Cari lettori, stiamo per entrare nella
stagione estiva, le prime giornate afose le stiamo vivendo in questi
giorni, e la vegetazione è sicuramente un nostro alleato per
trascorrere delle belle giornate all’aria aperta e nel frattempo
goderci ore di relax all’ombra sotto un bosco o sotto un semplice
albero, che ci protegge dai diretti e intensi raggi del sole ed
aumenti il comfort ambientale di dove ci troviamo. Ma se volessimo
che la vegetazione fosse nostra alleata anche tra le mura domestiche,
che protegga e non solo dalla calura estiva le nostre abitazioni, le
nostre città e quindi portare nelle nostre case veri e propri
“boschi”, con i tanti vantaggi che scopriremo fra poco, ecco che
si sente sempre più spesso parlare di giardini verticali, verde
pensile, boschi verticali, città verdi… ma di cosa stiamo parlando
esattamente, e quali sono i vantaggi di queste nuove visioni?
Innanzitutto partiamo dalla definizione di giardini verticali: sono
l'elemento di arredo vegetale che cresce sulle facciate delle
costruzioni urbane, simbolo di ecosostenibilità e modernità
contemporanea. L’approccio sostenibile dell’architettura verso la
natura ha seguito sviluppi notevoli nell’era della sensibilità sul
tema ambientale, raggiungendo la condizione limite durante la
costruzione di edifici, che ispirati ai processi della vita vegetale
tentano di far parte della natura stessa. L’elemento chiave
dell’incontro tra l’artificiosità di un edificio e la dominante
natura è stata l’inserimento di porzioni o superfici tecnicamente
adatte ad ospitare la crescita di arbusti o piante rampicanti lungo
la facciata dell’edificio, note come Pareti Verdi. Numerosi sono
gli esempi spontanei di questa tecnologia a partire dall’edera che
domina i castelli medievali o le pareti esterne di costruzioni
campestri isolate dall’urbanità, dove il clima umido e ricco
d’acqua permette la crescita dell’elemento vegetale verso la
direzione verticale, trovando un aggancio nelle porzioni di malta
crollata o sporgenze nella roccia.
Parte
LUMSA Roma (foto Fernando Bernardi)
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Ma come è possibile portare la
vegetazione verticale in un contesto urbano? Patrick Blanc, botanico
francese e padre di questa tecnologia, a partire dagli anni ’90
inizia a sperimentare questa tecnica compositiva attraverso un
incontro di conoscenze botaniche e tecniche diverse, riuscendo così
ad ottenere un giardino verticale che attraverso un sistema di vasche
e filtraggi d’acqua copre un’intera superficie libera di un
palazzo adiacente al Caixa Forum di Madrid. La composizione prevede
l’inserimento di differenti tipologie di piante con colorazione e
crescita differenti che nel loro accostamento producono un sistema
verde compatto rigoglioso, come un quadro dagli infiniti scenari e
prospettive. Il giardino verticale di Blanc, dopo la sua
inaugurazione, produsse notevole interesse tra i progettisti e i
critici che iniziarono a domandarsi quali siano gli svantaggi di
questo sistema costruttivo e sulla sua effettiva sostenibilità nel
campo tecnico ed energetico. Ciò nonostante l’attività di Patrick
Blanc aprì le porte e numerose committenze e occasioni di
sperimentazioni su questa tecnologia proclamandolo padre dei giardini
verticali. Le pareti verdi sono un sistema tecnico di inverdimento
verticale utilizzato nell’architettura contemporanea per migliorare
l’estetica degli edifici e aumentare la coibentazione delle pareti
riducendo in questo modo la dispersione del calore. Il sistema
costruttivo prevede l’ancoraggio alle pareti di una successione di
vasche e supporti dove la vegetazione possa crescere ed essere
alimentata da un impianto di irrigazione distanziato dalle pareti per
evitare infiltrazioni. Il sistema dei giardini verticali è ancor
oggi in via di sperimentazione ed è oggetto di analisi sotto
l’aspetto tecnologico di vantaggi e svantaggi. I vantaggi
di un sistema di verde verticale sono chiari, coibentazione del
pacchetto parete che filtra il salto termico tra interno ed esterno e
isolamento acustico degli spazi interni; riduzione delle polveri
sottili disperse dai dispositivi inquinanti e abbassamento della CO2,
migliorando la qualità dell’aria negli spazi aperti; ritenzione
delle acque meteoriche con assorbimento e raccolta nei vasi delle
piante, riducendo la portata d’acqua che raggiunge le fognature e
gli spazi pubblici. I vantaggi in termini di comfort degli spazi
interni sono evidenziati dai risultati in termini di isolamento
termico e protezione della facciata dal sole. Conseguentemente a
questi vantaggi le tecnologie dimostrano, dal punto di vista
energetico, risultati inferiori (svantaggi) rispetto
all’isolamento a cappotto o ai sistemi integrati al pacchetto
parete. Inoltre sono evidenti le problematiche legate alla
progettazione di un buon sistema di vasche e di irrigazione e
l’esigenza di una costosa manutenzione e gestione.
Patrick
Blanc Palazzo vicino al Caixa Forum Madrid anni ‘90
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Vi sono 3
tipologie costruttive e quelle più in uso oggi prevedono differenti
sistemi di assemblaggio e composizione delle facciate vegetali. Le
prime sono Le Green Facade, delle superfici in cui nel
sistema tecnico strutturale sono integrati dei vasi a differenti
quote destinati alla crescita delle piante che andranno a salire
seguendo un graticcio verticale. I Living Walls invece
sono tecnologie che prevedono l’assemblaggio di moduli in
policarbonato che ospitano il terreno e il sistema di irrigazione. Il
sistema verde viene coltivato precedentemente per poi essere montato
sulla facciata dell’edificio dove avrà vita grazie ai sistemi
interni. Infine il Muro Vegetale: questo segue una
tecnica artigianale dove una successione di vasche per le piante
vengono sovrapposte creando una superficie unica e attiva nella
crescita e nella formazione di un microclima interno. Le pareti verdi
sono in questo modo divenute un’innovazione volta a coniugare
sostenibilità ed estetica sostenibile, due entità diverse che negli
ultimi anni trovano incontro nella pubblicizzazione e nel business
dell’edilizia. La sostenibilità intesa come soddisfacimento del
bisogno energetico di un edificio con una produzione energetica
autonoma e con sistema di protezione contro la dispersione di
quest’energia. L’estetica sostenibile è messaggio mediatico di
architettura attenta all’ambiente che riduce la produzione di
materiale nocivo e il disboscamento, idea irreale per la condizione
dell’architettura stessa come prodotto dell’uomo che interviene
su un territorio naturale. Bisognerebbe invece considerare il fare
architettura come una pratica artificiale che, tramite un’attenzione
particolare nella scelta dei materiali costruttivi e nelle tecnologie
costruttive, possa realmente ridurre il consumo di energia esterna e
possa sostenersi in modo autonomo attraverso sistemi sostenibili di
protezione e produzione dell’energia. Anche nella nostra capitale
Roma, si iniziano a vedere sempre più spesso la creazione di
giardini verticali, e proprio l’ultimo in ordine di tempo è la
facciata dell’Università LUMSA (marzo 2020) e se volete toccare
con mano una parete verde verticale o semplicemente incuriosirvi, vi
consiglio di fare due passi nel cuore del quartiere Prati, in via
Pompeo Magno 22. Che il futuro abbia inizio?
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