Il Seresmi (Servizio Regionale di
Sorveglianza Malattie Infettive) ha individuato un importante
focolaio di Chikungunya nel Lazio con 64 casi accertati, 54 nella
sola città di Anzio, sette a Roma e tre a Latina.
Comuni e Asl
monitorano costantemente la situazione poiché con ogni probabilità
questi numeri sono destinati ad aumentare e a coinvolgere una più
vasta area territoriale. Avviate disinfestazioni straordinarie e
misure cautelative quali il blocco delle donazioni di sangue ed
emocomponenti (comune di Anzio a Asl2 del comune di Roma).
Il
Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti rassicura la
cittadinanza: “il Centro nazionale sangue ha garantito la fornitura
per coprire quello che ci sarà in meno, inevitabilmente, a causa di
questo blocco, quindi non ci saranno problemi per la rete sanitaria”.
Ed è già partita la gara di solidarietà, circa 850 unità di
sangue e plasma sono state messe a disposizione dalle altre regioni,
Avis e CRI hanno mobilitato i volontari programmando le donazioni.
La
malattia, per la quale non esiste attualmente un vaccino, si
trasmette con punture di zanzare infette e non per contatto diretto
tra persona e persona. Responsabili sono le aedes aegypti o aedes
albopictus, comunemente chiamate zanzare tigri,
le stesse che veicolano lo zika e la
dengue.
I sintomi, che compaiono in media dai 4 agli 8 giorni dopo la
puntura infetta, possono inizialmente confondersi con quelli di una
comune influenza, quindi febbre, dolori articolari, cefalee,
affaticamento che con il passare dei giorni però diventano sempre
più pesanti con nausea e in alcuni casi sfoghi cutanei.
I dolori
articolari e muscolari diventano invalidanti costringendo le persone
ad assumere strane posture, il nome stesso “chikungunya”
significa nella lingua della Tanzania “diventare contorto”.
Gli
immunologi la definiscono una malattia non grave né tantomeno
mortale ma riconoscono il problema della cronicità e il potenziale
rischio per le fasce più fragili, donne in gravidanza, anziani e
bambini. La parola d’ordine è prevenzione e si traduce in misure
individuali e ambientali.
Le zanzare tigri pungono principalmente
durante le ore diurne dunque il suggerimento è quello di optare per
un abbigliamento in grado di coprire il più possibile la cute e
utilizzare repellenti cutanei. Fondamentale l’impiego di zanzariere
e il mancato ristagno di acqua in sottovasi e simili.
Nessun commento:
Posta un commento