martedì 3 ottobre 2017

UN MOMENTO INFINITO

L’estate sta finendo, arrivano le prime piogge, benedette, anche se violente. Non ricordo più quanto tempo è passato dall’ultima pioggia, forse troppo. La terra è arida, secca, spaccata dal sole che batte senza tregua. Non è abituata a ricevere botti d’acqua tutte insieme. Neanche io.
Oggi però il sole risplende, è vicino, sembra vicino come tutto intorno a me. Sono sul terrazzo, alzo lo sguardo verso l’orizzonte, sembra tutto vicinissimo. Si vede bene il mare con i suoi riflessi. Sembra quasi di poterlo toccare. Invece è sempre li. Oggi è una giornata limpidissima, una di quelle rare giornate, dopo il temporale, nelle quali sembra di essere al centro del mondo. Essere al centro, girarsi intorno e poter osservare tutto da vicino. Si vedono anche le isole, ma in un modo come non capita mai. Tutto quello che normalmente è sfocato, lontano, appannato, ora è delineato, vicino, cristallino.
Il lavoro è già ricominciato, le ferie quest’anno sono durate troppo poco. Bisogna rimediare. D’impulso compongo un numero telefonico, non mi lascio neanche il tempo di riflettere. Realizzo un attimo dopo, era il numero della ditta, avverto che oggi non ci sono. Non ci sono per nessuno. Come un automa mi indirizzo verso il garage e tiro fuori la moto. Giubbotto, casco e guanti e sono pronto per la partenza, vado di fretta, non posso perdere altri minuti preziosi. Il sole ormai è bello alto nel cielo e sta riscaldando quell’aria raffreddata. L’aria piacevole batte sulla visiera, vuole per forza trovarsi una strada. Sinceramente non la lascio passare, non è il caso. L’asfalto corre tranquillo sotto il peso delle ruote, ogni tanto cerca di farmi sobbalzare e devo dire che quando ci si impegna ci riesce benissimo. Arrivo nei pressi del canale, rallento, ne seguo il corso fino quasi alla foce. Li mi accosto, lascio la moto in un angolo e mi avvio verso il pontile. Un piccolo pontile di legno.
Faccio qualche passo ed arrivo in prossimità della barca, è li ferma ormeggiata al pontile, le acque del canale le scorrono sotto quasi impercettibili. Vedo che è li in attesa di qualcosa, di qualcuno che la faccia navigare. Ottimo, vuol dire che è pronta. Mollo gli ormeggi, un colpo di gas indietro per uscire dal posto barca, percorro il canale fino alla fine, ed ecco che la prua entra finalmente in mare.

Mi allontano piano dalla spiaggia, già a ridosso del canale ci sono un sacco di bagnanti, non proprio come la settimana di mezzagosto, ma ci sono. E’ strano vedere il mare così calmo, specialmente dopo aver visto le onde dell’altro giorno. La barca fila liscia, sembra di essere su un velo d’olio. Devo dare un po’ più di gas. Sembra di andare piano, do ancora gas ed altro ancora. Il sole riscalda la pelle, quasi la brucia, ma non te ne accorgi. Il tutto è stemperato dal vento fresco. Non mi ero reso conto, ma sono quasi alla velocità massima. Ora il vento si fa sentire ma io proseguo imperterrito senza rallentare. Anche alla massima velocità la barca fila via stabile. In men che non si dica sono in prossimità delle isole. Faccio rotta verso quella più a destra. Penso sia chiaro o devo spiegarmi meglio? Avete capito? Mi fido. Mi avvicino piano dalla parte nord. Il sole è a perpendicolo. L’acqua in questo punto è abbastanza profonda, ma allo stesso tempo cristallina, cristallina come nessun altro posto nel mediterraneo. Studio un attimo la corrente e butto l’ancora. La cima è legata, l’ancora tiene. Posso spegnere il motore. Eccezionale.
Faccio un rapido bagnetto, salpo l’ancora e mi dirigo verso cala o’ Francese. Sono ancorato, oggi ci sono poche barche. La settimana di mezzagosto è un po’ incasinato, ma oggi è tutto eccezionale. Immergetevi con me in un’avventura incredibile. Non posso raccontarvi tutto, Non posso scrivere pagine e pagine cercando di trasmettervi le sensazioni di questo momento, non posso farvi vedere delle foto, non posso farvi vedere dei video. Nessuna di queste cose potrà mai trasmettere le emozioni del momento, un momento che sembra infinito. L’unico modo per farvi capire è vivere l’esperienza. Volete venire con me? Vi aspetto.

Scritto da Antonio Moroni - Pubblicato sul numero 7 del 2017 nel "Il Corace"

Nessun commento:

Posta un commento