lunedì 2 ottobre 2017

ALLARME CHIKUNGUNYA

Il Seresmi (Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive) ha individuato un importante focolaio di Chikungunya nel Lazio con 64 casi accertati, 54 nella sola città di Anzio, sette a Roma e tre a Latina.
Comuni e Asl monitorano costantemente la situazione poiché con ogni probabilità questi numeri sono destinati ad aumentare e a coinvolgere una più vasta area territoriale. Avviate disinfestazioni straordinarie e misure cautelative quali il blocco delle donazioni di sangue ed emocomponenti (comune di Anzio a Asl2 del comune di Roma).



Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti rassicura la cittadinanza: “il Centro nazionale sangue ha garantito la fornitura per coprire quello che ci sarà in meno, inevitabilmente, a causa di questo blocco, quindi non ci saranno problemi per la rete sanitaria”.
Ed è già partita la gara di solidarietà, circa 850 unità di sangue e plasma sono state messe a disposizione dalle altre regioni, Avis e CRI hanno mobilitato i volontari programmando le donazioni.

La malattia, per la quale non esiste attualmente un vaccino, si trasmette con punture di zanzare infette e non per contatto diretto tra persona e persona. Responsabili sono le aedes aegypti o aedes albopictus, comunemente chiamate zanzare tigri, le stesse che veicolano lo zika e la dengue.

I sintomi, che compaiono in media dai 4 agli 8 giorni dopo la puntura infetta, possono inizialmente confondersi con quelli di una comune influenza, quindi febbre, dolori articolari, cefalee, affaticamento che con il passare dei giorni però diventano sempre più pesanti con nausea e in alcuni casi sfoghi cutanei.
I dolori articolari e muscolari diventano invalidanti costringendo le persone ad assumere strane posture, il nome stesso “chikungunya” significa nella lingua della Tanzania “diventare contorto”.

Gli immunologi la definiscono una malattia non grave né tantomeno mortale ma riconoscono il problema della cronicità e il potenziale rischio per le fasce più fragili, donne in gravidanza, anziani e bambini. La parola d’ordine è prevenzione e si traduce in misure individuali e ambientali.
Le zanzare tigri pungono principalmente durante le ore diurne dunque il suggerimento è quello di optare per un abbigliamento in grado di coprire il più possibile la cute e utilizzare repellenti cutanei. Fondamentale l’impiego di zanzariere e il mancato ristagno di acqua in sottovasi e simili.


Scritto da Roberta Adolfi - Pubblicato sul numero 7 del "Il Corace"

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