mercoledì 6 ottobre 2021

IL PICCOLO PADRE, DONEHOGAWA DEGLI IROCHESI

Nel 1868, i capi indiani delle nazioni Sioux, Cheyenne settentrionali e Brulè Lakota, che risiedevano nella valle del fiume Platte (nello stato dell'odierno Nebraska), avevano firmato un trattato di pace con il governo degli Stati Uniti dopo aver vinto una dura guerra. Nel trattato veniva concordato che i forti militari in quel territorio sarebbero stati dismessi, ma che le tribù Sioux stanziate in quei luoghi avrebbero dovuto trasferirsi a 500 km da lì, sul fiume Missouri, presso la loro agenzia commerciale. Tuttavia il capo dei Sioux Nuvola Rossa aveva firmato un altro accordo, o meglio, gli interpreti gli avevano fatto credere che nel documento sottoscritto fosse inteso che la sua tribù avrebbe potuto commerciare con l'agenzia situata a Laramie, nel suo territorio, esattamente come egli stesso aveva richiesto. Dopo che ebbe, con una dimostrazione di forza, ottenuto il permesso di commerciare comunque a Fort Laramie per quella stagione, seppe che i più miti Brulè di Coda Chiazzata avevano acconsentito a trasferirsi sul Missouri. Giunse notizia in quei giorni, inoltre, di un massacro di Piedi Neri nel territorio del Montana, tenuto nascosto dall'esercito statunitense. 

Nonostante i Piedi Neri fossero nemici dei Sioux, la notizia di un gratuito attacco ad un insediamento indiano metteva in agitazione tutte le tribù, e presto la situazione sarebbe divenuta incandescente nell'ovest. Fortunatamente, nel 1869 venne eletto presidente degli USA Ulysses Grant, l'eroe della Guerra Civile, che da lungo tempo era amico di un Irochese, Donehogawa. Questi aveva cambiato il suo nome in Ely Parker, dopo aver vissuto un'intera giovinezza di discriminazioni a causa del suo nome indiano. La sua grande esperienza di ingegnere civile e la sua padronanza dell'inglese scritto (aveva inutilmente tentato di iscriversi all'ordine degli avvocati di New York, respinto perché nonostante il nome inglese aveva la “pelle rossa”), gli consentirono di servire nell'esercito unionista proprio al fianco del suo amico Grant, e di redigere di suo stesso pugno il trattato di pace dopo la vittoria sul generale confederato Lee. Lo stesso Grant poi, una volta presidente, pensò che fosse più utile avere come Commissario agli Affari indiani un indiano appunto, piuttosto che un bianco che non capiva i sentimenti e le ragioni di quei popoli. E così si sparse la voce che, come a Washington esisteva un Grande Padre (il presidente USA per i nativi), ora esisteva anche un Piccolo Padre solo per gli indiani. 

Ely Parker (Donehogawa)

La notizia giunse entusiasticamente alle orecchie delle tribù nell'ovest, ma Nuvola Rossa era titubante. E quando la verità sul massacro dei Piedi Neri arrivò anche nell'ufficio del nuovo Commissario agli Affari indiani, Parker prese subito in mano la situazione e, per spegnere l'incendio sul nascere, invitò a Washington Nuvola Rossa affinché parlasse allo stesso Grant e gli mostrasse le sue rivendicazioni. Nuvola Rossa accettò con riluttanza (e qui si potrebbe aprire un altro intero capitolo sul viaggio di questi indigeni verso l'Est civilizzato e industrializzato, i quali utilizzarono il loro grande nemico “il cavallo di ferro”, come essi chiamavano il treno, che li portò in grandi metropoli dal nome indiano come Omaha o Chicago, che di indiano però non avevano nulla; sulla loro diffidenza verso le usanze bianche, verso i loro vestiti “stretti e scomodi”; sull'impressione che fecero loro le mille candele accese nella sala del ricevimento e dei palazzi che toccavano il cielo). Una volta a Washington, il capo dei Sioux incontrò di persona Parker, e allora credette che il Grande Spirito aveva realmente concesso a un indiano la capacità di leggere e scrivere in inglese. 

All'incontro con il Consiglio organizzato per discutere le richieste di Nuvola Rossa partecipò anche Coda Chiazzata, capo dei Brulè, che da buongustaio osservò con ironia che le prelibatezze servitegli nella “casa del Grande Padre” non assomigliavano affatto alla robaccia che veniva inviata loro nell'ovest. Fu letto e discusso ciò che era scritto nel trattato originale del 1868, nel quale effettivamente si prevedeva lo spostamento dei Sioux sulle rive del Missouri. Nuvola Rossa contestò quel contenuto, affermando che fosse la prima volta che sentiva tali cose. Dopo una lunga discussione e un toccante e profondo discorso del capo Sioux, nel quale rivendicava l'appartenenza del suo popolo alla sua terra e raccontava della miseria che si era riversata sui Brulè che si erano trasferiti a est sul Missouri, la sessione terminò, con nessuna promessa da parte dei funzionari bianchi. Il giorno dopo, grazie all'ottima azione diplomatica di Parker che mediò le parti, si raggiunse un nuovo accordo e si evitò un'altra inutile guerra: i Sioux avrebbero avuto un'agenzia commerciale a circa 50 km dal loro insediamento sul Platte. Nuvola Rossa poté ripartire per l'ovest con una mezza vittoria per il suo popolo, più di quanto una guerra gli avrebbe concesso e meno di quanto una guerra sarebbe costata ai bianchi: <<Quando giunsi a Washington, il Grande Padre mi spiegò cosa prevedeva il trattato, e mi fece capire che gli interpreti mi avevano ingannato. Tutto ciò che voglio è giusto ed equo. Ho cercato di ottenere dal Grande Padre ciò che è giusto ed equo. Non ci sono riuscito del tutto>>. Parker, nonostante avesse avuto la forza e la scaltrezza di far ragionare e scendere a trattative due popoli cocciuti come gli indiani e gli statunitensi, uscì da quell'incontro con la carriera finita. Fu  processato per frode per aver mandato provviste agli indiani prima dell'uscita del bando ufficiale a un prezzo di comodo, allo scopo di placare l'aria di rivolta nell'ovest (non solo venne assolto dalla corte, ma il suo operato fu osannato dai giudici); fu ostracizzato dai suoi avversari politici, colpiti nei loro affari dalle sue riforme a favore dei popoli indigeni; ma soprattutto fu isolato dal mancato supporto dei suoi alleati al Campidoglio nel momento del bisogno. 

Era solo “un indiano appena uscito dalla barbarie” dopotutto. Fu un abile diplomatico, Donehogawa, che per la prima volta nella storia riuscì a imporre le ragioni indiane sul governo americano; portò una delegazione di nativi a Washington, a parlamentare direttamente con il presidente e impedì una ennesima azione militare dettata dalla politica bellicista dei generali di stanza nell'ovest. Si ritirò dalla vita pubblica, divenne un ricco uomo d'affari della costa est, si spogliò di Parker e rimase Donehogawa, uomo degli Irochesi.

Scritto da Matteo D'Achille - Pubblicato sul numero 7 del 2021 del "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento