un sistema in grado di offrire servizi qualificati su tutto il territorio del Comune di Cori. La salute investe tanti settori, tra questi esiste l’esigenza primaria della popolazione che è quella della potabilità dell’acqua dell’acquedotto comunale. Il problema annoso è la stabilizzazione del contenuto di metalli pesanti nell’acqua i cui valori eccedono naturalmente quelli previsti per legge. La società di gestione del servizio idrico, Acqualatina Spa, ha messo in atto, in ritardo, un sistema di dearsenificazione che deve essere sempre monitorato e manutenuto. L’associazione che mi sostiene “L’Altra Città”, si vuole impegnare con azioni pratiche, immediate e concrete che vadano incontro alle necessità quotidiane della popolazione: monitoraggi più attenti e frequenti dei valori di potabilità delle acque; sistemi di comunicazione rapida ed efficace per avvisare la cittadinanza di ogni situazione di superamento dei limiti di potabilità; riattivazione di una pagina web con informazioni aggiornate e dati recenti, visto che quella esistente nel sito del Comune è ferma a dati vecchi e risalenti nel tempo con re indirizzamento al sito della Asl anch’esso fermo a dati dell’anno passato. Per ultimo in ordine cronologico, pensiamo che sia da ripotenziare l’Ospedale di Comunità che è stato il primo attivo nella Regione Lazio, il 17° in Italia dove è stata una soluzione alternativa alla chiusura o alla destinazione riabilitativa della struttura allo scopo di tutelare al meglio la salute della popolazione di Cori e dove i cittadini affetti da patologie non gravi sono stati stati ricoverati. Tale struttura doveva assicurare quanto era indispensabile per determinate patologie frequenti nella nostra popolazione ed invece, tutto ciò è stato stravolto o dimenticato dall'Amministrazione che negli ultimi 10 anni ha amministrato la nostra Città.

In che modo pensate che il turismo possa fare sistema a Cori e Giulianello e quali strategie proponete perché ciò avvenga?

De Lillis risponde:
La futura amministrazione dovrà pensare a progetti di più ampio respiro, che vadano verso la promozione e la valorizzazione delle nostre eccellenze e bellezze, rappresentate dai beni architettonici, dai prodotti tipici, dalla nostra cultura. Si dovrà lavorare fortemente su questi elementi per rafforzare ancora di più la vocazione turistica che Cori possiede. Il vero obiettivo è quello di fare sistema con tutti i comuni limitrofi affinché si creino le basi per un’offerta turistica distrettuale. E la nostra città può essere identificata come la capitale turistica dell’area dei Monti Lepini per l’importante posizionamento geografico quale crocevia dell’area dei Castelli Romani, dell’area della Pianura pontina e per la prossimità ai grandi centri urbani. Un intervento strategico di sistema è altresì rappresentato dall’azione di tutela, di salvaguardia e di valorizzazione di tutta l’area del Lago di Giulianello, in cui pensare di riaprire la Doganale e realizzare un percorso naturalistico che colleghi i tre monumenti naturali: Lago di Giulianello, Torrecchia Vecchia e Ninfa.

Sorcecchi risponde:
Il Turismo si può fare se si esce dal degrado in cui versano i Centri Urbani di Cori e Giulianello. Soltanto da talepresupposto ci può essere la valorizzazione del prodotto tipico enogastronomico che è un caposaldo del nostro programma. Un lancio promozionale che veda l’Amministrazione Comunale impegnata in prima persona attraverso l’esternalizzazione oltre il modello consolidato della mostra espositiva. L’Amministrazione deve partecipare alle fiere atte a far conoscere e diffondere il marchio dei prodotti nostrani (vino, olio, ortaggi conservati, biscotti secchi, etc) attraverso un unico marchio che rappresenti la Città di Cori. Soltanto così diventiamo attrattivi dei nostri beni culturali che abbiamo in abbondanza richiamando un flusso turistico di discrete dimensioni, un itinerario che leghi la cultura del cibo a quella dei siti storici e archeologici del paese.

Il degrado e lo stato di incuria dei centri storici sono evidenti: quali progetti di recupero proponete in un contesto anche di restauro di monumenti e dei siti di valore culturale, e di riqualificazione dell’arredo urbano?

De Lillis risponde:
Il recupero dei Centri Storici è un tema di carattere nazionale, non solo per i grandi centri, ma anche e soprattutto per i Centri Storici minori. Essi costituiscono senza dubbio “i luoghi della memoria”, svolgono una vera funzione identitaria e per tale motivo vanno recuperati. Spetta senz’altro a noi amministratori individuare le strategie d’intervento. Per Cori e Giulianello è necessario il completamento del Piano Particolareggiato e del Colore. Questo non sarà sufficiente, ma sarà lo strumento essenziale per tutti gli interventi pubblici e privati dei prossimi anni. Nel nostro programma amministrativo la bellezza viene posta come identità culturale, ho usato lo slogan COSTRUIAMO CON LA BELLEZZA IL NOSTRO FUTURO ed è proprio da questo concetto che voglio ripartire per affrontare questo tema: la creazione di nuovi parcheggi, la sistemazione delle piazze e delle pavimentazioni con interventi puntuali saranno materia d’intervento pubblico. Per la parte privata sarà necessario favorire incentivi fiscali volti ad incoraggiare gli interventi di riqualificazione, ma un’azione importante va fatta sull’educazione ad una cultura del riuso e al concetto di bene comune.

Sorcecchi risponde:
Il degrado e lo stato di incuria in cui siamo caduti, è sotto gli occhi di tutti. Noi ricominceremo da dove abbiamo lasciato… Mi verrebbe voglia di non aggiungere altro se non che la “sfacciataggine” di come vengono tenuti i Centri Storici fa il paio con il degrado dei nostri due Cimiteri. Luoghi altrettanto centrali nella vita di una Comunità così radicata. Lo scopo del nostro programma è recuperare e rivalutare i centri storici con l’intento di riconoscerne il valore e volerli tutelare riqualificandoli utilizzando le risorse Regionali ed Europee così come facemmo nel 2000 con la Giunta di cui io ero Vicesindaco. Abbiamo dimostrato di esserne capaci e saremmo in grado quindi di riproporlo dopo la vacanza di dieci anni dell’amministrazione Conti.
Occupazione, apparato produttivo, rilancio dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, sicurezza: quali proposte?

De Lillis risponde:
Per noi il diritto al lavoro è al primo posto del programma amministrativo e la piaga della disoccupazione è il principale avversario da sconfiggere. Il nostro compito sarà quello di trasformare le risorse del territorio in occasioni ed opportunità occupazionali per i giovani di Cori e Giulianello promuovendo uno sviluppo economico, rispettoso della qualità dell’ambiente in cui viviamo, in primo luogo attraverso il settore dell’agricoltura. È nostra intenzione favorire l’accesso ai PSR (finanziamenti all’agricoltura e alla pastorizia) e creare un punto di informazione presso il comune di Cori che sia anche di confronto periodico con la Regione Lazio e con il GAL. Intendiamo poi riattivare la Strada dell’Olio, realizzare siti di esposizione e vendita permanente dei prodotti locali pensando alla ristrutturazione di immobili comunali in disuso. Non ultimo, miriamo all’istituzione di un marchio tipico “Prodotto a Cori e Giulianello“ eal collegamentodella filiera agroalimentare al comparto della ristorazione, del commercio, delle attività ricettive. Va inoltre considerato che un’attività di sviluppo economico deve trovare anche la disponibilità di spazi per iniziative imprenditoriali e di vita. Per questo proponiamo l’ampliamento dell’area artigianale di Cori, l’acquisizione e il recupero di locali abbandonati al piano terra del centro storico per iniziative di artigianato artistico, di botteghe d’arte, di start up innovative e di altre attività per i più giovani. Sulla sicurezza realizzeremo un sistema di video sorveglianza nei punti strategici del territorio comunale (sia Cori sia Giulianello) al fine di introdurre strumenti che facciamo da deterrente a furti o altre azioni che possano mettere in pericolo l’incolumità pubblica. Seguirà altresì un attento monitoraggio dei residenti, comunitari e non, finalizzato alla conoscenza di chi vive il nostro Paese, al pagamento corretto delle imposte locali, alla destinazione urbanistica idonea dei locali dove abitano.

Sorcecchi risponde:
Per quanto attiene il contesto produttivo, nel pieno rispetto della vocazione del territorio, verrà prestata particolare attenzione alle attività sostenibili legate all`agricoltura, all`artigianato ed al tempo libero. In particolare è nostra intenzione: favorire le iniziative private volte a convertire l`agricoltura al biologico o ad usi alternativi compatibili con l`ambiente e la salute dei cittadini; adottare una politica di sostegno alla qualità valorizzando i prodotti agricoli e artigianali locali; favorire la realizzazione di nuovi insediamenti artigianali a basso impatto ambientale; favorire le attività economiche legate al tempo libero ed alla fruizione del territorio purché nel pieno rispetto dell`ambiente; risistemazione e riadattamento del manto stradale delle strade consortili (poderali).

Complesso di Stoza: quale futuro?

De Lillis risponde:
Il completamento e la rinascita dell’impianto sportivo con la ristrutturazione definitiva della piscina comunale è uno dei punti centrali del nostro programma. A tal fine è stato aperto un terzo mutuo di 350.000 euro per procedere al compimento dell’opera iniziata nel lontano 2010. Al termine dei lavori il nostro impegno sarà quello di indire una gara al fine di attribuirne la gestione in via unitaria.

Sorcecchi risponde:
Se si intende il complesso sportivo, noi assicuriamo la massima trasparenza nella gestione e deve rappresentare un punto di riferimento di tutte le associazioni nessuna esclusa. E’ l’intera Città che si deve riappropriare del proprio bene comune!

Qual è la Vostra posizione sulla bretella Cisterna-Valmontone?

De Lillis risponde:
Le vicende relative alla realizzazione della bretella toccano solo in parte il territorio comunale sebbene il tracciato passi vicino ad una zona di particolare e specifico interesse naturalistico quale quella del Lago di Giulianello. Nella passata consiliatura deliberammo e ci adoperammo affinché il tracciato non toccasse l’area e tenesse in conto la necessità della sua tutela. Non penso si possa intervenire in altro modo se non comunque tenendo conto della particolarità ambientale dell’area.

Sorcecchi risponde:
In questa fase la nostra priorità è la vita sociale e politica di Cori e Giulianello. Il progetto della Bretella Cisterna-Valmontone con il cambio del tracciato si è ulteriormente allontanato dal nostro territorio e in particolare dal lago salvaguardando così un forte impatto ambientale nel nostro territorio. Personalmente posso dire che questo progetto non mi ha mai entusiasmato.

Dal punto di vista urbanistico e ambientale quali proposte avanzate per Cori e Giulianello? Sul progetto “Borgo Protetto di Cori” siete favorevoli? Sul dilagante abusivismo edilizio come intendete intervenire?

De Lillis risponde:
Dal punto di vista urbanistico e ambientale mi sembra che negli ultimi anni si sia svolta un’opera di riordino e di tutela importante con l’approvazione del P.R.G. (che ha fortemente limitato l’impatto delle cubature così come parametrate con il P.R.G. adottato dalla giunta precedente), con l’istituzione del Monumento Naturale del Lago di Giulianello, con l’opera di opposizione all’apertura di nuove cave, con la revoca dell’area artigianale a Giulianello e la restituzione alla destinazione agricola di quella stessa area. A proposito del Borgo Protetto: trattandosi di un‘opera rilevante dal punto di vista urbanistico (cubature rilevanti) intenderemmo promuovere una procedura di consultazione popolare, utilizzando la forma che in Francia chiamano “débat public“ (utilizzata per l’approvazione delle grandi opere pubbliche) poiché è necessario chiarire ai cittadini quali siano i vantaggi dal punto di vista economico, occupazionale e dei servizi a favore della comunità e quali invece i rischi e gli svantaggi dal punto di vista paesaggistico e della finalità del servizio (come integrarlo con i servizi già esistenti sul territorio). Quanto all’abusivismo edilizio: non vediamo il particolare allarme dell’abusivismo edilizio a Cori, anzi, tale fenomeno nel nostro paese è puramente causale e accidentale. Si tratta di alcuni episodi non allarmanti dal punto di vista politico e urbanistico, bensì legati a vicende di carattere burocratico.

Sorcecchi risponde:
Riteniamo che Urbanisticamente parlando sia necessario applicare correttamente il Piano Regolatore approvato dalla Regione nel 2012. Ciò non sta avvenendo, non c’è chiarezza per esempio nella regolamentazione della nuova Area Artigianale di Cori sia per incapacità manifesta dei tecnici comunali sia per la mancanza dei controlli da parte dell’Ufficio Tecnico e della Polizia Locale. La storia del Borgo che voi chiamate Protetto (migliaia di metri cubi residenziali in zona agricola non è altro che una vera e propria speculazione edilizia e ci riporta indietro nel tempo (anni ’80) e ripropone, con tecnici e famiglie conosciute, la questione morale che contraddistingue l’esercizio del potere del PD locale e più in generale quello nazionale. Pensiamo che forse anche il Sindaco Conti (che ci dicono comunque favorevole alla lottizzazione) si sia vergognato di approvarlo durante il suo mandato, ma certamente, visto chi lo sostiene, non dovrebbe turbare più di tanto, in caso di vittoria, il disinvolto De Lillis!!! Non credo che sia il caso di ribadirlo ma, noi siamo i garanti a nome della Città di Cori, della Legalità.

Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

martedì 9 maggio 2017

ELEZIONI: E' SFIDA A DUE - MAURO DE LILLIS VS ANGELO SORCECCHI

È sfida a due a Cori per la carica di Sindaco.

Alle elezioni di domenica 11 giugno si contendono la poltrona ora occupata da Tommaso Conti, il suo assessore al bilancio, Mauro De Lillis, e l’ex vicesindaco dell’era Bianchi, Angelo Sorcecchi. Fuori il Movimento 5 Stelle.

La lista dei pentastellati infatti presentava un errore che è costato l’esclusione: dei 12 candidati consigliere, il primo nome indicato è stato quello di Paola Piacentini, che, in qualità di candidato sindaco, non poteva essere presente. Quindi, nonostante fossero stati i primi a presentare la lista nella giornata di venerdì 12 maggio con la scadenza fissata a sabato 13, in modo altrettanto puntuale è arrivata l’esclusione. Rabbia e rammarico tra gli attivisti, e un’occasione mancata per Cori per vedere un dibattito politico più vivace.

A queste elezioni, Mauro De Lillis è presente con la lista “Cori e Giulianello insieme”, che rappresenta la coalizione di centro sinistra che lo sostiene. Tra gli aspiranti consiglieri figurano anche Ennio Afilani, che ha rinunciato a correre da sindaco, e Chiara Cochi, sconfitta alle primarie.
Angelo Sorcecchi ha come sponsor l’ex sindaco Tommaso Bianchi, che non ha voluto mettersi in prima fila, preferendo lasciare spazio a un suo “delfino”. A suo sostegno la lista “L’altra città”, con 15 aspiranti consiglieri che sperano di interrompere l’era del governo di centrosinistra a Cori.

Il verdetto il prossimo 11 giugno.

Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

lunedì 8 maggio 2017

MERCE CUNNINGHAM E LA POST MODERN DANCE

Con la sua opera, Merce Cunningham ha, verso la metà del secolo scorso, rivoluzionato l’estetica della danza moderna di origine grahamiana, aprendo la strada agli sviluppi della coreutica post modern.

I punti cruciali su cui svilupperà la sua opera coreografica sono:
- danza fine a se stessa, senza interpretazioni o sviluppi narrativi;
- incursione di movimenti quotidiani e stasi, affiancati (con la stessa importanza) a elementi tecnici di danza moderna e balletto; - decostruzione della prospettiva spaziale, rendendo omogeneo lo spazio scenico;
- indipendenza delle diverse arti all’interno dello spettacolo (danza, musica, scenografia...);
- tecniche aleatorie per lo sviluppo della coreografia.

Formatosi in America con i grandi della modern dance, dal 1939 al 1945 è soloist presso la Martha Graham Dance Company, danzando ruoli principali in capolavori come El Penitente, del 1940, o Appalachian Spring, del 1944.
Sentendo, però, limitante per la sua coreutica l’attenzione alla drammaticità e alla psicologia della Graham, comincia a creare in collaborazione con John Cage, compositore e musicista fondamentale per le innovazioni del Novecento, contemporaneamente interessandosi alla sua concezione filosofico-musicale derivante dallo zen e dagli I-Ching.
Sempre in collaborazione con John Cage, nel 1952 realizza presso il Black Mountain College Theater Piece #1, che darà vita al movimento dello happening. Da questa esperienza, nel 1953 creerà il primo nucleo della Merce Cunningham Dance Company.

Per la compagnia collaboreranno tutti i maggiori artisti attivi in America negli anni ’60, guru della pop art come Robert Rauschenberg e Andy Warhol, o sperimentatori in musica come David Tudor.
Merce Cunningham attraversa tutte le più importanti correnti artistiche con lavori del calibro di Summerspace, del 1958, Cross Currents, del 1964, Walkaround Time, del 1968. Sempre negli anni ’60, concepisce un nuovo modo di fare spettacolo: con gli Events, pezzi presi da differenti coreografie sono legati casualmente l’un l’altro; l’evento avviene, per l’appunto, una sera soltanto, nell’unicità ed irripetibilità del caso.
Negli anni ’70 ecco l’affermazione definitiva: Cunningham ormai collabora anche con importanti registi come Elliot Caplan o Charles Atlas, creando video del calibro di Westbeth (1974) o Locale (1979). Ma il suo rapporto con la tecnologia non si limita alla telecamera: collaborando con centri di animazione digitale, tra gli anni ’80 e ’90 crea software in grado di fargli coreografare lontano dalla sala prove, e scenari innovativi, come quello per BIPED, del 1999.

La sua creatività sembra non arrestarsi nemmeno ora, continuando a coreografare capolavori come Way Station (2001), Split Sides (2003) e EyeSpace (2006).
E’ stato insignito delle onorificenze più importanti, come il Leone d’Oro alla Carriera (Venezia, 1995), un Laurence Olivier Award (Londra), il titolo di Chevalier de la Légion d’Honneur (Francia, 1989), la National Medal of Arts (1990), il Kennedy Center Honors (1985), l’onorificenza di Primo Cavaliere (1989) e, poi, di Officier de la Légion d’Honneur (Francia, 2004), il Premio Speciale Nijinsky (Monaco, 2000), il Praemium Imperiale (Tokyo, 2005), per citarne alcune.

La sua produzione vanta più di duecento coreografie, molte delle quali in repertorio delle migliori compagnie di danza e balletto del mondo, se non create appositamente per esse, come l’Opéra de Paris, il New York City Ballet, l’American Ballet Theater, il Boston Ballet, il Pennsylvania Ballet, lo Zurich Ballet, la Rambert Dance Company e, ovviamente, la Merce Cunningham Dance Company, che mantiene intatta la grande tradizione del coreografo americano.

Scritto da Andrea Pontecorvi - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

domenica 7 maggio 2017

AZIONE CATTOLICA : 150 ANNI DI STORIA

Qui c’è aria di famiglia: mio papà e mia nonna erano dell’Azione Cattolica”, con queste parole Papa Francesco ha salutato i tanti fedeli che il 30 aprile scorso in piazza S. Pietro hanno festeggiato l’Associazione nel 150° della fondazione.

Quella dell’AC è una storia che inizia nel lontano 1867 quando, poco dopo l’Unità d’Italia, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, fondano la prima Società della Gioventù cattolica italiana. Il motto è “preghiera, azione, sacrificio”, il programma è la devozione alla Santa Sede, la testimonianza di vita cristiana, l’esercizio della carità.
L’espansione è rapida, grazie soprattutto al radicamento capillare nelle parrocchie e nelle Diocesi.

Nel 1905 si arriva al nome di Azione Cattolica. Fondamentale sarà il confronto con don Luigi Sturzo e l’affiancamento al suo Partito Popolare e al sindacalismo cattolico ed altrettanto importante lo scontro col fascismo, che dopo aver riconosciuto l’Associazione in vista dei Patti Lateranensi (1929), nel 1931 la esautora dal compito di educare i giovani, chiudendone e saccheggiandone le sedi.
Il regime non tollera una formazione socio-culturale della gioventù italiana, espressa dai vertici cattolici in contrasto col progetto fascista che addestra le nuove generazioni alla guerra, alla violenza, al totalitarismo.
L’Azione Cattolica riesce non solo a sopravvivere ma anche a preparare i futuri quadri della Democrazia Cristiana. L’AC, come la conosciamo oggi, nasce con il Concilio Vaticano II, evento di profondo rinnovamento della Chiesa, con la nomina di Vittorio Bachelet a presidente della Giunta centrale dell’Associazione.

I figli di questa “nuova” AC che ha messo in primo piano la “scelta religiosa” senza dimenticare l’impegno politico e che è legata alla scommessa rinnovatrice del Concilio, si impongono sulla scena pubblica: Aldo Moro e Vittorio Bachelet, uomini di AC, uccisi dalle BR nel 1978 e nel 1980, a dimostrazione di quanto la loro testimonianza di laici impegnati fosse “significativa” agli occhi dei terroristi.
Se è vero che non si può guardare alla storia italiana prescindendo dalla cultura cattolica, è altrettanto vero che l’Azione Cattolica ha scritto pagine importanti di questa storia. Basta scorrere i nomi di tanti uomini e donne legati all’AC: due presidenti della Repubblica, cioè Scalfaro e Mattarella, Moro e Andreotti, Bartali, Bachelet, Falcone, La Pira, il beato Piergiorgio Frassati, nomi noti e meno noti, tantissimi uomini e donne che nel quotidiano continuano a scegliere quella scuola di fede e di vita che è l’Azione Cattolica, presente in tutte le Diocesi italiane con quattrocentomila iscritti di ogni età.

“L’AC – è stata ed è – esperienza forte dal punto di vista della formazione di un laicato adulto che, pur organico alla Chiesa e ai suoi pastori, si assume tutte intere le proprie responsabilità nelle strade di un mondo contemporaneo col quale la Chiesa del Concilio si è trovata dopo secoli di separazione e di diffidenza”. Non ci sono formule già pronte, solo armi culturali per affrontare la vita da cattolici liberi. “Duc in altum” Azione Cattolica e auguri!


Scritto da Letizia Carpineti - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

venerdì 5 maggio 2017

I DUBBI

Sono tanti i dubbi che si addensano su questa tornata elettorale, inizio ad analizzare quelli che si sono evidenziati in casa PD riguardo al candidato a Sindaco. Prima sia De Lillis che Afilani si ritirano dalla corsa, poi Afilani torna ma ci ripensa, si ritira di nuovo e torna De Lillis. Tornato De Lillis incomprensibilmente assistiamo alla candidatura di Afilani a Consigliere Comunale (e in caso di vittoria ad Assessore).

Ma se ha rinunciato alla candidatura a Sindaco, perché oggi si presenta candidato a Consigliere Comunale e aspirante Assessore? Quali sono le vere motivazioni della sua rinuncia a candidato a Sindaco?

Un fatto comunque è certo, prendere i voti è diverso dal saper dirigere una squadra! Altri dubbi sorgono valutando la composizione della lista di destra. Parlo di lista di destra perché in campo ci sono solo due liste, una di sinistra, che non è altro che la continuità dell’amministrazione Conti, ed una di destra. Non si può assolutamente parlare di centrodestra e di centrosinistra, in queste elezioni manca un vero e proprio riferimento per un’area moderata di centro, riferimento di centro conquistato nel tempo da chi lo ha rappresentato assumendo sempre una posizione coerente e chiara nei confronti dell’elettorato.
Torniamo ai dubbi della lista di destra. Per comprendere il nostro ragionamento si deve partire da un dato certo, la lista di destra è stata composta nella consapevolezza che a partecipare alla tornata elettorale sarebbero state tre liste definite: centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle.

Come detto è stata presentata una lista di destra non conoscendo gli esiti successivi alla presentazione delle liste, tra l’altro non completa, infatti sono stati presentati a candidati a Consigliere Comunale quindici nominativi anziché sedici. Con una gara a tre appare inspiegabile che non si sia provveduto a coinvolgere forze politiche o persone rappresentanti di quell’area moderata di centro in grado anche di poter attingere voti nell’elettorato di centrosinistra.
È stata formata a prescindere, per favorire la sinistra, prevedendo che il M5S avrebbe comportato una incognita sul risultato elettorale? Chi potrebbe essere l’artefice di questo paranoico, tortuoso e deviato disegno portato a termine magari per tornaconti personali?

Purtroppo questo disegno è svanito nel momento in cui il M5S non rappresenta più un pericolo essendo stato escluso dalla competizione elettorale. L’unica cosa positiva è che il perdente avrà comunque cinque Consiglieri Comunali. Immaginiamo quale risultato si sarebbe potuto avere se la lista di destra avesse dovuto competere con la lista di sinistra e con quella del M5S.
I dubbi che ho verso la lista di destra sono gli stessi, con motivazioni diverse, riguardo il M5S.

Nel marzo scorso un suo qualificato rappresentante ebbe a dire pubblicamente che la lista era pronta, mancava solo la certificazione da parte del Movimento. A certificazione avvenuta tutto sarebbe stato a posto, invece un errore macroscopico e grossolano (la presentazione di soli undici candidati a Consigliere Comunale), ha provocato l’esclusione della lista.
Dall’esterno questa esclusione è apparsa come un fatto normale, quasi come una liberazione, anche qui per favorire la sinistra? Siamo in una competizione elettorale locale dove sappiamo che il tutto si riduce e si intreccia a rapporti personali e a interessi locali, i dubbi che sono stati manifestati sono sicuramente frutto di una personale frettolosa valutazione, chiedo scusa per questo, ma appaiono fondati perché derivano da azioni, fatti e circostanze inequivocabili.

Cosa potrebbero nascondere i ripensamenti, i non coinvolgimenti e gli errori? Ritorni ad personam?
Lo vedremo, Andreotti diceva che il tempo è galantuomo! L’elettorato di Cori e Giulianello va rispettato, non merita questo. Prepariamoci alla prossima campagna elettorale anche per poter rappresentare in maniera seria ed autentica quell’area dell’elettorato moderato di centro oggi ignorato.

Scritto da Renzo Dolci - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

giovedì 4 maggio 2017

UOMO DOVE SEI?

Viviamo in una società in cui domina il gruppo omologando ogni personalità di spicco alla stregua dell’insieme.
Pertanto individualità emergenti dotate di talenti al sopra della media in grado di segnare il passo per una comunità allargata, finiscono per essere influenzate e ricondotte nel mare della mediocrità, e spinte ai margini della insignificanza deprivando della sua verità anche il detto assiomatico sugellato dall’antichità e vero per sempre e cioè …”exempla trahunt”….gli esempi trascinano.

Spetta però alle singole persone dotate di sensibilità e responsabilità di emergere dal gruppo e farsi antesignani di nuove strade, l’intera, anche se piccola comunità, verso traguardi di progresso e di crescita globale.
Sta finendo o è già finita l’era della massa, la quale pur sempre erano pilotate da un capo alle volte invisibile ma reale e lasciare il posto a personaggi più illuminati che aprano sbocchi di successo e conquiste reali per tutti. L’uomo deve riprendere coscienza che è lui l’artefice del suo destino e venga fuori con tutta la potenzialità e la ricchezza delle sue capacità e creative.

E allora, uomo dove sei?
Non restare nascosto, l’orologio della storia ti chiama. Si tratta di problemi vitali che non si possono disattendere. Occorre creare un nuovo umanesimo in cui tu sei il vero protagonista per dare un’impronta nuova ad una società che si profila nuova ma tutta da costruire.

Scritto da Ottaviano Maurizi - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

mercoledì 3 maggio 2017

CAMPAGNA ELETTORALE : TRA PROGRAMMI E POLEMICHE

Presentate ufficialmente liste e candidati, quella di centrosinistra “ Cori e Giulianello Insieme” con Mauro De Lillis candidato a sindaco, parola d’ordine: “La bellezza” e quella di destra “L’altra città” con Angelo Sorcecchi candidato a primo cittadino: parola d’ordine: “Cambiamento”.
Esclusa per errore di presentazione la lista del “Movimento Cinque Stelle” che puntava su Paola Piacentini alla guida della Giunta.

Ed ora è il momento dei programmi.
I due candidati li hanno già esposti nei loro rispettivi comizi.
Proviamo a sintetizzare così: per Sorcecchi tutto da rifare e bilancio comunale da rivedere totalmente. Per De Lillis (apertura di comizio intelligente sulle cifre del disavanzo comunale, circa sei milioni di euro, sgombrando così subito il campo dalla spada di Damocle che gli avversari gli avrebbero fatto pendere sul capo), continuare sulla esperienza delle due precedenti legislature, ma marcando forte sul tema della bellezza di Cori, e quindi sul turismo e la valorizzazione del centro storico, e con incisività sul rilancio della vocazione agricola del paese.

A questa campagna elettorale si è giunti, in tutti e due gli schieramenti, attraverso un vivace dibattito, non senza polemiche, sia a destra (una destra-destra) che nel centro sinistra: nella lista di opposizione sino alla fine incertezza sul candidato a sindaco tra Angelo Sorcecchi e Germana Silvi, con Tommaso Bianchi che pare si sia dato un ruolo di eminenza grigia dopo aver tentato la candidatura alla quale ha rinunciato dopo averne annusato le ostilità, evidenziate anche nel gruppo Fb di riferimento della lista: “Cori vera”.
A sinistra sino all’ultimo i renziani hanno cercato di evitare le primarie, che però si sono svolte con Chiara Cochi , uscita dal PD così come il sindaco in carica Tommaso Conti (che guarda con interesse al movimento di Pisapia), in competition con De Lillis. Da una parte il PD, dall’altra comunisti, socialisti, indipendenti, e movimento autonomo di Giulianello. Un dibattito, in casa PD, molto impegnativo anche con momenti di tensione, ma alla fine candidatura forte quella di Mauro De Lillis (dopo la rinuncia di Ennio Afilani “per motivi personali”, ma presente in lista come candidato consigliere), assessore al bilancio, e sostenuta dal potente senatore Claudio Moscardelli (dispiace che gli avversari riesumino sempre in campagna elettorale le sue vicende giudiziarie scaturite nel periodo 2010-2012 in cui era Consigliere Regionale) e dal segretario provinciale Salvatore La Penna (candidato alle prossime regionali e quindi interessato al bacino di voti di Cori), ambedue presenti, non a caso, in piazza Signina, quando è stato proclamato vincitore delle primarie De Lillis. “Siamo tutti renziani!”, ha esultato Moscardelli.
Tuttavia la Cochi (anche lei assessore in carica) ha fatto il quasi pieno a Giulianello, ed alla fine è venuta fuori la lista unitaria. Epigono di una trattativa difficile. Per gli incarichi, nel caso di vittoria del centro sinistra, se ne riparlerà in un secondo momento in base ai voti reali che i candidati avranno portato. Come dire: avete voluto le primarie, e quindi niente assessorati ed incarichi prestabiliti. Questo sembra il ragionamento del PD, e tutto sommato ha una sua logica (ci sembra). Ma dal versante di minoranza fanno notare: “se le primarie sono il loro fiore all’occhiello, perchè i renziani non le volevano?”.
E lo stesso Sindaco, il giorno dopo le primarie ha postato sul suo profilo: “affluenza al voto dedicata a chi non voleva le primarie”. Riferendosi all’alto numero dei votanti.

Per onestà di informazione bisogna però riferire che non tutto il gruppo dirigente del PD si è schierato con De Lillis. Emanuela Fanfani e Roberto De Cave hanno scelto la Cochi, Conti ha scelto le vacanze e quindi non ha votato, ma ha doverosamente formulato pubblicamente gli auguri ad entrambi.
E va detto pure che tra i candidati del PD non tutti sono renziani, qualcuno ad esempio è di area Orlando (a cui fa riferimento l’On. Sesa Amici, già bersaniana). Candidatura, questa, con qualche mugugno. Una presenza in lista certamente non di apparato.
Comunque per entrambi gli schieramenti, e dentro gli schieramenti, le polemiche sono rinviate: si lavora per vincere e per convincere intanto chi potrebbe non andare a votare, poi non manca, da entrambe le parti un occhio di riguardo verso l’elettorato (deluso) dei grillini, il cui voto ora fa gola sia a “L’altra città» che a “Cori e Giulianello insieme”.

Sullo sfondo di questa campagna elettorale è impossibile, se vogliamo essere fedeli interpreti del polso del paese, non prendere atto dell’assoluta mancanza di connessione che in questi anni si è registrata tra partiti, tutti i partiti, destra, sinistra, centro, e comunità. Se è vero che il PD è stato completamente schiacciato sull’amministrazione, è altrettanto vero che i partiti di opposizione risultano non pervenuti. Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica in questi anni pari a zero.
Ecco perché l’invito, ora, a poche settimane dal voto, a partecipare, sembra quasi una irrisione nei confronti della cittadinanza. È un problema questo, che ribadiamo riguarda tutti, e che si porrà comunque dopo le elezioni. Lo sintetizziamo così: autonomia dei partiti dall’amministrazione e dal consiglio comunale.

Chiudiamo con un riferimento ai programmi, che poi è ciò che veramente interessa i cittadini. Giustamente ambedue i candidati hanno posto l’accento sul turismo. Da tempo scriviamo che il turismo deve essere il volano dell’economia di Cori e di Giulianello. Il successo delle giornate dalla Fai, con oltre 1700 visitatori a Cori, in alcuni giorni, ha dimostrato l’enorme potenzialità di questo settore se ottimizzato bene e messo a regime, cioè se si fa sistema intorno al turismo : se si crea una strategia di mercato, che unisca turismo, beni culturali, recupero del centro storico e tradizioni enogastronomiche. Questa roba qui ha un nome, amici candidati a consiglieri e a sindaci: si chiama “Progetto”. Cori e Giulianello devono avere un progetto, devono vivere di idee lunghe, ed avere una prospettiva. Non l’elenco delle cose da fare, ma le cose da fare dentro un solo progetto, dove ogni obiettivo ha una sua ragion d’essere. Solo cosi si costruisce un vero futuro per la comunità.
Lo stesso bilancio comunale, che pure è in forte disavanzo, non può essere solo un bilancio tecnico, deve essere politico ed amministrativo: quindi darsi delle priorità. Se necessario tagliare da una parte ed investire laddove si pensa che ci possa essere un ritorno: abolire i rami secchi e gli eccessi, e gli sprechi.
Ma, ad elezioni concluse avremo modo di seguire, passo per passo, l’attività del consiglio comunale e dell’amministrazione con l’auspicio che le promesse non restino tali. Siano esse di “bellezze” o di “cambiamento”.

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"

martedì 2 maggio 2017

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Campagna elettorale per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale sicuramente più soft del passato, probabilmente figlia dei tempi (che sono grami per la considerazione che la gente ha per la politica). Di certo la campagna per le elezioni del 2012 ebbe momenti di punta molto più vivaci, ed anche aspri, tra la lista di centrosinistra guidata dal sindaco uscente Tommaso Conti, che rientrò con gran messe di consensi, e quella di centrodestra guidata da Cristina Ricci, che si spese molto e con grande piglio e generosità, pur non conseguendo il consenso degli elettori.

Questa volta, invece, che pure a chiusura di un ciclo (i 10 anni del sindaco Conti) si apre una fase tutta nuova, c’è minore presa tra la gente, più distacco, la politica interessa sempre meno, anche se qui si parla dell’amministrazione cittadina, e sono convinto che la partecipazione al voto sarà alta come sempre.
La coalizione di centro-sinistra, guidata da Mauro De Lillis, uscito molto bene dalle primarie che lo hanno consacrato candidato (e lì c’è stata grande partecipazione popolare nella sfida con Chiara Cochi), è riuscita ad essere compatta ed inclusiva, come prima ed anche più (vista la entré di Antonio Betti, indipendente di centro), ed appare – inutile dirlo – la squadra da battere, anche perché è la diretta emanazione dell’amministrazione passata (con Afilani uomo di punta della squadra), anche se non mancano molte figure nuove che fanno pensare ad un serio tentativo di rinnovamento; in caso di vittoria bisognerà vedere però se ci sarà autentico ricambio anche nella stanza dei bottoni, e cioè nella giunta.
La lista di centrodestra, che ha per candidato Angelo Sorcecchi, ha sicuramente puntato ad un rinnovamento nei nomi proposti, e tiene molto a definirsi civica e senza sigle politiche di riferimento, ma comunque sempre di emanazione del centro-destra si tratta e qui la lista sembra muoversi su ambiti più ristretti rispetto per esempio alla coalizione che Cristina Ricci riuscì ad imbastire sul proprio nome. Cinque anni fa la Ricci riuscì a mettere insieme tutte le forze del centrodestra, il centro di area UDC (quello di Dolci, Betti, Canale ad esser chiari) e provò anche ad aprire la lista in senso civico, riuscendo a ricomporre le vecchie lacerazioni del 2006. Oggi invece sembra quasi che le ruggini del passato siano ricomparse, visto che non si ha notizia di contatti intrapresi con l’area centrista, né a Cori né a Giulianello dove pure Bruno Canale si era mosso sin dall’inizio, manifestando di voler essere della partita, ed anzi affermando di puntare a fare il candidato sindaco; anche la parte forzista del centrodestra appare a ranghi molto ridotti, mentre è la destra qui a farla da padrona (anche quella più radicale, con Palliccia, che nel 2012 fece una propria lista).

La compagine dei consiglieri che uscirà dalle urne – quale che sia il risultato – risulterà comunque quasi del tutto rappresentata da volti nuovi. Si ha l’impressione che la lista del centrodestra (o della destra?) abbia lasciato dietro di sé uno spazio di rappresentatività per una fetta di elettori chiamati ad astenersi o a rivolgersi in campi altrui, e di questa “assenza” credo possa ottenere vantaggio soprattutto lo schieramento di centrosinistra, più strutturato e pluralista, legato anche al potere in tutti questi anni, con un candidato sindaco già rivelatosi in grado di saper pescare bene nei settori di area moderata.

Va anche citato quanto capitato alla lista – di fatto formalmente mai nata – del Movimento Cinque Stelle, che non è riuscita a presentarsi con il numero minimo di candidati consiglieri (12) oltre alla candidata-sindaco (Paola Piacentini), e non è stata ammessa alle elezioni: qui sicuramente si è evidenziato un problema politico (esiguità dei candidati) oltre ad un certo dilettantismo col quale ci si è mossi nella fase della presentazione della lista, ma al di là di ciò spiace tutto sommato non aver avuto un’interlocutrice in più nel confronto cittadino, che non fa mai male.
E comunque sarebbe bene che il movimento esplicitasse comunque i punti programmatici essenziali della lista che non c’è, auspicando interesse e disponibilità da parte delle altre liste alle tematiche dei cinque stelle, sempre se reputate utili ed interessanti.

Scritto da Antonio Belliazzi - Pubblicato sul numero 5 del 2017 nel "Il Corace"