sabato 30 maggio 2020

CACCIA: LEGGI E BALISTICA VENATORIA

Sui fucili a canna liscia esistono idee fantasiose ed in questo articolo ne illustreremo alcune.
Innanzitutto, l’idea che alcuni tipi di fucili siano più micidiali di altri dello stesso calibro, è una di quelle più difficili da digerire.

Dal libro CARTUCCE, di Frank C. Barnes, Ermanno Albertelli Editore

In onore del famoso esperto di cartucce Frank C. Barnes, un Ingegnere.


Infatti, in relazione alla micidialità, ciò che veramente influisce è il calcio del fucile e cioè ciò che veramente conta è colpire il bersaglio. Un’altra credenza, ormai radicata, è che più è lunga la canna maggiore è la gittata efficace. Orientativamente, da circa quarant’anni, le cartucce a polvere infume sviluppano la “loro” massima velocità iniziale in una canna della lunghezza di circa 20-22 pollici, mentre quello che supera tale lunghezza può servire per equilibrare l’arma. Se la canna è troppo lunga, ciò può ridurre leggermente la velocità dei pallini, a causa dell’attrito. Un fucile, la cui canna liscia sia lunga 25-26 pollici, avrà la stessa micidialità di un fucile da 32 pollici. Inoltre, è più rapido mirare con una canna corta. Ulteriore argomento oggetto di discussioni ed equivoci riguarda la gittata efficace di un fucile a canna liscia. Alcuni ritengono che la velocità aumenti con l’aumentare del calibro, altri, invece, che tale velocità aumenti col diminuire di questo. Ciò che fa la differenza, qualora si utilizzi munizione spezzata, è la densità della rosata. Quindi, ancora una volta, ciò che è essenziale è far andare a segno i pallini. Ovviamente, per tali calcoli, sono da prendere in considerazione ulteriori caratteristiche, quali il peso dei pallini ed il loro diametro (numerazione), oltre che il tipo di animale insidiato (grandezza, resistenza alla penetrazione dei pallini). Dal tipo di strozzatura dipendono, poi, le dimensioni e la densità della rosata ad una determinata distanza.Interessante è che, nel caso in cui tutti gli altri elementi siano uguali, non esiste molta differenza fra il diametro effettivo della rosata prodotta, alla stessa distanza, da calibri diversi.

Scritto da Emanuele Vari e Renato Bologna - Pubblicato sul numero 4 del 2020 del "Il Corace"

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