mercoledì 1 luglio 2020

SESSUALITÀ E AFFETTIVITÀ

Buongiorno,
chiamo Elio ed ho 42 anni, sono sposato da 8 anni con mia moglie di 35 anni ed abbiamo un bellissimo bimbo di 4 anni. Il problema: dopo alcuni anni di matrimonio stabili, progressivamente il rapporto coniugale è andato deteriorandosi. Ritrovo molto aderente alla mia realtà la tesi di chi parla di "idealizzazione del partner" con successiva scoperta che le cose non erano come uno le aveva immaginate. Sul piano sessuale, ad esempio, a fronte di un mio comportamento diciamo così maggiormente aperto (ho sempre desiderato e poi più avanti preteso rapporti sessuali costanti, una intimità maggiore, una valorizzazione delle doti fisiche di una moglie considerata da molti una bella e formosa donna), l'atteggiamento di mia moglie si è progressivamente stabilizzato verso una routine sessuale fatta di 3 circa rapporti al mese. Soprattutto a logorare il sottoscritto è stata la totale mancanza di iniziativa da parte del partner la quale agisce solo "dietro impulso" (cioè se la cercavo fisicamente, avevamo il rapporto sessuale, altrimenti - se rimanevo ad esempio sulle mie, non accadeva nulla). Col passare degli anni tale situazione è peggiorata. Ho iniziato a manifestarle il mio disagio ma più accennavo a possibili problemi di relazione (anche sessuale) più lei tendeva a non assecondarmi o peggio a criticarmi. Così - per capirci - se talvolta le chiedevo di indossare un abito sexy per una uscita col il sottoscritto oppure di mettersi in mostra dentro le mura domestiche, spesso storceva il muso. La situazione è andata progressivamente peggiorando. Nel 2009 ho avuto una relazione con una collega. Dopo alcuni mesi mia moglie ha dato incarico ad una agenzia investigativa di seguirmi (io lavoro a 130 km da casa e un paio di volte a settimana sono costretto a dormire fuori). Dopo un paio di anni di confusione derivante da tale episodio, le cose si sono stabilizzate. Insomma Lei ha detto di aver perdonato, io non ho mai creduto a ciò perché ho avvertito spesso atteggiamenti da attrice. Qualche discorso fatto su tale argomento (lei mi dice spesso: "sai, mia sorella sarebbe rimasta sposata ed avrebbe evitato la separazione ove solo lui avesse avuto verso la figlia lo stesso atteggiamento che hai tu per nostro figlio"). In sostanza, vengo considerato da lei e da tutti come un ottimo papà (e ritengo di esserlo, amorevole, dolce, sensibile verso il mio figlioletto). Ma - secondo me - proprio qui sta il problema: c'è nel sottoscritto la quasi certezza che mia moglie finga di avere un rapporto coniugale normale solo per "convenienza", per "facciata". Per facciata verso famigliari e conoscenti, verso me. Da sempre assorta in pensieri o distratta, alle mie domande "A cosa pensi, ti  vedo triste", ha sempre risposto che è tutto a posto. Nel frattempo, la mia situazione emotiva e sentimentale è pesante perché la "collega" non è mai sparita definitivamente e c'è sempre dietro l'angolo la speranza di una vita migliore con lei, di un rapporto sincero fatto d’amore vero e non artificiale. Mia moglie - credo - sarebbe capace di trascorrere l'intera vita così, io - forse - NO. Cosa posso fare? Mi aiutate per favore, prima che sia troppo tardi? Che tipo di serenità potrà avere mio figlio quando si accorgerà più avanti di vivere in una famiglia formale in cui regnano sentimenti virtuali tra coniugi? Spero in una vostra. risposta. Un cordiale saluto. Elio


Gentile Elio,
le informazioni che ci ha fornito nella sua mail delineano la presenza di un quadro relazionale complesso e articolato; da quello che scrive sembra che, al di là dei diversi problemi riscontrabili in una coppia di lunga durata, come lei stesso sottolinea, ci sia una profonda differenza tra lei e sua moglie nel modo di vivere e concepire il matrimonio e la relazione di coppia più in generale. Il processo di idealizzazione di cui lei parla, è un fenomeno assolutamente naturale in tutte le coppie ed è fondamentale affinché si instauri una relazione “disposta” a durare nel tempo. Tuttavia, in un secondo momento, all’idealizzazione subentra una fase di disillusione e accettazione dell’altro con tutte le sue caratteristiche (positive e negative). Questo processo, e la relazione di coppia che i due partner instaurano, è profondamente influenzato anche dalle relative dinamiche che pian piano prendono corpo. Sulla base di quello che scrive sembra che da un lato lei richieda una maggiore intimità e vicinanza con sua moglie, riconoscendosi anche nel ruolo di padre affettuoso e presente, ma dall’altro lato abbia dei dubbi sulla relazione stessa tenendo sempre a mente la possibilità di impegnarsi in una relazione più soddisfacente con un’altra donna (voglio davvero vivere così? Posso avere una vita diversa con l’altra donna?). In considerazione di ciò, è possibile che sua moglie, non dimostri un reale interesse al cambiamento anche avvertendo i segnali ambivalenti che provengono da lei, preferendo quindi mantenere lo status quo raggiunto nel corso degli anni. Alla luce di ciò, sarebbe forse utile per lei chiarire in prima battuta quali possano essere le sue reali esigenze e necessità, ma anche capire in quale direzione sia disposto o meno ad andare per raggiungere una vita di coppia soddisfacente e serena. In quest’ottica, potrebbe forse esserle d’aiuto un breve ciclo di consulenza psico-sessuologica all’interno del quale affrontare le tematiche finora descritte.
Sperando di aver risposto in maniera esaustiva alla sua richiesta le ricordo che al numero 0645540806 è attivo il servizio di consulenza telefonica anonimo e gratuito, dove esperti psico-sessuologi potranno ascoltarla. Un cordiale saluto

Gaetano Gambino
Società Italiana di Sessuologia e Psicologia (SISP)
Ogni mese diversi esperti risponderanno alle vostre domande su qualsiasi tematica legata alla sessualità e all’affettività, che potranno essere inviate all’indirizzo e-mail: corace@sisponline.it.

Pubblicato sul numero 5 del 2020 del "Il Corace"





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