lunedì 2 ottobre 2017

L’ ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO NEI CENTRI STORICI

Vorrei iniziare questa nuova avventura per “Il Corace”, parlandovi di una materia a me cara, intrapresa durante gli studi universitari ed ora attraverso gli inizi della professione, l’architettura del paesaggio o meglio nel linguaggio internazionale landscape architecture.

Ma cos’è l’architettura del paesaggio e qual è il suo ruolo nel campo degli studi di architettura?
Nella moderna costruzione della scena urbana, l’architettura del paesaggio costituisce quell’ambito disciplinare che si occupa dello studio, della progettazione (landscape design) e della gestione di tutti gli spazi esterni.
A partire dagli ultimi due decenni del XX secolo, si è registrata una peculiare attenzione rivolta a problematiche di carattere ecologico-ambientale, agli effetti di riconversione delle aree dismesse (fronti marittimi, nuclei industriali, stazioni ferroviare, mattatoi, mercati generali..), ai fenomeni di espansione del territorio urbanizzato, in relazione con la formazione dei contesti eterogenei e discontinui delle periferie e delle città. L’architettura del paesaggio, superando i limiti disciplinari e le rigide differenziazioni delle varie scale d’intervento progettuale, riallacciandosi alla tradizione storico critica dei secoli XVIII e XIX, o a quella di figure quali Roberto Burle Marx nel Novecento, tende comunque ad ampliare il suo classico ambito di appartenenza per cercare di acquisire il valore e il significato specifico di “arte del luogo”: una sovrapposizione di valenze estetiche, funzionali e simboliche, orientate a tentare di prefigurare e restituire, attraverso nuove esperienze progettuali, le relazioni multiple, possibili, tra architettura, arte e natura.
Dagli interventi diffusi su tutto il territorio in città-pilota come Barcellona o Lione, ai progetti puntuali di riqualificazione urbana portati avanti da architetti-paesaggisti; dai grandi parchi naturali, ai progetti di riconversione bio-ecologica di ampie zone inquinate; dai parchi urbani, luoghi di nuove centralità e densità di valori, fino alle sperimentazioni di veri e propri paesaggi infrastrutturali, il progetto del paesaggio tende anche a divenire una sorta di “spazio critico” in cui sondare diversi terreni di ricerca al fine di realizzare nuovi possibili scenari urbani.
Dove in tanti stati europei specialmente quelli più a nord l’architetto paesaggista è considerato un punto fondamentale nelle amministrazioni di governo e progettazione del territorio, in Italia paradossalmente ricca di stupendi centri storici, paesaggi e territori unici al mondo per la loro bellezza ed al contempo molto fragili e con tante criticità, è un ramo dell’architettura che ancora ha difficoltà ad affermarsi, a volte la progettazione di spazi urbani aperti viene fatta in maniera sbagliata, da figure professionali non specializzate alla sensibilità del luogo da progettare o tutelare con poca conoscenza delle specie botaniche punto cardine della progettazione paesaggistica, perché ricordiamolo stiamo trasformando il paesaggio un qualcosa di vivo che si evolve nel tempo, a qualunque rapporto di scala, da un grande piano paesaggistico ad un semplice giardino privato di 50mq.

Dopo questa introduzione e dopo aver visitato e toccato con mano tanti progetti ed installazioni all’estero di architettura del paesaggio di grandi studi internazionali famosi in questo campo (invito a visitare le pagine web di west8, Peter Wolker, Plant Architect, Obras architecture, Testsuo Kondo...etc) mi chiedevo come la landscape architecture, potrebbe contribuire a trasformare, rigenerare, riqualificare ed esaltare le bellezze monumentali e paesaggistiche dei nostri centri storici italiani restituendo ai cittadini spazi aperti fulcro delle tante attività della vita sociale, abbandonati da tempo o in fase di degrado come appunto parchi, giardini, piazze, strade, lavorare su un territorio più ampio e mettere in rete diversi centri storici fra loro creando una rinascita dal punto di vista economico, turistico e di ripopolamento locale.

Durante lo sviluppo della tesi di laurea, ho provato e sperimentare questa materia sia sul nostro paese, Cori, che il suo territorio, che io amo profondamente a livello storico e paesaggistico, ma che da anni soffre di un decoro non all’altezza della sua bellezza, con alcune criticità negli spazi aperti, che ben conoscete vivendo il paese, provando a ripristinare parchi o angoli del centro storico e attraverso questo periodico, poter riflettere con voi nel sviluppare un idea concreta per poter intervenire su di essi, per un futuro che possa a breve restituire spazi che sono stati dimenticati, ma che sono stati per anni punti di riferimento per i cittadini.


Scritto da Fernando Bernardi - Pubblicato sul numero 7 del 2017 nel "Il Corace"

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