A
pochi giorni dal referendum che ha visto la vittoria del Sì, con il
taglio dei parlamentari, molte sono i dibattiti le preoccupazioni
che stanno nascendo. La prospettiva futura, di ciò che ci aspetterà
è quanto mai incerta, soprattutto dopo i gravi strascichi causati
dal Covid–19. Eppure di avvenimenti incerti in Italia, ce ne sono a
bizzeffe e la situazione, come dire, non era delle migliori nemmeno
nel 1976 anzi, in quell’anno si destarono non poche preoccupazioni
sotto ogni fronte. Pensate che proprio nel ’76, la lira viene
svalutata del 12%, e la disoccupazione arriva a toccare i due
milioni. Come avviene in questi casi, è un domino: la fuga di
capitali all’estero fu una prassi, specie per le grandi aziende; le
periferie urbane caddero nel degrado e il Sud, che fu la zona
d’Italia che più risentì di questa crisi, volse nel
sottosviluppo. Cominciò anche a diffondersi la mano d’opera in
nero e lo sfruttamento di uomini di colore, costretti ad accettare
salari da fame che ai disoccupati italiani erano poco graditi.
Piccoli imprenditori, ristoranti, negozi possono così ridurre il
costo del lavoro al di sotto del minimo previsto dalla legge.
L’Italia peraltro entrò nella fase calda degli Anni di Piombo: a
giugno del ‘76 viene ucciso dalle Brigate Rosse il magistrato
Francesco Coco, mentre elementi dell’estrema destra uccisero il
magistrato Vittorio Occorsio appena un mese dopo. È anche l’anno,
questo, dell’ennesima caduta del governo, in questo caso di quello
Moro, delle elezioni di Craxi a segretario del PSI e l’avanzata del
PCI alle elezioni politiche, che con il 34,4% dei voti alla Camera e
il 33,8% al Senato fa segnare il suo massimo storico. Non solo: viene
approvato l’articolo 2 della legge sull’aborto, che considera la
pratica un reato ed è ammessa solo in casi di pericolo per la vita
della madre. In mezzo a tutto questo marasma di notizie, scossoni, ed
equilibri vacillanti la buona notizia che tocca il nostro paese,
riguarda Tina Anselmi, che per chi non lo ricordasse, fu la prima
donna italiana a diventare Ministro, in particolare Ministro del
Lavoro. Di suo pugno fu il decreto, in vigore non quest’anno bensì
nel ’77, sulle pari opportunità, dove sono abolite le
discriminazioni esistenti in materia di lavoro e di salario tra i
sessi. Questa piccola panoramica ci ricorda di quanto sia importante,
delle volte, volgere lo sguardo al passato per capire che di passi
importanti ne abbiamo fatti, sempre con l’orgoglio di un paese che,
nonostante tutto, continua ad essere vivo.
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