Cari
italiani, sono il covid-19 e vorrei dirvi che, per quanto non ci
crediate, mi dispiace dei danni che vi ho arrecati, a voi e al resto
dell'umanità. Ma io questo sono, un virus, e la mia natura mi impone
di aggredire, contagiare e uccidere: non c'è cattiveria né malafede
in me, semplicemente un terribile istinto. A volte voi umani fate le
stesse cose, aggredite e uccidete ma con malafede e con cattiveria, e
vi scannate tra voi. Però questo è un altro discorso. Non
mi chiedete da dove provengo, come nasco e perché: potrei non
saperlo neanche io e anche sapendolo sarei legato al segreto di
Stato. Per vostra fortuna mi sto indebolendo, o come dicono gli
scienziati che mi stanno studiando, forse sto cambiando carattere. In
effetti anche io mi sento diverso; fragile, frastornato: a volte
aggredisco, ma senza emozioni, il primo che capita, senza più un
perché e senza strategia: sembro Renzi.
Il
motivo di questa mia missiva, e ringrazio "Il Corace" per
avermi ospitato, è quello di riferirvi le mie impressioni su come vi
siete e vi state comportando in Italia. Paese al quale riconosco il
merito, attraverso i suoi scienziati e il suo governo, di aver capito
abbastanza presto, prima di altri paesi, la mia pericolosità, e di
aver agito di conseguenza, anche se con qualche ritardo sul quale,
prima o poi, un poco di chiarezza dovreste fare. Per esempio, mi
hanno riferito che i Servizi Segreti già da dicembre avevano
segnalato, in Cina, la mia presenza e che il 2 gennaio, una nota dei
Servizi Segreti esteri vi informava di ciò, ma solo il 20 gennaio
dal Ministero della Sanità partiva una circolare interna agli
organismi preposti che dichiarava un probabile allarme sino al 20
luglio, data ipotetica. Invece
avete perso un mese abbondante prima di dichiarare zone rosse prima
il nord, e poi, solo il 10 marzo, il resto del paese. Perché?
Comunque, a "prescindere", come avrebbe detto il vostro
grande comico Totò, poi avete recuperato bene, grazie anche al senso
di maturità e di pazienza che come cittadini avete dimostrato, ed
anche perché Esecutivo e scienziati, dopo lo sbalordimento iniziale,
si sono rimboccati le maniche e date direttive sempre meno confuse al
punto che altri paesi europei, loro malgrado, hanno seguito l'esempio
italiano. Ma queste sono vicende interne alla politica del vostro
paese e non mi voglio intromettere, anche perché vista da lontano
essa appare agli stranieri incomprensibile nei suoi giochetti: vista
da vicino, ancora peggio.
Vorrei
invece spendere una parola per i miei fieri avversari: gli
scienziati, i medici, e tutti i ricercatori che mi stanno combattendo
e ai quali riconosco il loro grande valore e la loro professionalità.
Senza di essi avrei fatto una strage ancora superiore ai guai che già
ho combinato. Li difendo perché una parte dei giornali e degli
opinionisti li mettono sotto accusa scrivendo e dicendo che spesso
dicono cose diverse tra loro, a volte contrastanti, che dettano
legge, e che la politica è subalterna alle loro decisioni.
Cari
amici, la scienza e la medicina rientrano in un solo nome: ricerca.
La ricerca scientifica si chiama così perché è partendo da ciò
che già si conosce, cioè dall'esperienza, che si può arrivare a
conoscere ciò che non si sa. Stanno facendo non semplicemente dei
passi avanti, ma miracoli, ed è assolutamente normale che le loro
opinioni non sempre coincidano. I dubbi sono la certezza della
scienza: una scienza che ha solo certezza non è scienza, è
millanteria. Poi li voglio difendere perché altro tema, già prima
accennato è che il governo, invece di decidere quando come e se
riaprire, tempi e modi in autonomia, si è affidato completamente
agli esperti. Non mi pare che i fatti dicano questo. Una cosa è
certa; che dinanzi a un figlio di buona mamma come me, trovare un
punto di equilibrio tra scelte da fare per far riprendere il Paese,
ridargli quella libertà garantita dalla Costituzione, e prudenza
degli scienziati, non è impresa facile. Per la prima volta, in epoca
moderna e contemporanea, si è posta con forza e drammatica
concretezza il rapporto tra Politica e scienza. Chi deve avere
l'ultima parola? Come fare sintesi? Sono tematiche inedite e
impreviste in questo nuovo millennio e nuovo secolo, dove ci si
aspettava che le incognite arrivassero dalle armi chimiche o dalle
tecnologie, o dal nucleare: invece sono uscito io, un virus. Altra
questione che ho percepito mentre saltellavo tra voi, contagiandovi:
il tema della libertà. Avete una Costituzione che vi garantisce
tutte quelle cose che vi sono state negate in questi due mesi:
avevano il diritto di negarle? È stata violata la Costituzione? La
risposta non è semplice perché determinati articoli chiariscono
bene, che in caso di emergenza sanitaria si possono privare i
cittadini delle loro libertà. Ma non indicano né per quanto tempo,
né in quale misura. È evidente, mi diceva un amico avvocato (che ho
contagiato) mentre eravamo in ospedale, che questo punto deve essere
oggetto di approfondimento della Corte Suprema, cioè la Corte
Costituzionale, affinché non ci siano dubbi su cosa un Esecutivo può
fare e cosa non può fare. Mettiamola così: il Premier Conte con i
suoi numerosi, decisamente troppi, Decreti si è mosso ai limiti
della Costituzione senza mai superarli, ma arrivando, in qualche
caso, borderline, sulla linea di confine. Spero
comunque, io che provengo da una dittatura e so cosa vuol dire
mancanza di libertà, (lo scrivo perché "Il Corace" in
Cina non arriva) che ora amiate un poco di più la parola "libertà",
e siate tutti consapevoli del valore umano, morale, sociale e
politico, di questa condizione: essere liberi!
Ultima riflessione: ma la paura che vi ho fatto prendere vi ha cambiato un poco? Ha rimesso in discussione la vostra scala di valori? Vi ha fatto capire che la vita è la cosa più importante? Avete imparato a dare importanza alle piccole felicità quotidiane? Spero di sì, visto che chiusi in casa avete avuto tutto il tempo di riflettere e di pensare. Pratica, quella del pensare, cioè del fare i conti con sé stessi, che non bisognerebbe mai abbandonare perché é solo il pensiero, unito alla volontà di cultura, che vuol dire voler capire noi e il mondo intorno che ci circonda, dà un senso alla nostra esistenza; gli offre una sostanza ed indica una direzione di marcia, un orizzonte. Ora, cari amici, vado: sono stanco; tra mascherine, distanze sociali, disinfettanti e ricerche mediche ho capito che per me non c'è più trippa per gatti. Ne resta poca. Ah, dimenticavo: dite ai vostri parlamentari e ai vostri partiti che la smettessero di fare i pagliacci con i giochetti di potere anche in una situazione come questa. Vale per tutti: maggioranza e opposizione. Si preoccupassero di più di farvi uscire dalla crisi economica, dicessero alle banche di rispettare gli accordi, e dite a quei due Matteo che fanno i "capuzzielli", (vuol dire i bulletti, espressione usata verso di me da un contagiato napoletano) di starsene tranquilli e di fare i seri. Vi saluto, devo scrivere due paroline a Trump: quello ancora non ha capito ancora con chi ha a che fare...
Ultima riflessione: ma la paura che vi ho fatto prendere vi ha cambiato un poco? Ha rimesso in discussione la vostra scala di valori? Vi ha fatto capire che la vita è la cosa più importante? Avete imparato a dare importanza alle piccole felicità quotidiane? Spero di sì, visto che chiusi in casa avete avuto tutto il tempo di riflettere e di pensare. Pratica, quella del pensare, cioè del fare i conti con sé stessi, che non bisognerebbe mai abbandonare perché é solo il pensiero, unito alla volontà di cultura, che vuol dire voler capire noi e il mondo intorno che ci circonda, dà un senso alla nostra esistenza; gli offre una sostanza ed indica una direzione di marcia, un orizzonte. Ora, cari amici, vado: sono stanco; tra mascherine, distanze sociali, disinfettanti e ricerche mediche ho capito che per me non c'è più trippa per gatti. Ne resta poca. Ah, dimenticavo: dite ai vostri parlamentari e ai vostri partiti che la smettessero di fare i pagliacci con i giochetti di potere anche in una situazione come questa. Vale per tutti: maggioranza e opposizione. Si preoccupassero di più di farvi uscire dalla crisi economica, dicessero alle banche di rispettare gli accordi, e dite a quei due Matteo che fanno i "capuzzielli", (vuol dire i bulletti, espressione usata verso di me da un contagiato napoletano) di starsene tranquilli e di fare i seri. Vi saluto, devo scrivere due paroline a Trump: quello ancora non ha capito ancora con chi ha a che fare...
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