mercoledì 30 settembre 2020

NESSUN DORMA...

Prendo a prestito un aria Pucciniana celeberrima per introdurre un tema che, dopo la pausa estiva, mi pare abbia un significato di gran momento per la comunità corese tutta (quasi tutta): il frastuono imperante tra piazza Signina e vicoletti limitrofi. Può sembrare una questione minima ed irrilevante rispetto ai grandi temi dibattuti (pure troppo) nel corso di questo annus horribilis, ma la storiaccia dei decibel altissimi sparati a palla che hanno “allietato” le serate e le nottate dei residenti di Cori alto, va affrontata seriamente. Piazza Signina è il cuore pulsante del nostro borgo. Ci sono zone di maggior prestigio archeologico ed artistico ma la movida è tutta nelle “piazze”. Pub e bar pullulano. Uno ogni 10 metri. Ognuno con la sua clientela e con il suo sacrosanto diritto a svolgere la propria attività con profitto e professionalità. Nulla quaestio. Il periodo del lockdown, tra sacrifici e privazioni, ha avuto un unico vantaggio per noi che dormiamo da quelle parti....pace e silenzio interrotti (due volte al giorno) dalla "messa imposta" che dal Soccorso invadeva il borgo tutto (vicenda già affrontata). Sopportabile tortura per orecchie e coscienze che “cristianamente” molti hanno accettato. Ma terminate le giaculatorie liturgiche, poi, arrivava il Silenzio e la Riflessione laica. Pensieri e poche parole tra noi e pochi interlocutori ci “costringevano” a riflettere sulle miserie umane e sulla caducità del vivere. Homo homini lupus scoprivamo essere il Verbo imperante. Apocalisse alle porte. Invece siamo lentamente ripartiti. All’inizio solo i grilli rompevano i cabasisi ma quelli facevano il loro lavoro. Si rivede la luce e finisce la segregazione coatta. Il caos. Al meditabondo tacere si sostituisce in maniera sempre più invadente la caciara irresponsabile. I punti di incontro di piazza Signina riaprono fortunatamente ma dopo un po’ iniziano a fare a gara a scritturare gruppi musicali di vario genere. Assembramenti (parola di moda) irresponsabili si diffondono colpevolmente ignorati da chi avrebbe dovuto controllare. Inizio concerti e jam-session ore 22.30 fine ore 24 o giù di lì. Il mio pensiero andava a quei poveri vecchietti che dovevano sorbirsi musica (più spesso rumore) senza poter nemmeno opporre un “vorrei riposare”. Nessuna tutela del diritto al riposo. Penso ai malati... Nessuna comprensione per loro. Avrei capito le schitarrate elettriche e le percussioni il fine settimana....invece é stato un concertone senza soluzione di continuità. Per di più... Finiva la musica e gli “amici non se ne andavano”!!! Restavano ad urlare improperi e bestemmie tra di loro evidenziando un tasso alcolico da coma etilico. Finestre chiuse e case-forno. Capisco chi mi potrebbe dire... A coso ma bar e pub come devono campà?? E qui un po’ traballo e non so dare una risposta netta e democratica. Forse non c’è uno che ha ragione e uno che ha torto. Le giustificazioni sono di egual peso sia per gli aventi diritto al sonno del giusto, sia per i baristi e pubisti (neologismo). E allora? Rimedio trovato!! Andrò ad abitare lontano da negozi e chiese scampanellanti ogni mezz’ora. Lontano dall’altoparlante molesto e tonitruante. Accetto suggerimenti. Una preghiera ai vigili però lasciatemela. Potreste arrestare e mandare alla Cayenna quel teppista che scorrazza impunemente per Signina con un motorino truccato e scoppiettante? Gli pigliasse un colpo (al motorino). Almeno quel notturno rompi timpani risparmiatelo a chi chiede solo di ronfare beato accanto al Beato.

Scritto da Mario Trifari - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"

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