Egregio Avvocato, mio figlio quest’anno
frequenta il primo anno delle scuole superiori presso un Istituto
scolastico fuori dal Paese dove viviamo. Ho quindi pensato di
comprargli un telefono cellulare, per usarlo all’occorrenza. Mi
sono recato in più negozi di telefonia dove, all’atto della
sottoscrizione del contratto, i vari operatori mi hanno riferito che
la fatturazione della fornitura era prevista ogni 28 giorni. Questa
scelta, adottata da tutte le compagnie telefoniche, è legittima? La
ringrazio. Antonio P.
Egregio Signore,
i pagamenti delle
bollette delle utenze telefoniche presentano spesso delle
problematiche, anche in considerazione dei molteplici episodi in cui,
per vari motivi, gli importi che vengono richiesti non corrispondono
ai reali consumi, ovvero per errore negli invii da parte dei gestori,
i quali, indifferentemente, cercano di riscuotere quanto richiesto.
Le compagnie telefoniche, oltre alla pretesa di pagamenti per
contratti mai sottoscritti, o conguagli ed acconti fantasiosi, da
qualche periodo usano la prassi di fatturare le bollette non più
mensilmente ma ogni 28 giorni, sia per la telefonia mobile che per
quella fissa. E questo potrebbe sembrare agli utenti assolutamente
non rilevante né troppo dispendioso. In realtà, questo “trucchetto”
viene adottato dalle compagnie per aumentare i propri guadagni:
l’emissione della bolletta telefonica ogni 28 giorni obbliga, in
definitiva, al pagamento di una bolletta in più, non dovuta, con un
rincaro per il cittadino dell’8,6 % circa annuo. Nella telefonia
mobile questo metodo è utilizzato già da qualche anno. Ma ora che
i gestori lo hanno esteso anche alla telefonia fissa, l’Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è intervenuta, invitando
gli stessi a porre fine a tale pratica, ed a “mettersi in regola”
entro il termine di 90 giorni. I gestori, di contro, hanno presentato
ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.), cui si sono
rivolti impugnando la delibera dell’Autorità, così, di fatto, non
adeguandosi alle determinazioni impartite dall’organo di controllo.
L’Agcom, dato il mancato adeguamento, ha manifestato l’intenzione
di avviare l’applicazione di pesanti sanzioni nei confronti delle
compagnie che non hanno rispettato l’adeguamento alla fatturazione
mensile. La preoccupazione maggiore per l’Autorità è quella di
evitare che tali condotte possano coinvolgere anche altri settori,
caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione periodica dei
servizi. Per la telefonia fissa l’Autorità si è mostrata
irremovibile, prevedendo oltre alla sanzione da irrogare, anche una
sorta di rimborso in favore delle famiglie, danneggiate da tale
comportamento. Anche il Governo ha annunciato interventi normativi
atti a rendere i contratti telefonici e la tariffazione più
trasparente. Nel frattempo che gli operatori si adeguino a pratiche
più corrette, gli utenti ben potrebbero manifestare la propria
volontà di recedere dai contratti in essere, optando per compagnie
telefoniche che non adottino tale tipologia di fatturazione. Resta
comunque fermo il diritto degli utenti di ottenere il rimborso di
quanto indebitamente pagato in eccedenza, con ricorso ai Comitati
Regionali per le Comunicazioni (Co.re.com) ovvero mediante reclamo
diretto alla propria compagnia telefonica.
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