martedì 3 ottobre 2017

SCOPRIAMO I SEMI DI CHIA

La parola chia deriva da chian, che nella lingua uto-atzeca nahuatl, significa oleoso. L’attuale stato messicano del Chiapas deriva proprio il suo nome dall’espressione acqua chia o fiume chia.
La mitologia narra che gli Aztechi traessero dalle sementi di questa pianta la forza per affrontare e vincere le loro battaglie. Inoltre anche i Maya consumavano i semi di chia e li utilizzavano nelle celebrazioni religiose come offerta propiziatoria agli dèi.

Questi semi sono ricchi di proprietà nutrizionali, il contenuto di calcio presente nei semi di chia è circa 5 volte superiore a quello del latte, inoltre sono ricchi di omega3, pari dei semi di lino, vitamina C, circa 7 volte superiore rispetto a quello delle arance, il potassio, il doppio rispetto alle banane, e la presenza di ferro tripla rispetto agli spinaci. Ma non è tutto!
I semi di chia contengono altri minerali, come il selenio, lo zinco ed il magnesio, le vitamine A, E e B6. I semi di chia sono anche ricchi di aminoacidi e di antiossidanti, presenti in quantità 4 volte superiore rispetto ai mirtilli.
Questi semi sono in grado di svolgere un’azione di controllo del livello degli zuccheri nel sangue e benefici per l’apparato cardiovascolare, regolare la pressione sanguigna e tenere sotto controllo i livelli del colesterolo nel sangue, pulire l’intestino e per favorire il suo funzionamento.

Come utilizzarli in cucina?
I semi di chia sono molto piccoli e croccanti, il sapore piuttosto neutro li rende abbinabili a diverse ricette. Ideali come aggiunta ai muesli della colazione, accompagnati a cereali e altri semi per uno spuntino o utilizzati come condimento per numerosi piatti tra cui insalate, pasta, risotti, orzo, miglio, quinoa, legumi ed altri cereali a piacere. Molto gustosi nelle macedonie o nei frullati di frutta e verdura, inoltre possono essere utilizzati come decorazione su biscotti, crostate, ma anche su tartine e finger food.

E voi avete mai utilizzato questi semi?

Scritto da Costanza Placidi - Pubblicato sul numero 7 del 2017 nel "Il Corace"

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