L’estate sta finendo, arrivano le
prime piogge, benedette, anche se violente. Non ricordo più quanto
tempo è passato dall’ultima pioggia, forse troppo. La terra è
arida, secca, spaccata dal sole che batte senza tregua. Non è
abituata a ricevere botti d’acqua tutte insieme. Neanche io.
Oggi
però il sole risplende, è vicino, sembra vicino come tutto intorno
a me. Sono sul terrazzo, alzo lo sguardo verso l’orizzonte, sembra
tutto vicinissimo. Si vede bene il mare con i suoi riflessi. Sembra
quasi di poterlo toccare. Invece è sempre li. Oggi è una giornata
limpidissima, una di quelle rare giornate, dopo il temporale, nelle
quali sembra di essere al centro del mondo. Essere al centro, girarsi
intorno e poter osservare tutto da vicino. Si vedono anche le isole,
ma in un modo come non capita mai. Tutto quello che normalmente è
sfocato, lontano, appannato, ora è delineato, vicino, cristallino.
Il lavoro è già ricominciato, le ferie quest’anno sono durate
troppo poco. Bisogna rimediare. D’impulso compongo un numero
telefonico, non mi lascio neanche il tempo di riflettere. Realizzo un
attimo dopo, era il numero della ditta, avverto che oggi non ci sono.
Non ci sono per nessuno. Come un automa mi indirizzo verso il garage
e tiro fuori la moto. Giubbotto, casco e guanti e sono pronto per la
partenza, vado di fretta, non posso perdere altri minuti preziosi. Il
sole ormai è bello alto nel cielo e sta riscaldando quell’aria
raffreddata. L’aria piacevole batte sulla visiera, vuole per forza
trovarsi una strada. Sinceramente non la lascio passare, non è il
caso. L’asfalto corre tranquillo sotto il peso delle ruote, ogni
tanto cerca di farmi sobbalzare e devo dire che quando ci si impegna
ci riesce benissimo. Arrivo nei pressi del canale, rallento, ne seguo
il corso fino quasi alla foce. Li mi accosto, lascio la moto in un
angolo e mi avvio verso il pontile. Un piccolo pontile di legno.
Faccio qualche passo ed arrivo in prossimità della barca, è li
ferma ormeggiata al pontile, le acque del canale le scorrono sotto
quasi impercettibili. Vedo che
è li in attesa di qualcosa, di
qualcuno che la faccia navigare. Ottimo, vuol dire che è pronta.
Mollo gli ormeggi, un colpo di gas indietro per uscire dal posto
barca, percorro il canale fino alla fine, ed ecco che la prua entra
finalmente in mare.
Mi allontano piano dalla spiaggia, già a ridosso
del canale ci sono un sacco di bagnanti, non proprio come la
settimana di mezzagosto, ma ci sono. E’ strano vedere il mare così
calmo, specialmente dopo aver visto le onde dell’altro giorno. La
barca fila liscia, sembra di essere su un velo d’olio. Devo dare un
po’ più di gas. Sembra di andare piano, do ancora gas ed altro
ancora. Il sole riscalda la pelle, quasi la brucia, ma non te ne
accorgi. Il tutto è stemperato dal vento fresco. Non mi ero reso
conto, ma sono quasi alla velocità massima. Ora il vento si fa
sentire ma io proseguo imperterrito senza rallentare. Anche alla
massima velocità la barca
fila via stabile. In men che non si
dica sono in prossimità delle isole. Faccio rotta verso quella più
a destra. Penso sia chiaro o devo spiegarmi meglio? Avete capito? Mi
fido. Mi avvicino piano dalla parte nord. Il sole è a perpendicolo.
L’acqua in questo punto è abbastanza profonda, ma allo stesso
tempo cristallina, cristallina come nessun altro posto nel
mediterraneo. Studio un attimo la corrente e butto l’ancora. La
cima è legata, l’ancora tiene. Posso spegnere il motore.
Eccezionale.
Faccio un rapido bagnetto, salpo l’ancora e mi dirigo
verso cala o’ Francese. Sono ancorato, oggi ci sono poche barche.
La settimana di mezzagosto è un po’ incasinato, ma oggi è tutto
eccezionale. Immergetevi con me in un’avventura incredibile. Non
posso raccontarvi tutto, Non posso scrivere pagine e pagine cercando
di trasmettervi le sensazioni di questo momento, non posso farvi
vedere delle foto, non posso farvi vedere dei video. Nessuna di
queste cose potrà mai trasmettere le emozioni del momento, un
momento che sembra infinito. L’unico modo per farvi capire è
vivere l’esperienza. Volete venire con me? Vi aspetto.
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