mercoledì 3 novembre 2021

CRISI DEMOCRATICA ED ELITE DI RAPPRESENTANZA

In democrazia chi ottiene più voti in una competizione elettorale vince, e chi ne ottiene di meno perde. Il centrosinistra, ed il PD in particolare ne hanno avuti di più in questa tornata amministrativa e quindi ha vinto. Il centrodestra, in tutte le sue componenti ha perso.

Ha perso anche Fratelli d'Italia che, pure andando avanti nei voti, ma presentando candidati di coalizione, comunque ne è uscita sconfitta. Vince però nell'ambito del suo schieramento risultando il primo partito e superando la Lega. C'è poco da girare la frittata: le cose stanno così. Ed è altrettanto vero che nelle elezioni non ci sta quorum e quindi, avesse votato anche il 10% il quadro non sarebbe cambiato.

Bene, premessa necessaria. Ora punto e a capo e riflettiamo sul dato astensionistico perché è su questo che noi de "Il Corace" vorremmo richiamare l'attenzione dei nostri cortesi lettori.




Abbiamo avuto, in questa competizione amministrativa, oltre la metà degli aventi diritto al voto che ha ritenuto di non doverlo esercitare questo diritto. Bene o male che abbia fatto non spetta a noi giudicarlo perché di soloni e mammasantissimi in giro ce ne sono anche troppi ed è irriverente, verso chi legittimamente decide di non votare, pontificare con banalità tipo: non avete votato quindi non vi lamentate, oppure con il classico, anche se veritiero: voi non vi occupate di politica ma la politica si occupa di voi. Lo sanno.

Il ragionamento da fare è, tutto sommato, pur nella sua complessità perché richiederebbe una articolata argomentazione, abbastanza semplice: cosa ci sta dietro il non voto?

Lo diciamo subito: l'astensione non ci inquieta, né ci preoccupa né ci allarma. E ci allarma in modo grave e cupo. Vediamo ombre sul futuro del paese e sulla tenuta dello Stato democratico, e non perché un manipolo di fascisti e neonazisti esagitati e con precedenti penali hanno compiuto un gesto gravissimo come l'assalto alla Cgil, il più grande sindacato italiano, e con esso anche di fatto aggredito le organizzazioni sindacali e il mondo del lavoro e il movimento operaio; un gesto feroce che ci riporta indietro nel tempo e che richiama chi di dovere a procedere allo scioglimento di questi movimenti applicando la legge Scelba e la legge Mancino. Si decidessero a farlo e usino tutti i mezzi che la legge mette a disposizione per isolare dai no vax e no green pass in buona fede queste squadracce di energumeni.

Ci allarma perché verifichiamo, nell'astensione di massa, non un semplice per quanto pericoloso distacco tra la maggior parte dei cittadini e la politica, espressione molto vaga, o dalle Istituzioni, definizione altrettanto vaga, o dallo Stato, che vuol dire tutto e niente perché lo Stato siamo noi, ma perché leggiamo una frattura profonda tra cittadini e democrazia: è il concetto stesso di democrazia, che in occidente si esprime attraverso la rappresentanza, cioè la democrazia partecipata, ad essere messo in discussione da oltre la metà degli italiani. Una frattura che potrebbe diventare insanabile e che corrode la convivenza civile e il comune "sentiment" della nazione intorno al valore di questa categoria, sino ad ora considerata non negoziabile. La democrazia come valore assoluto, superiore ad ogni dittatura, la democrazia come certezza e non come possibilità, la democrazia come precondizione della nostra convivenza, e non come opzione. Noi vediamo tutto questo in grave pericolo. La storia ci insegna che quando, nel profondo di un popolo ci sta malessere, e quando nessun partito il cittadino sente come proprio rappresentante, o da esso si sente deluso, ci si apre dinanzi a quel popolo e a quella nazione un baratro. Lo capissero i partiti di estrema destra, Lega e Fratelli d'Italia, che soffiano sul fuoco dei no vax e dei no green pass, per alimentare un fuoco che prima o poi travolgerà anche loro, apprendisti stregoni come sono.

E lo deve capire anche il PD, che sebbene con Letta pare sia su una strada più o meno giusta, quella del campo progressista largo, lo vediamo, almeno in questa fase post elettorale troppo euforico, come se l'astensionismo fosse un dato secondario. Ribadiamo, non è così: coloro che sono andati a votare è quella quasi metà degli elettori che rientra nella oligarchia dell'appartenenza. Una oligarchia per fortuna molto ampia, ma pur sempre oligarchia. Non è un voto dato a destra o a sinistra fideistico, perché il fideismo non esiste più, ma è un voto di ulteriore fiducia dentro un contesto di vaga appartenenza e di zoccolo duro di militanza. Ma una democrazia che si divide tra delusi da essa e larghe oligarchie è una democrazia zoppa. Cammina su una sola gamba e potrebbe perdere anche l'altra. Se proprio vogliamo trovare una parola d'ordine che dovrebbe riguardare tutti: ricucire, ricucire, ricucire. Partendo dalle periferie abbandonate ad un destino "cinico e baro" per dirla come Saragat e basta con la demagogia, la retorica, i comizi perpetui. Pare che la nostra economia stia dando qualche segnale di timida ripresa: non perdiamo anche questa occasione che potrebbe essere l'ultima. Fate i seri.

Scritto da Emilio Magliano - Pubblicato sul numero 8 del 2021 del "Il Corace"

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