mercoledì 30 settembre 2020
PATRIZIA CLAPS: LO SGUARDO DI UNA DONNA SULLO SGUARDO DELLE DONNE
La donna tra oppressione e prigionia di stereotipi, volontà di liberazione, ricerca di nuovi spazi per affermare la propria femminilità ed il proprio erotismo; porte che si spalancano su orizzonti onirici e surreali, in una ricerca e sperimentazione pittorica vissuta e paziente, dove "L'altra metà del cielo" è tratteggiata con delicata, determinata sensualità.
Ma anche sfaccettature che evocano tentazioni "cubiste", segmentazioni di un corpo inteso non solo nel suo spessore "materiale", ma anche come "logos", alla ricerca e rivendicazione di una propria unicità: il riconoscimento del corpo come persona. Sguardi lunatici, che esaltati dalla frammentazione, scrutano un cosmo buio eppure intrigante alle cui incognite gli occhi della donna non si sottraggono ma sembrano dominare. Interrogare. Scrutare. Ed anche un omaggio al Liberty, apoteosi di quella fascinazione, di inizio secolo che caratterizzava all'epoca il "Gentil sesso". Queste, in estrema sintesi, le tematiche della Mostra di Pittura dell'artista di Latina, Patrizia Claps (solo alcune tele di testimonianza), intitolata "Cecilia e le altre" (titolo ispirato alla figura materna), allestita nel locale “24.000 baci” nel corso di una serata di beneficenza patrocinata dalla Fenac, l'importante Federazione presieduta da Alberto Spelda.
L'esposizione, molto apprezzata dai numerosi presenti (anche se i tempi tecnici non hanno consentito un'adeguata presentazione da parte dell'autrice), può considerarsi solo un'anteprima di un progetto più ampio che sta già prendendo forma e che sarà definitivo ad ottobre con una mostra che offrirà una chiave di lettura più ampia della ricerca della Claps. Ciò che ci sembra comunque di poter dire è che ciò che unisce la plurale sperimentazione della pittrice è lo sguardo femminile. Sono gli occhi di una donna sugli occhi di altre donne: quel linguaggio universale di sguardi che le rende complici e ammaliatrici dell'universo. E per questo un linguaggio unico. Alberto Bevilacqua avrebbe detto: "il curioso delle donne".
Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
CACCIA: LEGGI E BALISTICA VENATORIA - settembre 2020
Su “CACCIA & DINTORNI” il giorno 4 Settembre 2020 si legge: “Zone umide passa la linea VERDE: battaglia persa! Zone umide passa la linea VERDE - Ieri a Bruxelles si è consumata la beffa. Al termine di un lungo confronto e della seguente votazione sono state approvate le restrizioni all’uso del piombo nelle zone umide. Zone Umide - La questione sulle zone umide è ormai una battaglia persa, alla fine in Europa ha prevalso la linea “verde”, che non ha tenuto in nessuna considerazione le indicazioni di chi sosteneva che l’utilizzo dei pallini d’acciaio fosse molto più dannoso. Una battaglia che l’Europarlamentare Pietro Fiocchi stava (...e sta) portando avanti da mesi. Un danno per la caccia, per i cacciatori e per la biodiversità … omissis …”. In tale articolo vengono spiegate le limitazioni nei confronti dei cacciatori, una categoria sempre più bistrattata dall’ignoranza e dall’estremismo sociale. Perché tutta questa intolleranza nei confronti della caccia? Esiste forse una differenza, ad esempio, tra il pescare ed il cacciare? In merito all’articolo in epigrafe bisogna evidenziare alcune criticità. Nell’articolo, infatti, si legge: “La presunzione d’innocenza è un principio cardine di tutto l’ordinamento giuridico europeo, mentre in questo caso la Commissione ha introdotto un principio di presunzione di colpa, vietando il possesso (invece che l’utilizzo) delle munizioni contenenti piombo anche nel caso di esercizio di forme di caccia diverse nel corso della giornata e attraversamento di aree umide nel corso di battute di caccia in zone asciutte … omissis …”. Quindi, il cacciatore, a caccia in una zona umida (così come definita in tale articolo), trovato in possesso di munizioni contenenti piombo, potrebbe essere accusato di praticare attività venatoria con “mezzi non consentiti”. La lettura dell’articolo fa sorgere anche altri interrogativi: in base a quale principio sono state dettate queste ulteriori limitazioni nei confronti dei cacciatori? Forse a causa del saturnismo? Il saturnismo è veramente un problema rilevante tale da indurre ad attivare queste limitazioni? Ricordiamo che il saturnismo (da "Saturno", dio romano associato dagli alchimisti a questo elemento) è una grave malattia dovuta all'esposizione professionale od accidentale al piombo, la cui assimilazione può avvenire per vie cutanee, mucose, inalazione o tramite l'apparato digerente (cd. Picacismo). Alcuni materiali con cui vengono realizzati pallini no-toxic sono l’acciaio, il bismuto, il rame ed il tungsteno. Per avere un’idea di massima delle prestazioni balistiche di tali materiali, è opportuno conoscere i concetti di peso specifico (kg/dm3) e durezza dei materiali (nello specifico viene riportata la scala di Mohs per alcuni materiali).
METALLO O LEGA |
PESO S. (kg/dm3) |
METALLO O LEGA |
PESO S. (kg/dm3) |
Acciaio comune |
7.8 - 7.9 |
Piombo |
11.34 |
Acciaio inox |
7.48 - 8 |
Rame |
8.93 |
Acciaio laminato |
7.85 |
Tungsteno |
19.1 |
Ferro |
7.85 |
|
|
Alcuni metalli e leghe con relativi pesi specifici.
DUREZZA |
SOSTANZA O MINERALE |
1.5 |
|
2 |
|
3 |
|
4 |
|
4 - 4.5 |
|
7,5 - 8 |
Durezza di alcuni materiali secondo la scala di Mohs.
In base alle caratteristiche sopracitate, vi sono materiali indicati per cartucce destinate a tiri su brevi distanze e materiali indicati per cartucce destinate a tiri su lunghe distanze.
Ad esempio, per la caccia alla beccaccia, i materiali no-toxic più idonei sono lo zinco, il ferro/acciaio e il rame. Per questioni di reperibilità, di costi e di facilità di caricamento, tra i materiali appena citati, viene utilizzato maggiormente il ferro/acciaio.
Scritto da Renato Bologna ed Emanuele Vari - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
RIPRENDERE GLI ALLENAMENTI
Come riprendere gli allenamenti in palestra dopo il periodo di vacanze? Vediamo in questo articolo due schede che vi aiuteranno a riprendere l’attività fisica in totale sicurezza. Durante il periodo di pausa ognuno ha reagito a modo suo: c’è chi ha interrotto gli allenamenti, c’è chi ha modificato il proprio allenamento con attrezzi e metodologie diverse dal solito, c’è chi ha ridotto volumi e intensità di allenamento. Tutti però hanno in comune una cosa nel momento della ripresa della solita routine: ripartire per gradi. Il mio suggerimento è riprendere le vostre abitudini, ma soprattutto nelle prime settimane seguite la tipologia di allenamento che prende il nome di “riadattamento”. Potete quindi allenarvi con una strategia Full Body in cui prediligere il lavoro con gli esercizi fondamentali ed evitare il cedimento. Di seguito vi riporto due schede che potete mettere in pratica.
Scheda A
Riscaldamento
Panca Piana
Lat Machine avanti
Military Press
Dip alle Parallele
Curl con bilanciere
Squat
Leg Curl
Addome
Stretching
Scheda B
Riscaldamento
Stacchi
Affondi
Addome
Panca inclinata
Rematore con bilanciere
Shoulder Press
Push Down con corda
Curl su panca a 60°
Stretching
NB. Nella prima settimana eseguire 2 serie per esercizio, mentre dalla seconda settimana in poi aggiungere la terza serie. Per farla breve: è importante nelle prime settimane di rientro in palestra, ricondizionare tutto il corpo e non solo i muscoli ma soprattutto articolazioni ed abilità motorie ai movimenti, strumenti, esercizi, che non abbiamo eseguito per un periodo medio lungo aumentando i carichi progressivamente senza provare a tornare nel giro di pochi giorni ai carichi che si facevano in precedenza.
Scritto da Andrea Pistilli – Istruttore FIF e Personal Trainer - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
CHIUSURA PER SANTA MARIA
Giovedì 24 settembre un triste evento ha scosso gli animi dei parrocchiani di Santa Maria della Pietà, a seguito della accidentale caduta di buona parte dell’intonaco decorativo del tamburo sovrastante l’altare maggiore.
Nessun ferito, anche se da poco era iniziata la recita del Santo Rosario quando alcuni fedeli poco prima dell’inizio della Messa hanno visto venir giù l’intonaco, seguito da polvere e alcuni calcinacci. Già alcuni anni fa il parroco don Angelo Buonaiuto provvide a far posizionare una rete metallica ben ancorata nel tamburo dell’altare, ed è proprio grazie a quest’ultima che si è evitato il peggio. Per la sicurezza dei fedeli tutti, dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato impedito l’accesso ai fedeli.
Per Santa Maria la Regione Lazio ha previsto già un progetto di rifacimento del tetto della Chiesa, che sarebbe stato da rifarsi dopo l’ultimo conflitto mondiale essendo di epoca seicentesca e in legno, il quale fin da allora presentava tarli al suo interno, ma i Canonici e le autorità del dopo guerra preferirono rifare la pavimentazione (coprendo l’antico pavimento in cotto con le relative tombe!…) ora abbiamo solo da sperare che tale progetto, già finanziato e già approvato, veda concretezza con l’inizio dei lavori di rifacimento. Ricordiamo che all’interno di Santa Maria è presente l’antico candelabro di epoca medioevale, uno dei primissimi monumenti dedicati a Cristo Luce del mondo definito appunto monumentum Resurrectionis, otre a pregiate e rare tele e l’imponente tabernacolo ligneo di epoca barocca e l’antico organo a canne italiano “Gustavo Priori” anch’esso in attesa di restauro. Ci auguriamo che tutto questo patrimonio, sia di fede che di cultura, venga valorizzato nel giusto modo.
Scritto da Don Giovanni Grossi - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace
LA FILLOSSERA DELLA VITE
Famigerato insetto, ricomparso negli ultimi anni in diverse aree, che preoccupa nuovamente il mondo viticolo ed obbliga tutti a vigilare per evitare potenziali sviluppi infausti, come in passato
A – Galle tondeggianti e rugose causate dall’insetto, noto come fillossera (Phylloxera vastatrix), presenti sulle pagine inferiori delle foglie di alcune piante di vite coltivate in territorio di Cori;
B – Uova dell’afide della fillossera (Phylloxera vastatrix) all’interno delle galle dalle quali si svilupperanno le nuove femmine partenogenetiche (riproduzione in assenza di fecondazione). |
Scritto da Giovanni Conca - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
L'AVVOCATO RISPONDE: CANNA FUMARIA
Preg.mo Avvocato, ho acquistato un negozio al piano terra di un edificio con condominio e, volendo aprire una pizzeria, ho chiesto di poter installare una canna fumaria, ma l’amministratore mi ha già anticipato che qualche condomino ha eccepito che si tratta di una violazione del decoro architettonico. Le chiedo se è possibile vietarmi l’installazione della canna fumaria. La ringrazio. Giuseppe M.
Caro Sig. Giuseppe, l’installazione della canna fumaria, così come mi ha indicato, presuppone che la stessa, appoggiandosi sul muro condominiale, raggiunga il tetto dello stabile, proprio al fine di scaricare fumo e gas prodotti dalla Sua attività commerciale. La canna fumaria, di solito realizzata in acciaio inox, serve, infatti, a dirigere tutti i fumi derivanti da una combustione verso l’esterno dello stabile comunale, in modo da non arrecare disagi agli appartamenti degli altri condomini. Ai sensi dell’articolo 1102 Cod. civ., rientrando le pareti del palazzo tra le cosiddette “parti comuni” dello stabile, di proprietà di tutti i condomini, di esse si può fare un libero uso, a condizione, però, che non se ne modifichi la destinazione, non si impedisca il libero uso anche agli altri condomini e non si alteri l’estetica ed il decoro architettonico dell’edificio. In generale, di regola la realizzazione di una canna fumaria rispetta tutte le condizioni imposte dalla legge. Infatti, di norma, le dimensioni della canna fumaria sono molto modeste, non impediscono ulteriori installazioni anche da parte degli altri condomini e non alterano sensibilmente le linee originarie ed il decoro architettonico dello stabile. Pertanto, l’installazione di una canna fumaria in condominio è da considerarsi lecita, senza necessità di autorizzazione da parte dell’assemblea, sempre in relazione alle norme contenute nel regolamento condominiale, anche se sarà comunque necessario comunicare al condominio l’inizio dei lavori. Soltanto un regolamento di condominio approvato all’unanimità (non a semplice maggioranza) potrebbe vietare la realizzazione della canna fumaria. La conferma proviene anche da una recente sentenza del Tribunale di Roma (cfr. n. 5303/2020 del 17/03/2020), con la quale è stata dichiarata nulla la delibera assembleare che vietava l’installazione della canna fumaria sulla facciata condominiale a causa della presunta alterazione del decoro architettonico del palazzo. E ciò ancora di più se sull’immobile condominiale sono già presenti più interventi e/o installazioni non omogenee (es. climatizzatori, caldaie, tende parasole, stendi panni, tettoie). Il Tribunale di Roma in primo luogo ha evidenziato che “le disposizioni di un regolamento di Condominio che limitino i diritti spettanti ai singoli condòmini sulle cose proprie o comuni, come quelle che comportino limitazioni alle destinazioni delle unità immobiliari di proprietà esclusiva, incidono nella sfera dei diritti soggettivi ed hanno natura contrattuale. Il regolamento approvato a maggioranza è idoneo solo a "regolamentare" (ovvero a disciplinare l'uso e le modalità di godimento), ma non ad imporre limitazioni ai poteri dominicali che al condomino spettano sulle cose in comproprietà pro indiviso. Affinché le norme di natura contrattuale siano validamente poste e vincolanti, occorre che su di esse converga il consenso unanime di tutti i condomini, non essendo sufficiente - quindi - l'approvazione da parte della maggioranza”. Pertanto, una disposizione regolamentare di tale tenore che non sia (anche formalmente) di tipo contrattuale, non può ritenersi legittima e non può trovare applicazione. Il muro perimetrale, che appartiene a tutti i condomini per l'intera estensione dalle fondamenta alla copertura, anche in corrispondenza dei piani delle porzioni di proprietà esclusiva, adempie a talune funzioni principali indispensabili per l'esistenza stessa dell'edificio (sorreggere il fabbricato, proteggere le unità abitative dagli agenti atmosferici, consentire l'apertura delle porte e delle finestre). Esso, però, esplica altre importanti funzioni accessorie, inerenti al suo ruolo quale parte essenziale della struttura del fabbricato: ad esempio consentire l'appoggio di targhe, travi, canne fumarie, ecc. Pertanto, l'utilizzazione del muro perimetrale comune da parte del singolo condomino, mediante l'apposizione di cartelli, targhe, insegne, canne fumarie e simili, non alterando la naturale destinazione di sostegno dell'edificio condominiale, costituisce normale esercizio del diritto di usare la cosa comune, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1102 C.c., purché non impedisca agli altri partecipanti di fare uguale uso del muro, non rechi pregiudizio alla stabilità ed alla sicurezza dell'edificio e non ne alteri il decoro architettonico. Al riguardo, il Tribunale d Roma ha indicato che “deve rammentarsi che il pari uso della cosa comune non è da intendersi nel senso di utilizzo necessariamente identico e contemporaneo, fruito cioè da tutti i condomini nell'unità di tempo e di spazio, perché se si richiedesse una siffatta condizione, si avrebbe la conseguenza di dover precludere a ogni condomino di usare la cosa tutte le volte che questa fosse insufficiente ad un tale uso identico e simultaneo. Al contrario, i rapporti condominiali devono essere informati al principio di solidarietà, il quale richiede un costante equilibrio fra le esigenze e gli interessi di tutti i partecipanti alla comunione. Ne consegue che, solo ove sia prevedibile e ragionevole che gli altri partecipanti alla comunione abbiano interesse a fare analogo utilizzo della cosa, la modifica apportata alla stessa dal condomino che impedisca quest'ultima deve ritenersi illegittima. Infatti, il limite al godimento di ciascuno dei condomini è dato dagli interessi altrui, i quali pertanto costituiscono impedimento alla modifica solo se sia ragionevole prevedere che i loro titolari possano, a propria volta, volere accrescere il pari uso cui hanno diritto”. Inoltre, come chiaramente affermato dal Tribunale di Roma nella richiamata sentenza, nella valutazione della incidenza sul decoro architettonico di un'opera modificativa non può essere ignorata la situazione di compromissione di detto decoro per preesistenti modificazioni per le quali non sia stato esercitato il diritto a pretendere il ripristino (Cass. n. 21835 del 17/10/2007 e Cass. 7/9/2012, n. 14992: “non viola il decoro architettonico il comproprietario che esegue i lavori se, sulla facciata, sono presenti interventi preesistenti tollerati dagli altri comproprietari e di cui non è stata richiesta l'eliminazione”). Sulla base delle precedenti considerazioni il Tribunale di Roma escludeva l’esistenza di motivi ostativi all’installazione della canna fumaria, dichiarando, di conseguenza, nulla la delibera condominiale, in quanto lesiva del diritto del condomino all’utilizzazione del muro perimetrale comune.
Scritto da Emanuele Vari - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
TRE MANIFESTI A EBBING - MISSOURI
Buona visione.
Scritto da Tommaso Guernacci - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"
NESSUN DORMA...
Prendo a prestito un aria Pucciniana celeberrima per introdurre un tema che, dopo la pausa estiva, mi pare abbia un significato di gran momento per la comunità corese tutta (quasi tutta): il frastuono imperante tra piazza Signina e vicoletti limitrofi. Può sembrare una questione minima ed irrilevante rispetto ai grandi temi dibattuti (pure troppo) nel corso di questo annus horribilis, ma la storiaccia dei decibel altissimi sparati a palla che hanno “allietato” le serate e le nottate dei residenti di Cori alto, va affrontata seriamente. Piazza Signina è il cuore pulsante del nostro borgo. Ci sono zone di maggior prestigio archeologico ed artistico ma la movida è tutta nelle “piazze”. Pub e bar pullulano. Uno ogni 10 metri. Ognuno con la sua clientela e con il suo sacrosanto diritto a svolgere la propria attività con profitto e professionalità. Nulla quaestio. Il periodo del lockdown, tra sacrifici e privazioni, ha avuto un unico vantaggio per noi che dormiamo da quelle parti....pace e silenzio interrotti (due volte al giorno) dalla "messa imposta" che dal Soccorso invadeva il borgo tutto (vicenda già affrontata). Sopportabile tortura per orecchie e coscienze che “cristianamente” molti hanno accettato. Ma terminate le giaculatorie liturgiche, poi, arrivava il Silenzio e la Riflessione laica. Pensieri e poche parole tra noi e pochi interlocutori ci “costringevano” a riflettere sulle miserie umane e sulla caducità del vivere. Homo homini lupus scoprivamo essere il Verbo imperante. Apocalisse alle porte. Invece siamo lentamente ripartiti. All’inizio solo i grilli rompevano i cabasisi ma quelli facevano il loro lavoro. Si rivede la luce e finisce la segregazione coatta. Il caos. Al meditabondo tacere si sostituisce in maniera sempre più invadente la caciara irresponsabile. I punti di incontro di piazza Signina riaprono fortunatamente ma dopo un po’ iniziano a fare a gara a scritturare gruppi musicali di vario genere. Assembramenti (parola di moda) irresponsabili si diffondono colpevolmente ignorati da chi avrebbe dovuto controllare. Inizio concerti e jam-session ore 22.30 fine ore 24 o giù di lì. Il mio pensiero andava a quei poveri vecchietti che dovevano sorbirsi musica (più spesso rumore) senza poter nemmeno opporre un “vorrei riposare”. Nessuna tutela del diritto al riposo. Penso ai malati... Nessuna comprensione per loro. Avrei capito le schitarrate elettriche e le percussioni il fine settimana....invece é stato un concertone senza soluzione di continuità. Per di più... Finiva la musica e gli “amici non se ne andavano”!!! Restavano ad urlare improperi e bestemmie tra di loro evidenziando un tasso alcolico da coma etilico. Finestre chiuse e case-forno. Capisco chi mi potrebbe dire... A coso ma bar e pub come devono campà?? E qui un po’ traballo e non so dare una risposta netta e democratica. Forse non c’è uno che ha ragione e uno che ha torto. Le giustificazioni sono di egual peso sia per gli aventi diritto al sonno del giusto, sia per i baristi e pubisti (neologismo). E allora? Rimedio trovato!! Andrò ad abitare lontano da negozi e chiese scampanellanti ogni mezz’ora. Lontano dall’altoparlante molesto e tonitruante. Accetto suggerimenti. Una preghiera ai vigili però lasciatemela. Potreste arrestare e mandare alla Cayenna quel teppista che scorrazza impunemente per Signina con un motorino truccato e scoppiettante? Gli pigliasse un colpo (al motorino). Almeno quel notturno rompi timpani risparmiatelo a chi chiede solo di ronfare beato accanto al Beato.