mercoledì 30 settembre 2020

COSTITUZIONE E REFERENDUM: PERCHÉ SERVE IL CONSENSO DEL POPOLO?

La Costituzione Italiana è norma o principio costitutivo del nostro ordinamento e in quanto legge fondamentale si colloca in posizione eminente rispetto alle altre leggi. È un documento solenne frutto del potere costituente conclusosi con la definitiva approvazione del 22 dicembre 1947. Nata dopo la caduta del fascismo, la Costituzione Italiana ha dei propri caratteri peculiari: è scritta, le sue disposizioni sono consacrate in un documento ed è espressamente prevista la forma scritta per le leggi che regolano la materia costituzionale; è rigida, le leggi che la modificano devono essere adottate dal Parlamento con una procedura aggravata; è votata, è stata redatta e approvata dai rappresentanti del popolo eletti all’assemblea costituente; è lunga e garantista, disciplina dettagliatamente i diritti dei cittadini garantendoli; è programmatica, stabilisce gli obiettivi alla cui realizzazione deve tendere l’attività della Repubblica; è convenzionale, costituisce un compromesso tra le diverse forze politiche che l’hanno redatta ed approvata in Assemblea costituente. Le leggi di revisione costituzionale seguono, dunque, una procedura differente per la loro approvazione; mentre per la modificazione di una legge ordinaria è sufficiente la maggioranza semplice delle due camere, tale legge di revisione è adottata da ciascuna camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera nella seconda votazione. La legge è poi sottoposta a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. È il cosiddetto referendum confermativo, il quale prescinde dal raggiungimento di qualsiasi quorum partecipativo: la revisione costituzionale è approvata semplicemente se i “sì” prevalgono sui “no”. Il referendum non è obbligatorio se la legge di revisione è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. Perché la Costituzione italiana è rigida? Perché è previsto il referendum popolare confermativo? La Costituzione è rigida per evitare che maggioranze politiche di stampo totalitario possano prendere il potere e stravolgere l’assetto repubblicano attraverso l’emanazione di semplici leggi di revisione. Ciò in quanto l’Assemblea costituente, che l’ha redatta, ha voluto evitare che, in futuro, si potesse ripetere l’esperienza di un regime dittatoriale come quello che era appena caduto. Con una Costituzione rigida si sono voluti porre precisi argini alla volontà di un futuro legislatore (cioè, il Parlamento) che, guidato da maggioranze politiche estremiste, potesse violare i principi fondamentali a tutela delle persone contenuti nella carta costituente. Il referendum è il principale strumento di democrazia diretta, con esso il popolo partecipa in prima persona al processo decisionale. Il concetto moderno di referendum è quello di un appello, autorizzato e regolato dalla legge, al corpo elettorale perché si pronunci su singole questioni o più particolarmente, sulla struttura essenziale dello Stato o del governo. Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. L'esito referendario, accertato con Decreto del Presidente della Repubblica, costituisce, secondo la dottrina prevalente, una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo. È chiaro, dunque, l’intento del legislatore: la forma repubblicana è intoccabile, l’ultima parola spetta al popolo. Non sarebbe infatti pensabile una modifica di tale procedura di revisione costituzionale, al fine di renderla più snella e flessibile, in quanto si andrebbe a modificare l’assetto democratico dell’Italia, poiché anch’essa rientra nella forma repubblicana immodificabile, o quanto meno nei principi inviolabili.

Scritto da Francesca Palleschi - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"

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