lunedì 29 marzo 2021

SESSUALITA' E AFFETTIVITA'

Salve,

vi scrivo per parlarvi del mio problema. Da due anni sono fidanzato e soffro periodicamente di disfunzione erettile. Fin dagli inizi ho avuto questo problema, ho fatto tutti gli esami ma non ho nulla dal punto di vista medico. Ho provato a capire cosa non funzioni in questa relazione ma non c’è nulla che non vada. Lei sembra essere la persona giusta, ci troviamo molto bene insieme e amiamo parlare di una progettualità condivisa. Dal punto di vista fisico la trovo molto attraente e non è certo una persona giudicante o esigente. Non so davvero cosa possa influenzare i miei atteggiamenti nella sessualità.

Vi chiedo dunque delle soluzioni, grazie. Attendo risposta.

Massimo


Gentile Massimo,

la difficoltà di cui scrive nelle sue righe rappresenta una problematica piuttosto comune nel mondo maschile. Infatti, anche a fronte di un corretto funzionamento a livello organico, l’uomo può manifestare difficoltà nel raggiungimento o mantenimento dell’erezione dovuta a fattori di natura psicologica (individuali, familiari, relazionali, ecc.).

Più specificamente, un approccio alla sessualità molto orientato alla prestazione può determinare, ad esempio, delle ripercussioni negative sull'intimità. Spesso, infatti, i vissuti emotivi legati alla vita sessuo-affettiva generano uno stato d’ansia in cui l’attenzione viene spostata dal piacere alla performance (paura di fare “brutta figura”). Tale timore potrebbe inoltre essere incrementato dal ricordo di esperienze di difficoltà erettili sperimentate in precedenza, provocando così una sorta di circolo vizioso in cui l’attesa della perdita dell’erezione si traduce in una “profezia che si auto-avvera”. Alla luce di ciò, sarebbe opportuno comprendere meglio la qualità della sua esperienza emotiva (anche in relazione ad altre importanti aree della sua vita come, ad esempio, il lavoro, la famiglia, la sfera sociale, ecc.) e la sua associazione con il sintomo descritto. Sarebbe utile, inoltre, comprendere quando quest'ultimo è insorto le prime volte, se si è verificato soltanto con questa o anche con altre partner e/o nell'autoerotismo.

In considerazione di tutto questo, potrebbe essere importante per lei approfondire le tematiche legate alla situazione che sta vivendo all’interno di un ciclo di consulenze con un sessuologo, in modo tale da inquadrare la modalità migliore attraverso cui risolvere la difficoltà che sta sperimentando.

Sperando di aver risposto in maniera esaustiva alla sua richiesta le ricordo che al numero 0645540806 è attivo il servizio di consulenza telefonica anonimo e gratuito, dove esperti psico-sessuologi potranno ascoltarla.

Un cordiale saluto

Gaetano Gambino

Società Italiana di Sessuologia e Psicologia (SISP)

Ogni mese diversi esperti risponderanno alle vostre domande su qualsiasi tematica legata alla sessualità e all’affettività, che potranno essere inviate all’indirizzo e-mail: corace@sisponline.it

TRANSIZIONE DIGITALE EUROPEA

Come è risaputo, la digitalizzazione sta diventando un fattore sempre più importante per lo sviluppo della comunicazione e contribuisce per il lavoro nella maggior parte dei settori esistenti, specialmente nell’ultimo periodo, per via della situazione pandemica legata al Sars-Cov-2, che da un anno imperversa sul mondo intero, distruggendo la popolazione di tutte le nazioni anche al di fuori dell’Unione Europea. Proprio per questa ragione, la transazione digitale è un argomento sempre più essenziale poiché è strettamente connesso con la progressione generale del pianeta e del proseguimento dell’evoluzione che riguarda lo stile di vita di ogni cittadino.

NUOVE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE VECCHIE E NUOVE

Il nuovo approccio con il sistema digitale fa in modo che vengano favoriti tutti quanti i tipi di imprese già esistenti, oltre al fatto che aiuti a creare nuove attività imprenditoriali date le facilità che offre per mezzo di una rete sempre nuova e sicura. In effetti, il contatto con il web è uno dei tanti motivi che permettono alle società che investono verso prodotti digitali di fare breccia nel mercato europeo e mondiale e, forse, è classificabile come il più importante di tutti. Certo è che ogni impresa al giorno d’oggi abbia sempre più bisogno di un sistema digitale che gestisca non solo la parte comunicativa, come il sito aziendale o i vari social network che si occupano semplicemente di far conoscere al cliente i prodotti venduti; ma anche tutta la parte organizzativa e dirigenziale, data la velocità e la quasi totale assenza di periodi di elaborazione che servono per comprendere come effettuare una prossima eventuale mossa. Molte imprese, specialmente quelle di vecchia data, sono propense a dire che un sistema gestionale digitale per un’attività commerciale molte volte sia obsoleto e inutile. Purtroppo però tale affermazione è data da una scarsa conoscenza delle capacità che veramente possono offrire gli attuali sistemi digitali e quanto possano risultare utili dal punto di vista delle vendite e del profitto. Questo deve essere dunque un monito che permetta al mondo di rinnovarsi ma per fare ciò, è necessario che si creino le condizioni ottimali a far sì che ci sia progresso per amore del progresso, senza creare quel muro di ignoranza agli occhi delle persone che non riescono a vedere la complessità dello sviluppo mondiale e delle facoltà che, per mezzo di ciò, ci vengono date.

Vorrei approfittare per citare un famosissimo scrittore italiano, Pier Paolo Pasolini, che ha donato ai lettori una personale interpretazione di Sviluppo e Progresso:

  • […] Chi vuole infatti lo “sviluppo”? Cioè chi lo vuole non in astratto e idealmente, ma in concreto e per ragioni di immediato interesse economico? È evidente: a volere lo “sviluppo” in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali.

  • […] Chi vuole, invece, il “progresso”? Lo vogliono coloro che hanno interessi immediatamente da soddisfare, appunto attraverso il “progresso”: lo vogliono gli operai, i contadini […].

È chiara quale sia la differenza tra Sviluppo e Progresso per Pasolini, è altrettanto vero il motivo per cui molti ancora abbiano paura del progresso date le conseguenze che possono portare sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto vista sociale. Ritengo dunque sia nostro dovere di cittadini indugiare ancora una volta su questo pensiero e riconoscersi dalla parte che più riteniamo corretta, sia essa la parte dello Sviluppo o del Progresso. Tra le due infatti, intercorre uno spazio molto ampio che ci mostra il nostro vero pensiero politico ma anche il nostro, ancor più importante, pensiero etico.

INCORAGGIAMENTO DELLE TECNOLOGIE AFFIDABILI

Legato al discorso della sicurezza nel mondo digitale, è bene fare riferimento all’affidabilità che possiamo concernere per quanto riguarda il settore tecnologico e digitale. Questo argomento infatti, è molto legato al settore scolastico e all’istruzione in generale, senza dimenticare i bambini e l’infanzia che stanno diventando sempre più omologati nel concetto di “digitalizzazione sicura”.

Per fare in modo che l’infanzia sia aiutata e non rovinata dall’innovazione tecnologica e digitale bisogna favorirne la crescita nella maniera più corretta, cercando di sviluppare un sistema di sicurezza e salvaguardia infantile attraverso applicazioni innovative che possano limitare la navigazione sul web, specialmente su siti poco adatti a persone di età non avanzata.

In relazione a ciò, è opportuno creare ponti di connessione con la scuola tradizionale, senza la quale, realizzare questo progetto risulta impossibile, infatti, è risaputo che ogni scuola europea e mondiale si stia adattando sempre di più all’innovativa “Didattica Digitale Integrata”, attraverso cui si rende possibile portare l’istruzione a casa, eliminando problemi di trasporto e il conseguente inquinamento legato ai veicoli come autobus e treni che favoriscono lo spostamento all’andata e al ritorno degli studenti che frequentano istituti scolastici al di fuori proprio comune di residenza. Inoltre, è importante identificare nei dispositivi digitali anche una risorsa a livello di materiali didattici che ogni docente può condividere con i propri studenti; un esempio importante è visibile dalle applicazioni legate a “Google”, come “Classroom” e tutte quelle di supporto che vengono concesse per mezzo di questa. Ognuna di queste tipologie di servizio tecnologico permette di infrangere quelle barriere che già dal secolo scorso si cerca di eliminare.

Legato al concetto di istruzione, vi è la questione basata sulla sicurezza in generale per la navigazione online per bambini, ma anche per gli adulti. In effetti, si è potuto notare nel corso del tempo un drastico innalzamento degli attacchi informatici da parte degli hacker, così, in parallelo a tale sviluppo, si sono mobilitati gli organi predisposti alla salvaguardia della privacy e della sicurezza di rete. Ad oggi, tutti quei problemi che questo tipo di situazione ci poneva davanti, sono stati circoscritti e sempre più ridotti, tanto che se ne contano ogni anno di meno e questo è certamente un bene data l’enorme quantità di informazioni, anche private e personali, che riversiamo in internet dal momento dell’acquisto di un nuovo dispositivo elettronico.

Oltre a tutto questo, è essenziale vedere quanto l’ambiente sia favorito nell’implementazione dei dispositivi digitali nel contesto quotidiano, lavorativo e scolastico, poiché nell’ultimo decennio si è registrato un forte calo percentuale dell’inquinamento dai rifiuti e dai trasporti, reso possibile dallo “smart working”. La comunicazione viene, infatti, facilitata attraverso questi dispositivi che rendono inesistenti tutte le barriere geografiche, linguistiche e sociali, cosa che ha dato innumerevoli soddisfazioni nel periodo iniziale di chiusura dei confini nazionali a causa della pandemia di Sars-Cov-2, situazione tuttora esistente e che arreca danni al mondo intero, ma che ci proponiamo di sconfiggere quanto prima, anche grazie alle ricerche mediche che si stanno effettuando da un periodo abbastanza cospicuo e che potranno dare quello slancio in più per la generale ripresa dell’Europa e delle Nazioni che ne fanno parte.

CONSENTIRE UN’ECONOMIA DINAMICA E SOSTENIBILE

Un dettaglio molto importante è tratto da una situazione economica alquanto difficile già di per sé, senza contare il problema pandemico in corso. Deve essere infatti nostra premura cercare di smuovere quanto più possibile tutta l’economia che si è fermata, il vero problema è capire come fare e, eventualmente come renderla quanto più dinamica e sostenibile.

È corretto pensare ad un’Europa innovativa e al passo con i tempi, senza escludere la questione ambientale che influenza sempre più lo sviluppo economico. Bisogna dunque attuare delle azioni strategiche che comprendano la digitalizzazione e tutto quello che fa parte di essa. Per fare ciò, è necessario prendere sotto esame tutti i vantaggi che il web può dare a questa causa, è infatti possibile sviluppare una serie di punti in merito a cui l’Europa deve fare riferimento, che descrivano gli obiettivi di un’economia dinamica e sostenibile:

  • consentire a una comunità dinamica di start-up innovative e in rapida crescita di avere accesso a finanziamenti ed espandersi;

  • aumentare la responsabilità delle piattaforme online proponendo una legge sui servizi digitali e rendendo più chiare le norme sui servizi online;

  • fare in modo che la normativa dell'UE sia adeguata all'economia digitale;

  • garantire una concorrenza leale tra tutte le imprese in Europa;

  • migliorare l'accesso a dati di elevata qualità, assicurando nel contempo la protezione dei dati personali e sensibili.

A tutto ciò si aggiunge la necessità di creare un’Europa che miri a formare una società aperta, democratica e, comunque, sostenibile, la quale si prodighi a dare vita ad un nuovo modo di affrontare tutte le problematiche che ogni nazione contemporanea si trova davanti.

Tutto questo può essere articolato su una serie di punti che trovano sviluppo insieme alla mentalità delle persone ma, al contempo, che aiutino le stesse persone a fare questo decisivo passo:

  • utilizzare la tecnologia per aiutare l'Europa ad avere un impatto climatico zero entro il 2050;

  • ridurre le emissioni di carbonio del settore digitale;

  • offrire ai cittadini un controllo e una tutela maggiori riguardo ai loro dati;

  • creare uno "spazio europeo dei dati sanitari" per promuovere attività di ricerca, diagnosi e trattamenti mirati;

  • combattere la disinformazione online e promuovere contenuti mediatici diversificati e affidabili.

È bene notare come la sostenibilità sia un pilastro portante del settore economico attuale, tanto che, senza questa, risulti impossibile creare dinamicità dal punto di vista finanziario. Essendo dunque due argomenti che vanno ad incrociarsi in più parti, la transizione digitale e la sostenibilità possono essere quasi intese come un solo argomento, tanto che si possa parlare di “transizione digitale ecologica”, ed è bene classificarla come tale, data la necessità che ha il Governo di aiutare nella responsabilizzazione dei cittadini verso questo argomento da molti criticato.

Nel far sì che si vengano a creare le condizioni giuste di soddisfacimento di queste necessità, è nostro dovere promuovere tutto ciò che aiuti a far scuotere il mercato digitale che può dare dei riscontri molto positivi dal punto di vista etico, oltre che economico.

È infatti, dovere di ogni persona, cercare di seguire la più corretta linea di sviluppo, facendo in modo di evitare gli ostacoli che la vita al di fuori del digitale ci propone.

SOLUZIONI POSSIBILI LEGATE AL TRANSIZIONE DIGITALE E AI SUOI PROBLEMI

Come tutto il resto, anche questo argomento possiede dei lievi aspetti negativi e problemi di vario genere, i quali possono essere raggruppati in:

  • problematiche legate alla trascrizione di testi dal cartaceo al digitale;

  • duplicazione involontaria di file e documenti durante il passaggio da un dispositivo ad un altro;

  • criticità ancora irrisolte su questioni di hackeraggio e protezione della privacy;

  • costi elevati per alcuni modelli di dispositivi digitali non facilmente accessibili a chiunque;

  • connessione a internet obbligatoria per alcune funzioni fondamentali;

  • diffusione incontrollabile di fake news attraverso siti web.

Per ognuna di queste problematiche è possibile fare qualcosa per eliminarle o, quantomeno, circoscriverle e diminuirne l’impatto generale.

Infatti, per quanto riguarda la trasposizione dalla forma cartacea alla forma digitale, si sta cercando di far evolvere i sistemi analoghi a questo tipo di situazione facendo progressi giorno per giorno, potenzialmente visibili, anche per quanto riguarda il problema legato alla duplicazione involontaria di file e documenti al momento del passaggio da un dispositivo ad un altro per mezzo di chiavette USB e piattaforme Drive, che effettivamente risultano essere molto comodi, fatta eccezione di questo tipo di problema già in via di estinzione.

Come già detto, anche gli hacker sono un problema alquanto sgradevole e, spesso, diventano una minaccia per l’incolumità della privacy e di tutti i dati personali che utilizziamo per lavorare con un PC o un tablet, ma anche con un cellulare. È sicuramente rassicurante sapere che si stanno investendo sempre più risorse per limitarne l’espansione con effettivi e notevoli risultati nell’arco di breve tempo, cosa che è possibile velocizzare se si concedessero dei finanziamenti ulteriori agli organi che se ne occupano tanto scrupolosamente.

Certo è che il costo di determinati dispositivi è pressoché elevato ma, data l’importanza che questi dispositivi hanno, si potrebbe pensare di arginare questo problema concedendo dei finanziamenti a tasso agevolato per le aziende che forniscono determinati servizi, facendo in modo che i dispositivi non siano un bene utopico ma accessibile un po’ a tutti.

Un problema certamente difficile da superare è la connessione ad internet obbligatoria per molte funzioni dei dispositivi, purtroppo ad oggi è difficile venire incontro a questo dettaglio, dunque si attendono evoluzioni dal punto di vista tecnologico per superare questo ostacolo difficilmente controllabile.

Infine, troviamo il problema delle fake news che si cerca di eliminare senza però troppi risultati, dato che, in questo caso è necessario anche il buonsenso delle persone per capire come distinguere la notizia vera da quella falsa, è però compito del Governo istruire i cittadini su dove cercare informazioni e, nel caso, allertare i lettori di notizie online di un’informazione non reale che sta circolando.

Scritto da Natalino Pistilli - Pubblicato sul numero 3 del 2021 del Il Corace

L’ULTIMA INSIDIA: UNA MINACCIA PER I NOSTRI PINI

 l’ennesimo insetto “alieno”, dannoso nemico delle nostre pinete, che ci obbliga a vigilare e ad intervenire opportunamente per preservare i pini, il paesaggio, l’ambiente e un’economia.

Com’è a tutti già noto, a causa dei cambiamenti climatici e della globalizzazione del mercato e, ahimè, forse anche per qualche possibile negligente controllo fitosanitario, si è verificata, particolarmente nell’ultimo decennio, anche nel nostro bel Paese, una rilevante diffusione di agenti patogeni alieni (virus, batteri, funghi, insetti, nematodi) pericolosi per varie piante e capaci di causare seri danni all’agricoltura e all’Uomo. Tuttavia, tenuto conto che T. parvicornis non risulta (per quanto è dato sapere) tra gli organismi elencati dall’EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), i servizi fitosanitari, nello specifico, al momento dell’ingresso in Italia, non potevano occuparsene nei controlli. Così, da una parte l’interesse culturale ed artistico e dall’altro quello scientifico: in entrambi i casi la salvaguardia di pini, palme, castagni ed olivi italiani dai loro nemici, quasi sempre parassiti che arrivano da altri Continenti, -- [così come il noto batterio (Xylella fastidiosa) il micidiale ed imbattibile nemico dell’Olivo; il Punteruolo rosso delle Palme (Rhynchophorus ferrugineus) ossia il famoso killer delle Palme; l’agente del Cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae); il Cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) un Imenottero noto per i gravi danni che può causare; Licenide dei gerani (Cacyreus marshalli), un nemico delle note e diffuse piante ornamentali per balconi e per terrazzi; il Moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii); l’attuale famigerata Cimice asiatica (Halyomorpha halys); il Calabrone asiatico (Vespa velutina), un serio nemico delle nostre importanti e amate Api; la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) che rappresenta un’insidia per l’uomo e per vari animali oltre che per la produzione nazionale di pinoli; una cocciniglia (Matsucoccus feytaudi) che attacca esclusivamente il pino marittimo (Pinus pinaster)] coinvolge ed impegna diversi ricercatori oltre che numerosi attivisti in una battaglia dagli esiti incerti ed obbliga noi tutti, purtroppo, a mantenere alta la guardia in questo momento per approntare le opportune, necessarie misure di difesa contro l’ultima insidia aliena identificata come la “Cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) (Cockerell), che è un vero flagello delle Pinete.

Si tratta, infatti, dell’ultimo grido di allarme, contro l’insetto alieno che sta attaccando il pino, un tipico albero del nostro paesaggio quale è il pino, che arriva da Roma laddove peraltro un gruppo di cittadini, guidato da Paolo Salonia, dirigente di ricerca del CNR e consigliere esecutivo di Icomos (International Council on Monuments and Sites), è riuscito con un crowdfunding (finanziamento collettivo ossia un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere degli sforzi di persone ed organizzazioni, ovvero una pratica di micro-finanziamento dal basso e che mobilita persone e risorse) a finanziare l’operazione di disinfestazione per poter salvare, a Saxa Rubra, ben 500 pini, nonostante tali diverse avversità delle nostre piante arrivate da molto lontano siano, tra l’altro, difficili da combattere!

Adesso, comunque, sembra opportuno ed importante, oltre che doveroso, conoscere più approfonditamente tale ennesimo parassita che, come già accennato, risulta scientificamente definito quale Toumeyella parvicornis (Cockerell) e comunemente indicata come Cocciniglia tartaruga, per effetto dei caratteristici segni che compaiono sul dorso della femmina a maturità, simili a quello del guscio (carapace) di una tartaruga. T. parvicornis è un insetto originario del Nord America (Canada, USA, Messico) che all’inizio degli anni 2000 si sarebbe trasferito in America Centrale ed ai Caraibi, per giungere successivamente nel 2014–2015 in Campania, nelle province di Napoli e di Caserta, attaccando le pinete di Napoli, nei comuni dell’Area Flegrea e del Litorale Domizio. Durante quest’ultima primavera-estate (2020) ha esteso verosimilmente il suo areale di infestazione, diventando pertanto una emergenza fitopatologica nell’area di Roma città, a causa dei numerosi diversi focolai sparsi in tutti i quadranti del territorio metropolitano capitolino.

La Cocciniglia tartaruga, ad ogni modo, è uno degli insetti compreso nell’Ordine degli Emitteri e nella Famiglia dei Coccidae; appartiene al Genere Toumeyella e la Specie è parvicornis.


Per quanto riguarda il ciclo biologico e le relative singole caratteristiche morfologiche di questo intruso insetto parassita possiamo dire che risulta presentare delle uova globose, rossastre, lucide e lunghe circa 0,4 mm, le quali vengono deposte all’esterno, dalla femmina fecondata, che peraltro emette, attraverso l’orifizio anale, abbondante melata che, come si potrà meglio capire più avanti, rappresenta uno dei vari danni indiretti che risultano determinati. Le neanidi (vale a dire gli stadi giovanili dello sviluppo post-embrionale di questi organismi, che sgusciano dall’uovo in una forma già abbastanza simile a quella dell’adulto) del primo stadio sono ovali, arancioni o rossastre ed hanno sei zampe, quelle più grandi sono apode (cioè senza zampe), ovali e convesse e di colore verde chiaro, che a maturazione diventano più scure, virando verso il marrone con macchie nerastre.

Riguardo le femmine adulte, si può dire che esistono due diverse forme: le ovali e convesse quando sono ubicate sulla corteccia, le allungate e meno convesse quando invece si nutrono sugli aghi (foglie) dei pini; assumono una colorazione uniforme marrone e raggiungono al massimo una lunghezza di 4,4 mm ed una larghezza di 3,9 mm. Esse sono in grado, inoltre, di secernere grosse quantità di cera in forma polverulenta, che scompaiono rapidamente in caso di vento e di pioggia.

I maschi, da piccole pupe ovali si evolvono in adulti alati, in una o due settimane. Questi si mettono alla ricerca e si accoppiano con le femmine che hanno appena fatto la muta. Le dimensioni di tali femmine fecondate raddoppiano prima dello svernamento. Le femmine presentano tre stadi di neanide ed uno stadio di adulto, mentre i maschi presentano due stadi di neanide, seguiti dagli stadi di pupa (vale a dire uno stadio che negli insetti precede quello di adulto).

Riguardo i danni occorre precisare che, T. parvicornis, nelle zone di origine (Nord America) viene considerata una specie poco dannosa in quanto è frenata, in ambiente naturale, da un andamento stagionale freddo per cui risultano riportati solo sporadici attacchi in vivaio, in zone urbane e nelle piantagioni artificiali. Nell’areale italiano, invece, le diverse temperature hanno favorito il coccide con un ambiente favorevole provocando pertanto notevoli danni nel 2015, l’anno in cui risulta segnalato per la prima volta in Italia ( in Campania e ovviamente su pini).

La cocciniglia tartaruga (T. parvicornis) è un parassita che vive 
esclusivamente a carico delle diverse specie del genere Pinus (Pinaceae) e soprattutto sul Punus pinea, il noto pino domestico, e sul Pinus pinaster, il pino marittimo, i quali risultano i più suscettibili, mentre Pinus halepensis sarebbe quello meno suscettibile (secondo il Prof. Garonna – Università di Napoli).
Quella del pinolo, come già noto, è sicuramente una coltura di nicchia, ma la richiesta da parte dei consumatori (e del mercato) è comunque in crescita tanto che per l’elevato prezzo al dettaglio ne fanno tra l’altro una coltivazione da reddito interessante. Apprezzato già dagli Etruschi e dagli Antichi Romani, il pinolo risulta tuttora un seme alla base di molti piatti della tradizione e di diverse preparazioni gastronomiche, a cominciare dal pesto. Le sue peculiari proprietà nutraceutiche lo fanno, peraltro, rientrare a buon diritto tra i cosiddetti super-cibi.
È doveroso anche evidenziare che, spesso, si fa presto a parlare di pinoli, ma è bene sapere che le varietà non sono poche e realizzare una coltivazione richiede davvero del tempo oltre che un’analisi razionale e dettagliata dei costi e dei benefici! In Italia e nell’area mediterranea, Pinus pinea (detto anche, come già accennato, pino domestico, pino da pinoli, pino d’Italia) è un grande albero sempre verde, resinoso, con le tipiche foglie (aghi) sottili e allungate e che può vivere oltre 200 anni. È una specie di rapida crescita che può raggiungere anche i 25-30 metri di altezza ed è peraltro caratterizzata dalla rinomata e vistosa chioma ad ombrello che, realmente, la caratterizza e la distingue nelle più svariate e differenti belle aree della nostra Italia. Tuttavia, ad interessare i nostri coltivatori sono le pigne, frutti lunghi 8-15 cm, che maturano nel giro di tre anni dalla fecondazione liberando i semi (pinoli), racchiusi in un tegumento legnoso e molto duro.
Il nostro pino da pinoli comincia a fruttificare, purtroppo, intorno al decimo anno mentre il picco massimo risulta tra il quarantesimo e l’ottantesimo anno. La produttività dipende da numerose variabili per cui una pineta in buona salute può produrre 7-8 t di pigne all’anno, ad ettaro, e da un albero si possono ricavare in media circa 1,2 kg di pinoli. La raccolta è peraltro anche dispendiosa!
Il volume d’affari dello scorso anno è stato di circa 50 milioni di euro, più 0,9 % rispetto al precedente tenendo tuttavia presente l’affronto del prodotto cinese (che è del 62% su scala globale) che sebbene di qualità inferiore (Pinus koraiensis) compete per i prezzi inferiori rispetto ai nostri.
I principali danni della cocciniglia tartaruga sono: a) di tipo diretto per la riduzione del vigore delle piante ospiti e la minore produzione di seme, per la sottrazione di linfa; si ha inoltre un avvizzimento apicale con alti livelli di mortalità delle piante; b) di tipo indiretto invece che è rappresentato da una abbondante produzione di melata, una sostanza densa e zuccherina che funge da substrato per la crescita di vari funghi, agenti della fumaggine che contribuisce a ridurre la superficie foto-sintetizzante, causa della chioma scura dei pini e dei getti di nuova vegetazione, con accrescimento stentato, in ultimo imbrattano e soffocano grande parte delle piante del sotto bosco.
Ulteriori sintomi della infestazione relativamente al pino domestico si riferiscono ad: - un ridotto sviluppo dei ricacci della parte superiore della chioma; - un impoverimento dei nuovi germogli e, soprattutto, di quelli dei palchi più bassi, fino ad arrivare al mancato nuovo ricaccio e, quindi, al precoce disseccamento dei rami basali; - un possibile disseccamento di intere branche.
Si può dire, circa le misure fitosanitarie, che le azioni o interventi previsti dai piani per il monitoraggio ed il contenimento di (T. parvicornis) nelle pinete, non prevedono trattamenti fitosanitari in questi ambiti per cui sono previsti trattamenti, con prodotti specifici autorizzati, esclusivamente nei vivai e solo per casi particolari riferiti a poche piante, in cui risultano compromessi pini di alto valore paesaggistico e naturalistico. Tutto ciò ovviamente allo scopo di non ostacolare un controllo naturale della temibile cocciniglia, così come avviene nella zona originaria di provenienza. Le sostanze attive utilizzate, comunemente, sono quelle a base di oli minerali bianchi (detti anche “leggeri” od “esivi”), il Pyriproxyfen, come inibitore della muta, ed il piretro naturale. Sembra opportuno sottolineare che questi trattamenti vanno eseguiti contro i primi stadi di sviluppo (vale a dire contro le neanidi di prima e di seconda età), orientativamente tra fine aprile e maggio in quanto, una volta che gli adulti iniziano a rivestirsi di cera ed a produrre le sostanze zuccherine (causando conseguentemente la fumaggine), diventano molto meno efficaci.
Per poter eliminare la fumaggine e per permettere, tra l’altro, un diretto contatto dell’insetticida con l’insetto, i trattamenti dovrebbero essere effettuati con dei getti di acqua ad alta pressione, per poter agire anche meccanicamente sugli stadi fissi, preceduti però, almeno di una settimana, da un lavaggio di rami e di chioma con acqua e tensioattivi autorizzati o sali di potassio.
Esistono oggi, ad ogni modo, metodologie che hanno dimostrato una buona efficacia nella lotta a tale parassita, con un impatto nullo sull’ambiente, e si tratta di sistemi che usano la tecnica dell’endoterapia, cioè iniettando direttamente nel sistema vascolare della pianta, attraverso piccoli fori, delle miscele contenenti prodotti curativi e bio-stimolanti con lo scopo di sfruttare il flusso xilematico della pianta, che si occuperà di traslocare in tutta la chioma il principio attivo iniettato.
Per contrastare la diffusione di tale insidiosa cocciniglia è comunque previsto: a) il divieto di trasportare al di fuori dell’area focolaio il legname e gli scarti di potatura di pini infestati, che andrebbe cippato sul posto per essere sottoposto a trattamento termico; b) che i vivai ubicati in zona focolaio che producono e commercializzano piante adottino un protocollo tecnico che assicuri mediante specifici trattamenti l’assenza dell’insetto. Tali vivai sono sottoposti a monitoraggi del SFR (Servizio Fitosanitario Regionale) affinché sia assicurato il rispetto del protocollo e che la commercializzazione delle piante ospiti avvenga senza la presenza del pericoloso parassita alieno.




Come spesso è dato sapere, c’è anche chi vede come “nemici” delle nostre piante non soltanto gli insetti: I peggiori nemici del verde sono gli organismi pubblici – attacca così il Dr. Paolo Salonia del CNR - che dovrebbero svolgere il loro ruolo di protezione e non lo fanno. Per salvare i pini di Saxa Rubra ho tempestato di email gli uffici capitolini che avrebbero dovuto prendersene cura. Poi ho pensato che dovevo comunque agire, perché sono convinto che i cittadini debbano assumere un ruolo proattivo e non solamente denunciare e lamentarsi dell’assenza della pubblica amministrazione. Infatti, la risposta dei cittadini all’appello di Salonia è stata immediata, ed è la prova che le piante sono davvero un patrimonio culturaleL’importanza degli alberi per l’ambiente è ormai nota a tutti ribadisce ancora P. Salonia - ma il loro valore culturale, storico e paesaggistico è altrettanto fondamentale. Possiamo dire che se i pini sparissero dalle coste italiane sarebbe un danno incommensurabile per il nostro paesaggio, una vera perdita di identità culturale, per cui prendersi cura delle nostre piante è anche un discorso di civiltà. Spero che la nostra iniziativa romana sia davvero un inizio, un esempio di modello replicabile in altre diverse realtà.

È l’occasione, questa, per un ennesimo appello alla consapevolezza, alla responsabilità ed al rispetto non solo per i Pini, - alberi vistosi ed “autorevoli” che, oltre all’importanza già evidenziata, caratterizzano spesso il percorso di importanti strade e dimostrano altresì la loro diversa utilità e la capacità ornamentale in molti giardini, ville e aree pubbliche e private, - ma per il mondo vegetale!

Scritto da Giovanni Conca - Pubblicato sul numero 3 del 2021 del Il Corace

FITNESS AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Il coronavirus sta attualmente costringendo molte persone a lavorare da casa. Le palestre e le società sportive sono chiuse per limitare quanto più possibile il rischio di contagio. Molti di noi si ritrovano quindi a condurre una vita molto più sedentaria del solito: ci manca la nostra dose di movimento quotidiano. Attualmente la pandemia ha costretto molti lavoratori allo smart working. Quello che per molti può sembrare, in un primo momento, una gran comodità, nasconde purtroppo tutta una serie di svantaggi. Uno tra questi è la mancanza di movimento, visto che non possiamo praticamente uscire di casa. La strada da fare ogni giorno per andare al lavoro, tutti i piccoli spostamenti in ufficio, ad esempio per andare in sala riunioni, alla fotocopiatrice, alla macchinetta del caffè o in mensa: tutto questo viene a mancare. A questo si aggiungono spesso problemi di postura, perché soltanto pochi fortunati possono godere, a casa, di una postazione di lavoro al computer che consenta di mantenere una postura corretta, sana e dinamica. Quando il movimento inizia a scarseggiare anche nel tempo libero, la questione si fa seria. La mancanza di movimento prolungata determinata dal lavoro in home-office influisce negativamente non soltanto sulla nostra produttività, visto che ci stanchiamo prima e perdiamo facilmente la concentrazione, ma anche sull’umore, perché ci manca un’importante valvola di sfogo per scaricare lo stress che si accumula. 


Problemi seri come il sovrappeso, il mal di schiena o i disturbi del sistema cardiovascolare possono essere una conseguenza a lungo termine di questa situazione. E proprio in considerazione della pandemia di COVID-19, non possiamo assolutamente sottovalutare un potenziale indebolimento del sistema immunitario. Proprio per questo diventa ancora più importante trovare il modo di muoversi e allenarsi a casa, anche in tempi di smart working. Consiglio quindi di creare una routine, investendo il tempo risparmiato non dovendo più recarci fisicamente sul posto di lavoro per praticare attività fisica in casa. Per concederci una pausa dopo tanto tempo seduti, non c’è niente di meglio che sfruttare il proprio salotto per fare un po’ di ginnastica. Il lato positivo è che ci sono moltissimi esercizi che si possono fare in casa senza l’uso di attrezzi o particolari attrezzature, per migliorare la forza, la resistenza, la coordinazione e la flessibilità. Sfruttando il peso del corpo, è possibile eseguire tantissimi esercizi che aiutano a mantenersi in forma e a divertirsi. Un tappetino da yoga o un comune tappeto danno un tocco di comfort in più. Con un po’ di creatività si possono anche utilizzare mobili e complementi d’arredo per fare ginnastica in casa e variare ancora di più l’allenamento. Se c’è bel tempo, ci si può allenare anche sul balcone, sul terrazzo o in giardino, per respirare un po’ d’aria fresca. A seconda del tipo di allenamento che desideri, puoi trovare numerosissime idee su internet su come allenarti in casa. Esistono inoltre molti programmi di fitness online e app gratuite.

Scritto da Andrea Pistilli - Pubblicato sul numero 3 del 2021 del Il Corace

L'AVVOCATO RISPONDE

Egregio Avvocato,
vorrei sapere quali obblighi giuridici ho nei confronti di un mio zio, fratello di mia madre deceduta. Chi ne risponde per la sua custodia? La ringrazio. Marta.

Preg.ma Signora,
in linea generale, i nipoti in linea collaterale non hanno obblighi nei confronti degli zii, salvo che non abbiano ricevuto donazioni in vita e, in tal caso, comunque nei limiti della ricevuta donazione. A tal proposito, è necessario fare riferimento al Codice civile, nel quale vengono espressamente indicate le persone obbligate a prestare gli alimenti, tra le quali i fratelli, ma non i discendenti dei fratelli. Secondo quanto previsto dall’art. 433 C.c., sono tenuti all’obbligo di prestare gli alimenti, nell’ordine, 1) il coniuge; 2) i figli legittimi o legittimati o naturali o adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi anche naturali; 3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, anche naturali; gli adottanti; 4) i generi e le nuore; 5) il suocero e la suocera; 6) i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali. Pertanto, a carico dei nipoti (figli di fratelli o sorelle) non sorge alcun obbligo giuridico di carattere alimentare nei confronti degli zii, in quanto questi non sono tra i soggetti elencati nell’art. 433 del Codice civile. Soltanto nel caso in cui il nipote abbia beneficiato di donazioni da parte dello zio, lo stesso sarà obbligato al suo mantenimento, così come previsto dall'articolo 443 C.c.: “chi deve somministrare gli alimenti ha la scelta di adempiere questa obbligazione o mediante un assegno alimentare corrisposto in periodi anticipati, o accogliendo e mantenendo nella propria casa colui che vi ha diritto. L'autorità giudiziaria può però, secondo le circostanze, determinare il modo di somministrazione. In caso di urgente necessità l'autorità giudiziaria può altresì porre temporaneamente l'obbligazione degli alimenti a carico di uno solo tra quelli che vi sono obbligati, salvo il regresso verso gli altri”. In tali casi, per obbligo degli alimenti a favore degli zii è da intendere l'obbligo dei nipoti di provvedere alla loro cura, versando un assegno in denaro, in ragione delle quotidiane necessità di vita degli stessi, ovvero ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione. Per l’art. 437 del Codice civile “il donatario è tenuto, con precedenza su ogni altro obbligato, a prestare gli alimenti al donante, a meno che si tratti di donazione fatta in riguardo di un matrimonio o di una donazione rimuneratoria”. Alla luce di quanto detto, quindi, salvo che Lei non abbia ricevuto una donazione da Suo zio, tale da obbligarLa in via prioritaria al suo mantenimento, non sarà tenuta ad alcun obbligo giuridico, se non ad un eventuale e libero impegno morale.

Scritto da Emanuele Vari - Pubblicato sul numero 3 del 2021 del Il Corace