mercoledì 1 luglio 2020

VESPA SAMURAI CONTRO CIMICE ASIATICA

Sembra, innanzitutto, opportuno ricordare che molti agricoltori sono costretti a combattere non solo la fauna selvatica (cinghiali, lupi e cornacchie) e i diversi microrganismi patogeni (batteri, funghi e virus) causa di importanti malattie, ma anche e soprattutto taluni organismi alieni in grado di provocare danni ingenti alle coltivazioni. In Italia, infatti, risultano presenti circa 1.500 specie aliene (dati Daisie - Delivering alien invasive species in Europe); sebbene non tutte si siano diffuse sul territorio e solo alcune provochino problemi all’agricoltura, il loro ritmo di arrivo è sicuramente in crescita. Ogni anno sembra vengano registrate sette - otto nuove specie di insetti fitofagi; invece nel dopoguerra, come già accennato, se ne registravano meno di una per ogni anno.  
Attualmente, infatti, parliamo di una vera strategia a livello nazionale al fine di riequilibrare la biocenosi (cioè l’insieme dei diversi organismi, animali e piante, viventi in un determinato ambiente) del nostro agro-ecosistema mediante lanci programmati in 712 siti laddove, in ognuno di essi, precedentemente selezionati, dovranno essere liberati ben 110 esemplari di Vespa samurai (Trissolcus japonicus), vale a dire del rimedio insetto alieno, ritenuto l’antagonista naturale della famigerata Cimice asiatica (Halyomorpha halys), detta anche Cimice marmorata ossia il micidiale insetto fitofago che rappresenta, verosimilmente all’attuale pandemia per il Covid 19, un’autentica minaccia per diverse colture orto-frutticole (in particolare nell’area dell’Italia Settentrionale) oltre che una grande preoccupazione in tutta l’opinione pubblica a causa della sua abitudine di rifugiarsi nei diversi locali e nelle abitazioni (così come già descritto inCimice asiatica: un flagellodella frutticoltura” ed ovviamente pubblicato su IL CORACE dello scorso mese di novembre 2019).
Tra questi alieni, quello originario della Cina, Giappone e Taiwan, la cimice asiatica, (già descritta con l’articolo: “La Cimice asiatica, una nuova insidia” e pubblicato su “IL CORACE” del novembre 2016), è approdata nel 2013 anche in Italia e nell’arco di tempo di pochi anni, come già noto, si è dannosamente diffusa a partire dal Nord Italia, con le maggiori concentrazioni nelle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli V.G. e Piemonte, e poi su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un insetto estremamente polifago (poiché attacca diverse piante) oltre che mobile e, per il fatto di essere alieno, non ha pertanto nei nostri areali i suoi naturali antagonisti.


Tuttavia, alla luce delle ultime notizie, a tal riguardo si respira aria incoraggiante poiché risulta giunto finalmente l’invocato riscontro al grido d’allarme, ribadito e condiviso dalle diverse Associazioni degli Agricoltori, oltre che alle numerose azioni messe in campo e finalizzate alla difesa: delle importanti coltivazioni, della biodiversità delle produzioni e della millenaria tradizione frutticola che, già dal 2013, risultano seriamente minacciate dall’espansione dannosa di tale insidia.
Infatti, varie utili informazioni e diverse importanti indicazioni per gli agricoltori, circa le misure contro cimice asiatica e relativa lotta biologica (attraverso l’impiego della vespa samurai) sono state diramate efficacemente nella mattinata di mercoledì 29 aprile ultimo scorso e durante un affollato web-inar (termine, da web e seminar, che vuol dire sessione informativa ed educativa la cui partecipazione avviene in forma remota tramite una connessione internet e per condurre, come noto, riunioni, corsi di formazione, ecc.) organizzato formalmente dalla Regione Emilia Romagna.  
L’evento svolto on-line è stato molto seguito ed apprezzato da un numero di persone davvero interessate e pertanto ritenuto più che soddisfacente; ciò, evidentemente, dimostra quanto la problematica relativa alla lotta contro la cimice è sentita. Inoltre, risulta che i diversi relatori, nonché esperti, si siano soffermati soprattutto sulla strategia dei lanci del parassitoide-oofago (vespa samurai) e particolarmente sull’area dell’Emilia Romagna ma, come noto, la strategia evidentemente è coordinata a livello nazionale. 
Ad ogni modo, sembra opportuno ribadire che la procedura burocratica per ottenere il definitivo via libera (riguardo vespa samurai da impiegare quale arma o rimedio naturale contro la cimice asiatica) è arrivata praticamente alla conclusione anche se (è percepibile) siamo in attesa ancora di un ultimo “tassello”, vale a dire l’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e l’esito dell’analisi di rischio messo a punto dal Crea Difesa e Certificazione di Firenze (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). È ovvio che il è un elemento che fa attendere tutti fiduciosi ma, fin quando non sarà nero su bianco nulla può essere dato per scontato!  
Sembra doveroso altresì ricordare, come già descritto in precedenti articoli, che negli ultimi due anni, il Crea ha studiato, nei suoi laboratori e in condizioni di quarantena T. japonicus, l’alieno o vespa samurai, necessaria premessa per poter avere oggi un’analisi di rischio ambientale pronta ed un quid di T. japonicus che verrà utilizzato per la moltiplicazione, in diversi laboratori, non solo in Emilia Romagna ma anche in Lombardia, Veneto, Friuli V.G., Piemonte.
Secondo la relazione del responsabile del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna, - Stefano Boncompagni -, il primo lancio della vespa samurai dovrebbe avvenire a metà giugno ed il secondo dopo una ventina di giorni circa. I lanci dovranno essere effettuati nel giusto momento, vale a dire quando vi sarà, nei siti di lancio, un numero sufficiente di uova di cimici pronte per essere parassitizzate. Peraltro, va ribadito che T. japonicus risulta il più efficace nemico (riconosciuto a livello mondiale) della cimice asiatica ed agisce deponendo le proprie uova all’interno di quelle di H. halys. La vespa samurai, come già noto, è un imenottero (un Ordine che comprende insetti assai familiari come le formiche, le api e le vespe che vivono anche in società) e, nonostante il nome che le è stato attribuito, non è dannoso nei confronti dell’uomo, misura meno di due millimetri e si ciba, in natura, di nettare o melata. Così, si può dire che T. japonicus è l’unica speranza per riportare sotto controllo la popolazione, cresciuta enormemente, di H. halys e che ha causato, lo scorso anno, solo in Emilia Romagna un danno stimato intorno ai 350 milioni di euro.
In particolare, è possibile anche poter evidenziare che a livello nazionale saranno effettuati, come già accennato, lanci in 712 siti (300 dei quali in Emilia Romagna) e in ogni sito selezionato verranno liberati 110 esemplari di vespa samurai (cento femmine più dieci maschi). La vespa samurai sarà diffusa in undici Regioni in totale, oltre che nelle Province di Trento e di Bolzano.
Sembra opportuno sottolineare altresì che oltre alle cinque Regioni che, lo scorso anno, hanno subìto straordinari danni, faranno parte della operazione lotta biologica anche altre sei Regioni del Centro e del Sud d’Italia che non sono state ancora identificate durante l’incontro. 

DIDASCALIA FOTO:
A – Cimice asiatica (Halyomorpha halys), insidioso insetto fitofago che in pochi anni si è diffuso soprattutto nelle Regioni del Nord Italia causando i gravi noti danni alle coltivazioni frutticole;
B – Vespa samurai (Trissolcus japonicus), il naturale antagonista di H. halys che opportunamente studiato e con le adeguate autorizzazioni Istituzionali consentirà l’utile rimedio: lotta biologica;
C – Tra i vari relatori dell’evento, M. Barisella (Serv Fitos. E. R.), A. Mammi (Ass. Agric.) e P. F. Roversi (Direttore del Crea ed Esp. responsabile del Lab. Difesa e Certif. di Firenze) hanno un ruolo notevole per lo studio, lo sviluppo e l’attuazione della lotta biologica con la vespa samurai.


Si tratta, pertanto, del più grande progetto di lotta biologica mai tentato in Italia, ha detto ancora - Stefano Boncompagni - durante l’evento. I diversi siti di lancio sono stati individuati seguendo una precisa strategia, ha precisato Luca Casoli, Direttore del Servizio Fitosanitario di Modena e di Reggio Emilia; le vespe samurai, in particolare, verranno liberate sulle siepi, nei boschetti e nelle aree con vegetazione spontanea nei pressi di frutteti e mai dentro gli stessi frutteti.
Così, tutto quello che sembrava un punto di debolezza fino al 2019, diventerà quest’anno un vero punto di forza per cui nelle aree verdi e nei pressi dei diversi frutteti sarà infatti verificata la presenza della cimice asiatica e le sue relative ovature laddove si potrà programmare l’immissione dell’insetto antagonista appositamente moltiplicato, permettendo così ai frutticoltori di proseguire regolarmente, all’interno dei propri frutteti, la difesa comunque attuata come negli anni precedenti.   
I Consorzi fitosanitari dovranno, nella fattispecie, monitorare l’evolversi delle situazioni al fine di poter verificare se, alla fine dell’anno, la vespa samurai risulti efficacemente insediata. Ad effettuare praticamente i suddetti lanci saranno naturalmente i tecnici adeguatamente e tempestivamente preparati delle Cooperative agricole ed i tecnici dei diversi Consorzi Fitosanitari.
Per quanto, invece, si può riferire alle utili indicazioni fornite a favore dei frutticoltori è stato opportunamente chiarito che, nel 2020, H. halys sarà ancora in grado sicuramente di causare danni poiché, con i lanci di T. japonicus intorno a metà di giugno, non si riuscirà ad abbattere la prima generazione della cimice, quella svernante. Gli agricoltori pertanto, è stato ribadito durante l’evento bolognese, dovranno continuare ad attuare una difesa consapevole. Ciò vuol dire che non sarà possibile prescindere dai rimedi chimici né da quelli fisici (varie reti). L’altra importante indicazione fa riferimento a siepi, boschetti ed aree verdi spontanee attigue ai frutteti che, come di consueto, andranno rispettati. I siti di lancio saranno comunque evidenziati in modo che risulti ben chiaro dove sarà presente la vespa samurai, un insetto molto delicato che, peraltro, a causa dei prodotti di difesa chimica, rischierebbe indubbiamente la morte. Inoltre, i siti di lancio, sono stati individuati secondo precisi  criteri e pertanto non è possibile candidare un proprio frutteto ai lanci, anche se fosse un frutteto biologico; così, non è nemmeno possibile acquistare T. japonicus come avviene, tra l’altro, per le altre specie di insetti utilizzati nella lotta biologica. La gestione dei lanci sarà quindi coordinata e gestita esclusivamente da una precisa organizzazione o struttura pubblica.
Un’altra importante indicazione (o chiarimento), infine, da evidenziare affinché non si determinassero delle false aspettative (o speranze), ha riguardato la precisazione di quanto segue: a) L’obbiettivo del 2020 è quello di insediare uniformemente l’antagonista vespa samurai sul territorio interessato dall’emergenza. A fine anno sarà verificato l’esito anche per orientare l’intervento futuro del 2021; b) L’autorizzazione richiesta al Ministero dell’Ambiente relativamente ai lanci della vespa samurai è valida, tra l’altro, per più anni in quanto occorrerà un certo periodo di tempo prima che T. japonicus  (ossia la vespa samurai) possa ristabilire un efficace equilibrio nel nostro ecosistema, ha precisato ancora Stefano Boncompagni.  
È ovvio, comunque, che non bisogna farsi vane speranze poiché ci saranno dei danni nel 2020 e, probabilmente, anche nel 2021. Secondo l’opinione di più relatori, infatti, il tempo necessario affinché la situazione fitosanitaria torni sotto controllo è di circa tre anni; tuttavia si tratta di una stima per cui dipenderà, ad ogni modo, dal risultato dell’operazione o dell’intervento con T. japonicus. Peraltro, se può rincuorare i diversi agricoltori, Massimo Bariselli, del Servizio Fitosanitario Regionale, ha fatto sapere, durante l’evento, che: questo è il primo esperimento, non conosciamo con certezza i tempi ma, visto quello che succede negli altri Paesi, dove c’è  T. japonicus, io credo che funzionerà. Gli agricoltori devono resistere, la vespa samurai è l’unica arma possibile per poter riequilibrare l’ambiente.
I frutticoltori attendono, come manna dal cielo, i famosi 80 milioni di euro (sebbene i danni nel 2019, in Italia, ammontassero a 740 milioni, di cui 350 solo in E. Romagna e 170 in Piemonte) previsti con l’ultima Legge di Bilancio per il territorio nazionale. Il 3 giugno scorso, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Mipaaf che dichiara ufficialmente il carattere di eccezionalità dei danni alle produzioni frutticole per cui sono scattati i 45 giorni di tempo per accedere agli aiuti (così tempo limite fino al 18 luglio prossimo per la presentazione delle domande di aiuto ai danni) . Si tratta di un contributo in conto capitale previsto dalla Legge di Bilancio 2020, che ha stanziato 40 milioni di euro, per il 2020, e che può ristorare fino all’80% del danno. Le Regioni interessate sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli V. G. e Piemonte.
La soglia minima del danno, per poter accedere agli indennizzi dal Fondo di solidarietà nazionale, non deve essere inferiore al 30% della Produzione lorda vendibile delle frutticole; i danni alle colture non frutticole non concorrono, infatti, alla formazione della soglia d’accesso e comunque, la procedura stabilita dal noto DPR 102/1019 prevede ora una serie di passaggi tecnici.
I tempi peraltro sono molto stretti - avrebbe dichiarato Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura Ferrara ad Agro-Notizie  - Le domande vanno presentate on-line ma è necessario che l’agricoltore si faccia assistere nella compilazione, dovrà quindi prendere appuntamento con gli esperti delle Associazioni. Purtroppo i 40 milioni messi a disposizione dal fondo, pur tamponando l’emergenza, non sono sufficienti. Ci aspettavamo che il provvedimento appena pubblicato contenesse anche sgravi contributivi e la proroga della scadenza delle rate di mutui, invece ciò non è successo. La speranza è che arrivino con altri atti successivi.
Per concludere, comunque, si può dire che dopo il da parte della Conferenza Stato Regioni ai Decreti ministeriali per i primi indennizzi statali ed il via libera alla lotta biologica, mediante il lancio della vespa samurai, è scesa in campo altresì  l’Unione europea per sostenere i diversi agricoltori nella lotta contro la terribile cimice asiatica. Nei giorni scorsi, infatti, è arrivato l’auspicato ed atteso sostegno finanziario dell’Europa per la prevenzione ed il risarcimento dei danni alle relative colture, in particolare, ai pereti, agli actinidieti (kiwi), ai pescheti ed ai meleti, delle Regioni del Nord Italia (Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia in primis).
Infine, grazie all’attivazione dell’articolo 221 del regolamento per le Organizzazioni comuni di mercato (Ocm), il provvedimento permette di introdurre misure straordinarie e consente di incrementare, nell’ambito dei Programmi operativi (Po) delle Organizzazioni dei produttori (Op), le risorse finanziarie per la gestione dell’emergenza dovuta, nella fattispecie, al killer alieno che da alcuni anni rappresenta un flagello, che ha messo a dura prova le colture orto-frutticole e l’economia di determinate Regioni italiane, mentre impensierisce altresì altri importanti agricoltori.
Ci siamo presi un impegno, quello di lanciare la vespa samurai a metà giugno, nei tempi corretti, quando cioè ci sono le prime ovature di T. japonicus  e riusciremo ad onorare l’impegno, ha precisato ancora Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura Emilia Romagna. Ha poi continuato: Tutte le attività propedeutiche alla riproduzione di T. japonicus sono state avviate, quindi a metà giugno saremo in grado di diffondere la vespain quantità sufficienti e laddove ce n’è bisogno.

Scritto da Giovanni Conca - Pubblicato sul numero 5 del 2020 del "Il Corace"

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