mercoledì 1 luglio 2020

UN LIBRO, UNA CANZONE, UN FILM E ALTRE STORIE: FRANCESCO GUCCINI

Caro lettore, approfitto degli ottant'anni appena compiuti lo scorso 14 giugno da Francesco Guccini per provare ad addentrarmi – impresa molto ardua direi – nella scrittura e nella poetica del cantautore modenese, tra i numeri uno della canzone d'autore nostrana. Scegliere soltanto un brano in mezzo all'infinito repertorio di Guccini non è cosa facile; anche perché ogni frase, ogni singola parola uscita fuori dalla penna e dalla testa di Guccio, racchiude in sé un mondo intero: ogni canzone è un libro intero, una storia narrata nell'arco di soli tre o quattro minuti. Tanto quanto la durata di Incontro, brano del '72 contenuto nell'album Radici.



A proposito di Incontro, lo stesso Guccini rivelò: «Incontro parla di un'amica mia che, bontà sua, era innamorata di me. Era anche molto carina, ma aveva poche tette e io ero molto sensibile all'argomento. Oggi guardo altre cose, anche perché sono cambiati i tempi. In quegli anni avere la ragazza senza tette era un handicap mica da ridere. Con questa ragazza rimanemmo comunque amici. Diventò professoressa di ginnastica e si sposò con un americano che viveva a Bologna. Per un po' vissero in America, poi si trasferirono a Berlino e fu lì che si innamorò di un altro, un tipo piuttosto instabile, purtroppo. Così, quando a Natale lei raggiunse suo figlio in America, lui fece l'albero e si impiccò ("Come in un libro scritto male / lui si era ucciso per Natale"). Al suo ritorno in Italia la mia amica venne subito a cercarmi per raccontarmi cos'era successo. Andai a trovarla, e dopo quel pomeriggio trascorso insieme scrissi Incontro, forse il mio primo tentativo di scrivere per immagini veloci, molto cinematografiche». Un brano nel quale si può racchiudere l'intera discografia gucciniana. Un quadro dipinto delicatamente, pensato parola per parola, autobiografico. Raccontato attraverso delle immagini ben precise, cinematografiche appunto: “Restano i sogni senza tempo / le impressioni di un momento / le luci nel buio di case intraviste da un treno. / Siamo qualcosa che non resta / frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno”. Guccini va dritto al punto come un pugno allo stomaco, ti lascia quasi senza fiato, tanto da porti svariate domande una volta terminato l'ascolto: il dubbio è la sola cosa che resta. C'è Modena sullo sfondo di questa canzone, che racconta di un incontro, avvenuto alla stazione, fra il cantautore e una vecchia compagna di scuola, dieci anni dopo l'ultima volta. La nostalgia di tempi ormai andati, i ricordi confinati dietro una porta chiusa a chiave, un vecchio baule riposto in soffitta coperto dalla polvere... Incontro è tutto questo. Una fotografia in bianco e nero da guardare ogni volta che ce n'è bisogno: fissarla attentamente, tirare su le spalle e poi riporla in un cassetto. Da segnalare vivamente anche le cover realizzate da Roberto Vecchioni e Luciano Ligabue.
Buon ascolto. Incontro – Francesco Guccini, 1972

Scritto da Tommaso Guernacci - Pubblicato sul numero 5 del 2020 del "Il Corace"

 

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