martedì 5 ottobre 2021

IN PUNTA DI PIEDI...GRAZIE!

Non è un articolo di commiato ma i toni possono sembrare quelli, non ho argomenti particolari da proporre ma vorrei esprimere il mio ringraziamento a questa città che mi accolse quattro anni fa. 

Mossi i primi passi qui a Cori all’esordio del mio sacerdozio, sette giorni dopo essere stato ordinato Sacerdote. Venni emozionato, entusiasta come uno scolaretto al primo giorno di scuola: tanta paura, tanta emozione, tanta gioia. Quel sabato era la festa della Madonna del Rosario e precisamente era sabato 7 ottobre del 2017; arrivai per la prima volta in piazza della Croce, chiesi informazioni sulla Chiesa mi dissero “salga su, svolti in via della Collegiata e troverà una scalinata con la Chiesa” e aggiunse “benvenuto a Cori! Ci vediamo a Messa!”. 

Subito rimasi affascinato dalla piazzetta di Santa Maria: il tempo era come se si fosse fermato, un angolo di storia che portava i segni del tempo e tutti gli strascichi di un passato veramente glorioso: lo si notava dalla facciata imponente della bella Chiesa di Santa Maria! Ricordo che venni accolto con gioia e con aria di festa solenne e popolare insieme, con quei modi subito familiari della parlata dialettale corese da parte di quelle persone che incontrai quel sabato sera.

Santa Maria della Pietà - Cori (LT)

 

La Messa era in onore della Madonna del Rosario presieduta dal parroco don Angelo e concelebrata da vari sacerdoti tra cui Don Alfonso, don Romano e don Leonardo Chiappini che ancora seminarista entrò con me quel giorno nella realtà di Cori. Quella chiesa addobbata a festa, con il candelabro che imperava sul presbiterio e finalmente il quadro con la bella Madonna del Rosario che prendeva la scena su tutto il presbiterio, riccamente ornata e decorata con la corona sul capo e gli ori dei devoti. 

Capii subito che Santa Maria aveva bisogno di qualcuno che entrasse in punta di piedi, in ascolto di una comunità antica, antica come Cori, che avrebbe avuto tanto da insegnarmi. Si avvertiva “l’ombra” bella di don Ottaviano che già da molto tempo prima era andato in pensione e la ravvisai subito la sua presenza: bastava fare un certificato di battesimo per trovare la sua firma, bastava incontrare qualcuno che ti diceva “lui mi ha battezzato” e ancora, una frase bella che auguro a me stesso e a tutti i miei confratelli “don Ottaviano mi ha accolto come un figlio, non posso dimenticarlo” e io…sono stato in ascolto di questa storia di vita vissuta per trarne beneficio. E così è stato. 

Certamente non ho vissuto solamente momenti gioiosi ovviamente, la gioia soltanto si trova in Paradiso e non è cosa di questo mondo e a Santa Maria le fatiche sono state tante ma credo che si possano sintetizzare in una frase che mutuo dal Vescovo Giuseppe Petrocchi: in un’occasione mentre predicava disse “Cori sii più coro!” La difficoltà sta in questo ed è ciò che blocca a mio avviso questo bel paese, non divisione ma unione! Permettetemi di dire “unione” in ogni campo, evitando di fare muro contro muro arroccandosi in gruppi e sottogruppi di sorta. Ringrazio Dio di avermi fatto dono di molte persone che mi hanno voluto e mi vogliono bene e me lo hanno dimostrato con ogni mezzo! 

Ho poi fatto una esperienza singolare che per me giovane prete è stata una scoperta bella, ossia c’è una vita di fede che va oltre le mura delle chiese di Cori, e spesso queste persone non hanno una vita sacramentale attiva e per questo possono essere additate come persone lontane da “Cristi e Madonne” (certo da sacerdote io spero che prima o poi costoro vengano a contatto con la vita di fede attiva della Parrocchia) ma posso assicurare di aver ricevuto tanto in umanità e in esempi cristiani, ho ricevuto tanto ma credo di aver anche donato a mia volta. Vado via con una consapevolezza in più sul mio sacerdozio, sulla mia formazione, sapendo di lasciare un patrimonio di cultura quale è Cori, un paese dalle mille sfaccettature con un passato glorioso alle spalle, e parlo andando al di là della vita di fede: Cori ha ed è molto di più di quel che appare e spesso non se ne ha la consapevolezza

Vado via con il cuore certamente addolorato: santa Maria è chiusa e io amo pensare che sia temporaneamente chiusa. Chi vivrà certo vedrà, per ora ci danno certezza che presto verrà riaperta. Tante le persone, le storie e i volti belli incontrati in questi anni, che hanno seminato in me anche preziosi consigli oppure chiedendomi di essere ascoltate, facendomi sentire privilegiato e indegno per certi versi che mi aprissero il loro cuore! Giovani e anziani, molti di loro contemplano già il Signore nella vita eterna. 

Ora mons. Vescovo mi ha inviato alla comunità di Santa Lucia in Sezze. Chiedo di accompagnarmi con l’affetto e la preghiera in questo nuovo percorso di vita. Concludo con la parola più breve ma credo più carica di ogni significato: GRAZIE! Per aver accolto un giovane sacerdote ed aver avuto la pazienza e la bontà, reciproca ovviamente, di esserci sostenuti!

Scritto da Giovanni Grossi - Pubblicato sul numero 7 del 2021 del "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento