martedì 3 ottobre 2017

L'AVVOCATO RISPONDE

Egregio Avvocato, mio figlio quest’anno frequenta il primo anno delle scuole superiori presso un Istituto scolastico fuori dal Paese dove viviamo. Ho quindi pensato di comprargli un telefono cellulare, per usarlo all’occorrenza. Mi sono recato in più negozi di telefonia dove, all’atto della sottoscrizione del contratto, i vari operatori mi hanno riferito che la fatturazione della fornitura era prevista ogni 28 giorni. Questa scelta, adottata da tutte le compagnie telefoniche, è legittima? La ringrazio. Antonio P.

Egregio Signore,
i pagamenti delle bollette delle utenze telefoniche presentano spesso delle problematiche, anche in considerazione dei molteplici episodi in cui, per vari motivi, gli importi che vengono richiesti non corrispondono ai reali consumi, ovvero per errore negli invii da parte dei gestori, i quali, indifferentemente, cercano di riscuotere quanto richiesto. Le compagnie telefoniche, oltre alla pretesa di pagamenti per contratti mai sottoscritti, o conguagli ed acconti fantasiosi, da qualche periodo usano la prassi di fatturare le bollette non più mensilmente ma ogni 28 giorni, sia per la telefonia mobile che per quella fissa. E questo potrebbe sembrare agli utenti assolutamente non rilevante né troppo dispendioso. In realtà, questo “trucchetto” viene adottato dalle compagnie per aumentare i propri guadagni: l’emissione della bolletta telefonica ogni 28 giorni obbliga, in definitiva, al pagamento di una bolletta in più, non dovuta, con un rincaro per il cittadino dell’8,6 % circa annuo. Nella telefonia mobile questo metodo è utilizzato già da qualche anno. Ma ora che i gestori lo hanno esteso anche alla telefonia fissa, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è intervenuta, invitando gli stessi a porre fine a tale pratica, ed a “mettersi in regola” entro il termine di 90 giorni. I gestori, di contro, hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.), cui si sono rivolti impugnando la delibera dell’Autorità, così, di fatto, non adeguandosi alle determinazioni impartite dall’organo di controllo. L’Agcom, dato il mancato adeguamento, ha manifestato l’intenzione di avviare l’applicazione di pesanti sanzioni nei confronti delle compagnie che non hanno rispettato l’adeguamento alla fatturazione mensile. La preoccupazione maggiore per l’Autorità è quella di evitare che tali condotte possano coinvolgere anche altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione periodica dei servizi. Per la telefonia fissa l’Autorità si è mostrata irremovibile, prevedendo oltre alla sanzione da irrogare, anche una sorta di rimborso in favore delle famiglie, danneggiate da tale comportamento. Anche il Governo ha annunciato interventi normativi atti a rendere i contratti telefonici e la tariffazione più trasparente. Nel frattempo che gli operatori si adeguino a pratiche più corrette, gli utenti ben potrebbero manifestare la propria volontà di recedere dai contratti in essere, optando per compagnie telefoniche che non adottino tale tipologia di fatturazione. Resta comunque fermo il diritto degli utenti di ottenere il rimborso di quanto indebitamente pagato in eccedenza, con ricorso ai Comitati Regionali per le Comunicazioni (Co.re.com) ovvero mediante reclamo diretto alla propria compagnia telefonica.

Scritto da Emanuele Vari - Pubblicato sul numero 7 del 2017 nel "Il Corace"

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