Sgombriamo
subito il campo da fraintendimenti e da ipotetiche accuse di essere
un mangiapreti ed un blasfemo... Qui tratterò di libertà. Libertà
di culto è sacrosanta. Culto della libertà ancora di più. Non ho
gradito, tra le altre cose, la limitazione della libertà nei mesi
del blocco forzato delle attività.
Ci son stati fermi necessari ed interruzioni discutibili, ma qui voglio dirvi la mia su una “cosa” che ho trovato fastidiosa assai accaduta a Cori e che spero di spiegarvi con la dovuta precisione. La Messa obbligatoria. Così mi viene di definirla e mi riferisco alla pratica quotidiana che il “capo” del Santuario della Madonna del Soccorso ci ha "costretti" ad ascoltare mediante uso ed abuso di altoparlanti puntati sul nostro borgo a diffondere la messa. Troppo brutale? Critica eccessiva? A me non sembra. Ho incontrato (a distanza di sicurezza) un buon numero di coresi ai quali ho chiesto cosa pensassero delle parole diffuse nell’etere provenienti dalla sommità del paese che ci “allietavano” due volte al giorno con un nastro sempre uguale e cantilenante (che brutta la messa detta senza pathos). Risposta unanime. Primo..ma ti conviene criticare “quelli del Soccorso”?? Secondo...in effetti la messa un po’ la subiamo. Fa un po’ impressione il concetto di “infallibilità” dell’autorità religiosa che ricorda quelle bolle papali ante Porta Pia che tanto condizionavano l’opinione pubblica dei secoli scorsi. Con tatto e garbo ma con fermezza tutti siamo criticabili.
Posso capire la domenica e le feste comandate che nell’impossibilità di andare in chiesa siano caratterizzate dalla diffusione della parola del Signore in filodiffusione, ma perché costringere un intero paese ad un ascolto senza sosta per giorni e mesi? Gli anziani la chiedono. Ci sono canali televisivi e radiofonici che possono soddisfare questa legittima esigenza. Ci sono idee creative alternative che possono consentire al parroco di chiamare telefonicamente i fedeli, parlare con loro, portare privatamente conforto a chi lo richiede, per i più moderni ci sono i social...ma perché il diritto di un laico non deve essere tutelato? Perché chi crede in un altro Dio deve sentir messa a domicilio senza averla chiesta? Ecco il concetto fondante della nostra Repubblica. La laicità dello Stato è sacra. Può sembrare una quisquilia..ma l’altoparlante "cattolico" a pieno volume sparato su una comunità con una quotidiana costanza, mi pare un tormentone degno dei più famosi claim pubblicitari. Qui a Cori mi aspettavo che tale principio (laicità et similaria) potesse essere fatto rispettare dal consiglio comunale tutto. “Padre cortesemente....la Santa messa la domenica va bene...tutta la comunità la chiede...ma tutti i giorni anche no..” ecco cosa il Sindaco di tutti avrebbe potuto riferire. Invece nessun intervento. Neanche sommesso. Quando questo articolo uscirà si sarà tornati alla messa con la partecipazione dei fedeli (contingentati) ma il concetto che sto cercando di far passare non ha nulla a che vedere con i sacramenti. Guardando il Tg2 ho visto una “giornalista” esibire in video il rosario...massimo rispetto per la fede...ma credo sia una questione privata quest’ultima. La fede non va esibita o tantomeno imposta. È un elemento privato e come tale va tutelato e protetto nel “giardino dell’intimo”. “Libera Chiesa in libero Stato” è frase e concetto che attengono al rispetto e la salvaguardia di ambiti non antitetici ma ben distinti e ognuno con la sua dignità. Si dice “andare a messa”... non è la messa che viene da noi imponendosi... può accadere in particolari momenti (come quello recentemente vissuto) che la funzione religiosa sia celebrata coram populo con i diffusori acustici...ma la domenica.. non tutti i giorni. In questo caso trattasi di “prepotenza” non gradita anche da un buon numero di credenti. Va benissimo "far visita" agli altri...ma per prima cosa si dovrebbe bussare alla porta della loro volontà e coscienza.
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