martedì 2 novembre 2021

VERGOGNOSO!

 Il 27 ottobre 2021 nell'aula del Senato della Repubblica italiana si doveva discutere della legge “Ddl Zan” contro l'omotransfobia. Ma ciò non è successo. No perché il Senato ha votato a maggioranza per la “tagliola”, in pratica quella procedura (che esiste solo in Senato) che consente di evitare la discussione di una legge. La tagliola ha praticamente segnato la fine del Ddl Zan, bloccando l'iter, bocciando per intero il disegno di legge e rimandando la possibilità di avere un'altra proposta di legge contro l'omotransfobia non prima di sei mesi.

Dirvi quanto io sia indignata non è possibile (ho dovuto aspettare qualche ora per farmi sbollire la rabbia prima di scrivere questo articolo, altrimenti avrei usato un altro tipo di linguaggio). Io mi chiedo ancora come sia possibile affossare così una proposta di legge senza avere il minimo riguardo per tutte quelle persone vittime di violenze. La cosa più scandalosa sta nel fatto che i nostri cari senatori abbiamo anche optato per il voto segreto. Senza neanche avere la decenza di metterci la faccia. Non sto parlando di schieramenti politici sia chiaro, perché si sapeva benissimo che la destra avrebbe votato contro questo disegno di legge come ha continuato a fare nei mesi precedenti, la cosa che mi lascia basita sono quelli di sinistra che lo hanno fatto. Non vi dichiarate i paladini della democrazia e delle cose giuste? Dove eravate oggi? Come i peggiori codardi che esistano, i nostri senatori si sono nascosti dietro l'anonimato, non hanno avuto neanche il coraggio di assumersi la responsabilità delle loro azioni.

Vogliamo poi parlare degli applausi, dei cori come fossimo allo stadio e non in un aula del Parlamento italiano? Sì perché in aula c'era gente felice per quanto accaduto, contenti di aver affossato l'omotransfobia, che purtroppo però per coloro vittime di violenza resterà. Non c'è nulla di male a essere contro a un disegno di legge, se ne può discutere, parlare, modificare. Ma non è accettabile deridere e affossare chi invece ha voglia di fare qualcosa e lotta per i diritti degli altri.



E così si chiude un altro capitolo della nostra democrazia. Non può un Paese dichiararsi civile e poi votare per bocciare, senza alcuna possibile discussione, una legge che poteva in qualche modo difendere le vittime di violenza. E invece no. Hanno vinto loro. Coloro che picchiano, bullizzano, odiano. I violenti. Coloro che con questa legge avrebbero avuto ripercussione ben più gravi di quelle che hanno ora. Purtroppo hanno vinto loro. E ha perso la civiltà. Hanno dato uno schiaffo a tutte quelle persone che negli anni sono state vittime di violenza e continuano ad esserlo. È vergognoso vedere un Senato esultare per quanto accaduto. È vergognoso non avere una legge che tuteli (come si deve) le vittime di violenze. È vergognoso ciò che è accaduto in aula. Ed è ancora più vergognoso che esista ancora gente che non è libera di essere se stessa, di amare chi vuole. Ed io mi vergogno di vivere in un Paese dove c'è gente che si proclama paladina della giustizia e calpesta i diritti di tutti (e non solo dei pochi). In un Paese democratico e civile tutti dovremmo essere uguali, senza alcuna distinzione. Eppure no. In alcuni paesi (purtroppo anche l'Italia oggi si dimostra tale) non siamo tutti uguali. Secondo una persona vissuta “qualche” anno fa bisognava “amare il prossimo tuo come te stesso”, purtroppo però ancora non è così, nonostante siano passati più di 2000 anni. A meno che tu non sia uomo, bianco ed eterosessuale. E questo è vergognoso!

Scritto da Costanza Placidi - Pubblicato sul numero 8 del 2021 del "Il Corace"

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