mercoledì 30 settembre 2020

VISIONE, SICUREZZA, PER UNA MAGGIORE SICUREZZA DELLA CITTÀ

La normativa antisismica in Italia, disciplina la progettazione e la costruzione degli edifici soggetti a rischio sismico su quel tipo di terreno, sottolineando che è obiettivo principale della norma quello di assicurare che in caso di evento sismico, l’edificio subisca il più possibile un minor danno per permettere all’uomo di proteggere la propria vita. La normativa ci chiede di progettare edifici che durante gli eventi sismici di media ed elevata intensità, abbiano una capacità di deformazione tale da permettere alla struttura dell’edificio di mantenere anche dopo l’azione sismica, la propria capacità portante, pur avendo subito danni più o meno evidenti negli elementi strutturali. Ma nella realtà, quanto ci impegniamo per salvaguardare il nostro patrimonio immobiliare? Quanto ci impegniamo a garantire la nostra sicurezza nei luoghi dove viviamo? Quanta prevenzione facciamo per preservare la vita dell’uomo e lo stato di salute del paesaggio italiano? Quanto bene applichiamo la normativa attualmente in vigore? Queste sono solo alcune domande alle quali la società civile, la politica, la coscienza di ognuno di noi dovrà iniziare a dare presto una risposta. La realtà immobiliare del nostro territorio non è così tanto lontana da quella dei terremoti, pertanto iniziare a mettere in sicurezza gli edifici delle nostre città sarebbe cosa buona e giusta.  Piccoli, medi e grandi interventi per una messa in sicurezza degli edifici può avere costi variabili da 300 a 800 euro per metro quadrato. Tali cifre sono all’ordine del giorno nelle spese delle costruzioni e in quanto tali sarebbe intelligente dirottarle anche con un dieci percento in più su una messa in sicurezza e una costruzione di nuovi edifici secondo regole antisismiche che garantirebbe una notevole riduzione del numero di morti, feriti e sfollati nei futuri terremoti. Pretendere questo attraverso incentivi, detrazioni fiscali o altre azioni, sono solo alcuni passi ai quali dobbiamo credere per guardare oltre il nostro tempo. Il “sisma bonus”, da solo, senza nessuna educazione alla sua applicazione, potrà essere per esempio, il solo strumento utile per risanare il patrimonio architettonico del centro storico di Cori? Perché diciamolo senza nessuna ipocrisia, che ahimè, in alcune parti del centro storico di Cori, il corpo architettonico della struttura urbana della città è pericoloso così come lo è in tanti altri centri storici dei paesi limitrofi. Troppo spesso, in alcune zone ci si imbatte in porzioni di architetture lasciate troppo al suo destino peggiore e poco, a parte qualche parola buttata al vento per un voto, centro di attenzioni pubbliche e private per una sua tutela e salvaguardia vera. Lo stato depressivo di questo territorio, fermo a quaranta anni fa, ne testimonia la visione di chi in questi anni ha tenuto sotto il proprio mantello la visione della città. Purtroppo, constatato anche la contagiosa miopia di tutte quelle giovani menti che dovrebbero costruire invece la visione futura della città e di tutto il suo territorio che purtroppo non fanno perché troppo impegnati con quei “NO” categorici, a mio avviso infondati, a tratti stolti, perché privi di motivazioni valide se non quelle dettate solo da un proprio egoismo, a tratti condito da eccessivo egocentrismo non ci fanno sperare ad una capacità capace di curare questo stato. Ma con la speranza che a qualcuno pronto a guidare questa città con un barlume di luce cittadina propositiva e meno casalinga, possa tracciare una nuova visione di questa città, per contribuire ad alimentare un misurato dibattito anche su questo importante tema, sottolineo con il benestare di questa testata, da sempre attenta ad informare educando il lettore alcune importanti note in una mini guida, per tutte quelle persone che non sono del mestiere, ma che sono comunque interessate a migliorare la propria struttura abitativa che è bene che sappiano prima di cimentarsi con un tecnico, su un progetto riguardante una costruzione nuova o ristrutturazione di una esistente secondo le norme antisismiche. L’intento principale di queste note semplici e brevi sono quelle di migliorare la comunicazione tra tecnici e utenti senza competenze specifiche, affinché questi possano arrivare a concepire ancora prima di costruire, un progetto a norma antisismica pensato a regola d’arte, condividendo fin da principio il percorso con il progettista e il costruttore. Tutto questo potrà sembrare un’azione scontata, ma non lo è affatto tanto da validare questo intento. Tenendo conto della legislazione attualmente in vigore diciamo che è importante sapere da subito che tutto il territorio nazionale è a rischio sismico e molto del suo patrimonio immobiliare costruito prima del 1974, anno nel quale sono entrate in vigore alcune norme antisismiche è oggi soggetto a dovute verifiche, manutenzioni o adeguamenti. Pertanto, conoscere la zona sismica sulla quale si dovrà intervenire e l’anno di costruzione dell’abitazione nel caso si tratti di una ristrutturazione, consente al committente di impostare da subito un buon progetto. A questo dovrà seguire un progetto che assuma concettualmente caratteristiche semplici, simmetriche, iperstatiche e regolari affinché struttura portante, piante e rivestimenti possano deformarsi insieme in un’unica composizione senza mai arrivare ad uno stato di collasso che risulterebbe essere pericoloso e per certi versi fatale, perché produrrebbe il crollo dell’edificio. Tetto alleggerito, struttura portante mobile, materiali come calcestruzzo armato precompresso, legno e acciaio completano il primo quadro da sapere sulla casa antisismica.

Scritto da Emanuel Acciarito - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"

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