martedì 2 novembre 2021

PAESAGGI D'AUTUNNO...

Cari lettori, siamo entrati ufficialmente poche settimane fa in autunno, la stagione che regala a tutti noi dei paesaggi con dei colori incredibili, con tutte quelle sfumature che virano dal rosso al giallo, al marrone… la stagione del famoso “foliage”, o meglio “fogliame”, cioè l’insieme delle sfumature che le foglie assumono quando stanno appassendo. Chi ne parla intende quindi il multicolore panorama dei boschi autunnali. Panorami che sono comuni sia ai boschi, in particolare alle faggete, sia alle più colorate foreste con essenze arboree miste, sia ai vigneti. È sicuramente una stagione al pari della primavera, per la bellezza che la natura assume, ognuno di noi almeno una volta, ha preso la propria macchina fotografica o il proprio telefono, ed ha pubblicato sui social con l’hashtag #foliage, un quadro naturale autunnale, esaltandone i colori contenuti in esso. 

L’autunno è anche la stagione preferita dai pittori, un tale Vincent Van Gogh disse “finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo”, o dei poeti; “oscillano sugli alberi le foglie d'autunno, pronte a staccarsi da un momento all'altro”. Giuseppe Ungaretti le ha paragonate alle vite dei soldati, che in guerra possono cadere sul campo di battaglia da un momento all'altro. Dopo questa introduzione, volevo parlarvi di alcuni luoghi nella nostra Regione, e dove mi sono cimentato personalmente nella fotografia e nello studio, che meritano di essere visitati, almeno una volta nel periodo autunnale. I Paesaggi d’autunno che andrò ad elencare sono stati selezionati per la loro spettacolare bellezza e storia, ed in alcuni casi sono anche entrati a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. E la prima che vi presento è proprio la “Faggeta del Monte Cimino”, a pochi km da Viterbo, che dal 2017 è patrimonio mondiale UNESCO. Trovare intatta una foresta secolare è una rarità e va preservata. A maggior ragione se è tra le più grandi dell'Italia centrale. Passeggiando poi tra gli alberi ci si può imbattere in qualcosa di inaspettato. Qui si può infatti trovare un masso enorme in perfetto equilibrio. Plinio il Vecchio lo considerava un “miracolo della natura”. Pesa oltre 250 tonnellate, è alto 3 metri e lungo 8. Si può anche provare a farlo oscillare utilizzando un bastone. E c’è anche un’incisione realizzata nel 1855 dal pittore Benedetto Panunzi dove si vedono persone che ci salgono sopra. Meglio però non provarci. 

Sempre restando in provincia di Viterbo, il “Bosco di Manziana”, tra i posti preferiti dai romani, dove si possono raccogliere funghi, e soprattutto castagne, raggiungere il “prato Camillo” e passeggiare lungo la strada di mezza macchia per i più avventurosi nei sentieri. Ora è di 600 ettari, ma un tempo arrivava fino al Mar Tirreno. Tra querce, castagni e aceri selvatici, si possono anche trovare dei fenomeni della natura particolari. Sono le acque sulfuree della Caldara, costantemente a 20 gradi. Una rarità in un punto del genere, visto che di solito si incontrano più spesso nell’Europa del Nord. Le faggete come potete vedere sono i luoghi più suggestivi, dove ammirare il foliage, questi imponenti alberi, sembrano quasi delle colonne che svettano nel cielo infinito, ed ancor più suggestivo se è presente un leggero strato di nebbia, che non fa percepire la loro altezza finale. Ecco quindi che vi presento anche la “Faggeta di Monte Livata”, che è tra le faggete più grandi d'Europa. È vicina a Subiaco e copre una superficie di oltre 3000 ettari. Non vi spaventate se incontrate cinghiali, cervi, lupi e anche caprioli: perché è la loro casa. Ma lo spettacolo principale sono gli alberi. Faggi, aceri e querce che sembrano toccare il cielo. Sono vicini uno all'altro, i loro rami si abbracciano, e quando il vento fa cadere le foglie, il terreno si colora di rosso. Un luogo non molto distante da Roma: basta poco più di un'ora di macchina per raggiungerlo. 

Faggeta del Monte Cimino


Ma anche nei nostri boschi presenti nell’area dei Monti Lepini, possiamo apprezzare queste bellezze, ed allora il “Pian della Faggeta” a Carpineto Romano, dove guardare dall'alto gli alberi d'autunno permette di vedere tutte le sfumature di colori, da quelli con tutte le foglie ingiallite ad altri che ancora ne mantengono alcune verdi. Nella piana è poi possibile sedere e mangiare qualcosa nelle aree attrezzate. Ancora più vicina a Cori, Il “Campo di Segni”, un vasto pianoro alle pendici di Monte Lupone. Il campo si raggiunge da via Rocca Massima, e si trova esattamente tra Segni e Rocca Massima. Vi si possono trovare cavalli e bestiame. A volte vi arriva il lupo. Spesso è luogo di ritrovo per sbraciate in famiglia. Da lì partono tutti i sentieri per arrivare alla cima di Monte Lupone, passando per i boschi di faggio verso una fantastica veduta della pianura pontina e del mare. Ma non voglio dimenticare anche “Colle Mezzo” a Montelanico, il pianoro di “Santa Serena” a Supino, il percorso verso il Monte Malaina da Gorga… come abbiamo visto, il Lazio è ricco di boschi di faggio e di luoghi incredibili, ve ne ho citati solo alcuni tra i più belli, tralasciando i tanti giardini e parchi storici che anch’essi meritano di essere visitati, e che raccontarli richiederebbero tante pagine, un libro… ora non vi resta che andare a scoprire questi magnifici posti, in un bel weekend autunnale, perdervi tra i colori ed i profumi autunnali, sorseggiando un buon vino novello, accompagnato da una manciata di caldarroste… magnifico!

Scritto da Fernando Bernardi - Pubblicato sul numero 8 del 2021 del "Il Corace"

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