venerdì 10 aprile 2020

LA DOLCE NONNA DI TUTTI

In luogo d’incanto, al centro di un oscuro e tetro bosco, trovava spazio una casa di campagna molto grande, circondata da un giardino pieno di fiori profumatissimi e di mille colori, tra cui giocavano spensierati dei gattini dal pelo morbido e curato. Oltre ai fiori e ai gattini giocosi, nel giardino c’erano degli alberi di mele, ciliegie e pesche, che davano alla luce degli squisitissimi frutti, inoltre, sempre nel verdeggiante giardino, si trovavano dei giochi per bambini, quali potevano essere scivoli e altalene. In tutto ciò, la casa fatta esternamente in legno dipinto di bianco lucente, con diverse finestre con il contorno azzurrino e le tendine rosse ricamate e con più di un comignolo sul tetto, dai quali fuoriusciva sempre un po’ di fumo; aveva una recinsione di legno, lungo tutta la parte esterna del giardino sempre colorata di bianco, interrotta solamente nel luogo di accesso dove incominciava una stradina sterrata che portava fino alla porta di legno marrone, la quale dava sull’ingresso di casa; ma anche la porta era particolare, poiché essa aveva un pomello d’oro luccicante, ma non possedeva una serratura per la chiave, seppur in questa condizione, sembrava ugualmente sigillata. All’interno, la casa, era arredata con antichi mobili di tutti i tipi e una tappezzeria che dava l’impressione di essere un luogo vissuto, con molti quadri e fotografie che rappresentavano persone particolari e luoghi inesistenti, in un mondo come il nostro.

L’unica abitante di questa casa era una dolcissima ma al contempo strana vecchietta, che tutti i giorni aspettava ai margini del bosco i bambini del paesino confinante che uscivano da scuola e che stavano tornando nelle proprie abitazioni, cosicché andassero nella sua casa a mangiare la torta, che la nonnina stessa, ogni dì preparava appositamente per loro. Dopo che i bambini finivano di mangiare tutte le leccornie che l’anziana preparava riempiendo così il loro stomaco, andavano a divertirsi con i giochi all’esterno e con i gattini della nonnina e quando faceva quasi buio, salutavano la dolce signora con un bacino, e tornavano nelle proprie case, sapendo che non avrebbero dovuto far sapere nulla agli adulti, perché altrimenti avrebbero vietato loro di tornare in quella casa nel bosco, e specialmente di stare a contatto con una sconosciuta, seppur innocua persona. 

Dopo un po’ di tempo, era diventato normale fare questo giro per i ragazzi, tanto che parlavano anche a scuola della famosa signora che si faceva chiamare nonna da tutti i bambini. Ad un certo punto, il maestro di scuola, origliando le conversazioni dei fanciulli, scoprì il loro segreto e avvertì tutti i genitori dei ragazzi che, infuriati com’erano, impedirono ai loro figli di tornare dalla vecchia signora e li misero in punizione, senza farli più uscire. Però poiché il desiderio era più forte, anche con la punizione, i bambini tornarono lo stesso dalla nonna, scaturendo l’ira dei genitori che, il giorno dopo, andarono personalmente, accompagnati dai figli, a fare quattro chiacchiere con la padrona di casa; ma quando arrivarono nel solito luogo appresero una notizia sconcertante per i loro occhi, infatti videro che nella zona solita che i bambini frequentavano quotidianamente, c’era solo una catapecchia che in passato, forse fu una casa, circondata da frammenti di staccionata e priva di qualsiasi forma di vita, sia animale, sia vegetale. Per cercare di capirci qualcosa in più, i genitori andarono dentro al rudere, con alcuni dei bambini i quali, nel vedere lo stato della casa anche all’interno, rimasero scossi. Uno dei giovani però, vide appesa al muro una foto che rappresentava l’anziana signora; in quel momento ai genitori presenti si illuminarono gli occhi e guardando ancora la foto, scoppiarono in lacrime, come se l’oggetto rievocasse in loro un ricordo passato gioioso. Subito dopo dissero: “Abbiamo capito cosa è successo! Ma ve lo spiegheremo quando sarete più grandi”. Lasciando la curiosità nel cuore dei pargoli, fecero promettere loro, questa volta seriamente, di non tornare più i quel luogo, perché la nonna era tornata a casa sua, questa volta quella vera!

Scritto da Natalino Pistilli

Pubblicato sul numero 3 del 2020 del "Il Corace"

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