mercoledì 30 settembre 2020

ITALIA SI, ITALIA NO

A pochi giorni dal referendum che ha visto la vittoria del Sì, con il taglio dei parlamentari, molte sono i dibattiti le preoccupazioni che stanno nascendo. La prospettiva futura, di ciò che ci aspetterà è quanto mai incerta, soprattutto dopo i gravi strascichi causati dal Covid–19. Eppure di avvenimenti incerti in Italia, ce ne sono a bizzeffe e la situazione, come dire, non era delle migliori nemmeno nel 1976 anzi, in quell’anno si destarono non poche preoccupazioni sotto ogni fronte. Pensate che proprio nel ’76, la lira viene svalutata del 12%, e la disoccupazione arriva a toccare i due milioni. Come avviene in questi casi, è un domino: la fuga di capitali all’estero fu una prassi, specie per le grandi aziende; le periferie urbane caddero nel degrado e il Sud, che fu la zona d’Italia che più risentì di questa crisi, volse nel sottosviluppo. Cominciò anche a diffondersi la mano d’opera in nero e lo sfruttamento di uomini di colore, costretti ad accettare salari da fame che ai disoccupati italiani erano poco graditi. Piccoli imprenditori, ristoranti, negozi possono così ridurre il costo del lavoro al di sotto del minimo previsto dalla legge. L’Italia peraltro entrò nella fase calda degli Anni di Piombo: a giugno del ‘76 viene ucciso dalle Brigate Rosse il magistrato Francesco Coco, mentre elementi dell’estrema destra uccisero il magistrato Vittorio Occorsio appena un mese dopo. È anche l’anno, questo, dell’ennesima caduta del governo, in questo caso di quello Moro, delle elezioni di Craxi a segretario del PSI e l’avanzata del PCI alle elezioni politiche, che con il 34,4% dei voti alla Camera e il 33,8% al Senato fa segnare il suo massimo storico. Non solo: viene approvato l’articolo 2 della legge sull’aborto, che considera la pratica un reato ed è ammessa solo in casi di pericolo per la vita della madre. In mezzo a tutto questo marasma di notizie, scossoni, ed equilibri vacillanti la buona notizia che tocca il nostro paese, riguarda Tina Anselmi, che per chi non lo ricordasse, fu la prima donna italiana a diventare Ministro, in particolare Ministro del Lavoro. Di suo pugno fu il decreto, in vigore non quest’anno bensì nel ’77, sulle pari opportunità, dove sono abolite le discriminazioni esistenti in materia di lavoro e di salario tra i sessi. Questa piccola panoramica ci ricorda di quanto sia importante, delle volte, volgere lo sguardo al passato per capire che di passi importanti ne abbiamo fatti, sempre con l’orgoglio di un paese che, nonostante tutto, continua ad essere vivo.

Scritto da Fabio Appetito - Pubblicato sul numero 6 del 2020 del "Il Corace"

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